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La “Cosa rossa”, slavata, con un retrogusto di PD

l43-fassina-bersani-vendola-150507205424_mediumVoglio essere franco e, per favore, permettetemi anche di non affaticarmi troppo nel fingermi educato: questa “Cosa rossa” che starebbe nascendo tra Fassina, ex M5S e Sel è  irricevibile anche solo a pensarla. Vorrebbero convincerci (loro) che nonostante tutto il PD sia l’ancora con cui arrivare a governare e mentre partoriscono un suicidio organizzato vorrebbero anche convincerci di averne tutte le ragioni. Fassina esce dal PD per condizionare meglio il PD. Contento lui. SEL ogni giorno ci avvisa quanto sia di destra Renzi e poi scodinzola dietro al PD per avere uno spazietto su Milano, Cagliari e Roma; in pratica ci vorrebbe convincere che sono dei malfattori quando non si alleano con loro, una cosa così. Alcuni ex 5 stelle si accorgono di essere di sinistra ma di sinistra filogovernativa con questo governo praticamente di destra.

Insomma tutti contro il PD ma attaccati alla mammella democratica. Fatemelo dire: giù il cappello a chi su questo almeno ha le idee chiare. Bravo Civati a dire che la rottura è rotta per davvero. In mezzo a tutti questi mimi ostici a Renzi ma da mimi.

La titubante minoranza del PD

Sul voto di oggi credo che abbia scritto bene Alessandro Gilioli nel suo blog:

Bersani-Cuperlo-640Il tramonto di questa ex classe dirigente piddina tuttavia era iniziato molto prima e ha ragioni lontane. Affonda cioè le sue radici quando è cominciata la politica dell’acqua tiepida, l’inseguimento di Casini e Fini, i compromessi con cani e porci, l’appoggio a Monti – e via suicidandosi. In fondo anche l’opposizione a Berlusconi dura a parole ma morbida nei fatti non era tanto diversa dalla contrarietà parolaia ma inane e inconcludente mostrata contro Renzi: stessa mancanza di coraggio, stessa incoerenza tra parole e comportamenti. Alla fine, si raccolgono i frutti dei semi che si sono gettati, e troppi anni di tikitaka senza mai tirare in porta alla fine annoiano tutti.

Comunque quello che è successo oggi è stato un evento igienico, cioè che fa pulizia di equivoci e fraintendimenti: il Pd è il partito di Renzi e dei suoi, gli altri sono solo comparse un po’ ridicole e indecise a tutto, quindi alla favoletta del poliziotto buono che fa il controcanto a quello cattivo non ci crede più nessuno.

Meglio così, almeno in questo.

Per il resto, se mi capitasse di leggere ancora su qualche quotidiano un titolo sulle paurose minacce della minoranza dem al leader, mi limiterò a usarlo per il fondo della lettiera del gatto – sperando che il gatto non se ne abbia a male.