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Sono già in campagna elettorale

Il governo dei migliori incassa le bordate di alcuni scienziati, dice il professor Galli che «Draghi non ne ha azzeccata una sul virus» e dice Andrea Crisanti che «purtroppo l’Italia è ostaggio di interessi politici di breve termine, che pur di allentare le misure finiranno per rimandare la ripresa economica» definendo le riaperture una «stupidaggine epocale» ma su queste questioni ci si accorge di chi aveva ragione sempre dopo. E quindi tra qualche mese qualcuno potrà dire “l’avevo detto”.

Intanto però la maggioranza freme perché la politica, l’abbiamo ripetuto più volte anche qui, è una continua ricerca di consenso, più della responsabilità di governo e così Matteo Salvini (dopo essersi intestato il merito delle progressive aperture) ora spinge ancora di più sull’acceleratore chiedendo ancora di più. È normale, il suo elettorato gli chiede questo, per esistere lui deve fare questo: spingere, spingere, spingere e non dare il tempo di ragionare. Così ora la richiesta è di aprire anche i locali al chiuso e di togliere il coprifuoco. Sia chiaro: la discussione è legittima ma non chiedete a Salvini di dare delle indicazioni in base ai dati in nostro possesso. Il suo ragionamento non esiste e quindi la giustificazione è sempre quella del “buonsenso”. A ruota, ovviamente, ci sono i renziani che chiedono di riaprire le palestre (anche al chiuso) e gli impianti sportivi prima del termine di giugno fissato dal governo. È una guerra ad accalappiarsi ognuno il proprio settore. Avanti così.

Salvini intanto riesuma Berlusconi per parlarci del suo rinvio a giudizio sulla vicenda Open Arms: «Silvio ha dovuto affrontare 80 processi, io per ora solo 5-6 … Ma è evidente che la sinistra vuole vincere in tribunale le elezioni che perde nelle urne. In nessun Paese al mondo si mandano un processo gli avversari politici». Intanto ne approfitta per leccare un po’ anche Eni e Finmeccanica: «In Italia – dice – si fanno tante inchieste che poi finiscono nel nulla. Come quelle che hanno riguardato grandi società come Eni e Finmeccanica. Difendere gli interessi dell’Italia significa anche difendere le aziende italiane». Per lui difendere le aziende italiane significa non indagare. Chiaro, no?

Poi ha un’illuminazione: una commissione d’inchiesta sulla pandemia (che in effetti potrebbe fare luce su molte responsabilità che meritano di essere indagate) ma anche qui riesce a buttarla in caciara sparando sulle «responsabilità del ministro Speranza», come al solito trasformando tutto in guerriglia ad personam, la stessa di cui si lamenta. E a chi pensa per trovare i voti di un’operazione del genere? Lo dice lui stesso: il centrodestra e Italia Viva di Renzi. E intanto getta l’amo.

Vi ricordate quando si diceva che Draghi li avrebbe tenuti tutti in riga? La riga si è già spezzata e vedrete che basterà che si abbassino i numeri drammatici del contagio perché inizi subito la campagna elettorale. In testa, ovviamente, i due Mattei che stanno già muovendo le code sotto traccia.

Buon lunedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Moretti lascia Leonardo-Finmeccanica e si prende 9,4 milioni di euro. I famigliari delle vittime di Viareggio intanto aspettano.

Mauro Moretti riceve da Leonardo “un’indennità compensativa e risarcitoria” pari a 9,26 milioni di euro, oltre alle competenze di fine rapporto. L’annuncio giunge dallo stesso gruppo, che sottolinea come “a tale indennità si aggiunge un importo di 180.000 euro a fronte di rinunce specifiche effettuate da Moretti nell’ambito della risoluzione del rapporto”. Gli importi saranno erogati entro 40 giorni dalla formalizzazione degli atti di cessazione del rapporto.

Una buonuscita da 9, 4 milioni di euro

“Tale attribuzione è stata determinata in linea con le disposizioni di legge e di contratto applicabili, nonché in conformità ed in coerenza con quanto indicato nella politica di remunerazione adottata da Leonardo con il coinvolgimento del Comitato per la Remunerazione”, spiega Leonardo nella nota, aggiungendo che il compenso è stato illustrato nella Relazione sulla remunerazione “approvata dal Consiglio di Amministrazione in data 15 marzo 2017 e sottoposta, con esito favorevole, al voto consultivo dell’Assemblea degli Azionisti tenutasi in data 16 maggio 2017”.

Per Moretti nessun vincolo di non concorrenza

Moretti, condannato in primo grado a sette anni per la strage di Viareggio per il suo ruolo di amministratore delegato di Rfi, ha lasciato la guida di Leonardo ad Alessandro Profumo, che si è insediato col nuovo Cda martedì scorso. Stando a quanto evidenziato nel documento redatto dalla società, attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, per Moretti “non è previsto alcun vincolo di non concorrenza successivo alla cessazione del rapporto e, pertanto, nessun corrispettivo sarà dovuto a tale titolo”.

Moretti: “Periodo fruttuoso”

Si è detto soddisfatto del rapporto anche l’ex Ad. Tre anni “belli, intensi e molto fruttosi”. L’ex amministratore delegato ricorda che “tre anni fa l’azienda era completamente diversa da quella che oggi potete valutare. Ci sono tutti gli elementi per vedere i grandi cambiamenti, trasformazioni e risultati raggiunti”. “Tre anni fa l’allora Finmeccanica era un’azienda impossibile da governare con le tante differenze e disarticolazioni che la caratterizzavano”, ha detto Moretti indicando le direttrici che hanno guidato il processo di riorganizzazione del gruppo con la rifocalizzazione sul core business dell’aerospazio, difesa e sicurezza e la ricostruzione della governance di un modello operativo e organizzativa “da azienda moderna e in grado di competere sul mercato”.

(fonte)

Stiamo spendendo 1100 milioni di euro

Per questa:

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Il nome tecnico è LHD, ossia Landing Helicopter Dock: una portaelicotteri per il sostegno delle operazioni di sbarco.

Il prezzo finale dipenderà molto dal numero e dalla qualità di radar e armamenti. Per ora, a Fincantieri sono destinati 853 milioni di euro mentre per le forniture di cannoni, missili ed elettronica di bordo a Finmeccanica ne sono stati assegnati altri 273. La caratteristica innovativa di questo progetto è che tutto nasce dalla collaborazione diretta tra la Marina e il consorzio dei due colossi pubblici, con disegni che vengono aggiornati come un work in progress. Forse la procedura migliore perché la forza armata ottenga quello che le serve, ma che richiede anche un valido controllo istituzionale per evitare che strada facendo l’ammiraglia gonfi muscoli e costi.

(fonte)

La criminalità è organizzata, la tracciabilità dei rifiuti no

L’avevano annunciato in pompa magna e avrebbe potuto essere davvero un ostacolo per la criminalità organizzata: il sistema SISTRI per la tracciabilità dei rifiuti era un’innovazione notevole in un campo dove l’illegalità e le mafie continuano a mietere guadagni illeciti. Nel sito ufficiale si legge: “La lotta alla illegalità nel settore dei rifiuti speciali costituisce una priorità del Governo per contrastare il proliferare di azioni e comportamenti non conformi alle regole esistenti e, in particolare, per mettere ordine a un sistema di rilevazione dei dati che sappia facilitare, tra l’altro, i compiti affidati alle autorità di controllo.”

Oggi rimbalza la notizia. Uno scandalo annunciato. Tre persone in carcere, altre 19 agli arresti domiciliari, 4 con l’obbligo di presentarsi agli inquirenti e una miriade di società vuote e di conti all’estero individuati dalla Guardia di Finanza. Così arriva alla svolta l’inchiesta della Procura di Napoli su un grande imbroglio. Ovvero: l’ambizioso progetto di tutela ambientale battezzato Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti ideato dalla società Selex service management (gruppo Finmeccanica) con un contratto classificato come “riservato”, da 146,7 milioni di euro in 5 anni, lievitato fino a 400 milioni, e di fatto mai realizzato. Il previsto monitoraggio di ogni carico di scarti industriali o di immondizia urbana sul territorio nazionale (in special modo in Campania), difatti, non era mai partito, nonostante i 30 milioni di euro già bruciati per l’organizzazione e nonostante i notevoli costi imposti a centinaia di utenti, aziende, camion, perfino municipalizzate, costretti a dotarsi di una scatola nera sui camion. Nel corso delle indagini probabilmente saranno ascoltati come testimoni gli ex ministri dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, dei Verdi, e Stefania Prestigiacomo. Nel 2007, sotto il governo di centrosinistra, si cominciò infatti a lavorare al piano che sarà portato a compimento l’anno successivo, quando a Palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi, che nel settembre del 2008 appose il segreto amministrativo “sul progetto, le opere, i servizi, e le forniture per la realizzazione del Sistema”. Il progetto risulta attualmente bloccato almeno fino al 30 giugno prossimo a seguito delle perplessità espresse dalla Digit Pubblica Amministrazione.

Così lo strumento antimafia diventa un fardello inoperoso di burocrazia sugli imprenditori e le mafie continuano ad agire indisturbate. Viene da chiedersi perché la criminalità riesca ad organizzarsi e lo Stato no. Perché?