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impresentabili

Sara Cunial fa propaganda No Vax alla Camera per attaccare Conte. E la Lega la applaude

“Oggi siete qui, con la vostra faccia da vaccino, rei di aver fatto fallire il nostro Paese, aver imbavagliato l’onestà intellettuale, schiavizzato un popolo, riducendo l’Italia a campo di sperimentazione delle vostre terapie geniche”. Ha iniziato così ieri il suo intervento alla Camera dei Deputati Sara Cunial, fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle (che non ringrazieremo mai abbastanza per avere infarcito il Parlamento di elementi del genere) e che oggi guida la truppa dei vari negazionisti (No mask, No vax, No 5G e tutto quello che vi può venire in mente) per ritagliarsi un po’ di popolarità.

E la discussione è interessante perché questi sono gli stessi che poi parlano di censura, badate bene, mentre abbaiano liberi in Parlamento. Ha detto Cunial: “Per distogliere l’attenzione sui brogli elettorali internazionali pilotati dal centro di comando della partecipata di Profumo, continuate a comprarvi tutti, riesumando spettri politici coerenti con la scelta di far gestire l’emergenza dal nipote putativo di Gelli”. Qui siamo a livelli di complotti e di poteri forti che potrebbero fare impallidire perfino gli attivisti di QAnon.

Ricordate lo sdegno per Trump che invitava alla guerra? Ecco qua Sara Cunial ieri: “A voi che osate mettere un cittadino contro l’altro, devoti al culto turbo capitalista del debito a tutti i costi, per condannare le nuove generazioni, dico: né Cadorna né Diaz, perché l’Italia ripudia la guerra, anche quella a base di virus e l’Italia non solo ripudia la guerra, ma condanna duramente voi che ne siete i mandanti”.

In questo momento in cui si dibatte molto sulla responsabilità (anche penale) di chi fomenta l’odio attraverso le fake news, sarebbe curioso sapere chi risponde delle parole pronunciate ieri dalla deputata Cunial.

C’è anche un altro aspetto interessante: quando si discute della qualità della classe politica, arrivando addirittura a corteggiare Mastella, ci si dimentica che le discussioni parlamentari sono ogni volta un abisso che ci tocca percorrere. Il resoconto stenografico della Camera, al termine dell’intervento di Cunial, riporta un altro aspetto significativo: “(Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)”, si legge.

Perché in fondo Salvini e compagnia cantante e Sara Cunial accarezzano gli stessi elettori, gli stessi pezzi di popolo, solo che l’ex grillina ha almeno l’impudenza di non fingersi statista. Delira felice dei suoi deliri. I leghisti, invece, giocano di sponda. Ma la matrice dell’irresponsabilità, sotto sotto, è la stessa.

Leggi anche: 1. La sindaca della Lega arrestata perché negava aiuti alimentari ad anziani soli e stranieri / 2. Dino Giarrusso (M5S) a TPI: “Avanti con Conte senza Renzi, ora trattiamo per un governo con altri partiti. Ma no impresentabili” / 3. Di Battista a TPI: “De-Renzizzare il governo val bene una messa. Ora il M5S è coeso, ripartiamo con Conte”

L’articolo proviene da TPI.it qui

Dino Giarrusso (M5S) a TPI: “Avanti con Conte senza Renzi, ora trattiamo per un governo con altri partiti. Ma no impresentabili”

Sulla crisi di governo in corso abbiamo intervistato per TPI Dino Giarrusso, parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle.
Giarrusso, a che gioco a sta giocando a Renzi?
“Sta giocando al gioco ‘fai male all’Italia’, un gioco che non mi piace per niente. Qui il problema sono gli italiani e le loro vite: nessuno dotato di coscienza può pensare di provocare una crisi di governo in questo momento. Lo sappiamo tutti. Lo dicono gli osservatori europei. Siamo stati anni a dire ‘ce lo chiede l’Europa’ e ora sappiamo benissimo che l’Europa, i mercati, il mondo, ci chiedono stabilità, non certo di andare alla crisi o alle elezioni. Benché tutti sappiamo che questa è una scelta che fa male agli italiani, viene dato un enorme spazio mediatico a Renzi e al suo modo, suggestivo e imbarazzante ad un tempo, di raccontare le cose. Ha giornalisti molto amici che sostengono questa visione delirante della realtà. È un profluvio di spazio dato a Renzi e ai suoi fedelissimi in tv e sui giornali, ma parliamo di un partito al 2%. Come mai?”.

Cosa ha in mente? Cosa vuole?
“Questo facciamo fatica a capirlo tutti. Questa è la verità. Perché, finché chiedi qualcosa di più per te e per i tuoi, è un atteggiamento squallido ma farebbe parte delle cose della politica. Magari cerchi di ottenere quanto più possibile. Invece questo atteggiamento distruttivo è faticoso anche da comprendere. Che cosa vuole? Non sono in tanti ad averlo capito. A me sembra uno di quelli che al tavolo da gioco hanno perso tanto e, nella disperazione, continua a fare mosse sconsiderate. Sicuramente riesce a fare parlare di sé. Se si va a vedere il sentimento degli italiani nei suoi confronti si vede che sta sulle scatole a tutti”.

Però quello che conta sono i voti in Senato…
“Noi oggi stiamo assistendo a una crisi di governo portata avanti da un partito che conta 18 senatori, ma questo partito non era presente alle elezioni che hanno formato questo Parlamento. Nella scheda elettorale questo partito non c’era, capisce? Dal punto di vista democratico questa cosa va bene? Dobbiamo chiederci se sia ancora normale creare gruppi parlamentari di partiti che non erano presenti alle elezioni. È una cosa sana? Non mi pare che rispecchi la volontà degli italiani. E una riflessione in tal senso sui regolamenti parlamentari andrebbe fatta. Mi sembra la cosa più evidente in questo momento, ma nessuno ricorda che la crisi è causata da un partito che gli italiani non hanno votato, poiché non era sulla scheda”.

Come vede lo scenario futuro?
“Prevedo che sia impossibile, se questo governo cade, una maggioranza ancora con Renzi, dopo questo comportamento. Allo stesso tempo mi sembra ingiusto pensare a un futuro governo senza Conte, protagonista di una buona stagione di governo in Italia. Mi auguro che ci sia la possibilità di andare avanti con Conte”.

Quindi vi affidate ai responsabili? Imbarcate qualcuno?
“La parola ‘responsabili’ mi piace fino a un certo punto. Nel teatrino dell’assurdo a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni ho sentito dire ad alcuni renziani che è sbagliato da parte di Conte cercare degli Scilipoti in giro. Ma sono loro a essere gli Scilipoti: sono loro che non esistevano alle elezioni e hanno tradito il partito con cui sono stati eletti. Non si possono accusare gli altri di propri comportamenti, è surreale. Tornando alla domanda: bisogna vedere innanzitutto se tutti i senatori di Renzi lo seguiranno. Bisogna capire se gli ex senatori del M5S vogliono sostenere Conte. Che cosa faranno quelli nel Gruppo Misto? Vedremo. E poi capire le opportunità che possono esserci con altre forze politiche. Perdere Conte sarebbe una follia, ma bisogna vedere che carte ha in mano chi vuole entrare in maggioranza. C’è il rischio di avere personaggi poco raccomandabili dentro il governo, ma a riguardo mi fido dei miei colleghi in Parlamento: se ci sarà un governo con i voti M5S non possono esserci impresentabili”.

Leggi anche: 1. I 5 Stelle uniti in blocco a sostengo di Conte. E con i renziani mai più, meglio Forza Italia / 2. Di Battista sposa la linea Conte: “Se Renzi apre la crisi, mai più un Governo con lui” / 3. I 3 scenari che trasformano Giuseppe Conte in Giovanna d’Arco (di Luca Telese) / 3

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La ‘ndrangheta, appunto

Vogliamo occuparci di mafie, mica solo in Calabria? Vogliamo che ritornino nell’agenda della politica? O si aspettano sempre gli arresti, sempre

Si è riusciti a parlare per giorni, settimane, di Calabria senza mai pronunciarla. Non so se avete notato ma le mafie sono scomparse dal dibattito pubblico come se fossero qualcosa di non rilevante in tempo di pandemia (mentre per loro è un momento ghiottissimo) e ora se ne torna a parlare a bomba per l’arresto del presidente del Consiglio regionale calabrese Domenico Tallini, per gli amici Mimmo.

Ora sarà il processo a decidere, noi siamo e restiamo garantisti, ma la parabola di Tallini è interessante perché stiamo parlando di uno che era finito nell’elenco degli impresentabili formulato dalla Commissione antimafia guidata da Nicola Morra. Proprio Morra aveva messo in guardia la presidente Jole Santelli nell’affidare compiti di responsabilità a chi era rinviato a giudizio per diversi profili di corruzione. L’hanno nominato presidente del Consiglio regionale, per dire.

Parliamo di un politico che è sulla scena da 40 anni (a proposito del rinnovamento sempre professato e mai praticato) che esce dalle grinfie del vecchio Udeur e si ricicla, come molti altri, in Forza Italia. Le accuse raccontano che «in qualità di assessore regionale fino al 2014 e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 2014, e successivamente quale consigliere regionale», Tallini «forniva un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione», si legge nell’ordinanza che ha portato all’arresto del presidente del Consiglio regionale. «In cambio del sostegno elettorale promesso ed attuato da parte del sodalizio», secondo l’accusa il politico di Forza Italia ha garantito alla cosca «le condizioni per l’avvio prima e l’effettivo esercizio poi dell’attività imprenditoriale della distribuzione all’ingrosso dei prodotti farmaceutici».

Tallini, è scritto sempre nell’ordinanza, è intervenuto per «agevolare e accelerare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del Consorzio Farma Italia e della società Farmaeko Srl». Inoltre, «imponeva l’assunzione e l’ingresso, quale consigliere, del proprio figlio Giuseppe, così da contribuire all’evoluzione dell’attività imprenditoriale del Consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare». In tal modo, si legge ancora nell’ordinanza, «rafforzava la capacità operativa del sodalizio nel controllo di attività economiche sul territorio, incrementando la percezione delle capacità di condizionamento e correlativamente di intimidazione del sodalizio, accrescendo la capacità operativa e il prestigio sociale e criminale».

«Insomma… l’investimento è per voi… mica lo facciamo per noi… no? Fino a mo’ ci abbiamo solo rimesso…però nonostante tutto… anche gratis… Mi devi spiegare meglio com’è impostato tutto il ragionamento», diceva a Domenico Scozzafava, «un formidabile portatore di voti» per il politico di Forza Italia finito ai domiciliari, ma anche uno «’ndranghetista fino al midollo», secondo la magistratura.

Ora al di là del profilo processuale rimane però un punto sostanziale: vogliamo occuparci di mafie, mica solo in Calabria? Vogliamo che ritornino nell’agenda della politica? O si aspettano sempre gli arresti, sempre. Anche perché le mafie intanto in questa disperazione stanno prosperando come non mai. E sarebbe il caso di accorgersene prima che ce lo dica la magistratura.

Buon venerdì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Per non candidare impresentabili ne eliminano la definizione. Geni.

Non avevo nessun dubbio sul fatto che qualcuno si applicasse a modificare il regolamento per cui la Commissione Antimafia (e non Rosy Bindi, come vorrebbero farci credere) stila l’elenco degli “impresentabili”. E infatti nell’ultima seduta sembra (a leggere sia Il Fatto Quotidiano che il Corriere della Sera, quindi due organi un po’ “distanti”) che a qualcuno si venuta la brillante idea di cambiare le regole per non essere costretti a cambiare le persone.

Geni. Al solito.

De Luca: impresentabile anche nei modi

 “Questa campagna di aggressione politico mediatica sviluppata per mesi contro di me sarà ricordata nei prossimi anni come la più infame delle aggressioni personali subita da un personaggio politico. Ma state tranquilli: chi vince, governa”.

e poi

“No, per me non conta la vittoria. Conta far ringoiare cose ignobili che sono state dette. Quando si parla dell’onorabilità di una persona bisogna misurare le parole. Impresentabili? Questa è un’altra grande imbecillità inventata in un Paese che ha bisogno di inventarsi una palla a settimana. Mentre qualcuno si baloccava con gli impresentabili inventati e finiti, i tangentisti e i ladri veri come vediamo in queste ore continuano a rubare. Ma per qualcuno l’importante è avviare dibattiti epici sugli impresentabili, la Severino, le palle e le pippe. Con la Bindi non c’è nessuna rissa. C’è l’onorevole Rosaria Bindi, detta vezzosamente Rosy, che ha ritenuto di adoperare espressioni che vanno al di là delle sue competenze, espressioni che io ritengo diffamatorie e che configurano a mio parere in modo clamoroso un abuso di potere e una violazione dei diritti costituzionali”.

Cosi parla un uomo (un altro) che ha fatto della prepotenza il proprio tratto distintivo.

Lo dice anche Gratteri: “Quindi ogni volta ci si meraviglia, io invece mi meraviglio che la gente continui a meravigliarsi”

Gratteri-panorama-ditalia013-1000x600“Non posso dare valutazioni politiche, ogni volta che ci sono elezioni di qualsiasi genere c’è sempre ritornello su codice autoregolamentazione. Ma se chi fa le liste conosce chi ci mette, fa un calcolo cinico, mette pregiudicati o faccendieri e calcola che una fetta di elettorato comunque li voterà. Quindi ogni volta ci si meraviglia, io invece mi meraviglio che la gente continui a meravigliarsi”. Così si è espresso Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria e con Antonio Nicaso autore di Oro bianco (Mondadori editore, 263 pagine, 18 euro), intervistato a Varese nella quarta tappa del tour di “Panorama d’Italia da Maurizio Tortorella, vicedirettore del settimanale.

“Un terzo delle banconote da 500 euro circolanti in Europa si trova in Spagna, che non a caso è il ventre molle europeo della lotta alle mafie. In Spagna” ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria “ci sono colonie di colombiani, e depositi ognuno da dieci tonnellate di cocaina. Abbiamo indagato su agenzie che chiedevamo il 5% di provvigione per fare arrivare soldi in Sudamerica e l’agenzia ricevente trattiene un altro 5%”, ha aggiunto Gratteri: “Solo il 9 per cento di questo denaro sporco torna in Sudamerica, il resto rimane in Europa, e questi narcotrafficanti stanno comprando di tutto in tutta Europa”.

Nel suo libro Oro bianco, Gratteri specifica che il 36% di tutto il valore monetario degli euro circolanti in Europa è in banconote da 500 euro, e che un milione di euro espresso con queste banconote pesa solo 2 chili e duecento grammi, mentre in dollari pesa undici chili. “Milano è la più grande piazza europea per il consumo di cocaina” ha detto. “Ma il business della cocaina”  ha aggiunto il magistrato “alimenta enormi interessi economici in tutta Europa”. E ha aggiunto: “Noi ci siamo interessati molto della elite della ’ndrangheta. Una grande ricchezza è in mano al 3-4% degli ‘ndranghetisti, gli altri sono utili idioti, portatori d’acqua al pozzo del capo locale. Avevamo un indagato il quale stava comprando due navi dall’Imi, acciaierie a San Pietroburgo. Quando la ‘ndrangheta va in Germania compra alberghi, ristoranti, pizzerie. Qual è il problema? Io quando vado a Strasburgo mi arrabbio e sono un po’ duro, perché vedo e dico che c’è un’Europa solo economica, che s’interessa solo dell’aspetto bancario e di finanza, di quote latte… Ma intanto che cosa  sta accadendo? In Europa non c’è cultura del controllo del territorio. L’Unione non è attrezzata per contrastare le mafie. La legislazione antimafia italiana è la più evoluta al mondo,e non basta, ma nel resto d’Europa è peggio. Nell’Ue centrale c’è il nulla, è piena di ‘ndranghetista e camorristi. Quando li vedete arrestare in qualche Paese del Centro Europa siamo noi, dall’Italia. Ad esempio: in Olanda non si possono fare provvedimenti di ritardato sequestro, appena si sa che c’è qualcuno ibn possesso di 2 chili di droga bisogna arrestarlo.  Figuratevi andare a parlare a Strasburgo di 416 bis: quando al Parlamento europeo ho detto che in Germania c’è la ‘ndrangheta c’erano dei parlamentari tedeschi che mi volevano mangiare, come in Svizzera”.

Come ministro cosa avrebbe fatto per prima cosa?  “Il 29 luglio 2014” ha risposto Gratteri “si è insediata la commissione da me presieduta, avevo accettato perché senza fini lucro e potevo sceglierne i componenti. Abbiamo presentato un articolato modificando 150 articoli di legge. Per fare questa riforma ci siamo dati delle regole: non abbassare il livello delle garanzie; applicare l’informatica al processo, dire basta alla carta. Usare posta elettronica, videoconferenze, lo scopo generale è quello dinon rendere conveniente delinquere. Alla fine del 2014 finiamo il lavoro, nel gennaio 2015 abbiamo presentato il nostro lavoro a premier e ministri. Ora sta al governo decidere se e cosa portare in Parlamento. A me basterebbe vedere approvato il 50 per cento delle nostre proposte. Sarebbe una rivoluzione”.

(clic)

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Impresentabili, Bindi: “Indignata sono io, che Pd è diventato questo?”

Renzi-De-Luca-4-990x618Si dice indignata Rosi Bindi, duramente attaccata ieri da gran parte del Partito Democratico a causa della lista dei cosiddetti impresentabili stilata dalla commissione Antimafia. Una lista che, com’è noto, contiene il nome di 16 persone tra cui quello di Vincenzo De Luca, il candidato del Pd in corsa per la presidenza della Regione Campania.  Dagli atti trasmessi dal procuratore della Repubblica di Salerno risulta che pende un giudizio a carico di De Luca in un procedimento del 2002 per il reato di concussione continuata commesso dal maggio 1998 e con “condotta in corso” e altri reati come abuso d’ufficio, truffa aggravata, associazione per delinquere. “Indignati? Indignata sono io, io…Lo hanno candidato loro De Luca e sapevano chi era…, sta succedendo una roba fuori dal mondo, ma che Pd è diventato questo?”, così la Bindi, in un colloquio con Repubblica, risponde alle accuse che le sono piovute addosso. Si dice indignata “che qualcuno voglia con queste accuse senza fondamento delegittimare il lavoro di una istituzione”. “E la mia storia parla da sola. Non conosco l’uso a scopi personali o di parte delle istituzioni. Non mi appartiene e credo che lo sappiano tutti. Giudicheranno gli italiani chi usa le istituzioni per fini politici, ma certamente non sono io”, ha detto ancora.

De Luca e Renzi contro la Bindi – A suo dire di Vincenzo De Luca tutti sapevano tutto, “è stato candidato con la totale conoscenza e consapevolezza della sua situazione”. Per queste ragioni Rosi Bindi ha ribadito di non avere intenzione di replicare “e abbassarmi a interloquire ad accuse assurde”. Ieri, tra i primi a commentare il suo nome nella lista degli impresentabili è stato proprio il candidato Pd per la Campania che ha affermato di essere intenzionato a denunciare Bindi per diffamazione. Il premier Renzi, da parte sua, ha manifestato il suo disappunto perché la vicenda dell’antimafia sarebbe stata usata per una discussione interna al partito.

Bindi: “Legge mi affida un compito di informare” – Rosi Bindi ha difeso anche la scelta della commissione di rendere nota la lista degli impresentabili nell’ultimo giorno di campagna elettorale, a poche ore dunque dal voto per le elezioni regionali 2015. “Meglio dell’ultimo giorno, potrei dire. La verità è che tutti hanno fatto campagna liberamente e se la legge mi affida un compito di informare sulle qualità dei cittadini, quando avrei dovuto farlo? Dopo?”, ha spiegato. Infine, la presidente della commissione Antimafia ha negato che, dopo quanto accaduto ieri, sia più vicina la sua uscita dal Pd: “E perché mai? Non si possono confondere partito e istituzioni”.

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Antimafia con il culo degli altri: sono mafiosi solo quelli che non sono nostri amici

renzi_de_lucaMi stupisce che ci si stupisca. Davvero.

C’era bisogno della Commissione Antimafia per sapere che in Campania il gruppo di potere che sostiene De Luca sia la solita poltiglia? Eppure l’aveva detto Saviano, l’hanno scritto decine di giornalisti, l’hanno urlato moltissime associazioni antimafia (tranne quelle “parademocratiche”, ovvio). Ora: non rispondono a tutti questi ma si divertono a impallinare la Bindi che (tra l’altro) hanno messo loro alla Presidenza dell’Antimafia.

Attenti: tra qualche giorno magari Renzi legge la sentenza Dell’Utri e se la prenderà con il protagonismo di certa magistratura palermitana.

Non è vero che non è cambiato niente: sta andando tutto peggio. Sotto mentite spoglie, ovviamente.

(PS A proposito di Dell’Utri. Siamo in dirittura d’arrivo del nostro crowdfunding per il mio prossimo spettacolo e libro. Se volete darci una mano potete farlo qui. E passatene parola. Se potete e se volete. Grazie.)