Vai al contenuto

librerie

Una buona notizia su libri e piccole librerie

the-abbey-bookshop-1Hanno stretto la cinghia. Messo in gioco la fantasia. Ribadito la passione per il mestiere. E oggi, mentre le catene librarie e la grande distribuzione piangono la diaspora dei lettori, le librerie indipendenti tirano un sospiro di sollievo: il peggio è passato.
L’ha certificato Nielsen per l’Associazione italiana editori: nei primi quattro mesi dell’anno le librerie indipendenti sono cresciute del 2,3 per cento per copie vendute e dell’1,9 per cento in valore. Una boccata di ossigeno che, al di là dei bilanci finali, una cosa ha reso ufficiale: la forza di un modello. Di una formula che, facendo leva più sulla qualità che sui grandi numeri, può vincere su più muscolosi modelli commerciali.
Una ragione di ottimismo, in un universo sensibile a intercettare i cambiamenti. Perché il piccolo libraio è «come uno skipper bravo su una barca», nota Romano Montroni, presidente del Centro per il libro e la lettura e responsabile didattica alla Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri: «L’uno sa cogliere anche il più piccolo vento. Con uno incapace la barca non si muove, anzi diventa pericolosa».

Di capitani bravi è piena la penisola: consanguinei della stessa passione, distribuiti in roccaforti dove i libri sono amati, curati, valorizzati. Spesso eredità di storie familiari in luoghi grondanti fascino.
«La competenza è la parola decisiva: quelli che hanno saputo tenere alta la qualità ormai ce l’hanno fatta», dice Montroni. «La crisi ha fatto chiarezza nei comportamenti dei consumatori e reso evidente che le strategie di marketing delle catene non pagano più. Standardizzate, senza librai veri, hanno finito per soccombere non appena il lettore occasionale ha smesso di comprare. I veri lettori, rimasti fedeli, sono persone che chiedono atmosfera piacevole e professionalità forti. Chi pensa che chiunque possa fare questo mestiere sbaglia». Identità. Competenza. Rapporto coi clienti. La morìa di librerie ha fatto emergere le carte per sopravvivere.

(fonte)

Polli da libreria

Esempi: «Lingua perfetta. Efficacia stilistica totale. Un vero capolavoro» (si tratta della fascetta del libro di Lorenza Ghinelli, La colpa, appena uscito per Newton Compton) dove il fantozziano «Efficacia stilistica totale» l’ha scritto Valerio Evangelisti nella prefazione al precedente romanzo della Ghinelli, l’altrettanto totale Il divoratore. I capolavori sono ubiqui. Il thriller Alex di Pierre Lemaitre (Mondadori) fa addirittura venire il capogiro; ostenta una fascetta rossa dove è scolpito: «Avrete la stessa sorpresa di quegli uomini che scoprirono che non era il sole a girare intorno alla terra, ma il contrario». A Niccolò Ammaniti, autore di queste parole, monterei uno zabaione con l’ovo copernicano che mi verrebbe voglia di fare se solo fossi un po’ gallina ma, limitandomi al galletto, devo confessare che il Darwin che spinge nelle mie zampette mi fa perdere la testa soprattutto per alcuni libri-alfa. Si tratta di quei libri che si ergono, grazie alle loro fascette, nel puro dominio della volontà di potenza. «Nessuno credeva in lei, ma da sola ha convinto 2.000.000 di lettori» (Amanda Hocking, Switched. Il segreto del regno perduto, Fazi editore). Oppure: «Un autore da 6 milioni di copie in Italia» (Luis Sepúlveda, Ultime notizie dal Sud, Guanda). La quantità riproduttiva ha maggiore efficacia della qualità, nell’umile mondo dei pennuti da cortile dove tutto sommato un pollo vale un altro. Edoardo Camurri scrive una bella riflessioni su blurp, fascette e quarte di copertina. Ed è una riflessione che riguarda le librerie ma in fondo tocca il cuore della politica degli ultimi vent’anni: la fascetta di Berlusconi vincente con le foto dei figli sulla rassicurante scrivania del suo studio ha premiato le letture veloci che non hanno bisogno di troppe interpretazioni. E noi, dalla nostra parte, ci teniamo la quarta di copertina di oggi: la manifestazione FIOM con quelle brutte assenze che inseguono rassicurazioni che non solo non rassicurano ma non riescono ad essere comprensibili ai più. E così finisce che si rimane sullo scaffale e ci si ingiallisce con il tempo retrocedendo nei cesti dell’invenduto in offerta. Perché la comunicazione e le azioni (anche quelle etiche) sono importanti se funzionano e la vera comunicazione ha luogo soltanto fra persone di uguali sentimenti, di uguale pensiero. Lo diceva Friedrich Leopold von Hardenberg 200 anni fa.

Nelle migliori librerie

Ecco, i libri distribuiti nelle migliori librerie o nelle migliori edicole italiane non se li fila nessuno. Anzi, già sanno che non se li filerà nessuno. La penna di un libraio chiarisce. Perché tra i librai c’è chi pensa che “il tempo è denaro” e c’è, invece, chi pensa che “il denaro è tempo”. I primi consigliano libri di un certo tipo, i secondi consigliano libri di un altro tipo.