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ministro della Giustizia

Ecco a voi i nuovi sovranisti: ignoranti individualisti e negazionisti che cianciano di dittatura sanitaria

Non sono scettici come vorrebbero definirsi, quello sono altro e sono sale della democrazia: questi sono negazionisti veri e propri, gente che propone tesi contrarie a quelle della comunità scientifica con il solo gusto di andare controcorrente, non hanno nemmeno idee proprie: prendono quelle che secondo loro vanno “per la maggiore” e le invertono, stupidamente, rivendicando le proprie tesi come legittimate dalla ribellione senza nemmeno prendersi la briga di portare prove a sostegno. Provate a ascoltarlo un negazionista: vi dirà di non credere ai virologi che vanno in televisione (perché sono tutti pagati dai famosi “poteri forti” che lui combatte su Facebook, dice) ma in realtà vorrebbe applicare alla scienza un metodo non scientifico, vorrebbe essere pilota di Formula 1 senza patente.

Ma la piazza di oggi a Roma intanto ha già dato alcune risposte: oggi il vicesegretario di Forza Nuova Giuliano Castellino insieme ai suoi amici camerati hanno addirittura presentato il loro “governo di salvezza nazionale” che dovrebbe tirarci fuori dalla pandemia: Carlo Taormina, nominato ministro della Giustizia, l’ex avanguardia Nazionale Vincenzo Nardulli (Sport e tifosi) (condannato in primo grado, insieme a Castellino, a cinque anni e sei mesi per aggressione), e alla Difesa per non farsi mancare niente Leonardo Cabras, il coordinatore di Fn per l’Italia centrale, quello che oltre a negare il Covid ci aveva anche raccontato che nei campi di concentramento nazisti c’erano i cinema e le piscine. Eccolo lo spessore politico e culturale.

Del resto sono i nuovi sovranisti, quelli che ci dicono che vorrebbero difendere la Patria ma hanno come unica patria l’Io, il farsi i fatti propri, tutti turbospinti (come direbbe l’altro complottista, il filosofo Diego Fusaro) a un individualismo legittimato e addirittura doveroso. Vorrebbero essere dubbiosi e invece sono solo ignoranti individualisti che reclamano la “dittatura sanitaria” e sono innamorati persi dei dittatori. Usano la paura per racimolare un po’ di consenso e in mancanza di argomenti si gingillano nel negare gli argomenti degli altri. Sono quelli che hanno paura di essere spiati e lo scrivono sui social, sono quelli che ancora non ci hanno spiegato cosa ci guadagnerebbe un governo nel mettere in ginocchio la propria stessa economia.

E sono pericolosi, moltissimo, perché se uno vuole essere scemo non c’è nessun problema ma se danneggia gli altri allora diventa un pericolo anche per gli altri. Anche per quelli che stanno facendo sacrifici.

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Responsabilità civile dei magistrati: finalmente ecco che parla Mattarella

Il presidente all'Altare della Patria

Non è un’invasione di campo. Ma certo sono parole che pesano rotolando giù dal Colle fin dentro Palazzo Chigi. “Le recenti modifiche alla legge Vassalli andranno attentamente valutate alla luce degli effetti concreti dell’applicazione della nuova legge” dice Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica, e Presidente del Csm, è quasi alla fine del discorso che riserva ai 346 giovani magistrati tirocinanti convocati su al Colle e in attesa di iniziare il mestiere del pm o del giudice. E da questo preciso momento la nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati diventa ufficialmente “osservata speciale”, appena una settimana dopo la sua entrata in vigore. Il Quirinale minimizza, fa notare che le stesse parole furono già dette del ministro Guardasigilli. E però il taciturno Mattarella le ha volute dire. La cronaca ci dirà, nel tempo, se quella di oggi sarà da considerare la prima vera esternazione del Capo dello Stato. Certo si tratta di un’importante – e attesa – rassicurazione per la magistratura sul piede di guerra perché vede nella legge una “lesione della propria autonomia” e “un’intimidazione del servizio giustizia”. Ed è un’ammonizione per l’operato di palazzo Chigi che, nonostante le richieste di modifica avanzate da mesi dai vertici di tutta la magistratura e prima del voto finale, ha voluto andare avanti lo stesso e consegnare lo scalpo di una magistratura che deve obbedire ad esecutivo e legislativo.

Gli addetti ai lavori, Anm e Csm, attendevano queste parole. Parlando ai giovani magistrati Mattarella precisa che l’idea del “tagliando” alla legge sulla responsabilità civile “era già stata avanzata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando”. Il Guardasigilli aveva parlato la notte in cui la legge fu approvata. “Ma come si fa a credere a un ministro che avanza l’idea del tagliando mentre sta votando quella legge sostenendo che è una buona legge?” denunciò l’Anm. In questa settimana di vita della legge devono essere state molte le sollecitazioni arrivate al Colle. Direttamente al Presidente. Tramite i suoi consiglieri giuridici. Tramite il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. Ciascuno si è fatto a suo modo portavoce di preoccupazioni, timori, paure di fronte alle quali il Presidente non poteva più tacere. Così ha voluto tranquillizzare. E far sapere lui da che parte sta. “Seguire il modello di magistrato ispirato all’attuazione dei valori etici – ha detto ai giovani seduti nella sala dei Corazzieri – vi aiuterà ad affrontare con serenità i compiti che vi aspettano e a non lasciarvi condizionare dal timore di subire le conseguenze di eventuali azioni di responsabilità nella consapevolezza di essere soggetti, nell’applicazione delle vostre funzioni, unicamente alla legge”. In ogni caso, ha aggiunto, “sarò sempre attento custode nella duplice veste di Presidente della Repubblica e di Presidente del Csm”. Il ministro Guardasigilli Andrea Orlando ascolta e annuisce in silenzio in prima fila. Tra i membri del Csm ugualmente presenti nella sala c’è chi scrolla la testa: “Non è mai stato fatto un monitoraggio di una legge appena approvata. Ma che senso ha? Gli effetti distorsivi della legge andavano risolti prima”. Sarà il Consiglio superiore della magistratura a svolgere il cosiddetto monitoraggio.

La parole di Mattarella arrivano in fretta all’orecchio di David Ermini, responsabile Giustizia del Pd e fedelissimo del premier Renzi. “Non mi pare ci sia nulla di nuovo nelle parole del Presidente: ha confermato quanto già detto Orlando. La modifica della Vassalli era necessaria, non è stata fatta in 27 anni, la nuova legge adesso c’è e se c’è qualcosa che non va, faremo le correzioni necessarie”. Chiedere un monitoraggio significa ammettere che ci sono dei problemi in quel testo. E logica vorrebbe che il legislatore raccogliesse prima certe osservazioni. Ma Ermini non ci sta. “Intanto l’abbiamo fatto – sottolinea. “Poi appartiene all’umiltà della politica, al buon senso, fare eventualmente un passo indietro”. È il motto renziano declinato in tutte le sue forme: “Intanto si fa, poi si vede”. La nuova legge sulla responsabilità civile stabilisce che ogni cittadino, indagato o imputato, a cui è stato sequestrato un bene, possa fare subito azione civile contro il magistrato, giudice o pm, che ha esercitato l’azione penale. Non c’è un filtro di ammissibilità e la causa sarà valutata da un giudice civile. Le alte cariche della magistratura e la magistratura associata hanno previsto carichi di lavoro in controtendenza con la volontà di togliere l’arretrato, il rischio paralisi per via di ricusazioni e autosospensioni e il rischio, nel lungo periodo, di un lavoro da parte di giudici e pm sempre in difesa e burocratico per evitare guai.

Il Presidente che parla poco ha quindi parlato. Ed è il terzo intervento, si fa notare al Colle, dedicato a questioni di giustizia, uno al Csm e due ai giovani magistrati. Pochi giorni fa, nella Villa Castelpulci di Scandicci sede della Scuola della Magistratura, aveva ricordato che il magistrato non deve essere “né burocrate, né protagonista”. Oggi ha chiesto “coraggio e umiltà” perché “una società complessa chiede giustizia, e in tempi rapidi”. E’ un discorso come sempre breve ma essenziale quello di Mattarella. Indica i tratti fondamentali del magistrato che deve essere “artefice del diritto vivente e non più solo giudice bocca della legge”. Ne indica alcune priorità come la “lotta alla corruzione che blocca lo sviluppo economico e corrode la convivenza civile”. A palazzo dei Marescialli, sede del Csm, sono ancora in attesa di sapere quando il capo dello Stato andrà a tenere il suo atteso discorso sulla giustizia. Questi sono solo alcuni anticipi.

(fonte)