Tag: omofobia

  • Suicidi, omofobia e rete

    Mi ha molto turbato la vicenda del quindicenne suicidatosi (si dice) per la frustrazione dovuta all’ironia sulla sua omosessualità. La regola del buon blogger e dell’opinionista sempre sul pezzo comanderebbe di costruirci subito un opinione dopo avere letto i primi lanci di agenzia, tipo “fast news” da pagare alla cassa del seguito e del consenso. Sarebbe bastato leggere il resoconto della deputata Paola Concia che ha incontrato i compagni di classe del ragazzo per capire che le semplificazioni (anche quelle giornalistiche) in questi casi rischiano di essere dannose.

    Poi ovviamente oggi si titola che “la rete uccide”, che “i social sono troppo pericolosi” e tanto altro sulla stessa linea. Come scrive Fabio Chiusi sul suo blog:

    E quindi, è il passo ancora successivo, sceglierebbero l’unica strada possibile: i filtri preventivi. Con questo non si vuole minimizzare o banalizzare il problema del cyber-bullismo, degli insulti che alimentano spirali di disperazione la cui profondità è insondabile a chiunque non ne sia mai stato almeno sedotto. Si vuole semplicemente – e banalmente – dire che «la Rete» non uccide nessuno, che sono le persone a farlo. Che prima di emettere sentenze bisognerebbe cercare, con molta umiltà, di capire. E che, specie in casi delicati come questi, le esigenze giornalistiche dovrebbero lasciare il passo al rispetto per l’umanissima complessità dei fatti.

    Perché quando non sono più le persone ad essere il soggetto dell’analisi e dell’opinione la cautela è un dovere morale.

  • Vaselina


     

    Civiltà lombarda.Da Vigevano.Da un consigliere comunale PDL.

  • #noomofobia chi è il malato?

    Oggi è la giornata contro l’omofobia, il modo migliore per festeggiare sarebbe augurarsi (e lavorare) che l’anno prossimo sia stata abolita perché non ce n’è più bisogno. La giornata contro l’omofobia deve essere un rito passeggero che non dovremo nemmeno raccontare ai nostri figli. Rimane la domanda su quale sia davvero la malattia da curare: l’omofobo sicuramente e la politica molto probabilmente. L’omofobia è la spinta violenta di un processo politico di cui nessuno vuole prendersi la responsabilità: una battaglia che diventa tutt’uno con la laicità di uno Stato sempre timido con i conservatori. Le forze “progressiste” (la parola mi provoca orticaria, di questi tempi) su questo non progrediscono. Parlano, fanno grandi convegni ma proprio non riescono a scrivere e votare questo benedetto progetto di legge. E allora forse la giornata contro l’omofobia è, anche, la giornata contro chi da tempo si sottrae alla conta (anche interna) sul tema. Buon dissolvimento di omofobia a tutti.

    Cerco di dirlo così come mi viene, mi scusino eventuali pignoli o suscettibili. Leggere sulle prime pagine le parole “contro natura”, pronunciate dal papa [Papa Benedetto XVI] a proposito delle unioni omosessuali, mi fa rivoltare le viscere. La natura umana è così complicata e ricca (essendo biologica, psicologica, culturale, sociale) che estrarne un pezzo e appenderlo al lampione del Giudizio Divino equivale ad amputarla. L’omosessualità è sempre esistita ed esisterà sempre, consiste di amore e di vizio, di eros e di moda, di piacere e di colpa, di profondità e di futilità, tanto quanto le altre pulsioni dell’animo e del corpo. Si può diffidarne, si può criticarla, ma solo una violenta e impaurita torsione dello sguardo sulle persone, sulla vita, sull’eros, può arrivare addirittura a scacciare l’amore omosessuale dalla “natura umana”. Leggendo quei titoli ho pensato ai miei amici omosessuali, ad alcune storie di sofferenza e di punizione, all’orribile marchio di “anormale” che qualcuno di loro ha dovuto leggere negli occhi e nelle parole degli altri, e mi sono profondamente vergognato per quel “contro natura”. Possibile che i preti omosessuali, notoriamente molti, non abbiano niente da dire a questa Chiesa spietata? (Michele Serra)

    Spero che tu voglia fondare una Società per la Difesa delle Persone Oppresse. Ai nostri giorni c’è un grosso sodalizio europeo diretto da selvaggi e da avvocati contro di noi.
    E’ veramente ridicolo che, dopo che la mia intera vita è stata rovinata dalla società, la gente intenda ancora esercitare la sua tirannia sociale su di me e cerchi di costringermi a vivere da solo, cioè nell’unica condizione in cui io non posso vivere.
    Non credevo che alla mia liberazione mia moglie, i miei amministratori, i miei pochi amici (perché sono pochi) e la miriade dei miei nemici si sarebbero uniti per costringermi con la fame a tornare a vivere nel silenzio e nella solitudine.
    E’ stato proposto di lasciarmi morire di fame o di gettare il mio cervello in un pisciatoio pubblico a Napoli.
    Le persone morali, come vengono chiamate, sono bestie. Vorrei avere cinquanta vizi innaturali piuttosto che una virtù. (Oscar Wilde, 1897)
  • Buttafuori per i gay

    Succede a Luino ma succede ciclicamente in qualche città sparsa per l’Italia. Questa volta mentre stavano ballando “sono stati costretti a scendere, insultati, brutalmente pestati e infine allontanati dal locale. Su richiesta dei ragazzi sono intervenuti i carabinieri e al pronto soccorso dell’ospedale locale sono state prestate loro cure immediate”, come denuncia il presidente dell’Arcigay di Verbania Marco Coppola. Non stupisce il fatto che sia successo ancora quanto l’abitudine che sembra essere subentrata: qualche omosessuale pestato per strada o al ristorante è la notizia che non colpisce più e sta sotto le altre di cronaca di solito in un riquadro piccolo piccolo con la solita noiosissima foto dei due ragazzi abbracciati di spalle. Non mi importa se la questione nel comune sentire viene vissuta come una piccola disputa tra estremisti opposti (quante volte ho sentito dire “beh, anche loro però potrebbero non essere sempre così esibizionisti), per le strade dove è macho esporre il proprio essere protofascisti o sfanculare sorridendo i negri e i terroni: io questa cosa che rischi le botte per una tua idea o predisposizione legittima non so proprio come spiegarla ai miei figli. Non riesco a “normalizzare” il racconto per trovarci una logicità. E non riesco a capire perché crediamo sia normale che siano loro a doversi difendere il giorno dopo sui giornali come se non fosse una questione di convivenza e quindi di politica. Perché il dibattito sull’omofobia sembra scomparso ma la violenza no.

  • Il giudizio omofobico di Dio

    La chiesa cattolica se l’è presa comoda, ma alla fine si è dovuta rassegnare all’idea che la terra giri intorno al sole. Si rassegnerà anche all’idea che un uomo giri intorno a un altro uomo. Se avessi dovuto cercare le parole non sarei riuscito a scriverlo meglio di Piergiorgio Paterlini.