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Tariffe di salvataggio

Tra le tante stortura del cosiddetto decreto Sicurezza bis che il ministro dell’inferno ha sventolato in bozza come arma di distrazione di massima, come al solito puntando sui disperati quando scende nei sondaggi, c’è un particolare che non può passare inosservato. Nella sua eterna lotta contro le ONG e contro chi tende la mano (chiunque sia) ha deciso di “multare chiunque trasporti un migrante” istituendo di fatto il reato di solidarietà che non è previsto da nessun ordinamento ufficiale e tanto meno dalle convenzioni e dai trattati internazionali. Secondo molti anche l’ONU sarebbe pronto a intervenire per una castroneria del genere.

Come giustamente scrive il professore della Scuola di Economia e Scienze politiche di Padova, Fabrizio Tonello nella sua lettera al Presidente della Repubblica: “E’ più di quanto pagassero i nazisti che, nell’autunno 1943, rastrellarono gli ebrei nel ghetto di Roma compensando le spie che indicavano dove trovare le vittime. Le SS pagavano 5000 lire per ogni uomo da deportare ad Auschwitz, l’equivalente di circa 1.600 euro oggi, e appena 3.000 lire per ogni donna e 1.500 per ogni bambino. Salvini non fa distinzioni: multe da 3.500 a 5.500 euro per persona, in media cinque volte quello che i nazisti davano alle spie. Affogare in mare è diverso dal morire in un lager? Lasciar morire deliberatamente chi cerca rifugio da guerre, stupri e torture, è diverso dal mandarlo in un campo di concentramento?”.

Non deve sfuggirci che la proposta di decreto, per quanto folle, rischia di avere i numeri per diventare legge nel caso di un’alta affermazione alle Europee e non sfugga che anche ai tempi del nazismo molte leggi insulse e terrificanti vennero messe in opera da silenti amministratori e servizievoli forze dell’ordine (come quelle che rimuovono striscioni) senza proferire parola.

Ed è questo servizievole spirito istituzionale lo stesso che sta inquinando il vivere civile fingendo di non vedere i gesti fascisti, vantandosi di difendere i rom come se fossero altro e che disinfetta i luoghi che si appresta a visitare il vice premier. Uguale uguale.

Certo che pagare per salvare qualcuno che galleggia sul mare supera ogni tentativo di distopia, è un atto non solo crudele ma addirittura folle nella sua concezione e ci dice, per l’ennesima volta, una cosa chiara: il ministro dell’inferno è pericoloso.

Pericoloso per l’accelerazione di questo percorso di disumanizzazione che ci vorrebbe tutti feroci, con i denti appuntiti, e la bava alla bocca.

Buon giovedì.

L’articolo Tariffe di salvataggio proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/05/16/tariffe-di-salvataggio/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Tariffe di salvataggio

Pericoloso per l’accelerazione di questo percorso di disumanizzazione che ci vorrebbe tutti feroci, con i denti appuntiti, e la bava alla bocca.

Giornata storta per i “taxi del mare” e così muoiono in 34 (almeno)

Da una parte c’è il comunicato stampa della Guardia Costiera italiana:

«Per uno sbandamento verosimilmente causato dalle condizioni meteomarine e dallo spostamento repentino dei migranti su un fianco dell’imbarcazione – si legge nella nota -, circa 200 migranti sono caduti in mare da un barcone con circa 500 migranti a bordo. L’immediato intervento delle navi ‘Fiorillo’ della Guardia Costiera e ‘Phoenix’ del Moas ha consentito di trarre in salvo la maggior parte dei migranti caduti in acqua. Trentaquattro, invece, i corpi senza vita recuperati in mare dai soccorritori».

Dall’altra c’è la testimonianza di Medici Senza Frontiere:

«Due guardacoste libici, in uniforme e armati, sono saliti su uno dei gommoni. Hanno preso i telefoni, i soldi e altri oggetti che le persone portavano con sé”, racconta Annemarie Loof di Msf. “Le persone a bordo si sono sentite minacciate e sono entrate nel panico. Molti passeggeri, che fortunatamente avevano già ricevuto i giubbotti di salvataggio prima che iniziassero gli spari si sono buttati in acqua spinti dalla paura».

Piccolo promemoria: da settimane qualcuno dice che le ONG (quelli come Medici Senza Frontiere, appunto) avrebbero sporchi interessi sulla pelle dei migranti. Da qualche settimana quegli stessi rimestatori nel torbido, in mancanza di riscontri, citano la guardia costiera libica come fonte dei loro sospetti.

Ecco. Tirate voi le somme.

 

(continua su Left)