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vivisezione

Un piano regionale per i diritti degli animali. #davvero

Sarebbe bello immaginare i diritti custoditi ed estesi anche a chi non vota. Sarebbe bello immaginare la Lombardia all’avanguardia con un Piano Regionale dei Diritti degli Animali. Partendo da questo (bello, intelligente e praticabile) proposto dalla LAV:


39747_header_logoPROGRAMMA LAV 

Elezioni regionali 2013

REGIONE LOMBARDIA

 

PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2013 – 2018

I candidati alla Presidenza della Regione Lombardia e al Consiglio Regionale possono comunicare il proprio personale impegno nel sostegno al Programma LAV, inviando mail a:

lav.lombardia@lav.it (specificando Partito/Lista e la Circoscrizione Elettorale).
Per richieste di incontro o informazioni contattare:
Simone Pavesi, Coordinatore LAV Lombardia – lav.lombardia@lav.it – 320 4788075 

 

  • PREMESSA

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  • PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2010-2015

 

  1. ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO 

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  • Contrastare le più frequenti violazioni alla Legge Regionale 33/2009 Titolo VIII Capo II, come: esposizioni animali in vetrina, presso esercizi commerciali; animali in premio/regalo per eventi pubblici; carenza di controlli post-affido da parte delle ASL;
  • incrementare con risorse regionali i fondi per implementazione della L.r. 33/09;
  • vietare vendita ambulante animali e le fiere espositive;
  • limitare l’acquisto di cani e gatti presso i soli allevamenti e regolamentare l’apertura di nuovi allevamenti;
  • riconoscere e promuovere la presenza di strutture di ricovero per gatti (gattili) e istituire l’anagrafe felina;
  • istituire il 118 veterinario;
  • regolamentare la gestione e le modalità di detenzione di tutti gli animali d’affezione presso gli esercizi commerciali, i mezzi di trasporto pubblici, gli uffici pubblici, le istituzioni di cura, custodia, educazione.

 

  1. CACCIA E FAUNA SELVATICA

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  • rispetto normativa comunitaria e nazionale (no deroghe);
  • restrizioni al calendario venatorio (no abilitazione per under 21 e over 65, annuale verifica sanitaria abilitativa);
  • no importazioni e immissioni fauna “pronta-caccia”;
  • bocconi avvelenati: immediato stop caccia o attività correlate in aree contaminate;
  • alloctoni: divieto commercio specie alloctone e piano regionale straordinario di contenimento delle specie alloctone (scoiattolo grigio, nutrie, minilepri, ecc…) tramite sterilizzazione e non abbattimento.

 

  1. CIRCHI E SPETTACOLI

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  • no ai circhi con animali.

 

  1. VIVISEZIONE

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  • indirizzare fondi regionali verso l’incremento di metodi sostitutivi.

 

  1. GESTIONE DELLE POLITICHE REGIONALI PER GLI ANIMALI
  • Prdisposizione di una Area Tutela Animali regionale.

 

PREMESSA

In questi ultimi anni è sempre più radicata nella società una coscienza di rispetto degli animali, in quanto esseri senzienti.

La recente vicenda di Green Hill e degli oltre 2mila cani beagle destinati alla vivisezione e per i quali milioni di cittadini si sono diversamente mobilitati (tra richieste di affido, assistenza, supporto anche economico, manifestazioni nazionali), è l’emblema di come la maggioranza dell’opinione pubblica rivendichi una più forte attenzione da parte delle istituzioni alle politiche di protezione degli animali. 

In vista delle prossime elezioni regionali, la LAV ha elaborato un programma di impegni che sottopone ai candidati alla Presidenza della Regione Lombardia e anche ai candidati per il Consiglio Regionale.

Sulla base delle risposte e delle eventuali decisioni di ogni singolo esponente politico assunte nel corso della Legislatura uscente (modalità di voto, proposte di legge, emendamenti, mozioni, ecc…), l’associazione elaborerà una lista di preferenze positive e negative che pubblicizzerà ai propri soci e simpatizzanti ed all’opinione pubblica, in modo assolutamente trasversale.

La LAV infatti, oltre ad essere un’associazione animalista che collabora con le istituzioni  ad ogni livello (dal piccolo Comune alla Comunità Europea) al fine di promuovere nuovi provvedimenti a tutela dei diritti animali è anche associazione apartitica che sostiene singoli politici impegnati concretamente ad attuare le nostre istanze, a prescindere dal partito o coalizione di appartenenza.

PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2013-2018

  1. ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO 

Nonostante la legge regionale attuativa della legge quadro 281/1991 sia stata approvata nel 2006 (poi trasposta nel T.U. delle leggi regionali in materia di sanità l.r. 33/2009, Titolo VIII Capo II), resta ancora troppo disapplicata per via della scarsa conoscenza delle disposizioni ivi contenute (compreso il relativo Regolamento Regionale 2/2008) da parte in primis delle stesse istituzioni (Comuni, ASL, Polizie Locali), ma anche dei cittadini. 

Le richieste della LAV:

  • Contrastare le più frequenti violazioni alla Legge Regionale 33/2009 Titolo VIII Capo II, come: esposizioni animali in vetrina, presso esercizi commerciali; animali in premio/regalo per eventi pubblici; carenza di controlli post-affido da parte delle ASL.
  • incrementare con risorse regionali i fondi per implementazione della L.r. 33/09;
  • vietare vendita ambulante animali e le fiere espositive;
  • limitare l’acquisto di cani e gatti presso i soli allevamenti e regolamentare l’apertura di nuovi allevamenti;
  • riconoscere e promuovere la presenza di strutture di ricovero per gatti (gattili) e istituire l’anagrafe felina;
  • istituire il 118 veterinario;
  • regolamentare la gestione e le modalità di detenzione di tutti gli animali d’affezione presso gli esercizi commerciali, i mezzi di trasporto pubblici, gli uffici pubblici, le istituzioni di cura, custodia, educazione.
  1. CACCIA E FAUNA SELVATICA

L’amministrazione regionale uscente si è ancora una volta contraddistinta per il particolare impegno a promuovere leggi poi giudicate illegittime dalla Corte Costituzionale nonché dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Commissione Europea.

Le richieste della LAV:

  • rispetto incondizionato della normativa comunitaria e nazionale (no deroghe);
  • restrizioni al calendario venatorio (no abilitazione per under 21 e over 65, annuale verifica sanitaria abilitativa);
  • no importazioni e immissioni fauna “pronta-caccia”;
  • bocconi avvelenati: immediato stop caccia o attività correlate in aree contaminate;
  • alloctoni: divieto commercio specie alloctone e piano regionale straordinario di contenimento delle specie alloctone (scoiattolo grigio, nutrie, minilepri, ecc…) tramite sterilizzazione e non abbattimento.
  1. CIRCHI E SPETTACOLI

Sono oltre un migliaio i grandi animali impiegati per gli spettacoli più classici del circo: si tratta prevalentemente di tigri, elefanti, cavalli e dromedari. A questi vanno aggiunti centinaia di rettili, ma anche cani, grossi bovini e addirittura pinguini. Un circo di medie dimensioni può arrivare ad occupare un’area compresa tra i 3000 e i 5000mq (roulotte, tendoni e camion compresi).

Per evidenziare l’insostenibilità di simili “attrazioni”, è utile ricordare che nelle strutture circensi italiane sono almeno 150 le tigri imprigionate: un numero di animali più che sufficiente per ripopolare una intera area dove questa specie rischia l’estinzione. 

Solo nel 2000 il Ministero dell’Ambiente ha emanato, tramite la Commissione Scientifica CITES e ai sensi della legge 150/92 sul commercio internazionale di specie di fauna e flora in via di estinzione, le Linee Guida per il corretto mantenimento di molti degli animali che continuano ad essere prigionieri del circo (Linee Guida integrate in data 19 aprile 2006 con prot. DPN/10/2006/11106). Tuttavia, grandi felini, elefanti, scimmie orsi ecc. continuano ad essere detenuti in condizioni che violano palesemente tali disposizioni, e sempre più frequenti sono le pronunce della magistratura in materia.

Inoltre, sempre più consolidata è l’attenzione rivolta nei confronti di tali strutture che spesso sono protagoniste di processi penali dati dalla violazione di normative generali in tema di benessere animale, a dimostrazione delle condizioni in cui versano tali animali (“impacchettati”, detenuti in gabbia, trasportati per chilometri e chilometri, con ogni condizione atmosferica) anche quando i criteri CITES siano rispettati.

Le richieste della LAV:

  • no ai circhi con animali (regolamentare sul territorio regionale l’uso degli animali in spettacoli circensi e similari, ai fini di una maggiore tutela degli animali, del personale addetto e del pubblico nonché in favore del sostegno e rilancio del circo contemporaneo e degli artisti di strada che non usano animali).

 

  1. VIVISEZIONE

 

Nel triennio 2007-2009 (dati pubblicati sulla G.U. n.53 del 03.03.2010 ai sensi del decreto legislativo 116/92) 2.603.671 è il numero di animali uccisi a fini sperimentali, numeri ancora troppo alti visto il quadro scientifico e legislativo europeo che prevede la promozione dei metodi alternativi alla sperimentazione animale e la chiara posizione contraria dell’opinione pubblica alla vivisezione.

Le specie più rappresentate continuano ad essere topi (1648314) e ratti (682925), seguono uccelli (97248), altri roditori e conigli (73362), pesci (59881): animali largamente impiegati a causa del loro basso costo e perché facilmente maneggiabili, piuttosto che per ragioni strettamente scientifiche. 

Inoltre, è in aumento il ricorso alle scimmie (sia ceboidea che cercopothecoidea), specie regolamentate dal Decreto in modo fortemente restrittivo che dovrebbe rappresentare una deroga eccezionale e sicuramente non incoraggiarne l’aumento. I primati non umani, come i cani, sono utilizzati per esperimenti fortemente invasivi che comportano alti e prolungati livelli di dolore come studi di tossicità e indagini legate a problematiche nervose e mentali umani e cancro.

Il dato numerico, già di per sé allarmante, è fortemente sottostimato visto che non rientrano nelle statistiche invertebrati, embrioni, feti e animali utilizzati già soppressi.

Le sperimentazioni senza ricorso ad anestesia sono le più dolorose per gli animali, eppure nel 2008-2009 sono state effettuate ben 350 procedure senza il ricorso ad alcuna forma di lenizione: esperimenti che hanno inflitto agli animali intensi e prolungati livelli di dolore.

Dal Rapporto LAV elaborato su dati diffusi dal Ministero della Salute, risulta inoltre che dei oltre 600 stabilimenti utilizzatori (dove si pratica vivisezione) presenti in Italia, 133 sono nella sola Lombardia, mentre per quanto riguarda gli allevamenti di animali per la vivisezione, tra gli 8 dei più importanti, 4 sono in Lombardia. 

Presso il Consiglio Regionale della Lombardia, nelle ultime tre legislature, sono state depositate numerose proposte legislative da diversi schieramenti politici ma nessuna legge è poi mai stata approvata.

Le richieste della LAV:

  • indirizzare fondi regionali verso l’incremento di metodi sostitutivi;
  • aumentare la diffusione dei metodi alternativi grazie a corsi di formazione presso Università e centri di ricerca;
  • diffondere la legge sull’obiezione di coscienza n.413 del ’93.

 

  1. GESTIONE DELLE POLITICHE REGIONALI PER GLI ANIMALI

Con la finalità di assicurare la migliore implementazione delle norme esistenti e di migliorare dunque la convivenza con gli animali, è indispensabile definire una figura delegata alla gestione dell’Area Tutela Animali, ovvero di pochi uffici specializzati, idonei ad assorbire tutte le competenze in materia di animali e coordinare il lavoro dei corrispettivi uffici comunali e delle ASL veterinarie. 

Le richieste della LAV:

  • Predisposizione di una Area Tutela Animali regionale.

Vivisezione: gli animali hanno coscienza. Noi?

Mentre in Commissione Sanità stiamo discutendo il nostro progetto di legge “NORME PER LO SVILUPPO DI METODI SCIENTIFICI INNOVATIVI E TECNOLOGICAMENTE AVANZATI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA RICERCA BIOMEDICA E LA SOSTITUZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE” (lo potete trovare qui) il 7 luglio scorso è stata siglata da un gruppo di scienziati, alla presenza di Stephen Hawking, la “Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza”, la quale afferma che molti animali sono coscienti e consapevoli allo stesso livello degli esseri umani:

We declare the following: “The absence of a neocortex does not appear to preclude an organism from experiencing affective states. Convergent evidence indicates that non-human animals have the neuroanatomical, neurochemical, and neurophysiological substrates of conscious states along with the capacity to exhibit intentional behaviors. Consequently, the weight of evidence indicates that humans are not unique in possessing the neurological substrates that generate consciousness. Non- human animals, including all mammals and birds, and many other creatures, including octopuses, also possess these neurological substrates.”

Ora manca solo che gli uomini prendano coscienza.

SOS Green Hill: c’è bisogno di tutti

Un appello che mi arriva da Legambiente:

Quasi 500 beagle sono già usciti da Green Hill. Legambiente ne ha affidati centinaia all’affetto di una famiglia. Un buon risultato, ma il lavoro è appena iniziato. Alcuni cuccioli hanno bisogno di cure veterinarie urgenti prima di essere affidati. Per aiutare le famiglie ad accogliere i loro nuovi amici è stato mobilitato un piccolo esercito di educatori che ha il compito di guidarle ed affiancarle.  Per l’affido è stato allestito un vero e proprio villaggio,  ‘Villaggio della libertà’,  dove un’ottantina di volontari si prendono cura degli animali, incontrano le famiglie, danno le prime istruzioni. Dopo l’affidamento, nei prossimi mesi, una squadra di volontari girerà in lungo e in largo l’Italia per verificare se i beagle sono in salute e se vengono finalmente trattati come meritano. E poi c’è il processo: non dimentichiamoci che Green Hill è di proprietà di una multinazionale Usa….

Per fare tutto questo abbiamo bisogno del tuo aiuto: le spese legali, la cure veterinarie, il soggiorno dei volontari, la benzina, migliaia di telefonate…

Aiutaci in questa battaglia di civiltà, fai un versamento a:

Banca Popolare Etica 
IBAN IT79 P050 1803 2000 0000 0511 440
Intestato a Legambiente Onlus
Causale “SOS Green Hill” 

I musi e le storie dei cani usciti dal lager di Montichiari

L’allevamento per la vivisezione Green Hill di Montichiari (BS), da mesi sotto accusa per le condizioni di detenzione dei 2500 cani beagle destinati ai laboratori di tutta Europa, è stato posto sotto sequestro dalla magistratura, ora i cani possono essere affidati a persone e famiglie idonee.

Per fare richiesta di affido dei cani della Green Hill è necessario compilare un modulo on line Clicca qui per compilare il modulo 

Una volta compilato il modulo saremo noi a contattarvi: vi chiediamo di avere pazienza, i cani sono molti e abbiamo bisogno di tempo per prendere in esame tutte le richieste.

Per ulteriori informazioni chiama i seguenti numeri   06-86268330    06-86268344
oppure scrivi a sosgreenhill@legambiente.it 

Hanno aderito finora a “SOS Green Hill: richiesta affido”: Comitato “Montichiari contro Green Hill”, Coordinamento “Fermare Green Hill”, Enpa, Lav, Leidaa, Legambiente, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Occupy Green Hill, Oipa, Vita da Cani, AVCPP, APNEC, Libertas, Ass. Work, Dog’s town strano mondo, Volontari Alto Alterno, Centro Cinoagonistico Borgomanerese, Centro Cinoagonistico siracusano, Ass. Di. Ca.

application/pdf iconLeggi il Contratto che ti sarà chiesto di firmare in caso di affido.

Sequestrata Green Hill, che sequestra i cani

«Green Hill» è stata posta sotto sequestro dal Corpo forestale dello Stato. L’azienda che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione a Montichiari (Brescia), è salita agli onori delle cronache nei mesi scorsi per le dure contestazioni da parte degli animalisti, alcuni dei quali anche arrestati e condotti in carcere per 48 ore. Le operazioni di ispezione e sequestro della strutture sono state disposte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Brescia, sono ancora impegnati nel momento in cui scriviamo circa 30 forestali appartenenti ai Comandi provinciali di Brescia, Bergamo e al Nucleo Investigativo per i Reati in danno agli Animali (NIRDA). Tra i reati contestati, quello di maltrattamento animale. Sotto sequestro tanto la struttura – composta dai quattro capannoni dove sono rinchiusi, senza aria naturale e solo con luce artificiali, i cani – per un totale di cinque ettari, ma anche gli stessi beagle, sia cuccioli che adulti. (da Fanpage.it

Lo scrive l’Ansa. E, peccato, ancora una volta la politica arriva in ritardo. Ma parlarne (sono anni, ormai che lo facciamo anche noi) serve.

Green Hill: dalle parole ai fatti. Subito.

Oggi sul Corriere per l’ennesima volta si parla di sperimentazione sugli animali e quindi di Green Hill. Mesi passati a promettere, votare (noi ne abbiamo parlato qui e in aula decine di volte) e mai un risultato reale. Forse sarebbe ora di giudicare i fatti. Ora. Qui il pezzo del Corriere di oggi: ROMA – I cani rinchiusi a Green Hill saranno presto liberi. La struttura di Montichiari che alleva e distribuisce nei laboratori europei “materia prima” per la sperimentazione sarà infatti la prima a subire le conseguenze della legge che recepisce alcune disposizioni comunitarie fra cui quella sugli animali. Ieri la Camera ha votato e approvato l’articolo 16. Rispetto al testo inviato dagli europarlamentari di Bruxelles la versione italiana contiene novità che distinguono l’Italia e la caratterizzano ancora di più come anirrÌal friendly. Chiusura dei lager dove vengono allevati cani, gatti e primati per test scientifici. Obbligo di anestesia nel corso delle sperimentazioni. Divieto di usare gli animali per scopi didattici ed esperimenti bellici. Impegno pratico a investire sulla ricerca di metodi alternativi alla vivisezione. «Una piccola grande vittoria di noi animalisti nell’ambito di un lungo cammino», festeggia il risultato Michela Brambilla, Pdl, ex ministro del Turismo che ha fatto molto per gli esseri senzienti di altre, specie. E suo anche l’emendamento alla direttiva comunitaria che ha introdotto il divieto di aprire strutture come Green Hill e ha addolcito le regole sulla sperimentazione. «Noi puntiamo all’abolizione di questi metodi perché crediamo molto nella validità di test alternativi molto più accettabili dal punto di vista etico e altrettanto attendibili sul piano della risposta scientifica», aggiunge Brambilla sottolineando che con queste modifiche «è caduto un muro, è stata abbattuta una barriera culturale ma non ci fermiamo qui». La legge che recepisce direttive comunitarie su vari argomenti verrà approvata in via definitiva probabilmente già oggi. Se il Senato confermerà il testo della Camera, il governo avrà 60 giorni di tempo per fare i decreti attuativi. La storia di Green Hill è quella di una struttura che alleva cani di razza beagle destinati alla vivisezione, acquistati da laboratori del resto d’Europa Proprietaria una multinazionale, la Marshall. Ogni anno vengono distribuiti circa 2.500 beagle. Nella votazione di ieri è stato invece respinto un altro “pericolo”. Un emendamento firmato dal deputato del Carroccio Gianluca Pini che tra l’altro, secondo la denuncia degli Animalisti italiani riuniti in un unico coro, proponeva «l’apertura della caccia in piena estate di tortore e quaglie con gravissimi rischi per i villeggianti e l’allungamento della stagione~fino al 31 gennaio».

Ancora su Green Hill: altra risposta dell’assessore

In seguito all’interrogazione n.3047 del 18 gennaio 2011 proposta dal gruppo Italia dei Valori oggi, 21 febbraio 2011, l’assessore alla sanità Luciano Bresciani ha risposto in Commissione III.

Abbiamo contestato un contrasto normativo tra la legge regionale n.33/2009, testo unico in materia di sanità, e la legge nazionale n.2/2008, in particolare, il relativo regolamento regionale in materia di lotta al randagismo e alla tutela degli animali d’affezione. Inoltre, abbiamo chiesto alla Giunta di porre in atto tutti gli strumenti più idonei al fine di una chiusura definitiva di Green Hill.

L’assessore sostiene che Regione Lombardia non ha alcun potere di chiudere l’allevamento di Montichiari, poiché la competenza è del Ministero della salute. Inoltre, il contrasto normativo è solo apparente poiché la legge regionale e quella nazionale hanno due ambiti di applicazione differenti e la prima non si occupa degli animali d’allevamento, bensì solo di quelli d’affezione. Alla luce di questo chiarimento, Bresciani afferma che non è possibile eccepire un contrasto tra norme che, comunque, prediligerebbe l’applicazione della legge nazionale secondo la normale gerarchia delle fonti di diritto.

L’assessore sostiene, inoltre, di essere d’accordo con la possibilità di disciplinare normativamente l’allevamento di Green Hill ma di dover attendere il consenso del Ministero per non invadere competenze altrui.

Infine Bresciani sottolinea la differenza tra vivisezione e sperimentazione e dichiara che per le sperimentazioni neurologiche la prima pratica risulta necessaria, affermazione sulla quale mi permetto di dissentire.

Mi sembra, però, che anche la Giunta lombarda abbia manifestato la volontà di chiudere l’allevamento di Montichiari. Mi auguro che l’attesa delega da parte del Ministero della Salute possa pervenire il prima possibile e che l’assessore possa finalmente avere le competenze per controllare, ispezionare e serrare le porte di una macelleria che, per troppo tempo, ha ucciso e vivisezionato centinaia di cani.

Seconda interrogazione: chiudete Green Hill!

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA IN COMMISSIONE EX ART. 116 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Al Signor Presidente

del Consiglio regionale

Oggetto: Criticità e informazioni in merito all’allevamento di cani “Beagle” denominato Green Hill sito nel comune di Montichiari.

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

Il fenomeno della vivisezione è sicuramente uno tra i più controversi, caratterizzato da molte ombre, poco o per niente osservato da un punto di vista fondamentale e tutt’altro che trascurabile: quello degli animali che vittime di questa triste industria della ricerca arrivano nei laboratori grazie agli allevamenti specializzati avviandosi verso un triste destino di sofferenza e prigionia:

PREMESSO INOLTRE CHE

Uno di questi è Green Hill, situato a Montichiari (Bs), che alleva cani “Beagle” per i laboratori da vivisezione e costituisce uno dei più grandi allevamenti d’ Europa;

RILEVATO CHE

Il Comune di Montichiari con atto prot. n° 14889 del 20.06.2001 ha autorizzato la Green Hill s.r.l. ad attivare e gestire un allevamento di cani di razza “Beagle” da utilizzare a fini sperimentali e con successivo atto prot. n° 36451 del 13.11.2008 ha provveduto all’aggiornamento dell’autorizzazione suddetta;

RILEVATO INOLTRE CHE

Esiste un contrasto tra la normativa nazionale e quella regionale, che, pur riconoscendo la dignità di “esseri viventi” meritevoli di “tutela”, consente che tali animali vengano allevati per fini sperimentali

CONSTATATO CHE

In questo allevamento sono presenti ben 2500 cani, centinaia dei quali ogni mese finiscono nei laboratori usati per la vivisezione;

CONSTATATO INOLTRE CHE

Il 25 settembre 2010 a Roma e il 6 novembre 2010 a Montichiari migliaia di cittadini hanno manifestato protestando su un possibile ampliamento di tale struttura;

VERIFICATO CHE

L’attuale testo unico in materia di sanità, la legge regionale n. 33/2009, ed in particolare il relativo regolamento regionale in materia di lotta al randagismo e tutela degli animali d’affezione n.2/2008, in tema di requisiti strutturali che tutti gli allevamenti di cani sul territorio regionale devono possedere, statuisce che sia le strutture pubbliche che quelle private non debbano avere più di 200 cani e fornisce spazi e metrature ben precise per la gestione degli animali;

VERIFICATO QUINDI CHE

Regione Lombardia avrebbe la possibilità di chiudere l’allevamento di Green Hill semplicemente attraverso l’applicazione della legge regionale n. 33/2009;

CONSIDERATO CHE

Se Green Hill continua ad operare è perché l’applicazione della suddetta legge regionale sarebbe inficiata dal fatto che il medesimo allevamento sarebbe sottoposto anche al D. lgs 116/92 (regolamento nazionale in tema di vivisezione) che però non fornisce alcuna indicazione in merito alle condizioni cui gli animali negli allevamenti dovrebbero essere assoggettati;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

Sia la ASL regionale che lo stesso Presidente Formigoni avrebbero rilevato tale anomalia ed nel settembre 2010 vi sarebbe stato l’invio da parte del Ministero della Salute di una lettera in cui regione Lombardia sarebbe stata invitata all’applicazione senza deroghe della l.r. 33/2009 unitamente all’auspicio di una rapida esecuzione a riguardo;

ATTESO CHE

L’UNESCO già nel lontano 15 ottobre 1978 ha proclamato la Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali, tesa a regolare i diritti degli animali durante la loro vita ed esprimere come nessun uomo possa esercitare alcuna tirannia o crudeltà verso gli animali tenuti dall’uomo per il proprio utilizzo;

ATTESO INOLTRE CHE

In un sondaggio condotto di recente sul portale del Ministero della Salute si chiedeva ai visitatori del sito di condividere o meno l‘importanza di tutelare la salute e il benessere degli animali da compagnia e ben il 90% dei visitatori si è espresso nel senso che il benessere degli animali costituisce un bene che merita attenzione;

VALUTATO CHE

Alla Regione spetta anche il compito oltre a quello già menzionato consistente nella definizione dei requisiti strutturali e delle modalità di gestione delle strutture private destinate al ricovero al pensionamento, all’allevamento o al commercio degli animali di affezione le procedure per il rilascio delle autorizzazioni al funzionamento della struttura anche quello di definire le procedure per il rilascio dell’autorizzazione al funzionamento, da parte del sindaco delle strutture di ricovero sanitario degli animali di affezione e dei rifugi nonché di quelle private destinate al ricovero, al pensionamento, all’allevamento o al commercio degli animali di affezione;

INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA, E L’ASSESSORE REGIONALE

ALLA SANITA’ LUCIANO BRESCIANI PER CONOSCERE:

Se corrisponda al vero che Regione Lombardia abbia ricevuto da parte del Ministero della Salute la sopra menzionata lettera;

Se non ritengano, alla luce della situazione sopra descritta e delle considerazioni sopra evidenziate, sia il caso di provvedere a dare applicazione in primo luogo a quanto disposto dalla legge regionale 33/2009 ed in secondo luogo porre in atto tutti gli strumenti più idonei al fine di una chiusura definitiva di tale allevamento ;

Milano, 18 Gennaio 2011

Francesco Patitucci (IDV)

Giulio Cavalli (IDV)

Gabriele Sola (IDV)

Stefano Zamponi (IDV)

Regione Lombardia risponde su Green Hill

Nel piccolo Comune di Montichiari in provincia di Brescia si trova Green Hill, l’unico allevamento da cani di laboratorio in Italia e uno dei più grandi in Europa. Ogni mese finiscono negli stabulari tra mani di vivisettori e su tavoli operatori 250 cani Beagle di questo stabilimento.

I cani di Green Hill vengono utilizzati nei laboratori farmaceutici, universitari, privati e militari e vengono sottoposti ad esperimenti di ogni genere e costretti a ingerire o inalare ogni tipo di sostanza che, poi, li porta alla morte. Questi animali indifesi vengono utilizzati senza scrupoli, uccisi, sezionati e poi gettati nei cestini come oggetti inutili.

Uno dei laboratori che si rifornisce da Green Hill è l’Huntingdon Life Sciences (http://it.wikipedia.org/wiki/Huntingdon_Life_Sciences), l’unico centro di tossicologia in Europa a cui siano mai state tolte le licenze per sevizie verso gli animali.

Inoltre, Green Hill da alcuni anni è stata acquistata da un’azienda americana, la Marshall Farm Inc. (http://en.wikipedia.org/wiki/Marshall_Farms) nota come la più grande fabbrica di cani da laboratorio del mondo.

All’interno dello stabilimento di Montichiari sono rinchiusi 2500 cani adulti più le relative cucciolate in capannoni chiusi, asettici, senza spazi all’aperto e senza aria o luce naturale; vi sono file di gabbie con luci artificiali e un sistema di aerazione necessario per la breve sopravvivenza dei Beagle ivi segregati.

Green Hill ha anche manifestato l’intenzione di ampliare lo stabilimento attraverso la costruzione di altri capannoni per arrivare ad oltre 5000 cani nell’allevamento che, di fatto, lo renderebbe il più grande allevamento di cani Beagle in Europa ed il fulcro della vivisezione canina europea.

Insieme al gruppo Italia dei Valori ho proposto un’interrogazione scritta ex art.117 Regolamento del Consiglio Regionale al fine di conoscere la situazione dei cani Beagle a Green Hill, poiché le informazioni sull’allevamento di Montechiari sono assolutamente allarmanti e indegne di un paese civile.

L’interrogazione chiedeva di conoscere le azioni e le misure adottate da Regione Lombardia, a fronte della situazione sopra descritta, al fine di far rispettare a Green Hill il disposto di cui all’art. 7 comma 2 del Regolamento Regionale 2/2008 che prima dell’abrogazione della legge 16/2006 (Lotta al randagismo e tutela degli animali di affezione), normando tutti gli allevamenti di cani sul territorio regionale, decretava che sia le strutture pubbliche che quelle private non dovessero avere più di 200 cani; se la Regione Lombardia fosse a conoscenza del progetto di ampliamento dello stabilimento; quali intendimenti la Giunta regionale fosse in procinto di adottare a fronte dell’entrata in vigore della legge regionale 33/2009 (Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità) e del relativo regolamento regionale di attuazione; infine, quali azioni e misure Regione Lombardia intendesse adottare in relazione all’ampliamento di Green Hill.

L’assessore alla sanità Luciano Bresciani ha risposto affermando che “la potestà autorizzativa” (art. 10 d.lgs. 116/1992 per stabilimento di allevamento) “è in capo al Comune ove è sito lo stabilimento di allevamento. Nel caso di specie, il Comune di Montichiari, acquisito il parere favorevole della Asl di Brescia:

a. Con atto prot. n. 14889 del 20.06.2001 ha autorizzato la Green Hill s.r.l. ad attivare e gestire un allevamento di cani di razza “Beagle” da utilizzare a fini sperimentali;

b. Con atto prot. n. 36451 del 13.11.2008 ha provveduto all’aggiornamento dell’autorizzazione suddetta.

L’allevamento consta di 5 capannoni, in cui sono presenti 2718 cani di razza Beagle allevati allo scopo di essere successivamente utilizzati in esperimenti. La struttura dispone di un responsabile sanitario.”

Bresciani non ci comunica molto di più di quello che già sapevamo, se non indicare nella Asl di Brescia l’unica responsabile del rilascio dell’autorizzazione a Green Hill e specificare l’esatto numero di cani presenti nello stabilimento.

L’assessore alla sanità lombardo afferma che sono stati effettuate verifiche da parte dell’Asl di Brescia e che tutti i controlli hanno avuto esito favorevole. Inoltre, la stessa Asl ha effettuato due controlli straordinari (svolti in data 21.05.2010 e 31.05.2010) che “non hanno rilevato ipotesi di non conformità tali da richiedere provvedimenti di revoca o sospensione dell’autorizzazione.” Personalmente avrei voluto conoscere le motivazioni che hanno portato la Asl bresciana ad effettuare dei controlli straordinari ovvero se siano arrivate segnalazione di cattiva gestione dello stabilimento, ma a quanto pare Bresciani non ha ritenuto doveroso inserire queste informazioni aggiuntive nella sua risposta.

Per quanto riguarda l’ampliamento dei capannoni di Green Hill Bresciani ci comunica che “la U.O. Veterinaria della Direzione Generale Sanità ha incontrato l’Amministratore Delegato della Green Hill, che ha manifestato la volontà di sospendere l’ampliamento dello stabilimento di allevamento di Montichiari.”

L’assessore risponde alla violazione dell’art. 7 comma 2 del Regolamento Regionale 2/2008 affermando che vi è un contrasto con la normativa nazionale che, di conseguenza, va applicata. Bresciani ha inviato una nota al Sottosegretario alla Salute evidenziando il contrasto citato. Ci auguriamo che arrivi una risposta il prima possibile perché, intanto, ci sono ancora 2718 cani reclusi in cinque capannoni.

Vorrei, però, fare delle considerazioni di carattere più generale. Nonostante le risposte dell’assessore Bresciani, mi sembra che la Regione Lombardia non si sia mai posta il problema di avere sul suo territorio un allevamento numericamente importante di cani destinati alla ricerca ed alla vivisezione. Ne è dimostrazione il fatto che solo dopo la nostra interrogazione Bresciani si sia accorto del contrasto normativo.

Del resto, al di là dei controlli della Asl ai fini della autorizzazione, la Regione Lombardia non ha mai effettuato dei sopralluoghi e non si capisce il motivo dal momento che, almeno di questo si deve dare atto, un allevamento di cani da laboratorio non è fortunatamente un’attività imprenditoriale così diffusa. Ancora di più, poi, sarebbe da monitorare lo stabilimento dal momento che Green Hill è stata acquistata da un’azienda come la Marshall Farm Inc. ed è in affari con l’Huntingdon Life Sciences, aziende spesso al centro di scandali per il trattamento nei confronti degli animali.

Ritengo che una politica attenta e rispettosa non possa relegare la questione Green Hill come un problema marginale, ma debba impegnarsi affinché vengano rispettati i diritti degli animali che meritano di essere trattati come esseri viventi e non come oggetti.

Il contrasto normativo segnalato giustamente dall’assessore deve essere risolto il prima possibile e deve essere data piena attuazione alla normativa regionale. Continuerò a lavorare affinché questo accada.