Quello che più mi colpisce è l’apatia. Ma un’apatia frenetica come un ossimoro che non può essere altro che così. Questa bulimia di esserci senza starci, tra spiagge, montagne o balli di gruppo, in cui il gioco è quello di concedersi il lusso di essere irresponsabili. Questo Agosto è come tutti gli altri agosti troppo appiccicaticcio sulla pelle per vestire comodo. E il sorriso di amido e gelatina è la convenzione di una pausa a cui non crede nessuno. Come quando si gridava arimo e magari intorno non si fermava nessuno. Era un mio brutto sogno da bambino. Sarà anche per questo che sono affogato leggendo le parole e le sensazioni di Riccardo Luna e di un agosto che quest’anno non ha proprio il fisico per fingersi felice provando a fare il bagno