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Nuovissimo testamento (G. Cavalli, Fandango, 2021)
TRAMA
“Nuovissimo testamento” è il nuovo libro di Giulio Cavalli uscito per FandangoLibri.
Cavalli ci porta in un paese immaginario DF caratterizzato da un regime politico autoritario che ha affermato il proprio potere grazie all’eliminazione dei sentimenti, delle emozioni e dell’empatia. L’empatia, infatti, è ciò che manca ai cittadini di DF grazie a un vaccino iniettato da neonati e tenuta sotto controllo grazie a interventi mirati, quali monitoraggi, controllo minuzioso della vita delle persone dalle scelte relazionali ai regimi alimentari, tutti omologati e prestabiliti. Un apposito corpo militare, la Polizia Affettiva, vigila in accordo con le istituzioni politiche, giudiziari e sanitarie perché l’empatia non sia ristabilita. Non permettere relazioni autentiche fra i cittadini garantisce infatti una più agevole dittatura. Il punto di svolta nel romanzo è l’improvviso aumento di disturbi affettivi che affollano il pronto soccorso e l’entrata in scena di Bernardetta, una spacciatrice di libri, capace di coinvolgere un gruppo di persone come i degenti Manlio, Fausto, Andrea che stanno ritrovando percezioni, sentimenti, emozioni e la dottoressa Anna che ha pronto l’antidoto per il vaccino. Sono proprio i libri e la musica il motore della moderna resistenza che si afferma a DF attraverso le Brigate Sentimentali la cui attività sovversiva sfocia in atti “terroristici” a base di cultura. La situazione arriva al collasso e porterà a un referendum aperto a tutti i cittadini per decidere tra democrazia e autoritarismo.
NOTE AL MARGINE
Il libro di Giulio Cavalli, fra i candidati al premio Strega 2021, cala in una prospettiva dispotica la già nota DF, località trovata nel suo romanzo “Carnaio”. Giulio porta in primo piano la problematica di come sia alienante vivere e sopravvivere in una società in cui le emozioni devono essere represse insieme alla curiosità, alla voglia di sognare e persino di amare. Ho apprezzato molto come l’autore abbia saputo costruire una realtà credibile in cui si ravvisano tanti aspetti e pericoli della nostra società contemporanea. Se da un lato per temi e approccio ci ricordiamo durante la lettura della lunga tradizione che va da “1984” a “I racconti dell’ancella”, dall’altra le forme di resistenza e le espressioni di voto ci riportano alla nostra storia recente ponendo l’interrogativo di come, in un contesto diverso, sarebbe il risultato di un referendum sulla democrazia.
La trama è indubbiamente scalpitante, i fatti hanno un ritmo deciso ma non mancano riflessioni e introspezioni molto interessanti soprattutto grazie ai personaggi ben delineati dal punto di vista comportamentale e psicologico le cui vicende si intrecciano e muovono gli eventi.
Cavalli si mostra molto coraggioso dal punto di vista stilistico. Sa scegliere le parole esatte, evitando la prosopopea e al tempo stesso scegliendo una narrazione fluida, essenziale e coinvolgente. La narrazione è senza virgolette e interpunzioni proprio per far immergere il lettore nel flusso di pensieri e del contesto, mantenendo una grande scorrevolezza e capacità di coinvolgimento. Uno stile impresso di razionalità e poesia rende la lettura decisamente interessante e caratterizzata da cifre autoriali.
Al centro della storia il concetto di cultura come motore per sensibilizzare gli animi ma anche come strumento di esercizio alla democrazia, aspetti che rappresentano urgenze del nostro tempo.
IL LIBRO IN UNA CITAZIONE
“Non so della libertà, so che ci viene vietata la bellezza. Non proprio, viene vietata la vitalità in tutte le sue forme”
Erika Pucci