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Più si avvicina il voto più i politici ricorrono alla menzogna sistematica

Ogni tanto mi capita, per svuotarmi dall’incessante flusso pornografico di notizie di politica, di passeggiare per le pagine di Pagella politica, il sito che minuziosamente controlla le dichiarazioni dei leader politici italiani e le confronta con i dati reali. Ogni tanto mi immagino i colleghi di Pagella politica con i morsetti usati per i delicati interventi chirurgici oculari (quelli di Arancia Meccanica, per intendersi) mentre frugano tra le montagne di dichiarazioni – me le immagino accatastate come la spazzatura romana sui marciapiedi – con quel loro slancio per la lealtà verso la verità.

Salvini, canne al vento

Lì dentro c’è, tanto per fare un esempio, Matteo Salvini che il 10 luglio al quotidiano La Nazione diceva che «la linea ufficiale del governo, certificata dal Dipartimento per le politiche antidroga, è nettamente contro la cannabis». Immagino un elettore e una elettrice che leggendo una dichiarazione del genere possano pensare a un colpo di testa dei partiti (come il Pd e il M5s) che sostengono la proposta di legge per depenalizzare la produzione di cannabis in piccole quantità. I custodi della realtà di Pagella politica raccontano che «il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato chiamato in causa sul tema, non ha parlato di una posizione contraria del governo, ma ha detto che è compito del Parlamento legiferare sulla depenalizzazione. Inoltre, l’ultima relazione annuale del Dipartimento per le politiche antidroga parla esplicitamente della necessità di prendere in considerazione la depenalizzazione della cannabis». I lettori de La Nazione però probabilmente non sapranno mai di avere letto una dichiarazione falsa.

L'Europa e le contraddizioni di Giorgia Meloni
La leader di FdI Giorgia Meloni (Getty Images).

Giorgia Meloni e le spese militari inesistenti

Ed è una lunga catena di menzogne. Salvini dice che «siamo l’unico Paese del G20 a non avere le centrali nucleari» e invece quelli pazientemente spiegano che «oltre all’Italia, anche Australia, Arabia Saudita, Indonesia e Turchia non producono energia grazie al nucleare, a cui vanno aggiunti anche 14 Stati membri senza nucleare su 27 dell’Unione europea, che fa parte del G20 nel suo complesso». C’è Giorgia Meloni che dice «Fratelli d’Italia è l’unico partito che l’aumento delle spese militari ce l’ha nel programma dall’inizio della sua nascita» e invece di spese militari non si parlava nel programma di Fratelli d’Italia e nemmeno in quello della sua coalizione del Popolo delle libertà (hanno cominciato a parlarne sei anni dopo). C’è Guido Crosetto che sentenzia «il codice penale oggi in vigore è stato firmato dal re e da Mussolini e ha passato il vaglio della Costituzione antifascista, mentre il codice di procedura penale dell’antifascista Vassalli è stato bocciato dalla Corte» e invece «sia il codice penale, sia il codice di procedura penale, hanno subito interventi di censura da parte della corte Costituzionale ma entrambi sono oggi in vigore. Dire che uno è stato “bocciato” dai giudici, mentre l’altro ha “passato il vaglio della Costituzione antifascista” è dunque scorretto. Anzi, il codice penale Rocco è stato ampiamente modificato dal legislatore e dalla Consulta proprio per depurarlo delle norme più chiaramente figlie dell’epoca fascista».

Più si avvicina il voto più i politici ricorrono alla menzogna sistematica
Danilo Toninelli (Getty Images).

Le tasse secondo Toninelli 

C’è Salvini che racconta che l’Unione europea ha raccomandato all’Italia di «reintrodurre la tassa sulla prima casa» e invece le raccomandazioni chiedevano al nostro Paese di aggiornare i valori catastali, e non di introdurre di nuovo un’imposta sulla prima abitazione. C’è l’ex ministro Danilo Toninelli che su Facebook scrive che da quando il Movimento 5 stelle è alla guida dell’Italia, le tasse «si sono solo abbassate» e invece il rapporto tra imposte e Pil è calato leggermente solo alla fine del 2018 e negli anni successivi è poi continuato a salire. C’è Meloni che per difendere i balneari disse che con il provvedimento del governo «30 mila aziende italiane vengono letteralmente espropriate e mandate all’asta» e invece gli stabilimenti e le imprese balneari in Italia sono al massimo un terzo della cifra citata da Meloni, le spiagge sono un bene pubblico (quindi non vengono espropriate, al massimo ritornano al legittimo proprietario) e non ci sono aste ma normali gare pubbliche.

Più si avvicina il voto più i politici ricorrono alla menzogna sistematica
Raffaele Sasso, sottosegretario all’Istruzione in quota Lega (da Fb).

Il sottosegretario fa confusione sullo ius soli

Secondo il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, deputato della Lega, «In Italia lo ius soli è in qualche modo già previsto dall’articolo 9, comma 1, lettera f, della legge 92 del 1991» (Omnibus, 3 luglio 2022) e invece la legge italiana sulla cittadinanza (la n. 91 del 1992) non prevede lo ius soli. Di questa forma di concessione della cittadinanza non si fa nemmeno menzione nell’articolo specifico citato dal sottosegretario. Poi c’è il deputato di Forza Italia Lucio Malan sui cambiamenti climatici, e così via.

Con l’avvicinarsi del voto aumenta il ricorso alla menzogna sistematica

Al di là del meritorio lavoro del sito Pagella politica rimane, dopo averlo navigato, la sensazione di non essere mai nella verità, mai, nel nostro agone politico. L’avvicinarsi delle elezioni tra l’altro accelererà il ricorso alla menzogna sistematica come arma di politica. A me, che per mestiere la politica mi ritrovo a commentarla, mi pare un questione enorme, questa della verità. È qualcosa che meriterebbe un’alleanza d’unità nazionale, un intergruppo parlamentare. La verità dovrebbe essere il prerequisito di qualsiasi ruolo pubblico (me la auguro anche nel privato, personalmente). Invece siamo ancora qui, a confondere le legittime opinioni per il diritto di dire il falso. La crisi della verità si affiancherà in autunno a quella energetica, climatica e pandemica.

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