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Guerini e Colao s’offrono a Meloni. Continua il Bestiario di Governo

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Silvio le prende in Europa, c’è il solito fascista che si dice frainteso e la transizione della transizione ecologica. Eccoci al nostro quotidiano bestiario di governo.

TIRA UNA BRUTTA ARIA PER SILVIO
In una lettera indirizzata al presidente dei popolari Manfred Weber un gruppo di europarlamentari tedeschi di diversi gruppi chiede di espellere Berlusconi dal Ppe dopo l’alleanza con Fratelli d’Italia. Weber aveva difeso il fondatore di Forza Italia nelle ultime settimane. “I valori fondanti dell’Europa non possono essere barattati per una partecipazione in un governo. Le voci di una famiglia di partiti europeista non possono portare al potere un governo di estrema destra. Il cordone di sicurezza nei confronti della destra non deve venir meno. Chi si allea con l’estrema destra non la addomestica. Chi si allea con gli estremisti li aiuta a prendere il potere”, si legge nel documento. Lo dicono anche in Europa: la definizione “centrodestra” è una truffa. Chissà quando lo capiranno anche i nostri colleghi giornalisti.

NON È FASCISMO, È MITOLOGIA
Dicevamo nel bestiario dell’altroieri del nuovo segretario della Lega a Bologna, Cristiano Di Martino, che ha tatuato sul braccio un dente di lupo, sovrastato da un pugno che regge un martello, il simbolo di Terza Posizione, movimento fondato a Roma negli anni Settanta. Di Martino, come accade sempre in questi casi, risponde allo sdegno spiegandoci che gli è sempre piaciuta la mitologia nordica: “Sono sempre stato appassionato di fumetti, mi piace Thor”, dice. E tanto per aggiungere imbarazzo alla sua imbarazzante difesa invita a guardare altri che fanno peggio di lui: “Ci sono in giro segretari con la croce celtica”, spiega. A posto così. Aspettiamo il prossimo.

VIMINALE, SALVINI BATTE I PIEDI
Matteo Salvini “non si espone” e dopo il Consiglio federale leghista di martedì, che ha chiesto che al suo leader venga riaffidato il Viminale, “aspetta determinazioni da Giorgia Meloni”. È quanto filtra da fonti del Carroccio, secondo le quali ieri non c’è stato alcun contatto tra Salvini e la leader di Fratelli d’Italia. Ora potrebbe scrivere anche una letterina a Babbo Natale, mentre aspetta.

CINGOLANI SPERA
Il ministro Cingolani (che lei considera «intelligente, capace, generosissimo») ha detto di no al governo Meloni. Lo stesso per il ministro Franco, anche se da Fratelli d’Italia fingono di non avergli mai chiesto nulla per non sembrare più draghiani di quanto già sembrino. A Giorgia Meloni pero si è offerto il ministro Colao (la bellezza di questi “tecnici”, buoni per tutte le stagioni) e s’offre di dare aiuto anche – indovinate un po’? – il democratico Lorenzo Guerini. Che tenerezza.

LA TRANSIZIONE TRANSIT
Al congresso della Uil quando Franco Bernabé, presidente di Acciaierie d’Italia (ex Ilva), dice dal palco del Congresso della Uil: “Non possiamo seguire gli slogan di Greta Thunberg, e fare tutto e subito”, l’applauso della platea di delegati sindacali radunati all’hotel Ergife si alza fragoroso, più fragoroso dei numerosi precedenti. Un ottimo assist a Giorgia Meloni per transare la transizione energetica. Mica per niente avrebbe voluto Cingolani come ministro, il maestro della transizione detta ma non fatta.

CANDIDATI DA SOGNO
Fratelli d’Italia è il primo partito in Veneto e per il dopo Zaia c’è già chi si propone. L’assessora Elena Donazzan dice “ora il mio sogno si può realizzare”. La Donazzan è quella dell’attacco alla professoressa trans suicida Cloe Bianco, dei boia chi molla su Facebook, delle commemorazioni di Salò, della battaglia conto i libri “gender”, e dei cori di Faccetta Nera. Non male, eh?

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