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Migranti, tutte le bugie della propaganda di governo

Per fortuna parlano i numeri perché se dovessimo rimanere appesi alle parole oggi saremmo seppelliti dalle teorie con poco senso del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. A proposito di Piantedosi: se qualcuno ha pensato, anche solo per un momento, che togliere Salvini dal Viminale avrebbe garantito maggiore ragionevolezza oggi può mettersi il cuore in pace. Questo governo che ha finto di essere lontano dal sovranismo che l’ha riempito di voti è tornato a fare quello che sa fare meglio, sparando contro i migranti nei comunicati stampa, nei porti e nelle dichiarazioni dei membri del governo.

Migranti, tutte le bugie della propaganda di governo
L’opera dello street artist Laika (da Fb).

Nella classifica dei rifugiati accolti nel 2021 l’Italia è agli ultimi posti

Per fortuna che ci sono i numeri che sbriciolano il teorema che l’Italia sia lasciata sola nella gestione dei migranti. Leggendo i numeri – che Ispi ha messo in fila – si scopre per esempio che nella classifica dei rifugiati accolti nel 2021 l’Italia naviga negli ultimi posti con lo 0,2 per cento della popolazione. Dietro di noi stanno solo Ungheria e Polonia (con lo 0,1 per cento) mentre la Svezia è al 2,3 per cento, la Germania all’1,5 per cento, la Grecia all’1,1 per cento. L’odiata Francia, che nelle parole di Piantedosi appare come una nazione che vorrebbe scrollarsi di dosso le proprie responsabilità nell’accoglienza, sta allo 0,7 per cento, ben lontana dai numeri italiani. Perfino Danimarca, Paesi Bassi e Spagna fanno meglio di noi.

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L’arrivo dei migranti della Ocean Viking nel Sud della Francia (Getty Images).

Chi arriva in Italia non ci vuole restare

Dicono dal governo che l’Europa non ci aiuta e che rimangono tutti da noi. È falso. Anche la retorica sulle richieste di asilo non ha nessun fondamento. L’Italia ha lo 0,16 per cento della popolazione che richiede asilo, meglio di Danimarca e Polonia e Ungheria ma la Grecia ha lo 0,42, la Germania lo 0,36, la Spagna 0,34 per cento e l’odiatissima Francia, sempre lei, lo 0,32 per cento. Falso anche questo, segnatevelo bene. È vero che secondo il verbo sovranista noi avremmo poche richieste d’asilo perché i migranti rimarrebbero tutti qui come irregolari. Falso, falsissimo. Il numero degli irregolari non cresce da tempo dopo la cosiddetta “grande invasione”. Questo numero tra l’altro non dipende dagli sbarchi: chi arriva in Italia non vuole restarci. Aspetta solo il momento di avere i documenti in regola per andarsene.

C’è chi usa i migranti come randello per colpire gli avversari

La realtà è il contrario della narrazione: l’Italia sta facendo meno di altri Paesi dell’Ue. Semplicemente siamo bombardati dalle bugie di una parte politica che usa i migranti come randello per colpire gli avversari politici e come arma di distrazione di massa dai problemi reali. Bisogna partire da qui per analizzare il momento di stallo tra Italia e Francia, con i due Paesi pronti a rimpallarsi qualche centinaio di disperati che sottolineano come siano fragili gli equilibri dell’Europa su un tema che nei numeri non ha nulla di spaventoso ma che nelle diatribe politiche interne dei diversi Stati diventa un argomento incendiario.

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Un abbraccio sulla nave di SOS Méditerranée (Getty Images).

La propaganda crea l’allarme per potersi proporre come soluzione

Mentre da noi gridano all’emergenza per 88 mila persona arrivate via mare, nello stesso periodo 171 mila ucraini sono arrivati senza entrare nel tritacarne dell’invasione urlata. I numeri – sempre loro – dimostrano che mentre per chi arriva da Kyiv è stata adottata la direttiva 55 del 2001 per l’accoglienza e la protezione dei profughi per chi arriva dall’Africa (come per chi arriva dall’Afghanistan) la stessa normativa non vale. Solidarietà a due tempi, per chi è bianco e chi è nero, solidarietà come scelte politica, svicolata dal diritto. I migranti che arrivano in Italia si ricollocano da soli, aspirano a ben altri Paesi rispetto al nostro. Solo che questo feroce gioco sulla pelle dei disperati non ha nulla a che vedere con i fatti e con i numeri. È una propaganda continua che crea l’allarme per potersi proporre come soluzione. Mentre l’Europa si dimostra ben poco unita sul tema dell’accoglienza. E intanto qualcuno muore.

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