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L’Italia, il primato sull’evasione e il via libera alle furbizie

Dicono che le tasse siano un cappio. Solo che mica le abbassano, no: fomentano l’evasione di sussistenza (nome edulcorato per sentirsi in colpa ma non troppo) come se loro non fossero seduti sui banchi del governo. Poi accade che esca il rapporto sull’Iva pubblicato dalla Commissione europea e l’Italia svetti per evasione: il divario tra la quanto effettivamente incassato dallo Stato e gettito atteso dall’imposta è stato di 26,2 miliardi (20,8 per cento del totale). Seguono la Francia con 14 miliardi in valore assoluto (8 per cento), e la Germania con 11,1 miliardi, pari al 4,8 per cento. In termini percentuali l’Italia è preceduta da Malta (24,1 per cento) e dalla Romania (35,7 per cento). L’Italia è prima per gettito Iva non riscosso.

Il Tesoro aveva già lanciato l’allarme sulla flat tax

Già il ministero del Tesoro aveva lanciato l’allarme sottolineando come la flat tax (che ora verrà alzata a 85 mila euro) abbia contribuito all’evasione dell’imposta. Lavoratori autonomi hanno sottratto alla collettività il 70 per cento di quello che avrebbero dovuto pagare. Solo l’incasso dell’Iva in Italia vale qualcosa come 110 miliardi di euro. Secondo l’Unione europea nel 2020 i Paesi Ue hanno perso 93 miliardi di euro di gettito Iva, un quarto dei quali per frode. Anche per questo l’Ue ha deciso di dare un’accelerata alla fatturazione elettronica europea. Secondo il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni «la fatturazione elettronica è un processo in avanzamento in diversi singoli Paesi, tra cui l’Italia. Bisognerà da qui al 2028 lavorare per armonizzare i sistemi interni con quello transfrontaliero e certamente bisognerà continuare nella direzione di continuare e incrementare la fatturazione elettronica nei singoli Paesi. Le differenza sul gap dell’Iva tra gli Stati membri sono notevoli». Gentiloni ha sottolineato come – ancor di più in questi tempi – gli Stati abbiano «bisogno di entrate fiscali solide per sostenere sia i nostri servizi pubblici sia la montagna di investimenti per la transizione verde e digitale e la sicurezza energetica. Allo stesso tempo, i cittadini chiedono equità fiscale e un’azione forte contro la frode e l’evasione fiscale».

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Pagamento con la carta di credito. (Getty)

E noi bighelloniamo sulla soglia di pagamento elettronico a 60 euro

Oltre alla fattura elettronica, l’Ue pensa a responsabilizzare le piattaforme online di viaggio e alloggi brevi alla riscossione e versamento Iva nel caso in cui i loro fornitori di servizi risultino inadempienti oltre a un portale unico di registrazione che farebbe risparmiare quasi 9 miliardi di euro alle piccole e medie imprese. Ora prendete le decisioni in Europa e confrontatele con quello che accade qui, dove da settimane il governo si inalbera contro l’opposizione (e contro gli economisti e contro la Bankitalia e contro i pareri dell’Ocse) per bighellonare sulla soglia di pagamento elettronico a 60 euro. Confrontate lo snellimento per cui si scervellano in Europa con “l’ufficio complicazioni cose semplici” che qui da noi è in piena funzione per trovare il modo di condonare e evadere senza dover mai pronunciare le due temute parole.

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Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani (Getty Images).

L’incapacità di progettare un meccanismo di equità

Non è un problema solo di misure. C’è, di fondo, una questione morale che bisognerebbe avere il coraggio di riconoscere: incapaci di progettare un meccanismo di equità, si decide di abbandonare le regole e organizzare le furbizie. E questo è sotto gli occhi di tutti, elettori di destra o di sinistra. Per questo risuonano gravemente indecenti i tentativi di mascherare l’operazione con una presunta “libertà” che è lo stesso trucco utilizzato per aggirare le regole. Siamo liberi di non rispettare le regole? No. Siamo liberi di opporci alle regole? Eccome, la politica è proprio lì per questo. Qui e ora da noi manca perfino il coraggio di opporsi. Siamo messi così.

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