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Alleanza M5S-Pd in Lombardia. L’intesa manda in tilt la sinistra

Il matrimonio si farà. Il Movimento 5 Stelle sarà nel perimetro della coalizione che sostiene Pierfrancesco Majorino (nella foto) alle prossime elezioni regionali in Lombardia, sfidando il presidente uscente Attilio Fontana e Letizia Moratti.

Il matrimonio si farà. Il M5S sarà nel perimetro della coalizione che sostiene Majorino alle prossime regionali in Lombardia

Gli incontri sui temi voluti da Giuseppe Conte, lasciando perdere i nomi e le somme dei simboli, hanno accontentato tutti i partiti della coalizione e il “campo largo” che alle elezioni nazionali si è dissolto poco prima della campagna elettorale riprende forma in Lombardia: trovata l’intesa sulle infrastrutture, sulla sanità, sull’ambiente, sul lavoro e sull’agricoltura.

I grillini hanno deciso di superare le evidenti tensioni tra Conte e Letta a Roma rivendicando autonomia territoriale in nome delle molte battaglie condivise all’opposizione con Pde +Europa. Il Movimento 5 Stelle ora organizzerà la consultazione con gli iscritti per confermare la decisione mentre il Partito democratico si ritrova a dover affrontare la grana +Europa.

Si sfila +Europa che però perde l’unico eletto. Usuelli scarica Della Vedova e resta con i giallorossi

Qui la situazione si complica parecchio: il segretario nazionale Benedetto Della Vedova ha chiarito fin dall’inizio “se ci sarà il M5S noi non ci saremo” e infatti nessun rappresentante del partito ha partecipato ai tavoli di lavoro sul programma. Il pensiero romano però non è in sintonia con le valutazione del consigliere regionale di +Europa Michele Usuelli e con alcuni dirigenti lombardi.

L’aria nel partito sull’asse Milano-Roma è tesissima. Usuelli due settimane fa aveva deciso, durante una seduta del Consiglio regionale, di sedersi tra i banchi dei 5 Stelle per lanciare un chiaro segnale. Di “un’occasione che non possiamo mancare di cogliere e sostenere” avevano parlato i vertici di Radicali Italiani, Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni. “Come Radicali – scriveva la dirigenza – abbiamo storicamente sempre subito i veti, mai imposti. Per questo in vista delle elezioni regionali della Lombardia e del Lazio non poniamo nessun veto né al Movimento 5 Stelle né ai Verdi/Sinistra Italiana, nonostante una distanza considerevole soprattutto sulla guerra in Ucraina”.

Della Vedova sembra però irremovibile. Tentato da Calenda per appoggiare Moratti (soluzione più che difficile dopo le bordate contro di lei proprio da parte di Usuelli) il segretario di +Europa starebbe pensando all’ipotesi di andare da solo (qualcuno vorrebbe Cappato ma è solo una suggestione) oppure di presentare una sua lista senza simbolo. Di spazio al centro ce n’è poco con Terzo polo e Letizia Moratti.

Differenze di opinione anche a sinistra nella lista regionale di Unione Popolare, l’alleanza che sotto la guida di Luigi De Magistris si è presentata alle ultime elezioni politiche tenendo insieme De.Ma, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. L’ex sindaco di Napoli considera irripetibile l’occasione di sfilare la Lombardia alla destra dopo 28 anni ma l’assemblea regionale si è spaccata e ha infine deciso di andare da sola. Anche in questo caso non sarà facile spiegare ai propri elettori che Vittorio Agnoletto, in passato candidato presidente proprio a sinistra, sostiene Majorino mentre i suoi ex compagni di viaggio prendono un’altra strada.

Qualche imbarazzo anche per la consigliera regionale Elisabetta Strada eletta nel centrosinistra con Giorgio Gori che ora ha deciso di sostenere Moratti: “Le coraggiose prese di posizione di Nando della Chiesa, di Alessandra Kusterman e di tanti altri esponenti della società civile di sinistra, mi hanno motivato”, spiega Strada. Peccato che proprio ieri Dalla Chiesa abbia confessato di avere preso un granchio e ha ritirato il suo appoggio. Una cosa è certa: l’occasione di vincere in Lombardia la raccontano i numeri. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità.

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