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Corsa a saltare sul carro dell’Antimafia. E a frenare la Commissione

Chissà se questa nuova passione per l’antimafia dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro dalle parti del governo li convincerà finalmente a muoversi per istituire quella Commissione Antimafia che era stata tutt’altro che prioritaria fino a ieri.

Chissà se l’arresto di Messina Denaro dalle parti del governo li convincerà finalmente a muoversi per istituire la Commissione Antimafia

Lo scorso 27 dicembre con una lettera firmata da Luigi Ciotti inviata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Presidente della Camera Lorenzo Fontana e del Senato Ignazio La Russa e a tutti capigruppo della Camera e del Senato, Libera e le associazioni aderenti alla rete, hanno chiesto al Parlamento l’istituzione in tempi brevi della Commissione Bicamerale d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre organizzazioni criminali.

La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali – scriveva Libera nell’appello – non è una commissione parlamentare permanente, ma necessita di essere istituita con legge ad ogni nuova legislatura. Per questa ragione fin dal primo giorno dell’insediamento delle Camere, numerosi senatori e deputati hanno depositato il disegno di legge per la sua istituzione, consci che sia una priorità per il nostro Paese.

Meloni e i suoi hanno promesso di esaminare alla Camera la proposta di legge sull’istituzione della Commissione il prossimo 27 gennaio. Come ribadisce Libera i tratta di un primo passo importante che risponde alla richiesta avanzata dalla rete di associazioni aderenti a Libera. La calendarizzazione è una buona notizia ma è importante che si lavori velocemente per l’istituzione della Commissione e che questa lavori alacremente per leggere ciò che sta avvenendo sui territori e avanzi accanto alla denuncia delle proposte utili a liberare il Paese dalla morsa degli interessi criminali e dalle troppe connivenze di cui godono.

Le numerose inchieste portate avanti da magistrati e forze dell’ordine dimostrano con chiarezza che mafie e corruzione sono ancora forti e che c’è bisogno di uno scatto, di un sussulto di coscienza prima che sia troppo tardi.

“La pandemia e la crisi economica – scrive l’associazione fondata da don Ciotti – che stiamo vivendo conducono molte persone ad occuparsi delle emergenze quotidiane da affrontare, ma c’è un filo rosso che tiene unite le grandi diseguaglianze globali, le speculazioni finanziarie, le mafie e la corruzione. È il filo della criminalità dei potenti, delinquenti che trovano il modo di stringere sodalizi a scapito di ampie fasce della popolazione, che rischia di sentirsi sempre più impotente e di essere in via crescente impoverita. Le numerose inchieste portate avanti da magistrati e forze dell’Ordine dimostrano con chiarezza che mafie e corruzione sono ancora forti e che c’è bisogno di uno scatto, di un sussulto di coscienza prima che sia troppo tardi. Nella politica del Paese il problema delle mafie è un argomento messo da parte: è giunto il momento di diventare più presenti in quei contesti scomodi e lontani dove le mafie proliferano”.

Ieri l’arresto di Messina Denaro sembra finalmente avere svegliato qualcuno: “È urgente l’istituzione della commissione antimafia. Credo che questa straordinaria cattura imponga ai partiti un’assunzione di responsabilità. Occorre che anche in questa legislatura venga istituita, con legge e con la massima urgenza, la commissione antimafia”, ha dichiarato ieri il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato, dimenticando di essere al governo con il suo partito.

Noi siamo qui ad aspettare. Scoprire chi ha protetto per trent’anni il più importante latitante di Cosa nostra è già il primo interrogativo per la commissione che verrà.

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