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Fazzolari, le armi a scuola e la vergogna per le sue passioni

Penna, calamaio, libri e moschetto. Non riuscendo a trattenere l’irrefrenabile amore per le armi e per la guerra secondo il quotidiano La Stampa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari si sarebbe fiondato a parlare con il generale Franco Federici per spiegargli la sua brillante idea di mettere a contatto “una rete di associazioni con il mondo delle scuole” per un bel corso di tiro a segno degli studenti.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, propone corsi di tiro a scuola, poi smentisce La Stampa

Il sottosegretario Fazzolari, braccio destro della presidente Giorgia Meloni, smentisce un secondo dopo ritenendo l’articolo “ridicolo e infondato”. Potrebbe essere, certo, ma non è infondato il video su YouTube in cui spiega le ragioni della sua battaglia in difesa del tiro a segno sostenendo che la liberalizzazioni delle armi non porterebbe a “nessun Far West” perché, dice, “chi fa tiro sportivo sa che non può sgarrare, altrimenti perde il porto d’anni”. Che si perda il porto d’armi dopo avere ammazzato qualcuno è un particolare che al sottosegretario sfugge.

La buriana però infuria. “Ci mancavano solo le armi a scuola. Le parole del numero due di Giorgia Meloni Fazzolari paladino dei portatori di armi, che secondo quanto riportato dalla stampa vorrebbe mettere le pistole in mano ai nostri studenti, sono gravissime e vanno chiarite al più presto”, dice la capogruppo del M5S in Senato Barbara Floridia.

Provenzano: “A quando le adunate del sabato?”

“A quando le adunate del sabato? Avete scambiato il Governo del Paese per un’assemblea del Fuan? Volete trasformare l’Italia nell’incubo trumpiano di disuguaglianze e notizie false contro gli oppositori. Ora anche armi”, twitta il vicepresidente del PD Peppe Provenzano mentre Piero De Luca, vicepresidente dei deputati Pd, ricorda che “la scuola non è un poligono”.

Il tesoriere di +Europa, Alfonso Maria Gallo sottolinea come “quello ‘bravo di Fratelli d’Italia” Fazzolari si occupi di “poligoni di tiro in tutte le scuole, per insegnare ai nostri giovani ad essere dei pistoleri provetti. Non ingegneri, non medici, non latinisti, storici o scienziati: pistoleri. Probabilmente il modello educativo di Fazzolari e di Meloni – spiega Gallo – è quello della strage di Columbine, o delle altre scuole americane dalle quali, troppo frequentemente, arrivano notizie delle drammatiche sparatorie che vedono coinvolti gli studenti”.

Nonostante “l’amore per le armi di Fratelli d’Italia sia evidente”, come sottolinea Conte, alla fine deve intervenire perfino il capo della Lega Matteo Salvini per smussare la polemica parlando di “idea non illuminata” del suo compagno di governo.

Da canto suo Fratelli d’Italia prova a fare quadrato. Giorgia Meloni manda in avanscoperta i suoi per difendere il compagno di partito e Fazzolari nel primo pomeriggio annuncia una querela per La Stampa. Il direttore del quotidiano piemontese però non sembra particolarmente intimorito: “Con temerario sprezzo del ridicolo, il sottosegretario Fazzolari ‘spara’ letteralmente la palla in tribuna, – dice il direttore Massimo Giannini – per smentire ciò che non è smentibile, cioè la sua idea di portare nelle scuole corsi di tiro a segno con le armi. L’articolo del nostro Ilario Lombardo, che confermiamo parola per parola, è inattaccabile e di fonte sicura al cento per cento”.

È una metafora di questi tempi: questi sono arrivati al governo solleticando intestini di cui pubblicamente si vergognano. Così il paradosso si conclude con una querela per un amore esibito da sempre.

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