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Elly Schlein di traverso, a Renzi non resta che Calenda

Ci ha messo un po’ ma alla fine è arrivato anche Matteo Renzi nel campo largo di quelli che immaginano la fine del mondo e l’invasione delle cavallette per l’elezione nel Pd di Elly Schlein come segretaria.

Tramontato il sogno di rientrare nel Pd, l’ex premier Renzi vaneggia di un fantomatico centro oltre il 10% alle prossime Europee

Poco male, verrebbe da dire, visto che lo strepitare di terzopolisti e della destra (curiosamente quasi identico nelle modalità, nelle illazioni e nelle corbellerie) non fa che convincere gli elettori di Schlein di avere fatto la cosa giusta, spaccando quella melassa di centro-centro-centro-centrosinistra in cui il centro pur elettoralmente irrilevante puntava all’erosione dei Dem.

“La vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd cambia la politica italiana. Voglio farle i complimenti perché vincere le primarie con un milione di partecipanti richiede tenacia e coraggio. E ovviamente complimenti anche a Stefano Bonaccini per la battaglia leale”, scrive Matteo Renzi nella sua newsletter settimanale.

Il leader di Italia Viva aveva previsto la vittoria di Bonaccini

Nessun cenno al fatto che proprio Renzi avesse previsto l’esatto contrario quando a Tagadà con la sicumera del “genio della politica” disse “vincerà Bonaccini, nettamente. Se devo guardare agli interessi del Terzo polo, se vince Schlein da noi viene più gente. Ma ho pieno rispetto per le loro scelte. Bonaccini stravince, è persona seria, ma avrà una bella faticaccia, dovrà recuperare molto consenso”.

Del resto una delle caratteristiche dell’esser geni nel polo della competenza è quella di avere memoria breve e di confidare nella memoria breve dei loro elettori. Secondo Renzi il Pd con Schlein “diventa un partito di sinistra-sinistra che compete direttamente con il Movimento Cinque Stelle e assorbe i partitini di sinistra radicale”.

Anche questo è comprensibile: da quelle parti lavorare per ridurre le disuguaglianze è un ostacolo al prodotto interno lordo. L’ossessione del Terzo polo ora è affibbiare il prima possibile l’etichetta di “populisti” al Pd di Schlein in accoppiata con il M5S di Giuseppe Conte per potersi distinguere. È dura la vita di chi ha bisogna di insozzare gli avversari per costruirsi un’identità ma quel lavoro sporco qualcuno è sempre disposto a compierlo.

Renzi si definisce “entusiasta” per quello che sta accadendo: “Vengono giù – all’improvviso, tutti insieme – gli alibi di chi ancora pensava di poter coltivare il riformismo dentro il Pd”. Anche in questo caso bisognerebbe prendersi il tempo di studiare quando sia successo in Italia che il termine “riformismo” sia stato scippato da liberali conservatori che dialogano più facilmente con Berlusconi e Meloni rispetto al centrosinistra.

Renzi promette di non aprire nessuna “campagna acquisti”

Ma lasciamoglielo pure: Renzi promette di non aprire nessuna “campagna acquisti”, non avendo evidentemente trovato il tempo di leggere la newsletter del suo collega Calenda che invece punta tutto sui nuovi ingressi dei “delusi”. Anzi il senatore di Rigano si proietta già alle prossime elezioni europee immaginandosi a “più del 10%”. “Abbiamo l’occasione per fare delle Europee 2024 una svolta strepitosa”, scrive Renzi. L’ennesima svolta annunciata.

“Lo spazio politico del nuovo Pd è sulla frontiera dei Cinque Stelle”

E infine, promette lo stop ai “litigi quotidiani con il Pd” perché “lo spazio politico del nuovo Pd è sulla frontiera dei Cinque Stelle”. “Nelle prossime settimane andremo avanti con decisione insieme ad Azione sulla strada del partito unico”, annuncia Renzi. E anche su questo le letture della realtà che arrivano dai suoi sono piuttosto differenti.

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