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Violante, Minniti & C. Gli amici… sinistri della Meloni

Carmelo Caruso l’ha raccontato per Il Foglio ma la notizia è un segreto di Pulcinella, sulla bocca di tutti. Tra le personalità di sinistra (vera o presunta) Giorgia Meloni miete compensi insospettabili. Sarà l’innata passione per il capo (altresì detta servilismo) o una mai risolta confusione di ideali eppure i rapporti personali e politici tra la destra più a destra (al governo) di sempre e i presunti avversari sono numerosi. E si parla solo di quelli “allo scoperto”, sia chiaro.

Tra le personalità di sinistra (vera o presunta) il premier Giorgia Meloni miete compensi insospettabili

Non corre rischi nel suo ruolo l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti – il peggior ministro all’Interno del centrosinistra nonostante il Pd non se ne sia ancora accorto – ora presidente della Fondazione Med-Or collegata alla società di armamenti Leonardo. Meloni e Minniti del resto sull’immigrazioni hanno la stessa idea e la presidente del Consiglio ha avuto gioco facile nell’appropriarsi delle sue politiche rivendendole come eccellenze di destra: erano già di destra. Stesso discorso per Luciano Violante (nella foto).

Come racconta Caruso Giorgia Meloni nel 2021 volò a battere le mani a uno spettacolo teatrale firmato dall’ex ministro. L’ex presidente della Camera e presidente della Commissione antimafia è stato anche uno dei primi a congratularsi con Giorgia Meloni per la sua nomina a presidente del Consiglio. Non è un caso che anche lui sia presidente della Fondazione Leonardo, legata alla società di armamenti.

Si dice che Meloni abbia un dialogo aperto anche con Giuliano Amato, deputato con L’Ulivo, ex presidente del Consiglio oltre che più volte ministro. Ci sarebbe poi Roberta Pinotti, ex ministra ala Difesa oltre a Bruno Frattasi, l’ex prefetto considerato “di sinistra” e ora magicamente catapultato al ruolo di capo della cybersicurezza proprio dal governo Meloni.

La stima reciproca tra Meloni e Anna Finocchiaro è cosa nota. Qualche tempo fa l’attuale presidente del Consiglio la considerò perfino un’ottima soluzione per la presidenza della Repubblica. Ultimo ma non ultimo c’è Mario Draghi, quel Draghi che il Partito democratico per lungo tempo ha considerato “cosa sua” infilandosi nei gangli dell’agenda Draghi in campagna elettorale. Draghi, anche questo lo sanno tutti, è un consigliere talmente vicino a Meloni che ogni tanto sembrano confondersi.

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