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Giorgia scopre l’America. E la lotta alla cancel culture

A raccontarlo non ci si crede. Nonostante si dica oberata di impegni e in prima linea nella guerra immaginaria che il suo ministro Matteo Salvini sventola ai quattro venti, la premier Giorgia Meloni in viaggio a New York per partecipare alla sua prima Assemblea generale delle Nazioni Unite ha trovato il tempo per un irrinunciabile gesto politicamente simbolico: depositare una corona di fiori ai piedi della statua di Cristoforo Colombo.

La premier Meloni in viaggio a New York ha trovato il tempo per deporre una corona ai piedi della statua di Cristoforo Colombo

Si potrebbe pensare che abbia voluto omaggiare un italiano famoso nel mondo ma non è così. Meloni è entrata in guerra – un’altra, l’ennesima – questa volta contro la “cancel culture”. La statua di Colombo infatti è finita in mezzo a un dibattito tutto americano che la stampa di destra nostrana ha usato come leva per aizzare il solito complottismo da due soldi dei “poteri forti” e dei “nuovi oppressori”. D’altra parte, sulla “caccia” alle statue, la leader di Fratelli d’Italia si è sempre scaldata. “L’odio cieco della sinistra è forgiato dall’ignoranza, la stessa che abbatte e decapita l’immagine di Colombo. Prepotenze degne dell’Isis che vogliono piegare la storia alla loro follia”, scriveva su Twitter qualche hanno fa.

Chissà cosa avranno pensato i leader politici del mondo nel vedere la fotografia della premier italiana impegnata in difesa di una statua mentre il Paese è al centro della discussione migratoria che coinvolge l’Europa, mentre la povertà sta cominciando a diventare protesta di piazza e mentre un guerra (vera) stravolge l’occidente. Ci vuole fegato per trovare il tempo, anche in trasferta, di infilare la propaganda in mezzo a ben più serie priorità. Meloni ci mette la faccia, come ama ripetere.

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