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Tensione tra Pd e M5s: il campo largo si stringe

L’eventuale ricomposizione del cosiddetto campo largo tra Partito democratico e Movimento 5 stelle accadrà, se accadrà, dopo le elezioni europee. Dai dem filtra la voce che la legge elettorale per Bruxelles, proporzionale, e la possibilità di sviluppi delle indagini in Puglia rimanda qualsiasi discussione. Troppo alta la temperatura.

All’uscita dalle primarie a Bari decisa da Giuseppe Conte in seguito alle inchieste sul voto di scambio ora si aggiunge l’ufficializzazione la corsa solitari del M5S in Piemonte con la candidatura di Sarah Disabato. “Le sorti dell’area del campo progressista non dipendono solo da noi, ma anche da quel che vorrà fare Schlein. Vuole perseguire gli impegni presi con la comunità che l’ha investita segretaria, per trasformare il Pd? O finirà trasformata dal Pd?”, ha detto Conte in un’intervista al Corriere della sera. “Accusarci di slealtà offende il popolo che ha creato il M5S e che, dal 2009, ha fatto del principio della legalità la nostra stella polare. Per noi non sono in gioco delle beghe tra partiti o tra leader, è in gioco la sostanza politica. Si tratta di rinnovare la classe dirigente per costruire qualcosa di diverso dall’Italia che non ci piace. Non possiamo fare spallucce e questo per noi vuol dire essere leali con i cittadini”.

L’eventuale ricomposizione del cosiddetto campo largo tra Pd e M5s è rimandata a dopo le elezioni europee

La segretaria dle Pd Elly Schlein è più impegnata – come spesso le accade – ad arginare le correnti del suo partito. “Quando Elly Schlein dice che non devono essere le correnti del Pd a fare le liste per le elezioni europee, io non solo non posso non essere d’accordo, ma tutta la mia campagna congressuale è stata all’insegna del ‘basta con le correnti’ che determinano le carriere” ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, battuto proprio dalla Schlein nell’ultimo congresso.

C’è chi poi, tra i dem, non accetta lezioni dai pentastellati: “‘La legalità è la stella polare del M5S’ tuona Conte. Evidentemente qualcuno dei loro ha perso la bussola, per esempio Marcello De Vito, già presidente del consiglio comunale di Roma, condannato a 8 anni e 8 mesi per corruzione, finanziamento illecito e traffico di influenze” scrive su Twitter la deputata Pd Lia Quartapelle. Pronta la replica di Michele Gubitosa, vicepresidente del M5S alla Camera: “La deputata Quartapelle del Partito democratico è nuovamente tornata sulla vicenda legata all’ex M5S De Vito per attaccare Conte e il Movimento. Credo sarebbe meglio che prima di parlare a vanvera i colleghi del Pd facessero lo sforzo di documentarsi, in modo da evitare questo genere di figuracce. O quantomeno potrebbero parlarsi tra di loro, dal momento che già nel weekend avevamo risposto a Casu sulla stessa vicenda, chiarendo che De Vito fu immediatamente allontanato dal M5S, peraltro quando Conte non ne era ancora Presidente.

Il campo largo torna a essere un auspicio per alcuni e un incubo per altri

Possibile che il Partito democratico non abbia migliori argomenti sul tema Comprendiamo la difficoltà e l’agitazione del momento, ma crediamo che la legalità non sia materia per il chiacchiericcio e la polemica politica, perché per noi rappresenta un valore fondante e un tratto distintivo non negoziabile”. E c’è chi, nell’altro campo, gongola per le tristi vicissitudini del campo largo: “Solo per dare un’immagine e senza voler fare il minimo paragone con le guerre in atto, la sinistra più che un campo largo mi sembra un campo minato. Fra sconfitte, liti, leader che si accusano l’un l’altro e candidati che escono ed entrano dalle porte girevoli, se continua così sospenderanno le trattative per impraticabilità di campo” commenta la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, in un’intervista al Giornale. Il campo largo torna a essere un auspicio per alcuni e un incubo per altri. E potrebbe essere così fino alle europee. 

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