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Spesa sanitaria come esempio: la realtà e il percepito.

Il nuovo Documento di economia e finanza presentato dal governo guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni c’è scritto nero su bianco che nel 2023 la spesa sanitaria è stata più bassa rispetto a quanto previsto dal governo Meloni. Il calo rispetto al 2022 c’è stato anche nel rapporto tra spesa sanitaria e Prodotto interno lordo (Pil): si è infatti passati dal 6,7 per cento al 6,3 per cento. La spesa sanitaria è passata dai 131,7 miliardi del 2022 a 131,1 miliardi, calando anche in rapporto al Pil. 

È interessante notare però come i membri dei partiti di maggioranza, del governo e perfino Giorgia Meloni abbiano sempre ripetuto (e insistono ancora) che non c’è nessun calo, convinti evidentemente di poter piegare i numeri alla propaganda. In una democrazia funzionale e matura la compagine governativa potrebbe semplicemente spiegare ai cittadini quali siano le le cause della contrazione della spesa sanitaria, senza perdere tempo e autorevolezza insistendo su un’affermazione falsa.

A colpire è soprattutto il senso di impunità di chi è convinto di poter imporre una bugia nel dibattito pubblico – sicumera dai connotati berlusconiani – senza avere nessun timore della smentita certificata dalle cifre. Il cosiddetto “controllo della stampa” sta tutto qui, nella consapevolezza di avere accesso alle leve che potranno inquinare il sistema informativo trasformando il giornalismo in narrazione che contribuisce al percepito. Così alcuni lettori di centrodestra oggi sono convinti che la spesa sanitaria sia aumentata e che i numeri facciano sporca propaganda.

Buon lunedì. 

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