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Scontri con gli studenti pro Gaza in Usa e la protesta si allarga

Un’operazione in stila militare ieri ha sgomberato una tendopoli di studenti in California impegnati in una protesta pro gaza dove forze dell’ordine in assetto anti-sommossa hanno sgomberato una tendopoli a Ucla e arrestato oltre 130 persone, usando anche – secondo la Cnn – proiettili di gomma. Centinaia di agenti del Lapd, dello Sheriff’s department e della polizia stradale si sono mossi contro gli studenti e altre centinaia di persone che avevano risposto all’appello lanciato dai manifestanti sui social. 

“Gli americani hanno il diritto di protestare, non di creare il caos”, ha detto il presidente Joe Biden volendo “fare chiarezza” in un momento in cui “c’è sempre qualcuno che corre per mettere a segno punti politici”. Il riferimento nemmeno troppo velato è al suo avversario Donald Trump che ha agitato il solito allarme di “estremisti e agitatori di estrema sinistra”. 

“Questo non è il momento per la politica e dunque voglio essere chiaro: le proteste violente non sono protette. Lo sono le proteste pacifiche”, ha detto Biden nel messaggio teletrasmesso. “Il vandalismo, il rompere vetrate, chiudere i campus e costringere a cancellare le classi non è protesta pacifica, così come non lo è minacciare o intimidire le persone” ha proseguito il presidente sottolineando che “il dissenso è essenziale per la democrazia, ma non deve mai portare al disordine”: l’America “non è un Paese autoritario, ma non neanche un Paese senza leggi, l’ordine deve prevalere”.

Sgomberati gli studenti a Ucla. Feriti anche per un’incursione violenta di filo israeliani

Il rapporto della ong Armed Conflict Location and Event Data Project disegna però uno scenario piuttosto diverso dalla narrazione che va per la maggiore: il 99% delle proteste nei campus sono state finora pacifiche. Gli arresti dall’inizio delle proteste sarebbero 1.300 gli arresti totali dall’inizio della crisi, stima il New York Times, con più di 300 fermati tra Columbia e City College, ma anche nel campus di Manhattan di Fordham, un ateneo gesuita, per passare poi a Dallas, Dartmouth in New Hampshire e Tulane a New Orleans. 

Ma a Ucla le violenze sono arrivate anche da studenti filo israeliani che nella notte di mercoledì hanno assalito il campo con lancio di petardi e fuochi d’artificio contro i ragazzi. Decine di persone si sono lanciate contro le barriere cercando di sfondare il perimetro difeso dagli studenti chesono stati colpiti da mazze e spranghe di ferro, presi a calci e pugni dovendo ricorrere alle cure mediche ospedaliere. “Se fossi stato a Gaza nessuno avrebbe potuto medicarmi”, ha detto Yusef, uno di loro, che ha ricevuto 12 punti in testa. Il rettore di Ucla, Gene Block, ha parlato di “istigatori” e definito “inaccettabile” l’attacco all’accampamento, mentre l’ufficio del governatore Newson ha criticato come “in ritardo” e “limitato” l’intervento della polizia che ha assistito alla scena senza intervenire nonostante le numerose chiamate al 911. 

Negli Usa i i sondaggi rivelano una novità storica: la maggioranza di cittadini Usa per la prima volta criticano l’operato di Israele

Intanto le proteste si allargano in tutta Europa. A Parigi è tornata la tensione dopo il fallimento di un incontro a Sciences Po mentre la Sorbona è stata evacuata. Cresce la preoccupazione anche per la prossima edizione dell’Eurovision in Svezia. Anche la Farnesina invita alla cautela gli italiani che parteciperanno come pubblico alla manifestazione musicale mentre lo Stato di Israele ha alzato l’allerta per i cittadini che si recheranno nella città svedese. 

Ieri il presidente Usa Biden ha risposto con uno stentare “no” a chi gli chiedeva se le manifestazioni studentesche inducessero a un cambio di rotta sulla politica americana in merito al conflitto a Gaza. Ma tutti i sondaggi rivelano una novità storica: la maggioranza di cittadini Usa per la prima volta criticano l’operato di Israele.

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