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Giulio Cavalli

Il Dario furioso

«Sento arrivare il grande crollo. Non c’è solo Formigoni. In questi giorni assistiamo a mosse e mossette. Maroni dice votiamo ad aprile? Allora lo anticipo, dice l’altro, votiamo a gennaio! No, febbraio. La Lega dentro? La Lega fuori? Tutto un far battute da opera buffa. E i sorrisi, ha visto quanto sorridono, tutti quei maneggioni? Un linguaggio da “Le Roi s’amuse”, il Re si diverte, il buffone denuncia, e poi arriva la censura. Le Roi s’amuse, eccome se s’amuse. Ma io dico che è finita la cuccagna». Dario Fo parla di Formigoni, Lombardia e solidarietà: la sua intervista qui.

 

 

A proposito della commissione (volutamente minuscola) antimafia leghista

[comunicato stampa]

“In Regione Lombardia l’unica garanzia antimafia possibile sono le dimissioni di questa giunta. Se la Lega ha intenzione di garantire i lombardi dalla ‘ndrangheta ha un’unica possibilità: protocollare le dimissioni e uscire dal Consiglio con le mani alzate. Ricordo a Cecchetti che questo Consiglio Regionale, ha già approvato una legge sulla legalità: purtroppo la Lega, dopo aver affidato un tema così delicato a Renzo Bossi, ha sempre dimenticato di finanziarla. Per quale motivo dovremmo credergli ora?” Così Giulio Cavalli commenta la proposta del leghista Cecchetti d’istituire una commissione permanente antimafia da lunedì prossimo in Regione Lombardia

“Sulla figura di Tizzoni, come presunto uomo di garanzia” conclude il consigliere di Sinistra Ecologia Libertà”è sufficiente riportare le parole della stessa Boccassini che evidenzia come in realtà non ha denunciato come avrebbe dovuto nel suo ruolo”

“Sì mi candido: in Lombardia ci sono una questione morale enorme e un sistema di potere simile a un sultanato”: intervista a Repubblica

«IL CENTROSINISTRA è pronto a questa sfida, certo che è pronto. Siamo molto eterogenei, ma le differenze — quando la politica non si nutre di elucubrazioni algebriche — sono una opportunità. I valori di fondo, in questa coalizione, sono in fondo gli stessi, in più c’è una vivacità vissuta con la responsabi-lità necessaria, l’esperienza Pisapia dimostra che ce la possiamo fare».

Giulio Cavalli, attore, consigliere regionale di Sel, tra i primi ad avere detto esplicitamente: mi candido. Perché?

«Comitati civici, gente comune, ma anche compagni di Sel, del Pd e dell’Idv pensano a me comeuna sentinella sui temi antimafiosi. Lo faccio perché credo molto nella politica, credo sia il tempo di uscire dai giochi delle segreterie per impegnarsi in prima persona, senza per questo demolire nessuna figura, senza rottamare nessuno ».

Si faranno le primarie?

«Sì, sono convinto che non sivoterà a dicembre, quindi il tempo per farle c’è, l’occasione giusta sarebbe con il secondo turno delle primarie nazionali. Siamo in un momento molto buono, il Pd si sta dimostrando un partito responsabile e leale, l’unione sta funzionando, le ipotesi di candidati sono valide».

Tutte?

«Se proprio devo dire: Tabacci è bravo, ma anche basta, si candida a troppe primarie; con Civati siamo amici, non credo che ci candideremo entrambi, alla fine; Ambrosoli è una grandissima figura su cui, forse, non servirebbero neanche le primarie. Ma vedremo ».

Una domanda all’attore e regista: quanto materiale per spettacoli di denuncia si raccoglie in queste settimane al Pirellone?

«Cito Berlinguer per dire che oggi in Lombardia siamo davvero davanti a una questione morale enorme: la sussidiarietà che per anni ha citato Formigoni non ha avuto nulla di solidale, ma è stata una sovrastruttura dove è stato facile infilare gli interessi degli amici e di chi poteva dare/trarre vantaggio. Il problema è che quel sistema ancora apparentemente legale che, come i sultanati viveva sulle regalie, ad un certo punto, in tempo di crisi, non è bastato più».

Tutti complici di un sistema o c’è chi poteva non sapere?

«Posto che siamo in tanti ad aver denunciato sistematicamente in questi anni quello che vedevamo, di sicuro c’è stata almeno disattenzione, indifferenza: e dico sull’etica, sulla moralità di comportamenti che venivano ancor prima della corruzione. Una indifferenza che è uscita dai palazzi: se l’assessore Zambetti comprava i voti vuol dire che qualcuno li vendeva: ecco, io voglio partire da quelle 4mila persone che hanno ceduto per soldi il loro voto, voglio riconquistare alla legalità quelli, combattendo l’antipolitica con l’ultrapolitica, parlando di solidarietà, che è la base della democrazia, non una debolezza che non possiamo permetterci».

(or. li.)

da Repubblica 20/10/2012

“Credo che sia il caso di osare una Lombardia migliore”: intervista a Il Cittadino

L’ndrangheta sembra rincorrerlo. Primo attore italiano sotto scorta per gli attacchi delle cosche, ora consigliere regionale per Sel. Giulio Cavalli è pronto a candidarsi alle primarie di coalizione e a correre come governatore nella regione in cui, l’ultimo scandalo giudiziario, racconta proprio dell’incontro «osceno» tra mafia e politica, che spesso ha denunciato in libri e spettacoli. Una vicenda che ha portato all’arresto dell’assessore Domenico Zambetti, con l’accusa di voto di scambio e legami con l’ndrangheta. Il lodigiano fa sul serio per la corsa alle primarie e sta già preparando i comitati per la campagna elettorale.

Cavalli, cos’è successo in Lombardia negli ultimi mesi?

«Abbiamo assistito ad un lento sgretolamento del sultanato di Formigoni dove i servitori che non si sentivano pagati abbastanza hanno deciso di ribellarsi. Il vero problema di Formigoni è che si è sempre circondato di persone che erano brave ad essere inopportune e altrettanto brave a non farsi incastrare dagli avvisi garanzia. Qualcosa ora si è rotto, ma a vincere le primarie è stata solo la magistratura. Questa però è anche una sconfitta culturale per il centrosinistra».

Come vive questo risveglio delle coscienze sul tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata?

«Mi consideravano un allarmista, ora sono diventato un profeta: si sono rotti gli argini della curiosità democratica. In Lombardia, però, l’indignazione dura il battito d’ali d’una farfalla».

È stato tra i primi a chiedere le dimissioni di Formigoni.

«L’ho fatto il giorno dopo l’insediamento perché si è fatto una legge “ad hoc” per superare l’empasse del quarto mandato e lo ha fatto con listino sottoscritto anche con firme false. L’illegalità si respirava dal primo giorno in Lombardia».

Si è parlato di elezioni a dicembre. Cosa ne pensa?

«Penso che neppure l’ultima fan ultracentenaria di Pertini andrebbe a votare il 23 dicembre. Quella data è un tentativo di Formigoni per alzare “il prezzo” con i referenti romani del partito. La data più probabile per le elezioni è tra febbraio e marzo. Ci sarà tutto il tempo per le primarie del centrosinistra, il più alto livello di coinvolgimento di cui ha bisogno un paese che deve rispondere al vento dell’antipolitica».

Cosa hanno significato per lei questi anni in Regione? E quali delle sue battaglie hanno toccato il Lodigiano e il Sudmilano?

«Ho sempre pensato che la politica fosse uno dei servizi più alti per la comunità e ho cercato di rispettare il mio ruolo. Fra le battaglie, c’è quella per l’osservatorio sulla legalità, la questione ambientale, che per il Lodigiano ci ha portato a presentare più di un’interrogazione sulla discarica di Cavenago e ancora la soddisfazione di essere riusciti a far rimuovere persone inopportune come Felice Tavola (già revisore dei conti di Arpa Lombardia, indagato per una frode fiscale da decine di milioni di euro, ndr) e Pietrogino Pezzano. Ci siamo anche impegnati sulla sanità e nel Lodigiano abbiamo sollevato il caso dei fondi spesi per il faraonico nuovo ospedale che sposta l’attenzione dalle persone all’azienda».

In caso di primarie quindi il suo nome ci sarà?

«Sì, i comitati sono in fase di costruzione. Voglio pensare che il Partito democratico garantirà le primarie in una regione in cui si deve tornare a parlare di persone, di vita, di amore, etica e diritti. Credo che sia il caso di osare una Lombardia migliore».

Tra gli altri candidati si citano il consigliere per il Pd Beppe Civati. La sua sarà una corsa alternativa a Civati? Qualcuno la vedeva già pronto a scalare il Parlamento.

«Non credo che io e Civati ci scontreremo mai. E Roma per ora non mi interessa. Il mio posto è in Lombardia».

Rossella Mungiello

da IL CITTADINO

Se oggi le forze politiche si sorprendono di vedere i ragazzi in piazza, significa che non hanno capito la storia degli ultimi vent’anni.

Sospesa e sovrastata dalle oscillazioni delle nuove alleanze politiche internazionali dopo il crollo del muro di Berlino, la classe dirigente che oggi guida il Paese non ha saputo valutare il rischio della gestione globale dell’economia durante gli anni post-ideologici. Non ha capito che avrebbe potuto, dopo Tangentopoli, ricostruire il Paese proteggendo le istituzioni, trasmettendo in modo credibile i nostri valori costituzionali e indirizzando la politica economica verso lidi sicuri. Ha invece compromesso lo stato sociale, non ha saputo evitare la frammentazione del sistema-paese e ha mandato in fibrillazione la tenuta istituzionale, generando gravissimi cortocircuiti normativi, compromettendo l’approccio etico alla dimensione pubblica e diventando facile preda delle governance internazionali, ben consapevoli di poter cogliere nell’immaturità storica del nostro Paese la possibilità di prolungarne la subalternità politico-economica.

Mentre la politica non è stata in grado di difendere i più elementari valori collettivi e i principi minimi di equità sociale, è stato rivisto parallelamente il mercato del lavoro, ristrutturato il sistema previdenziale e compromessa la possibilità dei giovani di fondare su istanze meritocratiche la costruzione del proprio futuro.

Se oggi le forze politiche si sorprendono di vedere i ragazzi in piazza, significa che non hanno capito la storia degli ultimi vent’anni.

D’altronde, se l’avessero davvero compresa, non avrebbero abdicato le linee guida del Paese ad un governo tecnico, intervenuto a mercato saturo e risparmi compromessi, per salvaguardare la tenuta delle stesse valute internazionali che hanno speculato per anni sulle nostre contraddizioni interne.

Nicola De Benedetto su Non Mi Fermo. Da leggere.

Estelle sotto attacco alle 10.20. Gaza sotto assedio da anni. Mobilitazioni in corso.

Avevamo parlato di Estelle.

ALLE 10.20 DI OGGI 20 OTTOBRE, in acque internazionali a circa 17 miglia nautiche a nord di Arish, Egitto (secondo le ultime coordinate che sono riusciti a trasmetterci dalla nave) navi da guerra israeliane circondando Estelle e dando il via all’assalto alla nave pacifica.
Navi da guerra israeliane abbordano il veliero Estelle, con su attivisti per i diritti umani e membri del parlamento di diverse nazionalità europee, diretto a Gaza in missione di pace.
Estelle è una nave disarmata, in missione umanitaria e di pace, con cargo ispezionato più volte, equipaggio con dichiarate intenzioni non violente, in rotta da acque internazionali direttamente in acque territoriali di Gaza. Non può in alcun modo costituire minaccia né per la sicurezza di Israele né per altri.
Il governo Israeliano poteva scegliere e doveva farla passare. Il governo israeliano non può addurre ragioni di sicurezza plausibili o avanzare competenze giuridiche territoriali sulla rotta di Estelle.
La missione umanitaria di Estelle consiste in un messaggio di pace ben preciso e doveroso: solidarietà con il popolo palestinese e basta con l’assedio di Gaza subito e per sempre.
La missione di pace di Estelle consiste nel chiedere giustizia per il popolo Palestinese, perfettamente in linea con le risoluzioni ONU e le dichiarazioni di tutte le associazioni umanitarie internazionali che denunciano da anni la gravità della situazione in cui è costretta a vivere la popolazione civile di Gaza sotto assedio.
Denunciamo l’ennesimo crimine di guerra del governo israeliano nei confronti di popolazione civile.
A nome delle migliaia di persone a bordo di Estelle, chiediamo la fine dell’assedio illegale di Gaza subito e per sempre e il rilascio immediato di tutti i pacifisti prelevati da Estelle con la forza e attualmente ostaggi delle autorità israeliane.

Gli attivisti a bordo di Estelle sono ora impossibilitati a continuare la loro missione, in quanto prelevati contro la loro volontà da Estelle e probabilmente condotti in centri di detenzione in Israele.

Messaggio preregistrato, di Marco Ramazzotti Stockel, rappresenta l’Italia a bordo di Estelle:

Ora spetta a noi portare avanti la missione dell’equipaggio di Estelle.

LE MOBILITAZIONI SONO IN AGGIORNAMENTO, tornate a visualizzare questa pagina .

MOBILITAZIONI TERRITORIALI : contatta i comitati territoriali su CONTATTI per appuntamenti e orari definitivi delle mobilitazioni nelle varie città
MILANO – Piazza Mercanti ore 16
FIRENZE – Piazza della Repubblica – martedì
NAPOLI – Piazza Trieste e Trento 20 ottobre
ROMA – Palazzo Chigi, Piazza Colonna martedì 23 ottobre ore 17
SALERNO – tutti alla PREFETTURA domani, DOMENICA 21 ottobre  ore 16

MOBILITAZIONI NEL WEB : VEDI IL PROFILO “WE ARE ALL ON THE FREEDOM FLOTILLA2

evento di mobilitazione su facebook https://www.facebook.com/events/518317164845842/

Discarica di amianto a Brescia: ogni tanto vincono gli altri

O almeno non vincono i soliti noti. Sulla discutibilissima discarica di amianto a Brescia e tutte le problematiche legate a quel territorio abbiamo detto e fatto tutto quello che potevamo ma, questa volta, hanno finalmente vinto i cittadini come scrive giustamente il sito della Rete Antimafia di Brescia.
E come sottolinea il comunicato del Comitato Spontaneo contro le nocività:

Eravamo lì dai primi giorni di ottobre, di sentinella, per controllare e informare tutti di cosa stava avvenendo. Abbiamo controllato l’andirivieni dei camion nella proprietà Faustini; abbiamo visto gli operatori Profacta stoccare l’amianto in modo non corretto,in una discarica dove l’acqua piovana, non drenata, si raccoglieva in grosse pozzanghere sul fondo; infine abbiamo visto e documentato pacchi di amianto non correttamente imballati che presentavano evidenti lacerazioni. Dalla data di apertura della discarica l’amianto è stato portato per soli tre giorni e, in un periodo così breve, abbiamo verificato che sono state ignorate molte delle misure di sicurezza previste dalle autorizzazioni rilasciate. Ogni infrazione è stata puntualmente segnalata agli enti competenti finché, a seguito di sopralluogo del Corpo Forestale dello Stato e dell’ARPA, nella mattinata di giovedì 18 ottobre l’area della discarica è stata sottoposta a sequestro penale. Da più di tre anni ci battiamo contro l’interramento dell’amianto e contro questo impianto attraverso presidi, ricorsi legali, cortei, sciopero della fame, sollecitazioni dell’intervento di Sindaco e Assessori, Provincia e Regione. Perché siamo stati costretti a ricorrere all’intervento della magistratura? Non è forse mancato il compito di tutela e sorveglianza di ambiente e salute da parte delle istituzioni? Con quale criteri è stata valutata la localizzazione e realizzazione di questa discarica, in un sito non idoneo e destinato a diventare Parco? Il profitto dell’imprenditore ha forse scavalcato l’interesse pubblico? Una volta ancora è evidente la profonda distanza tra l’appassionato impegno civico delle persone e la ritrosia delle istituzioni. 19.10.12 Comitato spontaneo contro le nocività

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Una #cosaseria in Lombardia. #davvero

A piccoli passi. Si lavora:

Regionali Lombardia, Capelli (Rifondazione): “Grande apprezzamento per la candidatura di Cavalli”

Milano, 18 ottobre 2012. Dichiarazione della Segretaria di Rifondazione Comunista Lombardia, Giovanna Capelli:

“La manifestazione di lunedì 15 ottobre ha mostrato che finalmente cresce l’indignazione dei/delle cittadini/e contro la Giunta Formigoni e il suo sistema di potere.
Quella mobilitazione, e il precipitare degli eventi, hanno indotto diverse personalità e protagonisti della società civile e della politica a mettersi in gioco e a candidarsi alle primarie; è un processo positivo.
Fra queste figure emerge Giulio Cavalli; sulla sua candidatura esprimiamo grande apprezzamento, per la sua storia di uomo impegnato contro le mafie per la legalità, per le battaglie che ci hanno visti insieme nella difesa del territorio contro la speculazione, per le lotte contro le grandi opere inutili dietro cui sono emersi intrecci perversi fra politica e criminalità organizzata. Ci riconosciamo anche nel percorso proposto da Cavalli di partecipazione popolare e di coinvolgimento della Federazione su modello della grande esperienza delle elezioni di Pisapia a sindaco di Milano”.


Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Milano
Ufficio stampa
email: ufficiostampaprcmilano@gmail.com

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Mi candido #davvero (intervista a Pubblico)

Pubblicata su Pubblico

Per Giulio Cavalli, consigliere regionale di Sel, correre per la presidenza della regione Lombardia, per la successione a Formigoni, è anche una questione personale. Cavalli, sotto protezione dal 2008 per le minacce ricevute dalla ’ndrangheta, non nasconde quello che lui stesso definisce come «un personalissimo conflitto d’interessi».

«Per me è difficile raccontare cosa vuol dire», ci spiega Cavalli. «Ma provate a immaginare cosa si prova scoprendo che la tua vita, sotto scorta, non è stata rovinata da un assessore colluso, ma da 4mila elettori lombardi che hanno scelto di vendere il proprio voto, sacrificando la democrazia».

Cavalli quindi si candida.
Diciamola così: loro, i mafiosi, si sono tanto occupati di me. Ora è il tempo che io mi occupi di loro.

Che tempi prevede. Quando si vota?
Si voterà la prima settimana di gennaio o, al massimo, la prima di febbraio.

Con una nuova legge elettorale?
Se si trova l’accordo, sì. Dovremmo riuscire a togliere il listino bloccato.

Ci sono i tempi per fare le primarie?
Le primarie si faranno. E Maurizio Martina stesso, il segretario del Pd, bisogna dire che si sta impegnando per questo.

Lì rischia di scontrarsi con Pippo Civati, suo collega e amico. Preoccupato?
Io e Pippo abbiamo un rapporto di amicizia, che in politica è una cosa rara. Poi credo comunque che la sua strada sia un’altra, che lui sia legato ad altre dinamiche. Vedremo. Io credo che il Pd punterà sul suo segretario regionale.

Questo perché è tramontata la candidatura di Ambrosoli…
In quel caso non avremmo avuto bisogno delle primarie.

Poi c’è Tabacci, un nome che gira.
(Ride). Tabacci faceva il presidente in Lombardia quando io avevo 10 anni e assessore della sua giunta era quel Simone arrestato nell’affare Daccò.

Per lei è anche una questione personale.
Personale, certo. Non personalistica. Il mio conflitto d’interessi è evidente, solo che non difendo un mio profitto privato, ma la sopravvivenza dei miei principi. La corsa è per capire se sono condivisi da altri. Dobbiamo spiegare che la solidarietà è il più grande antidoto alla criminalità, e che non è vero quello che ci racconta la propaganda leghista, che non ce la possiamo permettere. E poi che non c’è differenza tra la volontà di smontare sistematicamente la sanità e la scuola pubblica, favorendo gli interessi privati, e i reati di cui si parla in questi giorni.

Nella sua coalizione ci sarà l’Udc?
A me piace il modello Milano, la coalizione larga, con la Federazione della sinistra. Ma niente Tabacci. Figurarsi l’Udc.

Eppure stavano all’opposizione di Formigoni.
No, stavano in mezzo. Se quella dell’Udc era opposizione, io ero assessore alle infrastrutture.

Una Notte Bianca per la Rai, oggi a Roma

Ci vediamo oggi alle 18 in Piazza Farnese a Roma.

Riformare la Rai. La richiesta è netta: “Vogliamo i fatti”. Per “cambiare davvero”. E l’oggetto della richiesta è la governance della tv di Stato. Giovedì 18 ottobre, alle 18, parte a Roma “La notte bianca della Rai ai cittadini e la libertà d’informazione”, realizzata da Move On Italia. L’appuntamento è a Piazza Farnese. Si parte da un’analisi: “Il servizio televisivo sia pubblico che privato, che è l’unico modo per raggiungere milioni di italiani, in sostanza è di pochi potenti trasversali che mantengono immutato il loro potere controllando l’opinione pubblica e condizionandone anche il voto”. E l’obbiettivo è “superare il totale ed unico attuale controllo della tv pubblica da parte dei governi e dei partiti”.

Pluralismo e conflitti d’interesse. Un superamento necessario se si vuole “garantire la libertà e il pluralismo dell’informazione”. E la proposta è quella di definire per legge una netta separazione “tra l’esercizio del potere politico e la proprietà o la capacità di influenzare i media”. Numerose le associazioni che hanno aderito alla Notte Bianca: LiberaArticolo 21Libertà e GiustiziaFNSI, Usigrai, Teatro Valle, Indignerai, Alba, Tavolo della Pace, Liberacittadinanza, TILT, Rete Viola. Tra gli interventi previsti quelli Giovanni Valentini, Roberto Natale, Flavio Lotti, Francesca Fornario, Giuseppe Giulietti, Guido Scorza e Alessandro Gilioli.

Infine le proposte. Ecco “i cinque punti per riformare la Rai”:

1. Chiediamo il superamento dell’anomalia per la quale l’azionista del servizio pubblico è il Ministero dell’Economia.

2. Al posto della Commissione parlamentare di Vigilanza, chiediamo la costituzione di un Consiglio per le Comunicazioni audiovisive, i cui membri dovrebbero essere in maggioranza nominati dalla società civile (11 su 20) e che ogni organismo di nomina e gestione abbia una composizione di genere paritaria (50/50). Gli utenti del servizio pubblico, in quanto veri proprietari di un’azienda che finanziano tramite il canone, eleggono direttamente 6 componenti. Cinque sono nominati da rappresentanti di settore (sindacati, artisti, autori, accademici, fornitori di contenuti). Dei rimanenti 9 membri, 3 verrebbero eletti dagli enti locali (Regioni-conferenza permanente stati regioni, Province-l’Upi e Comuni-Anci) e 6 nominati dal Parlamento.

3. Il Consiglio nomina i vertici della concessionaria del servizio pubblico (il CdA Rai), selezionati mediante concorsi pubblici in base a criteri di professionalità, competenza nel campo radiotelevisivo ed indipendenza. Ad esso sono attribuite competenze di indirizzo e vigilanza.

4. Il Consiglio nomina altresì i componenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, assicurando, anche in questo caso, i criteri della selezione trasparente, dell’indipendenza e del massimo di qualificazione.

5. Il Consiglio si pone al servizio degli utenti Rai, facilitando modalità interattive di controllo e di valutazione e garantendo ai cittadini un uso consapevole e attivo di tutti i media gestiti dal servizio pubblico.

Qui la pagina Facebook della Notte Bianca. E qui “Conflitti e interessi di un Paese leggero” di Giovanni Valentini