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Crescita! Crescita!

Si dice che una classe dirigente, un governo – una guida – è l’espressione di una cultura popolare. Ma un popolo non cresce solo con se stesso, senza una guida credibile. Il nostro paese ha un passato di terra divisa, spartita tra signori, papi, re e reucci, una dittatura fascista che l’ha portato alla rovina e alla tragedia, cinquant’anni di dominio democristiano all’insegna del bizantinismo e della falsità, dove per comunicare una cosa si affermava il suo contrario, quindici anni di un grottesco sultanato nel quale è stata esaltata la disonestà, la condotta mafiosa, il vilipendio della Costituzione nata da una dura guerra di liberazione. Oggi un popolo storicamente educato da secoli di esempi negativi, che non ha avuto la possibilità di creare un’idea di stato e di comunità, assiste per l’ennesima volta alle performance di una casta di potere blindata nel suo privilegio che si permette di decidere sulla lunghezza della vita lavorativa altrui. Si obietta che riducendo lo stipendio, il rimborso spese, il vitalizio dei parlamentari (realmente, non il gossip mediatico su 1.300 euro lordi) non si coprirebbe certo il mostruoso buco in bilancio. E quindi si continua così, con una casta che mentre favorisce se stessa e la propria intoccabilità impone sacrifici pesanti agli altri in nome della crescita. Di fatto col suo esempio dice, con parole apparentemente contrarie che evocano “rigore” ed “equità”: invidiateci, imitateci, imparate a fare i furbi, a disprezzare il vostro prossimo, a calpestare i deboli e a nutrire i ricchi. Noi siamo eterni, il nostro avvenire è fuori discussione, ma abbiamo l’idea fissa di favorire i licenziamenti facili, perché i diritti altrui sono merce di scambio, sono polvere. I nostri invece sono sacri. Il capo di un governo composto da superbaroni universitari inamovibili, che viaggiano da un incarico all’altro, si presenta per l’ennesima volta in televisione dove, con stile salottiero, definisce “monotono” il lavoro fisso, annuncia che i giovani devono abituarsi a cambiare, perché il posto fisso possono scordarselo. Come se parlasse ai rampolli privilegiati della sua personale élite, mentre sta umiliando chi il lavoro non solo non può cambiarlo, ma neanche trovarlo, anche a costo di appellarsi alla Madonna di San Luca per tutta la vita. Questo è l’esempio per il paese, l’esempio per la crescita. Questa è la guida.Una guida indegna di questo nome, guida al nichilismo e all’egoismo. Guida di uomini di paglia, di uomini di niente. (Maurizio Baldrati per Nazione Indiana)

Per una seria Agenda Digitale

Ricevo e inoltro.

In pochissimi mesi siamo stati in grado di ottenere vittorie prima impensabili:

  1. La vittoria contro il regolamento censura dell’Agcom sul diritto d’autore, che siamo riusciti a bloccare nonostante le pressioni dei monopolisti dell’informazione (Mediaset, Rai) e le grandi multinazionali dell’intrattenimento. Siamo riusciti ad organizzare una storica “Notte della Rete” (qui i videoqui la pagina) che ha fatto fare un passo indietro all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Grazie alla mobilitazione di artisti, premi nobel, giornalisti e politici di ogni schieramento.
  2. Abbiamo vinto una storica class action (una denuncia collettiva) che per la prima volta ha sancito che i cittadini hanno dei diritti digitali che le pubbliche amministrazioni devono rispettare. Storica per l’innovazione che impone al paese e perchè è la seconda class action di sempre vinta in Italia, grazie al nostro formidabile team di legali (qui per maggiori info)
  3. La vittoria contro il comma ammazza blog e ammazza Wikipedia, eliminato dalla legge sulle intercettazioni, prima che l’intero testo implodesse sotto la caduta del Governo Berlusconi (alcuni video e articoli).

Non male per pochi mesi di lavoro e pochissime risorse a disposizione. Vogliamo fare sempre di più. Ma abbiamo bisogno di un tuo impegno in prima persona al link www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Con il tuo sostegno renderai possibili le iniziative che abbiamo in cantiere per i prossimi mesi, tra cui le piu’ importanti

  • Innanzitutto dobbiamo scongiurare le prossime minacce all’internet libera. A partire dal trattato ACTA , negoziato segretamente, e che rischia di impedire l’accesso ai farmaci e alle sementi dei paesi in via di sviluppo e di mettere un nuovo bavaglio ad Internet. Entro l’estate arriverà al parlamento europeo. E dalla probabile riproposizione di un regolamento da parte dell’Agcom. Dobbiamo fermare entrambi.
  • Vogliamo ottenere una vera Agenda Digitale che possa non solo costruire le infrastutture digitali di cui abbiamo bisogno, ma anche liberare l’innovazione in Italia. Nei prossimi mesi, con la collaborazione di associazioni, imprenditori, consumatori ed esperti vogliamo sottoporre a parlamentari e governo proposte per fare dell’Internet Aperta un volano di sviluppo e innovazione.
  • Saremo in prima linea per fare della trasparenza e dei dati aperti due elementi rivoluzionari per l’Italia. Abbiamo lanciato la prima Scuola di Open Data Journalism, per aiutare il giornalismo italiano a supportare questa svolta, ma grazie al vostro apporto possiamo continuare a rendere piu’ aperto il funzionamento di istituzioni e pubblica amministrazione.

L’Italia che vorreste assomiglia a questa? Non c’e’ nessuna magia per ottenerla. Solo il vostro supporto puo’ far si’ che cio’ si avveri: www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Perchè darci un contributo? Agorà Digitale non riceve alcun 8×1000 nè finanziamento pubblico ai partiti, nè contributo all’editoria. Ne’ alcuna multinazionale o grossa industria ci finanzia. Tutti i soldi dell’associazione vengono solo ed esclusivamente dal supporto che fino ad ora avete voluto darci. E’ dal tuo sostegno che dipende la nostra possibilità di continuare ad essere un soggetto forte ed indipendente:www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Ci contiamo davvero. Per il tuo diritto all’informazione. Per una innovazione libera. Per cambiare l’Italia anche attraverso la Rete.

Luca Nicotra
Segretario di Agorà Digitale

Sono tornato alla torre-faro al binario 21

ORA LA TRATTATIVA PARTA DAL RIPRISTINO DELL’INTERO SERVIZIO

“Questo pomeriggio siamo tornati in stazione Centrale, sotto la torre-faro del binario 21, per testimoniare fisicamente vicinanza a Oliviero, arrampicato lì da quasi due mesi, e a Stanislao, il collega ex-Wagon Lits che l’ha raggiunto ieri.

Non sono visite di cortesia, le nostre. Abbiamo aperto un canale di comunicazione diretta con loro e ci stiamo muovendo su tutti i livelli affinché si possa raggiungere al più presto una soluzione condivisa.

Siccome ora sembra che, nel giro di qualche giorno, si dovrebbe finalmente aprire il tavolo nazionale, chiediamo che in quella sede la trattativa parta da nulla di meno che il ripristino della situazione iniziale, con la riattivazione di tutte le tratte del servizio notturno.

Peraltro siamo molto preoccupati rispetto alla notizia che nel ricollocamento di alcuni dei lavoratori licenziati vi siano discriminazioni sulla base dell’orientamento politico-sindacale dei singoli, attraverso l’utilizzo di dati personali in palese violazione della legge sulla privacy.

La battaglia di Oliviero e dei suoi compagni è una battaglia di civiltà, per i diritti del lavoro certamente, ma anche per i diritti dei cittadini a una mobilità efficiente, in un Paese che non può ritrovarsi diviso nei collegamenti ferroviari.

Perciò continueremo a ripresentarci sotto la torre-faro, al loro fianco, finché la vicenda non arriverà a giusta conclusione. Sostenuti, in questo, anche dai vertici nazionali del partito e dallo stesso Nichi Vendola”.


Devo molto a quelli che non amo

Devo molto | a quelli che non amo. | Il sollievo con cui accetto | che siano più vicini a un altro. || La gioia di non essere io | il lupo dei loro agnelli. || Mi sento in pace con loro | e in libertà con loro, | e questo l’amore non può darlo, | né riesce a toglierlo. (da Ringraziamento, citato in Wisława Szymborskagironi.it)

BRESCIANI RETICENTE SUL PROTOCOLLO ALZHEIMER DI MILANO

“A Milano sono circa 20 mila le persone affette da demenza, di cui il 60% con malattia di Alzheimer. La Asl ha recentemente elaborato e diffuso un protocollo, il Percorso preventivo-diagnostico-terapeutico-asistenziale-riabilitativo (Pdtar), per questi pazienti. Sul documento, per quanto il tentativo di sensibilizzare e informare i medici di famiglia sul tema sia apprezzabile, si segnalano evidenti criticità. Di queste abbiamo chiesto conto con un’interrogazione all’assessore Bresciani. Il quale oggi, in Commissione Sanità, ha fornito risposte del tutto insoddisfacenti, perché generiche e ben lontane dal merito dei quesiti posti. Non ci ha dato insomma alcuna spiegazione convincente sulla carenza di analisi dell’iter assistenziale, né sul ritardo diagnostico e terapeutico che il diagramma decisionale suggerito ai medici di base introduce, né tantomeno sulla sistematica esclusione dal trattamento farmacologico dei soggetti in fase iniziale di malattia, con un’ingiustificata discriminazione dei pazienti milanesi. E, soprattutto, l’assessore Bresciani si è ben guardato dal comunicarci se sia stata avviata una verifica di appropriatezza ed equità sull’impostazione di questo percorso, prodotto da un gruppo di lavoro che ha coinvolto Asl, medici di medicina generale e specialisti, ma ha incomprensibilmente escluso rappresentanti dei pazienti, delle famiglie e delle società scientifiche. Troviamo che tutto ciò sia molto grave. E di certo non lasceremo cadere la questione”.

Green Hill: dalle parole ai fatti. Subito.

Oggi sul Corriere per l’ennesima volta si parla di sperimentazione sugli animali e quindi di Green Hill. Mesi passati a promettere, votare (noi ne abbiamo parlato qui e in aula decine di volte) e mai un risultato reale. Forse sarebbe ora di giudicare i fatti. Ora. Qui il pezzo del Corriere di oggi: ROMA – I cani rinchiusi a Green Hill saranno presto liberi. La struttura di Montichiari che alleva e distribuisce nei laboratori europei “materia prima” per la sperimentazione sarà infatti la prima a subire le conseguenze della legge che recepisce alcune disposizioni comunitarie fra cui quella sugli animali. Ieri la Camera ha votato e approvato l’articolo 16. Rispetto al testo inviato dagli europarlamentari di Bruxelles la versione italiana contiene novità che distinguono l’Italia e la caratterizzano ancora di più come anirrÌal friendly. Chiusura dei lager dove vengono allevati cani, gatti e primati per test scientifici. Obbligo di anestesia nel corso delle sperimentazioni. Divieto di usare gli animali per scopi didattici ed esperimenti bellici. Impegno pratico a investire sulla ricerca di metodi alternativi alla vivisezione. «Una piccola grande vittoria di noi animalisti nell’ambito di un lungo cammino», festeggia il risultato Michela Brambilla, Pdl, ex ministro del Turismo che ha fatto molto per gli esseri senzienti di altre, specie. E suo anche l’emendamento alla direttiva comunitaria che ha introdotto il divieto di aprire strutture come Green Hill e ha addolcito le regole sulla sperimentazione. «Noi puntiamo all’abolizione di questi metodi perché crediamo molto nella validità di test alternativi molto più accettabili dal punto di vista etico e altrettanto attendibili sul piano della risposta scientifica», aggiunge Brambilla sottolineando che con queste modifiche «è caduto un muro, è stata abbattuta una barriera culturale ma non ci fermiamo qui». La legge che recepisce direttive comunitarie su vari argomenti verrà approvata in via definitiva probabilmente già oggi. Se il Senato confermerà il testo della Camera, il governo avrà 60 giorni di tempo per fare i decreti attuativi. La storia di Green Hill è quella di una struttura che alleva cani di razza beagle destinati alla vivisezione, acquistati da laboratori del resto d’Europa Proprietaria una multinazionale, la Marshall. Ogni anno vengono distribuiti circa 2.500 beagle. Nella votazione di ieri è stato invece respinto un altro “pericolo”. Un emendamento firmato dal deputato del Carroccio Gianluca Pini che tra l’altro, secondo la denuncia degli Animalisti italiani riuniti in un unico coro, proponeva «l’apertura della caccia in piena estate di tortore e quaglie con gravissimi rischi per i villeggianti e l’allungamento della stagione~fino al 31 gennaio».

La Margherita (ora PD) e il partito fantasma

Ha ragione Gad Lerner, sulla Margherita. Oggi PD. E quindi il PD una risposta dovrebbe averla no? O le domande sono rimaste escluse dalla fusione? La Margherita, un partito che non esiste più da cinque anni, dispone tuttora di un patrimonio superiore ai 20 milioni di euro. Questo partito-fantasma, cioè, da solo detiene una cifra di gran lunga superiore ai soldi che risparmieremo in un anno con la decurtazione sugli stipendi dei parlamentari approvata lunedì scorso. Il suo tesoriere, senatore Luigi Lusi, si è assunto davanti ai giudici la colpa di un’appropriazione indebita per 13 milioni, distolti attraverso 90 bonifici in soli due anni e mezzo dai conti bancari di cui era cointestatario insieme a Francesco Rutelli. Confidiamo di sapere al più presto se davvero si tratti solo di un clamoroso episodio di disonestà personale, come affermano gli ex dirigenti della Margherita, o se invece Lusi stia sacrificandosi anche nell’interesse di altri. Ma nel frattempo dobbiamo chiederci: cosa se ne fa la defunta Margherita, dopo la confluenza nel Partito Democratico, di tutti questi soldi?
Nella reticente dichiarazione attraverso la quale i rappresentanti legali della Margherita (Francesco Rutelli, Enzo Bianco e Gianpiero Bocci) si dissociano dall’operato di Lusi, stupisce il compiacimento con cui rivendicano di avere sempre goduto di “bilanci sani e in attivo”.