Vai al contenuto

"Piccola città bastardo posto": il silenzio degli untori sulla Popolare di Lodi

lodi1Chiudete gli occhi e ascoltate.

“Indagini frenate dal silenzio”, “non c’è nessuno che abbia voglia di parlare con la procura, altrimenti tutte le indagini aperte sull’urbanistica nel capoluogo sarebbero già arrivate a conclusione”, “ci sono forti gruppi di pressione”, “sui fatti di quegli anni è scesa una cortina di silenzio”.

Non immaginate scenari criminali pelosi o apocalittici e nemmeno terre di omertà da letteratura: siamo a Lodi, chi parla è il procuratore capo Giovanni Pescarzoli che lancia un allarme che profuma nei modi e nei toni di una “mancanza di collaborazione” che dovrebbe accendere gli animi, smuovere la società civile e spingere la politica “buona” a prenderne le difese. E invece rimane una pagina di (buon) giornalismo sulle pagine del quotidiano “Il Cittadino”, e il giorno dopo è già finito nel cassetto.

Eppure Pescarzoli non parla di processi di criminalità a Lodi in trasferta ma del filone più lodigiano dei processi a carico del mai troppo poco ex amministratore dell’impopolare Banca Popolare di Lodi  (poi Banca Popolare Italiana): quello sui presunti rapporti tra l’ex rampante banchiere e il dirigente del settore pianificazione e gestione del territorio del Comune di Lodi Luigi Trabattoni. L’inchiesta è figlia delle dichiarazioni del Fiorani nell’interrogatorio del 5 ottobre del 2006 (nel pieno dello scandalo dei “furbetti del quartierino”) in cui Fiorani parlava della società CORES srl con la quale era stato acquistato un terreno in prossimità della filiale BPL in Lodi in via San Bassiano. Nei verbali si legge come dietro alla CORES ci fosse l’UNIONE FIDUCIARIA (collegabile secondo le dichiarazioni a Silvano Spinelli) e la ZONIVEST srl (riferibile alla famiglia Zoncada) nonché come soci occulti (questo sempre secondo le dichiarazioni di Fiorani, successivamente ritrattate perché “nate sotto la pressione del carcere”) egli stesso, Giovanni Benevento e appunto il Trabattoni che si sarebbe impegnato ad aumentare la volumetria ottenendo in cambio il ruolo di progettista e direttrice dei lavori per la moglie. Da qui l’inchiesta della Procura di Lodi e il blitz della Guardia di Finanza presso gli uffici del Comune per accertare le responsabilità (che lo stesso Trabattoni rifiuta con sdegno come si può leggere nell’articolo del Corriere della Sera del 1 giugno 2006).

Al di là degli esiti giudiziari dell’inchiesta (che, Pescarzoli tiene a precisare, non è “nè chiusa nè archiviata“) rimbalza stonato il silenzio della politica e della città nei confronti di un’omertà latente (per di più svelata da un procuratore) che da molti non è ritenuta propria di queste terre. E’ la prevedibile dinamica dei paesi dei signorotti dove il buon nome viene sfoggiato davanti ad uno spumantino in un adulterio di amicizie interessanti e interessate che attraversano indifferenti strati sociali, economici e politici: il silenzio come grumo per difendere l’orticello e il vicino. Una posizione ostinata di “disinteresse” assolutamente interessata per non dovere essere costretti a prendere una posizione. Una miopia su sé stessi degna del sospetto di premeditazione. Un delegare la narrazione dei fatti ai processi e solo nei processi come in un feudo mai sconsacrabile. Una liturgia del silenzio officiata come dovere per il buon nome.

Qualche professionista della moderazione dal lato dell’ottundimento vi dirà che è una cosa vecchia, archiviata almeno nella sensazione e nella memoria, e che comunque l’allarmismo sul passato è un’inquietudine inutile per il futuro: la risposta sta nella frase del procuratore “Lodi non è più omertosa del resto d’Italia, purtroppo, ma probabilmente su alcune vicende ci sono nel territorio forti gruppi di pressione che si stanno ricompattando.Si stanno ricompattando: futuro. Prossimo.

Forse sarebbe il caso che il pullman della prossima missione legalitaria-turistica a sfamarsi d’antimafia si fissi al pomeriggio; e al mattino si appoggino i nostri, di procuratori.

Acquista il tuo abbonamento al Teatro Nebiolo online

Da oggi è possibile acquistare il vostro abbonamento al TEATRO NEBIOLO comodamente online grazie a HAPPY TICKET. Inoltre è già possibile acquistare i biglietti per gli spettacoli della stagione.

 

ACQUISTA QUI!

Teatro Nebiolo – Lodi ticket online

Ottobre  2009
Ven 02
Ven 02
Ven 02
Ven 02
Sab 03
Sab 24
Novembre  2009
Sab 07
Sab 28
Dicembre  2009
Dom 20
Gennaio  2010
Sab 16
Sab 23
Febbraio  2010
Sab 13
Sab 20
Marzo  2010
Ven 26
Aprile  2010
Ven 23

 

Quando nel profondo nord si chiese il pizzo alla fortuna

superenalotto_numeriBasta che il tabloid tedesco Bild scriva un pezzo leggero come uno starnuto su presunte minacce mafiose a Vanni Simonetti ( proprietario del bar “Biffi” di Bagnone, presunto vincitore del milionario jackpot del Superenalotto) per aprire un velo di gustoso costume sull’irrefrenabile mafiosità che inficia cose, casi ed eventi: la Dea bendata sulla sedia a dondolo che riceve la visita dei picciotti per la messa a posto è il racket più kitsch e botticelliano della drammaturgia mafiosa.

Eppure la barzelletta si allaccia alla memoria di un’indagine nemmeno troppo lontana che mette radici nel borotalco e dopobarba della profonda Lodi in Lombardia, storicamente abituata a “popolari” e improvvisi arricchimenti che scricchiolano nel finale. E’ il 1998 quando il gelese Salvatore Spampinato (lodigiano per adozione e residenza) si ritrova in tasca il biglietto fortunato da 7 miliardi di lire, catapultato nel profilo dell’improvviso miliardario di provincia. Sarebbe fin qui una favola di cabala di provincia se non fosse che la notizia corre come un brivido tra i pori della sonnolenza lodigiana fino ai compari gelesi nemmeno troppo lontani tanto da convincere gli stiddari Carmelo Fiorisi, Franco Morteo ed Enrico Manganuco che, come ha rivelato il pentito Rosario Trubia, “a quello lì volevano fargli cacciare un miliardo“. Così succede che la favola si scolora e sotto mentre stinge si intravede la faccia pelosa della Gela tentacolare (tra Stidda e Cosa Nostra) che si sdraia tra San Donato, San Giuliano Milanese, passando per Lodi e sbrodolando nel cremasco.

Ma come tutte le storie che funzionano c’è il colpo di scena: il fortunatissimo emigrante lavoratore Spampinato è amico Francesco Verderame ed Emanuele Caci, gelesi di Cosa Nostra trapiantati nel milanese, ed è facile chiedere una “mediazione” per risolvere il terrore provocato dagli stiddari. Ad indossare i panni dell’ambasciatore è proprio il Trubia che a questo punto sfodera il colpo di genio: la felice idea di farsi firmare da Spampinato una documento nel quale dichiara di avere vinto solamente un miliardo e 200 milioni. Munito di cotanta certificazione Trubia si fa ricevere dai boss stiddari Fiorisi, Morteo e Manganuco. “La vincita ammonta ad un miliardo e 200 milioni, non potete chiedergli un miliardo, chiudiamo a trecento milioni”. Gli stiddari accettano anche perché il fortunello Spampinato appare già baciato dalla benevolenza di Cosa Nostra prima della fortuna. Ma Trubia gioca su due tavoli, torna dallo Spampinato e gli dice che la faccenda è chiusa se lui versa 400 Milioni. È così che un pericoloso killer, capofamiglia di cosa nostra, mette in atto una delle più banali, prevedibili e poco eroiche truffe domestiche: la cresta.

100 milioni taglieggiati al taglieggiamento alla fortuna: un capolavoro d’alta finanza fantasiosa e sottotraccia come sarà nelle corde della lodigianissima città.

100 miloni riciclati in fretta nel profondo nord dalle mani dell’allora capomafia Alessandro Emmanuello che non avrà faticato ad impastare droga da sversare nel sud Milano.

Un biglietto della fortuna appena vinto è che già ha lasciato un pennellata di costume.

Costume scostumato di storie, bava, buona fortuna e sorrisi finiti sotto al tappeto con una differenza sostanziale: la fortuna è arrivata per caso e il caso se la porta via, Stidda e Cosa Nostra gelese no.

Stagione 09/10 Teatro Nebiolo: A CIASCUNO IL SUO

weblight_campagna_abbE’ online il programma della stagione del Nebiolo 2009/2010

A Ciascuno il suo

tutti gli appuntamenti di Prosa, Musica, gli incontri e le iniziative.

E’ possibile acquistare o prenotare gli abbonamenti scegliendo la propria poltrona, disponibili anche le informazioni su costi e modalità di acquisto.

Attualmente in via di definizione Teatro che passione! la rassegna di Compagnie Filodrammatiche;
La II edizione di Teatrock, concorso per band musicali;
I Musical.

A breve il calendario completo anche degli incontri del Centro di documentazione.

STAGIONE DI PROSA 2009/2010

sabato 3 ottobre ’09 Dionisi Compagnia Teatrale
Patate Una parola senza denti sulla guerra
Sul palco tre donne anziane, molto anziane, raccontano la guerra vista dagli occhi di chi “allora” era bambino, o ragazzo, trasformando quelle piccole storie in storie universali. Non è la guerra raccontata dall’informazione e nemmeno quella rielaborata dagli storici attraverso i documenti, è la guerra del vissuto, è la storia degli uomini e delle donne che nessuno si ricorderà più: non comandanti, non soldati, “solo” persone.
Spettacolo inserito in “LUOGHI COMUNI – residenze teatrali in giro per la Lombardia”

sabato 24 ottobre ’09 Scarlattine teatro
Scirocco. Ballata di viaggio
Un Caronte scafista di nome Joseph aiuta il pubblico ad attraversare il mare, introducendo lo spettacolo con un racconto sull’origine del male. È il mare quotidiano dell’indifferenza, dove abitano i cinque migranti protagonisti di Scirocco, spettacolo in movimento tra musica ed azione teatrale che al tema dell’immigrazione associa il tema del viaggio, del cammino e, indissolubilmente, del ritorno…
Spettacolo inserito in “LUOGHI COMUNI – residenze teatrali in giro per la Lombardia”

sabato 28 novembre ‘09 Compagnia Stabile del Teatro del Popolo
Montedidio
Di Erri De Luca
In poco tempo, a Montedidio, un quartiere di Napoli, un ragazzino di tredici anni si ritrova a crescere per diventare uomo. È bastato compiere tredici anni che subito è stato messo tra gli uomini ad occuparsi di cose adulte. Impara il lavoro, scopre l’amore e il dolore della perdita. Si ritrova solo a fare i conti con la vita. La guarda, la osserva con gli occhi puri di chi ancora non sa, si lascia trasportare dagli eventi per imparare poi a gestirli.

sabato 23 gennaio ‘10 Bottega dei Mestieri Teatrali
A cento passi dal Duomo
Di Giulio Cavalli e Gianni Barbacetto.Con Giulio Cavalli
colpisce l’essenza stessa della mafia al Nord, mettendola a nudo, mostrandone la collusione con la politica e la sua capacità di infiltrarsi nei gangli di potere. Ma la mafia al Nord non rappresenta solo un pericolo per il corretto svolgimento della libera concorrenza…. a Milano e in Lombardia si uccide, come nel profondo sud. Uno spettacolo supportato da dati e documenti per mappare l’attuale situazione, non per creare facile allarmismo, ma per segnalare alla coscienza civile la concreta e reale esistenza di un fenomeno criminale che si muove silenziosamente anche nell’operoso Nord Italia. “una ninna nanna dolce per un risveglio brusco di quella Lombardia che si crede immune dalla mafia”.

Sabato 6 febbraio ’10 Ilinx
Ilinx Machine.  A.T.A. Azienda Traghettatori Anime
Spettacolo per autovettura

La finzione del teatro entra nella realtà, la trasforma. La scena è paesaggio vero e proprio. Artificiale o  naturale che sia. I due parabrezza, i quattro finestrini, sono schermi, occhi che danno sul mondo.
Ma è dentro che succede. Voi, la macchina e la faccenda. La realtà si trasformerà. Trapasserete…
Immaginatevi di essere accompagnati in una macchina.
Immaginatevi di scoprire che siete erroneamente creduti morti.
Immaginatevi la più nobile fra le professioni: i traghettatori di anime.
spettacolo inserito in “LUOGHI COMUNI – residenze teatrali in giro per la Lombardia”

sabato 13 febbraio ‘10 amnesiA vivacE/Circo Bordeaux
Risorgimento Pop
L’Italia non risorge. L’Italia non c’è. La Storia non c’è. Perché è sempre inattendibile, la Storia. Nella
ricostruzione dello storico, come nei ricordi dei testimoni, nelle fiction, come nei romanzi, negli spettacoli. E
allora bisogna prendere tutto con le pinze perché tutto, ahinoi, dev’essere interpretato, aggiornato e
discusso.
Risorgimento pop è uno spettacolo sull’Italia che non c’è, sull’Italia che non sorge, che se è risorta, è
rimorta, uno spettacolo sul Risorgimento, sui quattro padri della patria, Mazzini, Garibaldi, Cavour,
Vittorio Emanuele, e sul suo antipapà, Pio IX. Due attori, risorti e rimorti, immortali cadaveri, soli in scena,
in mancanza di Italia. Per un risorgimento pop.

Venerdì 26 marzo ‘10 Bottega dei Mestieri Teatrali/Napoli Teatro Festival Italia/Next
L’apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe
Di Dario Fo e Franca Rame. Adattamento, regia e interpretazione di Giulio Cavalli
Siamo dinnanzi all’apocalisse più grave di ogni tempo, il disastro ambientale del quale noi stessi siamo responsabili. L’unica via d’uscita sembra essere paradossalmente una catastrofe, che faccia fare al mondo un passo indietro. Giulio Cavalli mette in scena il testo di Fo e Rame aprendolo a contaminazioni diverse e mettendo in moto un singolare teatro d’inchiesta.
Quante volte negli ultimi anni abbiamo sentito parlare di ambiente, ecologia, energie sostenibili e rinnovabili? Quante volte subiamo l’inquinamento nozionistico di teorie e strategie che subito dopo si contraddicono o rimangono oscure? Il teatro può (e forse, deve) raccontare questo nostro rapporto prevaricante con l’energia in modo diretto, semplice ma non banalizzato e, perché no, istruttivo. L’apocalisse rimandata non è un campanello d’allarme (quello è suonato già tempo fa e non cene siamo accorti) ma piuttosto una “riunione condominiale”in teatro per decidere come rimboccarsi le maniche e chi fa cosa.

Venerdì 23 aprile ‘10 Teatro dei Limoni
Hamburger
“…Non si sale sul ring senza un buon motivo, e io ne ho almeno due.
Il primo è la rabbia. Mi scorre nelle vene, lungo le braccia, arriva nei pugni. E’ il mio ossigeno. E’ quello che mangio, che bevo. Non posso farne a meno. Amo stare qua sopra. E’ tutto il mio mondo. Un quadrato di luce e, attorno, il nulla….”
“…Il secondo motivo, invece, è Dante. E’ per colpa sua se sono qui.”
La storia di un ragazzo affetto da Disturbo Esplosivo Intermittente, che sin dall’adolescenza mostra un carattere eccessivamente violento, che lo porterà, dopo una serie di eventi negativi ad affrontare il riformatorio prima ed il carcere poi, fino all’incontro con un terapeuta, che, scoperta la sua patologia lo indirizzerà verso la boxe….”

STAGIONE DI MUSICA 2009/2010
Sabato 7 novembre ’09  Bar Boon Band
Randagi di Cristallo
Musica e poesia con i senza tetto della Stazione Centrale di Milano

sabato 16 gennaio ‘10 Mondorchestra
La mafia non esiste
Musica popolare siciliana

sabato 20 febbraio ‘10 Contrabbanda
Musica senza frontiere
La banda degli ottoni di Milano

Domenica 20 dicembre ‘09
NANNI SVAMPA
50 anni di storia musicale lombarda

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE PER UN TEATRO CIVILE 2009/2010
Giancarlo Caselli
Carlo Lucarelli
Raffaele Cantone e  Antonio Ingroia e Alberto Nobili
“L’etica libera la bellezza” video e incontro con Don Luigi Ciotti
“La santa” video e incontro con Ruben Oliva
Marco Travaglio
Biondani/ Malaguti/ Gerevini “Popolare 4 anni dopo”
Gioacchino  Genchi


BIGLIETTI
intero € 12,00
ridotto *, convenzionato € 8,00
*giovani fino a 25 anni, over 60, studenti con tessera universitaria, gruppi di oltre 10 persone
per gli spettacoli Patate, Scirocco, Ilinx Machine A.T.A ingresso unico € 3,00
per il concerto di Nanni Svampa ingresso unico € 15,00

ABBONAMENTI:
PROSA: n. 5 spettacoli a € 37,50
PROSA IN COPPIA: valido per due persone n. 5 spettacoli a €  70,00
In abbonamento: Montedidio, A 100 passi dal Duomo, Risorgimento pop, L’apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe, Hamburger
N.B. Gli abbonamenti Prosa e Prosa in coppia danno la possibilità di mantenere la propria poltrona anche per gli incontri gratuiti del Centro di documentazione previa prenotazione.

MUSICA: 3 concerti a € 22,50
(Nanni Svampa FUORI abbonamento)

TEATRO CHE PASSIONE ! Rassegna filodrammatiche: 4 spettacoli a € 30,00

ADOTTA UNA POLTRONA: gli spettacoli di Prosa*, Teatro che passione e Musica a € 97,50
*fuori abbonamento solo Ilinx machine ATA
N.B. con questa formula l’abbonato acquisisce il diritto di disporre delle propria poltrona previa prenotazione anche per tutte le altre manifestazioni organizzate dal Teatro Nebiolo siano esse gratuite o a pagamento.

Modalità di prenotazione e orari biglietteria:
prenotazione telefonica :  numero 331 9287538 dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00; nei giorni di spettacolo è possibile effettuare la prenotazione telefonica a partire da 1 ora prima dell’inizio spettacoli.
È possibile effettuare la prenotazione anche via mail all’indirizzo info@teatronebiolo.org (in questo caso la prenotazione si considera valida solo se viene confermata dalla biglietteria).
Orari biglietteria: da lunedì a venerdì dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 presso gli uffici del teatro ; nei giorni di spettacolo 1 ora prima dell’inizio presso il teatro.

Teatro Nebiolo
Via IV Novembre snc – Tavazzano con Villavesco (LO)

Stagione 09/10 Teatro Nebiolo: A CIASCUNO IL SUO

E’ online il programma della stagione del Nebiolo 2009/2010

A Ciascuno il suo

tutti gli appuntamenti di Prosa, Musica, gli incontri e le iniziative.

E’ possibile acquistare o prenotare gli abbonamenti scegliendo la propria poltrona, disponibili anche le informazioni su costi e modalità di acquisto.

Attualmente in via di definizione Teatro che passione! la rassegna di Compagnie Filodrammatiche;
La II edizione di Teatrock, concorso per band musicali;
I Musical.

A breve il calendario completo anche degli incontri del Centro di documentazione.

STAGIONE DI PROSA 2009/2010

sabato 3 ottobre ’09 Dionisi Compagnia Teatrale
Patate Una parola senza denti sulla guerra
Sul palco tre donne anziane, molto anziane, raccontano la guerra vista dagli occhi di chi “allora” era bambino, o ragazzo, trasformando quelle piccole storie in storie universali. Non è la guerra raccontata dall’informazione e nemmeno quella rielaborata dagli storici attraverso i documenti, è la guerra del vissuto, è la storia degli uomini e delle donne che nessuno si ricorderà più: non comandanti, non soldati, “solo” persone.
Spettacolo inserito in “LUOGHI COMUNI – residenze teatrali in giro per la Lombardia”

sabato 24 ottobre ’09 Scarlattine teatro
Scirocco. Ballata di viaggio
Un Caronte scafista di nome Joseph aiuta il pubblico ad attraversare il mare, introducendo lo spettacolo con un racconto sull’origine del male. È il mare quotidiano dell’indifferenza, dove abitano i cinque migranti protagonisti di Scirocco, spettacolo in movimento tra musica ed azione teatrale che al tema dell’immigrazione associa il tema del viaggio, del cammino e, indissolubilmente, del ritorno…
Spettacolo inserito in “LUOGHI COMUNI – residenze teatrali in giro per la Lombardia”

sabato 28 novembre ‘09 Compagnia Stabile del Teatro del Popolo
Montedidio
Di Erri De Luca
In poco tempo, a Montedidio, un quartiere di Napoli, un ragazzino di tredici anni si ritrova a crescere per diventare uomo. È bastato compiere tredici anni che subito è stato messo tra gli uomini ad occuparsi di cose adulte. Impara il lavoro, scopre l’amore e il dolore della perdita. Si ritrova solo a fare i conti con la vita. La guarda, la osserva con gli occhi puri di chi ancora non sa, si lascia trasportare dagli eventi per imparare poi a gestirli.

sabato 23 gennaio ‘10 Bottega dei Mestieri Teatrali
A cento passi dal Duomo
Di Giulio Cavalli e Gianni Barbacetto.Con Giulio Cavalli
colpisce l’essenza stessa della mafia al Nord, mettendola a nudo, mostrandone la collusione con la politica e la sua capacità di infiltrarsi nei gangli di potere. Ma la mafia al Nord non rappresenta solo un pericolo per il corretto svolgimento della libera concorrenza…. a Milano e in Lombardia si uccide, come nel profondo sud. Uno spettacolo supportato da dati e documenti per mappare l’attuale situazione, non per creare facile allarmismo, ma per segnalare alla coscienza civile la concreta e reale esistenza di un fenomeno criminale che si muove silenziosamente anche nell’operoso Nord Italia. “una ninna nanna dolce per un risveglio brusco di quella Lombardia che si crede immune dalla mafia”.

Sabato 6 febbraio ’10 Ilinx
Ilinx Machine.  A.T.A. Azienda Traghettatori Anime
Spettacolo per autovettura

La finzione del teatro entra nella realtà, la trasforma. La scena è paesaggio vero e proprio. Artificiale o  naturale che sia. I due parabrezza, i quattro finestrini, sono schermi, occhi che danno sul mondo.
Ma è dentro che succede. Voi, la macchina e la faccenda. La realtà si trasformerà. Trapasserete…
Immaginatevi di essere accompagnati in una macchina.
Immaginatevi di scoprire che siete erroneamente creduti morti.
Immaginatevi la più nobile fra le professioni: i traghettatori di anime.
spettacolo inserito in “LUOGHI COMUNI – residenze teatrali in giro per la Lombardia”

sabato 13 febbraio ‘10 amnesiA vivacE/Circo Bordeaux
Risorgimento Pop
L’Italia non risorge. L’Italia non c’è. La Storia non c’è. Perché è sempre inattendibile, la Storia. Nella
ricostruzione dello storico, come nei ricordi dei testimoni, nelle fiction, come nei romanzi, negli spettacoli. E
allora bisogna prendere tutto con le pinze perché tutto, ahinoi, dev’essere interpretato, aggiornato e
discusso.
Risorgimento pop è uno spettacolo sull’Italia che non c’è, sull’Italia che non sorge, che se è risorta, è
rimorta, uno spettacolo sul Risorgimento, sui quattro padri della patria, Mazzini, Garibaldi, Cavour,
Vittorio Emanuele, e sul suo antipapà, Pio IX. Due attori, risorti e rimorti, immortali cadaveri, soli in scena,
in mancanza di Italia. Per un risorgimento pop.

Venerdì 26 marzo ‘10 Bottega dei Mestieri Teatrali/Napoli Teatro Festival Italia/Next
L’apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe
Di Dario Fo e Franca Rame. Adattamento, regia e interpretazione di Giulio Cavalli
Siamo dinnanzi all’apocalisse più grave di ogni tempo, il disastro ambientale del quale noi stessi siamo responsabili. L’unica via d’uscita sembra essere paradossalmente una catastrofe, che faccia fare al mondo un passo indietro. Giulio Cavalli mette in scena il testo di Fo e Rame aprendolo a contaminazioni diverse e mettendo in moto un singolare teatro d’inchiesta.
Quante volte negli ultimi anni abbiamo sentito parlare di ambiente, ecologia, energie sostenibili e rinnovabili? Quante volte subiamo l’inquinamento nozionistico di teorie e strategie che subito dopo si contraddicono o rimangono oscure? Il teatro può (e forse, deve) raccontare questo nostro rapporto prevaricante con l’energia in modo diretto, semplice ma non banalizzato e, perché no, istruttivo. L’apocalisse rimandata non è un campanello d’allarme (quello è suonato già tempo fa e non cene siamo accorti) ma piuttosto una “riunione condominiale”in teatro per decidere come rimboccarsi le maniche e chi fa cosa.

Venerdì 23 aprile ‘10 Teatro dei Limoni
Hamburger
“…Non si sale sul ring senza un buon motivo, e io ne ho almeno due.
Il primo è la rabbia. Mi scorre nelle vene, lungo le braccia, arriva nei pugni. E’ il mio ossigeno. E’ quello che mangio, che bevo. Non posso farne a meno. Amo stare qua sopra. E’ tutto il mio mondo. Un quadrato di luce e, attorno, il nulla….”
“…Il secondo motivo, invece, è Dante. E’ per colpa sua se sono qui.”
La storia di un ragazzo affetto da Disturbo Esplosivo Intermittente, che sin dall’adolescenza mostra un carattere eccessivamente violento, che lo porterà, dopo una serie di eventi negativi ad affrontare il riformatorio prima ed il carcere poi, fino all’incontro con un terapeuta, che, scoperta la sua patologia lo indirizzerà verso la boxe….”

STAGIONE DI MUSICA 2009/2010
Sabato 7 novembre ’09  Bar Boon Band
Randagi di Cristallo
Musica e poesia con i senza tetto della Stazione Centrale di Milano

sabato 16 gennaio ‘10 Mondorchestra
La mafia non esiste
Musica popolare siciliana

sabato 20 febbraio ‘10 Contrabbanda
Musica senza frontiere
La banda degli ottoni di Milano

Domenica 20 dicembre ‘09
NANNI SVAMPA
50 anni di storia musicale lombarda

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE PER UN TEATRO CIVILE 2009/2010
Giancarlo Caselli
Carlo Lucarelli
Raffaele Cantone e  Antonio Ingroia e Alberto Nobili
“L’etica libera la bellezza” video e incontro con Don Luigi Ciotti
“La santa” video e incontro con Ruben Oliva
Marco Travaglio
Biondani/ Malaguti/ Gerevini “Popolare 4 anni dopo”
Gioacchino  Genchi


BIGLIETTI
intero € 12,00
ridotto *, convenzionato € 8,00
*giovani fino a 25 anni, over 60, studenti con tessera universitaria, gruppi di oltre 10 persone
per gli spettacoli Patate, Scirocco, Ilinx Machine A.T.A ingresso unico € 3,00
per il concerto di Nanni Svampa ingresso unico € 15,00

ABBONAMENTI:
PROSA: n. 5 spettacoli a € 37,50
PROSA IN COPPIA: valido per due persone n. 5 spettacoli a €  70,00
In abbonamento: Montedidio, A 100 passi dal Duomo, Risorgimento pop, L’apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe, Hamburger
N.B. Gli abbonamenti Prosa e Prosa in coppia danno la possibilità di mantenere la propria poltrona anche per gli incontri gratuiti del Centro di documentazione previa prenotazione.     

MUSICA: 3 concerti a € 22,50
(Nanni Svampa FUORI abbonamento)

TEATRO CHE PASSIONE ! Rassegna filodrammatiche: 4 spettacoli a € 30,00

ADOTTA UNA POLTRONA: gli spettacoli di Prosa*, Teatro che passione e Musica a € 97,50
*fuori abbonamento solo Ilinx machine ATA
N.B. con questa formula l’abbonato acquisisce il diritto di disporre delle propria poltrona previa prenotazione anche per tutte le altre manifestazioni organizzate dal Teatro Nebiolo siano esse gratuite o a pagamento.                    

Modalità di prenotazione e orari biglietteria:
prenotazione telefonica :  numero 331 9287538 dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00; nei giorni di spettacolo è possibile effettuare la prenotazione telefonica a partire da 1 ora prima dell’inizio spettacoli.
È possibile effettuare la prenotazione anche via mail all’indirizzo

info@teatronebiolo.org

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

(in questo caso la prenotazione si considera valida solo se viene confermata dalla biglietteria).
Orari biglietteria: da lunedì a venerdì dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 presso gli uffici del teatro ; nei giorni di spettacolo 1 ora prima dell’inizio presso il teatro.

Teatro Nebiolo
Via IV Novembre snc – Tavazzano con Villavesco (LO)

Difendiamo la Paolo Grassi

Giulio Cavalli e Bottega dei Mestieri Teatrali si uniscono al coro di proteste contro il sollevamento di Maurizio Schmidt dal ruolo di direttore della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.

Alleghiamo il comunicato

LUNEDì 7 la Scuola d’arte Drammatica Paolo Grassi di Milano si mobilita.
MOBILITAZIONE DEGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA D’ARTE DRAMMATICA PAOLO GRASSI
Gli allievi della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, riuniti nel Comitato Studenti DifendiamolaPaoloGrassi, si mobiliteranno lunedì 7 settembre 2009 per una manifestazione finalizzata a sostenere pubblicamente la ricandidatura di Maurizio Schmidt alla direzione della Scuola, direttore dal 2007, recentemente sollevato dall’incarico, nonostante il dissenso espresso da allievi e docenti nei confronti di questa dannosa decisione della Fondazione Scuole Civiche di Milano. La mobilitazione avverrà simbolicamente nell’ultima giornata del bando per la nomina di direzione della Paolo Grassi.
La giornata sarà articolata in tre momenti:
– dopo l’incontro alle ore 10 in Piazza XXIV Maggio, i manifestanti si muoveranno fino a via Alzaia Naviglio Grande, davanti alla sede della Fondazione Scuole Civiche di Milano, per formare un primo presidio di protesta animato da performances degli allievi
– alle ore 12 è previsto un secondo presidio di fronte a Palazzo Marino
– infine, a partire dalle ore 17 fino alle 22.00, la Scuola Paolo Grassi (via Salasco, 4) verrà aperta al pubblico per una serie di discussioni, approfondimenti e momenti teatrali. Interverranno alla serata Moni Ovadia, Serena Sinigaglia e Elio De Capitani e molte altre personalità dello spettacolo.
Gli allievi intendono manifestare perché non condividono la scelta, resa pubblica dalla Fondazione soltanto il 20 luglio 2009 con una tempistica ritenuta fortemente inadeguata, di non riconfermare Maurizio Schmidt nel ruolo di direttore della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, interrompendo improvvisamente, e per ragioni che tuttora appaiono poco chiare, un percorso didattico che ha portato a risultati indiscutibilmente positivi, quali una maggiore apertura della Scuola verso altre realtà culturali, lo sviluppo di progetti anche a livello internazionale, la moltiplicazione delle opportunità e degli stimoli offerti agli allievi, la qualità dell’insegnamento di base, la capacità di reperire autonomamente risorse per la realizzazione di progetti. Ciò è testimoniato, oltre che dai fatti, anche dalle numerosissime dichiarazioni di solidarietà ricevute da parte di alcuni dei maggiori esponenti del panorama teatrale milanese ed italiano, tra cui Sergio Escobar, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Siro Ferrone, Serena Sinigaglia, Emma Dante, Paolo Rossi, Pamela Villoresi, Toni Servillo, Danio Manfredini e moltissimi altri.
Ciò che preoccupa in modo particolare gli allievi, oltre al fatto che nel corso dell’anno scolastico che sta per iniziare si risentirà in maniera grave della ristrettezza dei tempi entro i quali un nuovo eventuale direttore si troverà ad agire, è che NON CI SIANO PER LA SCUOLA GARANZIE DI AUTONOMIA DIDATTICA E PROGETTUALE, che il divario tra gli organi direttivi della fondazione e chi ogni giorno lavora con passione ed impegno all’interno della scuola stia diventando incolmabile e che la Paolo Grassi si trovi continuamente a subire DECISIONI CALATE DALL’ALTO.
Abbiamo la necessità di ottenere l’attenzione del Comune, unico socio della Fondazione SCM, del nuovo Consiglio d’Indirizzo della Fondazione (appena nominato e non responsabile della decisione presa dal precedente Consiglio) e dell’opinione pubblica, sperando si possa rimediare al più presto a questo errore.
Inoltre riteniamo che la penalizzazione ed il ridimensionamento di ciò che meriterebbe invece ulteriori sviluppi e riconoscimenti, la mancanza di garanzie, la sensazione che spesso sia impossibile influire su decisioni calate dall’alto, sono problemi che accomunano la Paolo Grassi a tante altre realtà culturali ma non solo, e che non devono per nessun motivo passare inosservati. Questo è il motivo per cui abbiamo scelto di fare delle azioni pubbliche e di rivolgersi alla Città.
IL COMITATO STUDENTI DIFENDIAMOLAPAOLOGRASSI

Un breve e fondamentale riassunto sulla difficile situazione in cui si trova la Paolo Grassi
Maurizio Schmidt è stato direttore di questa scuola dall’autunno 2007 al 31 agosto di quest’anno. Negli anni della sua direzione, la scuola ha acquistato un indiscusso prestigio a livello nazionale ed internazionale, tornando ad essere un polo culturale attivo nella città di Milano e aperto al confronto con il sistema teatrale italiano. Questa nuova linea didattica, già avviata dal precedente direttore Massimo Navone, ha giovato soprattutto agli studenti, che hanno avuto modo di fruire di una pedagogia teatrale attiva che ha incoraggiato lo scambio tra i corsi presenti all’interno della scuola, peculiarità che la differenzia dalle altre scuole teatrali italiane.
Il giorno 20 luglio l’allora direttore ha ricevuto dagli organi della Fondazione Scuole Civiche di Milano la comunicazione dell’interruzione del rapporto di lavoro. Questa scelta ha portato all’interruzione del progetto didattico che avrebbe visto in quest’anno il suo momento conclusivo e la sua verifica, attraverso attività già programmate e collaborazioni ora a rischio.
Questa scelta della Fondazione incarna la volontà di limitare la libertà d’azione della scuola e livellare verso il basso il suo spessore culturale. Il giorno 23 luglio insegnanti e studenti della scuola si sono riuniti in un’affollata riunione durante la quale sono stati redatti due comunicati stampa hanno riscosso il consenso di gran parte della scena teatrale milanese (Sergio Escobar, Paolo Rossi, Elio De Capitani) e non solo (Emma Dante, Moni Ovadia e altri). La Fondazione SCM ha deciso che la selezione del prossimo direttore avverrà tramite un bando, dalle tempistiche assolutamente inadeguate, in quanto ostacola ogni possibile continuità tra la direzione uscente e la nuova direzione
Inoltre l’unica persona che ha ufficializzato la propria candidatura, Gaetano Sansone, che per altro già collabora con la Fondazione, è stato nominato dal Direttore Vicario della Fondazione Anna Fellegara responsabile delle attività didattiche per questo periodo, evidenziando una delle tante anomalie di questo organo (il bando scade il 7 settembre e il candidato alla direzione Gaetano Sansone è entrato a in questo modo all’interno della Paolo Grassi il 1 settembre). La stessa Fellegara, oltre ad essere il Direttore Vicario della Fondazione Scuole Civiche di Milano, è in questo momento anche direttore ad interim della Scuola Paolo Grassi fino alla nomina del nuovo direttore
Un’altra forte preoccupazione che riguarda il futuro della Grassi è l’assoluta incertezza riguardo alla prossima direzione per quanto riguarda la capacità di reperimento di risorse economiche. Sotto la Direzione di Maurizio Schmidt sono stati reperiti più di 700.000 euro da privati, fondazioni ed enti pubblici, in conformità con quanto prevede lo statuto di una Fondazione nata come Fondazione di Partecipazione. Questo è avvenuto grazie al prestigioso lavoro svolto da Mimma Gallina e dall’Ufficio Innovazione e Sviluppo da lei creato e diretto per collaborare con la Direzione di Maurizio Schmidt. Queste importanti risorse hanno permesso in questi due anni di portare avanti rapporti di collaborazioni internazionali, progetti speciali e un’elevata qualità dell’ insegnamento, reagendo così ai tagli del Comune di Milano, unico socio della Fondazione di Partecipazione Scuole Civiche di Milano, con una formula di autofinanziamento dei progetti.
Info:cliccare qui per collegarsi al sito della “Paolo Grassi”

Calabria Ora intervista Giulio Cavalli

Il suo fortino è nei pressi di Lodi. La sua arma è il teatro. I suoi nemici i camorristi, i mafiosi, gli ’ndranghetisti. Il suo asso nella manica è l’umorismo. Quando parli con Giulio Cavalli sembra di parlare con un «marziano». E un marziano in qualche modo lo è.
Nato a Milano nel 1977, regista e attore, Cavalli fonda nel 2001 a Lodi la “Bottega dei mestieri teatrali”. Dopo aver raccontato la strage dell’aeroporto di Linate, dove morirono 118 persone, e la vicenda di Carlo Giuliani, si è messo in testa di raccontare la criminalità organizzata. Quella che al Nord non spara. Ma pulisce soldi. Fa affari. Mette mano nell’Expo 2015. Insomma, conquista. In silenzio. E così, quasi echeggiando le lotte di Peppino Impastato, a ottobre porterà in scena “A cento passi dal Duomo”.
Cavalli, con lo spettacolo “Do ut des”, coprodotto dai Comuni di Lodi e Gela, con la collaborazione del centro di documentazione “Giuseppe Impastato”, lei ironizzava sui riti mafiosi. Perché questa scelta?
«Per due semplici motivi. Innanzitutto l’onore di cui i mafiosi parlano tanto non è vero onore, ma solo paura. Ed è con quella che si fanno rispettare. Io voglio far passare il messaggio che noi non abbiamo timore di loro. Anzi, che ci fanno ridere. E ridendo arriviamo alla seconda conclusione. Non ci troviamo di fronte a eroi negativi come ce li dipingono le fiction televisive. Sono degli uomini, piccoli, piccolissimi. Come Provenzano. Che mangiava ricotta e cicoria. Che aveva problemi di prostata. E io mi chiedo come questi tipi tengano sotto scacco un intero Paese. O c’è qualcos’altro sotto sotto?».
Lei ha subìto delle intimidazioni. Le hanno imbrattato i muri del suo teatro a Tavazzano con Villanesco, nel lodigiano.
«Sinceramente, non amo parlarne molto. Nella lotta alla mafia non ci vogliono eroi solitari, ma l’impegno di tutti, come diceva Giovanni Falcone. Io mando dei segnali artistici e loro, diciamo, mi hanno risposto con dei segnali. Banali. Com’è loro consuetudine. Ma a me fanno paura altre cose»
Cioè?
«Che si crei una sorta di voyarismo. Io vivo sotto tutela delle forze dell’ordine. Ma non per questo le mie parole devono pesare di più».
Ma parlare, scrivere di mafia è così difficile a Milano?
«Qui ogni inchiesta su Cosa Nostra e sulla ’ndrangheta è un vero e proprio atto di svelamento. Senza contare che sempre più spesso ci dobbiamo scontrare con il negazionismo. Vedi il caso di Buccinasco. Una specialità milanese, mi verrebbe da dire».
Sta dicendo che sull’antimafia la Calabria è più avanti rispetto alla Lombardia?
«Assolutamente sì. Voi avete imparato l’antimafia. Avete giornalisti coraggiosi che ogni giorno fanno nomi e cognomi, non filosofia. Avete giovani. Avete tanta gente onesta. Noi dobbiamo imparare molto da voi. Lasciamo perdere quell’area di supponenza che il Nord ha nei confronti del Sud».
In questo c’entra qualcosa anche la Lega Nord?
«Beh, la Lega ha contribuito all’autoincoronazione come se qui abitasse la razza ariana. È anche vero, però, che il problema è generalizzato».
Un giudizio impietoso il suo.
«Come tutti sanno la ‘ndrangheta, che è l’organizzazione più pericolosa in Lombardia, vive di segnali. E le ’ndrine al Nord crescono tranquille grazie al concime dell’indifferenza. Una colpa grave per cui pagheranno i nostri figli, i nostri nipoti. Dobbiamo vergognarcene. Ci sentiamo immuni dalle infiltrazioni della criminalità organizzata non per ignoranza ma per presunzione».
In “A cento passi dal Duomo” lei parlerà anche di Expo 2015. Il grido che arriva da forze dell’ordine e magistrati è che l’occasione sia ghiotta per i clan calabresi. Dal suo osservatorio di artista come vede e vive tutto questo?
«(Ride) Guardi, siamo di fronte a una scenetta comica. La politica boccia la commissione Antimafia al Comune di Milano perché, questa la motivazione, a indagare ci devono pensare i magistrati. Peccato che c’è un procuratore antimafia, Enzo Macrì, persona seria e preparata che da anni studia la mafia, che non sa più come dire che bisogna svegliarsi, che siamo di fronte a un rischio serissimo».
Che cosa si prefigge con questo spettacolo?
«Premetto che l’ho scritto con Gianni Barbacetto. Racconto gli ultimi trent’anni di crimine organizzato a Milano. E voglio suggerire al pubblico che deve essere la politica a combattere la mafia. Da Momo Piromalli di ieri ai Barbaro, ai Piromalli, ai Bellocco di oggi le ’ndrine stanno investendo in Lombardia. Qui non si spara. Qui i conti correnti e le partite Iva sono pulitissimi, al di fuori di ogni sospetto. Qui ci si inabissa. Aspettando l’Expo.
Ma chi glielo fa fare?
«Siamo una nazione e i problemi sono nazionali. La mafia sta inquinando come un cancro non solo le città del Sud, ma il tessuto intero del Paese. Io confido nelle persone oneste. Che sono tante».

Agostino Riitano

L’ARTICOLO QUI

Quattro chiacchiere con… Giulio Cavalli, il “giullare” sotto scorta

lucarinaldi.blogspot.com

Prima intervista della rubrica “Quattro chiacchiere con…”, dove si intervisteranno nel corso del tempo alcune personalità, non scelte a caso. Proprio l’inaugurazione è dedicata ad un personaggio, un attore, regista, sceneggiatore di teatro: Giulio Cavalli, che ringrazio per la grande disponibilità dimostrata. Giulio non è una personalità scelta casualmente per inaugurare questa rubrica, che spero apprezzerete, tutt’altro.

Lo vidi all’opera la prima volta non molto tempo fa, solo questa estate, mentre portava in giro per l’Italia il suo spettacolo, scritto con Gianni Barbacetto “A cento passi dal duomo”, un bellissimo, ma soprattutto forte, spettacolo sulle infiltrazioni mafiose nel nord Italia. Il teatro di Cavalli è proprio questo: narrazione civile, un teatro spesso scomodo, che si mostra però come una delle forme forti di denuncia sociale: Cavalli tiene vive, tramite il suo teatro, pagine importanti della storia recente che non vanno dimenticate, dato che, e qui prendo spunto da un altro pezzo di teatro civile, “Promemoria” di Marco Travaglio, “la storia è maestra, ma nessuno impara mai niente”.

Oggi Giulio Cavalli, a seguito di alcune minacce da parte di mafiosi, dopo aver portato in scena il suo spettacolo “Do ut Des”, vive sotto scorta, un segno forte come le mafie debbano essere innanzitutto combattute con la cultura e la conoscenza del fenomeno, che ancora oggi manca alla maggioranza degli italiani.

Ecco l’intervista:

Domanda: Giulio, da quanto vive sotto scorta e qual’è stata la rappresentazione che ha cominciato a far paura a qualcuno?

Risposta: La vicenda è cominciata in una climax ascendente dal 2006. In quel periodo insieme a Rosario Crocetta, Antonio Ingroia, Giovanni Impastato e molti altri avevamo deciso che era il momento di riprendere in mano la lezione di Peppino Impastato e “disonorare” Cosa Nostra mettendone a nudo le bassezze morali e la comicità dei limiti medievali di riti e boss. Disonorarli, per noi, era una questione di onore. Un modo per ribellarsi ad un racket culturale di eroicità negativa di individui che una certa televisione ci proietta come “astuti geni del male” e invece si rivelano infimi nella loro bassezza. Ridere di mafia significava urlare forte che “il re è nudo” e, di conseguenza, che difficilmente questi personaggi avrebbero potuto tenere sotto scacco una nazione senza l’aiuto dei colletti bianchi e di alcuni pezzi della politica.

D: Da dove arriva la scelta di fare “teatro civile”?

R: Non è una scelta. Piuttosto un’esigenza. Il rispetto per il privilegio di avere un pubblico disposto ad ascoltarti e che si merita quelle storie che in altri campi (giornali, tv) emergono con difficoltà. Ammetto che l’etichetta “teatro civile” mi lascia però molto perplesso. Tutta la cultura è civile nel momento in cui professa un ideale, lo argomenta, ne traccia le linee e lo veste con gli abiti della bellezza.

D: Crede che la sua storia sia una dimostrazione di come il teatro e l’arte in generale, possa ancora influire a livello sociale e di come la mafia, oltre che con la legge, vada combattuta anche con la cultura?

R: Come dice Don Luigi Ciotti “l’etica libera la bellezza”. Finchè sfideremo le criminalità organizzate (anche) con l’arma bianca della cultura sveleremo la deriva culturale che a loro appartiene e scalfiremo la loro credibilità.

D: In “A cento passi dal duomo” cita molti personaggi del panorama politico milanese. Ha mai avuto rimostranze o minacce da parte di questi?

R: Le minacce sono gli effetti. Io peroro cause. Le minacce le trovo banali, noiose, nemmeno meritevoli di essere accennate. Comunque tutti i miei copioni nascono da sentenze di tribunali e quindi sono opinabili ma difficilmente smentibili.

D: La mafia al nord, come ricorda anche nel suo spettacolo, per molti è un argomento pretestuoso per infangare il buon nome della Lombardia e di Milano. Analogo discorso veniva fatto trent’anni fa in Sicilia dai sindaci, e ad oggi, tutta Italia conosce la situazione dell’isola. Crede che a Milano si possa mandare un chiaro messaggio sui pericoli di queste infiltrazioni o vede la popolazione del nord cieca e sorda a questi appelli?

R: A Milano bisogna mandare un messaggio forte. Una regione che continua a sfilare presuntuosa credendosi immune è una regione già pronta per essere presto malata terminale. La questione della pulizia del buon nome di una regione è un barricarsi barbaro e insensato. Non saranno i ciechi irriducibili dell’onorabilità di un marchio a salvare il nord. Il negazionismo lo pagheremo quando il cancro sarà ormai una metastasi che non si potrà più nascondere. E allora l’irresponsabilità della politica la sconteranno i nostri figli.

D: Cosa differenzia la mafia del sud da quella del nord?

R: Al nord hanno l’abito buono delle organizzazioni economiche. Profumano di partite iva e eleganza, stanno nel riciclaggio in cravatta e nella cocaina del dopo aperitivo di certa borghesia. Ma l’odore è lo stesso; quello peloso della prevaricazione e della bava dell’illegalità.

D: Il Giulio Cavalli del futuro a quali spettacoli sta pensando?

R: Sto scrivendo un libro, ci tengo molto. È il diario impersonale di un viaggio continuo tra storie, sopravvissuti e sopravviventi.” A 100 passi dal Duomo” ad ottobre debutterà a Milano al Teatro della Cooperativa nella sua dimensione scenica definitiva. Poi ho l’onore di raccontare in tournè il testo datomi da Dario Fo “L’Apocalisse Rimandata” su politica e ambiente. Continuo a non dimenticare l’incidente di Linate e la pedofilia con altri miei spettacoli. In più sto preparando un progetto di legalità “resistente” sul territorio. Non mi annoio.

D: E il lavoro teatrale sul processo Andreotti scritto con lo scrittore Carlo Lucarelli?

R: È un fiore che stiamo allevando con cura e che tra poco sarà pronto per sbocciare. È la storia di uno stato che si infiltra nella mafia e di una sentenza dimenticata. Cose incredibilmente fantasiose se non fosse che sono vere.

http://lucarinaldi.blogspot.com/2009/09/quattro-chiacchiere-con-giulio-cavalli.html#ixzz0QEteD9SD

Salvo Vitale e la sincerità per niente smemorata

Tipologie dell’antimafia

di Salvo Vitale – 3 settembre 2009
Ci sono vari tipi di antimafia: mi soffermo su alcuni:

1) L’antimafia di facciata, è la più diffusa: manifestazioni formali, commemorazioni in occasione di ricorrenze (nascite, morti, partecipazione ad eventi, intestazioni di strade, convegni ecc.). E’ l’antimafia tutto fumo e niente arrosto, nel senso che basta impegnare pochi soldi (amplificazione, locale, spese di viaggio e di soggiorno per i relatori per promuovere l’immagine di un’amministrazione seriamente impegnata in questo campo, attraverso la diffusione della notizia sul giornale o in tv. Qualche presenza del politico di turno assicura più visibilità e più parole inutili. I risultati d queste attività sono pressocché nulli se non rafforzati da momenti di riflessione e da azioni d’intervento sul territorio. Da questa antimafia i mafiosi non si sentono disturbati, anzi condividono o promuovono la partecipazione di loro simpatizzanti alle iniziative, onde avere un alibi.

2) L’antimafia talebana: è quella di chi vede mafia e interessi mafiosi dappertutto, quella di chi su un saluto, su una parentela, su una frase avulsa dal suo contesto, scopre collusioni mafiose con i politici, loschi affari che nascondono chissà quali oscure trame. Si mettono assieme le più disparate notizie che possono avere una qualche connessione, per elaborare analisi indimostrabili, utili comunque a gettar fango sul proprio avversario politico o sul proprio nemico personale. Molti personaggi di primo piano, soprattutto a sinistra, hanno fatto parte di questa antimafia, finendo con il generalizzare in un unico calderone categorie sociali e persone che nulla avevano a che fare con la mafia. Personalmente ritengo di essere appartenuto anche io, in altri tempi, a questa categoria, quando, ai tempi di Peppino Impastato, ritenevo che “Scudo crociato- mafia di stato” o che ” D,C.+P.C.I= mafia”. C’erano allora certamente molti mafiosi nelle D.C. così come ora nell’UDC e nel PDL, alcuni anche nel PD, senza per questo dover concludere che tutti quelli che fanno politica sono mafiosi o collusi. “Se tutto è mafia niente è mafia”, diceva Sciascia. E questa sorta di smania di trovare “connessioni mafiose” dovunque, ricorda per certi aspetti l’integralismo dei talebani afghani. Quindi due tipi di “talebaneria”: quella sincera e radicale, chiusa in una completa intolleranza e nel rifiuto totale del sistema, quella che utilizza o strumentalizza presunte collusioni come mezzi utili a qualche strategia politica. E qua passiamo già alla successiva tipologia,

3) L’antimafia strumentale: l’uso dell’antimafia come strumento per far carriera. Sciascia, a suo tempo, bollò come “professionisti dell’antimafia” anche Falcone e Borsellino, accorgendosi, solo molto più tardi e dopo la loro morte, di avere sbagliato bersaglio. Per un magistrato che cura particolari inchieste, è facile costruire una cornice in cui l’impegno personale si media con la carriera professionale. Anche il politico può servirsi di quest’arma con intelligenza, favorendo le associazioni antimafia, assegnando loro beni confiscati, plaudendo alle operazioni delle forze dell’ordine quando smantellano organizzazioni malavitose presenti sul proprio territorio, o esprimendo solidarietà nel caso di attentati. Sull’esistenza di un autentica volontà antimafia si può avanzare qualche dubbio, anche se non mancano risultati eclatanti.

4) L’antimafia passiva, che comprende una “maggioranza silenziosa”, ostile alle prepotenze, desiderosa di vedere l’alba di una nuova Sicilia, ma che sopporta tutto e si adatta al sistema per mancanza di coraggio. “Pi amuri di la paci ognunu taci- e supporta la mafia in santa paci” , cantava Otello Profazio. Difficile catalogare come antimafia questa forma di accettazione passiva, specie quando è determinata dall’idea che nulla cambia o potrà cambiare l’attuale assetto di vita: non c’è miglior terreno di cultura della mafia che la conservazione dello stato di cose che ne costituisce il naturale brodo di coltura. Un passaggio più avanzato è l’accettazione determinata dalla paura: a nessuno piace subire la violenza, assoggettarsi al pagamenti del pizzo per evitare ritorsioni che possono arrivare alla rovina di un’attività. Lamentarsi non basta, ma c’è già qualche luce di ribellione, o comunque, di presa di distanza.

5)
Più consistenza ha l’antimafia militante, cioè quella di coloro che dedicano il proprio tempo e la propria vita a lavorare per l’eliminazione di questo triste fenomeno del sottosviluppo meridionale: quella di coloro che vanno nelle scuole, che scrivono inchieste coraggiose su alcuni giornali, che creano associazioni e promuovono iniziative di formazione e di lotta, anche spontanee, contro chi usa il potere per ricattare la gente impedendole di scegliere liberamente il proprio futuro. E l’antimafia di amministratori che si attivano per utilizzare i terreni confiscati ai mafiosi, quella dei docenti che elaborano progetti di educazione alla legalità ( non sempre efficaci), quella dei pochi giornalisti pronti a rendere note le collusioni con la politica e i giri d’affari illegali, mentre gran parte dei loro colleghi preferiscono scaldare le sedie con inutili servizi sulle vacanze, sui prezzi, sull’enalotto, sui meriti e i miracoli del loro padrone e dei suoi amici, ecc.

Tratto da: corleonedialogos.blogspot.com