Vai al contenuto

Un impegno: odontoiatria nel programma sanitario regionale in Lombardia

odontoiatria2Sono le cose semplici che si possono fare e si devono fare: inserire l’odontoiatria nel programma sanitario regionale significa bilanciare un campo dove solo il 5% è pubblico e soprattutto elaborare una una proposta che contenga questo settore che parta dalla prevenzione fino alla impiantologia sarebbe di grande importanza, considerando il fatto che i notevoli costi dei privati fanno sì che molti abbandonano l’idea di iniziare un percorso sanitario in questo settore.

Un impegno preciso. Un mio impegno.

Azzardare sul gioco d’azzardo

scritto per Il Fatto Quotidiano

The GamblerSecondo le statistiche pubblicata da Agicos per il periodo compreso tra il gennaio e l’ottobre del 2012, cresce in Italia il volume del gioco d’azzardo. Maggiore la ricchezza ridistribuita ai giocatori, passata da 62 a 70,2 miliardi di euro, mentre scendono di quattro punti percentuali i guadagni dello Stato, ma in aumento anche il numero delle giocate. Un incremento del 450% che porta l’Italia ad essere la seconda Nazione in Europa, seconda solo all’Inghilterra, per la diffusione del gioco d’azzardo: 80 miliardi di euro il giro d’affari, praticamente il 4% del Pil del nostro paese.

In tempo di campagna elettorale e di recessione, la cifra non può fare che gola ai politici, che intendono rendere il gioco d’azzardo, a quanto pare, la nuova ricetta per salvare l’Italia dalla crisi. Così le proposte sono delle più varie, soprattutto per l’apertura di nuovi casinò terrestri, che dovrebbero recuperare interi territori dal degrado economico e creare nuovi posti di lavoro. Tra questi vi è Doriana Licata, la candidata che vuole in casinò in Sicilia, esponente del “Partito dei Siciliani” che va in giro per i comizi elettorali discutendo di questa proposta, già bella che confezionata, punto per punto. Ma la Licata non è l’unica, anche la giunta comunale di Taormina è da settimane che ragiona sulla possibilità di aprire una casa da gioco in città, e prima ancora erano stati tre membri della Lega, in piena estate 2012, a proporre la riapertura dello storico Casino di San Pellegrino Terme.

Questa politica è quindi apartitica, spinta sia della destra che dalla sinistra, e sopratutto anche dal governo Monti, che proprio poco prima di rimandare gli italiani alle urne, ha deciso bene di provvedere al rilascio di 1000 nuove licenze per l’apertura di nuove agenzie di scommesse. Ora c’è da chiedersi se il nostro Paese non abbia alcuna altra specificità da sfruttare per rinascere, e se il gioco d’azzardo sia davvero l’ultima possibilità che ci resta. Soprattutto a fronte del pericolo che queste attività possono ingenerare sul territorio, considerando che sono nel mirino della criminalità organizzata. In questo senso le criticità del territorio siciliano, dovrebbero forse spingere a riflettere di più su questo tipo di proposte.

Che ne è poi della ludopatia? La nuova piaga sociale che fiacca il nostro paese e che addirittura il ministro Renato Balduzzi ha inserito nella lista delle malattie curabili presso le Asl? I dati sono sempre più allarmanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che il 3% della popolazione sarebbe ludopatica. Solo di recente la Caritas di Milano ha condotto un’indagine in merito: il 58% degli addetti ai centri d’ascolto ha avvertito la sensazione si aver parlato con un ludopatico, mentre il 48% ne ha avuto la piena certezza. Il comune in questi giorni ha deciso, per provare a limitare i danni, di chiudere le case da gioco entro l’una di notte.

Ancora i dati sono allarmanti un po’ ovunque in Italia. In Liguria per esempio si aprono al gioco d’azzardo i giovanissimi: nella fascia d’età tra i 10 e i 19 anni almeno 4 su 10 hanno provato una vota. In Piemonte, invece, si è scelti i casi più documentati, i ludopatici curati presso i Sert della Regione sono passati da 250 a più di 1000, tra il 2004 e il 2012. Basterà pubblicizzare il gioco d’azzardo in televisione, facendo seguire velocemente la frase “giocate responsabilmente”?

Attaccare bottone: la campagna cardiaca d’inverno in Lombardia

E’ uno spostamento di battiti, una campagna elettorale. Uno spostamento di fibre e sensibilità attraverso le storie che chiedono di essere abbracciate in un progetto che possa essere credibile, potabile e che profumi di speranza. Giro molto in questi giorni, inauguro le sezioni di SEL che in tempi di apolitica, antipolitica e sofisticati civismi suonano come avamposti fatti di persone e cose, terminali tattili di una voglia di concretizzare.

Ieri ho partecipato all’inaugurazione della sede SEL di Novate: l’apprensione di un varo preparato con il garbo antico delle vecchie sezioni di partito coccolate come la stanza in più della casa di tutti. Ogni volta che mi capita di stare in mezzo alla voglia di tenere le redini di un ideale mi commuovo. Sarò uno stupido idealista, anch’io, o forse uno spericolato sognatore che non riesce a sostenere l’umanità di quelle persone che ieri hanno speso il pomeriggio a rendere quella stanza (finalmente diventata sede) apparecchiata e pettinata per la festa. Ogni volta che vengo indicato come padrino di un battesimo del genere sento la responsabilità di essere all’altezza dei nostri e dei loro sogni e di questa faticosa costruzione di una chiave di lettura collettiva della Lombardia che in fondo ci immaginiamo così forte da farci sanguinare il naso. C’erano anche dei ragazzi che suonavano, ieri, ranicchiati in un angolo della stanza e ascoltati con la riverenza che si riserva alla musica delle celebrazioni. Io non so se sono troppo fortunato o ingenuo ma in un momento esatto del pomeriggio ho pensato che non possa essere irrealizzabile una volontà così fiera di essere così umana. Nonostante i proclami della Lega, i calcoli da scrivania delle segreterie e i balbettamenti di questo inverno che stringe sulla campagna elettorale. Ci siamo augurati tutti che si riesca a farsi carico del significato dietro quell’apertura. Di questo lavorare capillare. Di questi circoli, sedi e compagni che sono i capillari che chiedono a noi eletti (e eleggibili) di essere le arterie che li tengano in flusso costante con il cuore di una politica che tenga la barra diritta e che nei nostri valori fondamentali accetti solo mediazioni al rialzo. Ci siamo augurati che non fosse una sede con l’aria greve e museale ma fosse un ambulatori di caos vitale e virale che spezzi le catene di questo ripetere continuo che “non c’è alternativa”, che sono tempi di cicuta necessaria e amara. Pensiamo ad una Sinistra che sia la sentinella che veglia con impegno, serietà e professionalità sui valori che non sono storia ma programma.

E’ una campagna cardiaca, quella che si srotola in questi giorni in Lombardia. Fatta con il cuore di chi osa per davvero nel pensare ad una regione che parta dall’eccellenza dei lombardi, questa sì, che è stata tarpata da una classe dirigente nemmeno all’altezza dell’etica e della responsabilità del buon padre di famiglia richiesta ai politici nella nostra Costituzione. Una Lombardia che non dica sempre no ma che ponga le domande giuste: quante tangenziali e autostrade avremmo costruito vietando il cambio di destinazione dei terreni circostanti e immaginando piuttosto l’obbligo di zone boschive per abbattere l’inquinamento, sarebbero le stesse? Quanto dobbiamo aspettare ancora per avere risposte chiare su ipermercati costruiti troppo vicini per avere abbastanza clienti da sostenersi, a chi giovano? Quanto impegno dovremo mettere per raccontare che l’eccellenza degli ospedali privati è tutta nel personale medico e nei contributi a disposizione piuttosto che negli sciagurati consigli di amministrazione? Quanto abbiamo chiarito che la dignità passa per forza dal lavoro, lavoro, lavoro?

C’è già una Lombardia che fa bene. Facciamola insieme.

 

 

 

Alberto, i libri e “LePubblicAzioni”

560286_502221086473537_459028606_nQuesta è una comunicazione di servizio, forse parapubblicitaria, di amichevole informazione e di letteratura. Per questo mi ci applico.

Alberto Ibba è un amico ma, soprattutto, è la prima persona che ha cresciuto insieme a me il mio primo libro: quando Nomi Cognomi e Infami era solo un’idea che stava ferma in gola ad una penna, Alberto, Maddalena e gli altri (che ai tempi erano la spina dorsale di Verdenero) hanno preso gli arnesi del mestiere e l’hanno fatto diventare libro.

Oggi Alberto (e Maddalena e altri) ha aperto un network editoriale, Le Pubblicazioni, che è il volo spericolato di chi crede che la crisi delle parole e dell’editoria sia un male curabile e da sfidare con cuore, lavoro, professionismo e fantasia. Oggi Le Pubblicazioni e Alberto sono la mia agenzia letteraria che mi ha caricato sulla loro scialuppa. Ho sempre amato perseguire sogni con coerenza e cuore, e oggi sono lì con loro. Se volete seguirli qui c’è la loro pagina facebook oppure dal vivo c’è la nuova Libreria Shake-Interno4 in Vicolo Calusca 10/f a Milano.

Fateci un salto. Ne vale la pena.

Maroni? Da vent’anni dice anche che la Padania è realizzabile

Schermata 2013-02-09 alle 00.46.47Per la corsa al Pirellone è testa a testa tra Maroni ed Ambrosoli. Almeno secondo Giulio Cavalli, consigliere regionale in Lombardia con Sel e candidato con la coalizione di centrosinistra. Sulla campagna elettorale si dice ottimista e deciso a puntare su temi concreti: “Dobbiamo segnare una discontinuità dal formigonismo”. La proposta di Maroni di trattenere il 75% delle tasse in Lombardia? “Un paradosso – dice Cavalli -, in altre parole propone di trasformarci in una Regione a statuto speciale, proprio la Lega che ha sempre mal sopportato le Regioni a statuto speciale”. E sull’inchiesta della magistratura relativa ai rimborsi elettorali, che nelle ultime settimane, dopo Pdl e Lega, ha visto coinvolti anche esponenti del Pd, Idv e Sel si dice però sereno: “Io non sono indagato e mi risulta difficile pensare che quei fondi siano stati utilizzati per scopi non politici da parte del mio gruppo consiliare. Esiste, però, una questione giuridica e una questione di opportunità. E il centrosinistra in Lombardia è stato certamente inopportuno”.

Pubblica o privata la sanità è malata

Per risanare i conti pubblici non bastano i tagli, bisogna anche capire quanti soldi si sprecano. Perché i bilanci dello Stato spesso sembrano un serbatoio pieno di buchi: più acqua si versa, più ne esce. La Guardia di Finanza adesso sta cercando di cambiare strategia: oltre a potenziare le operazioni per combattere l’evasione fiscale, e quindi trovare altre risorse per le istituzioni, con il nuovo anno si punta a migliorare il controllo all’emorragia di denaro ai danni della collettività.

Va letto Gianluca Di Feo per entrare nel merito delle cose. Anche e soprattutto qui in Lombardia.

SAN RAFFAELE: SI' AL CONCORDATO. LA PROCURA CHIUDE LE INDAGINI-FOTO ARCHIVIO

Il colpo d’ala

Schermata 2013-02-08 alle 17.25.55La mia intervista per Affari Italiani:

di Fabio Massa

Giulio Cavalli, attore antimafia e consigliere regionale di Sel, sceglie Affaritaliani.it per lanciare un messaggio forte al suo candidato, Umberto Ambrosoli: “Invece di andare dietro a montiani disgiunti, sarebbe il caso di raccontare che un’alternativa alla Lombardia che c’è stata è assolutamente possibile. Nel momento in cui noi accontentiamo i montiani, avendo noi una opinione completamente diversa, forse c’è qualche problema a livello di comunicazione. Bisogna avere il coraggio una volta per tutte di dichiararsi di parte”. E sulle indagini dei rimborsi…

Giulio Cavalli, iniziamo dai sondaggi. Di fatto pare che Ambrosoli non sfondi. In tempi non sospetti lei chiese un forte cambio di passo. E’ stato fatto?
Io credo che la campagna elettorale sino a questo momento abbia fatto fatica a far emergere i contenuti. Maroni, lo vediamo tutti, è bravo a far emergere le spigolosità giuste per solleticare lo stomaco degli elettori. Il segnale che dobbiamo dare noi è un segnale di discontinuità. Una cosa che Maroni non può fare semplicemente perché  volente o dolente o nolente ha alle spalle Formigoni. Piuttosto che parlare di alleanze elettorali dobbiamo essere discontinui.

A proposito di alleanze, si parla di voto disgiunto.
Appunto, invece di andare dietro a montiani disgiunti, sarebbe il caso di raccontare che un’alternativa alla Lombardia che c’è stata è assolutamente possibile. La seconda cosa: è anche il caso di dire che l’eccellenza lombarda esiste. Ma che è l’eccellenza dei lombardi. Non dei politici. La nostra proposta si propone di riconoscere la proposta dei lombardi e di governarla con formule virtuose.

Il suo partito, Sel, è – secondo i sondaggi – al 2,8% o 3 per cento. In questo modo su Milano passa un consigliere solo: c’è una competizione interna…
Il mio interesse è fare vincere Ambrosoli. E mi auguro che tutti i partiti della coalizione non cerchino di lucrare sulla propria linea di galleggiamento ma che cerchino di far cambiare davvero questa Regione. Questa è un’occasione unica. Sel farà il suo compito: non credo che finiremo con quella percentuale. Conterà il fatto che i richiami ad Ambrosoli a giocare sulla fascia sinistra saranno rilevanti. Noi abbiamo dalla nostra parte qualcosa della quale vado fiero: nel momento in cui tutti dicono che fare il consigliere regionale è quasi un’onta, io sono molto fiero di aver lavorato nel gruppo Sel…

Anche perché lei, per la questione dei rimborsi, non è indagato. A differenza della sua capogruppo Chiara Cremonesi.
Io non sono indagato. E questa cosa voglio dirla con forza. Per quanto riguarda le indagini, spero che quanto prima ci venga detto chi è stato rinviato a giudizio e chi no, per evitare il gioco di “tutti uguali”. Non lo siamo.

C’è un’altra polemica su Sel: pare che il vostro partito sia al top nella classifica poco onorevole dell’affisione dei manifesti abusivi in città.
Io credo che la questione dell’affissione dei manifesti sia stata presa molto sottogamba in tutti questi ultimi anni, e in generale. Gli elettori non hanno attenzione per quello che c’è nei manifesti, ma per notare l’irregolarità dell’affissione. Io sto aspettando che siano sorteggiati gli spazi per affiggere i miei.

Albertini pare molto in difficoltà: i suoi iniziano a dire di votare Ambrosoli. Per voi è un plus o un handicap?
Nel momento in cui noi accontentiamo i montiani, avendo noi una opinione completamente diversa, forse c’è qualche problema a livello di comunicazione. Bisogna avere il coraggio una volta per tutte di dichiararsi di parte. Questo è il segnale di discontinuità. Anche perché in Lombardia stanno nascendo nuove figure mitologiche, dopo gli unicorni ci sono i moderati. Di persona non se ne incontra uno, a dire la verità. La mia campagna è “Ostinatamente smoderato”, il concetto mi sembra chiaro. Piuttosto che inseguire le percentuali ridicole dei montiani, bisogna pensare a tutti quelli che non hanno intenzione di votare. Meglio inseguire gli astenuti piuttosto dei montiani. Anche perché tra unicorni e montiani, qualche astenuto lo conosco.

@FabioAMassa

 

 

L’autocritica no

Ho letto il programma elettorale di Roberto Maroni. Lo so, sono fatto così, mi piace terribilmente conoscere prima di deliberare ed esprimere giudizi. Nessuna autocritica, nessuna.

Nella sanità (oltre all’amore smisurato per il fondo Nasko) non c’è un’autocritica che sia una su San Raffaele, Santa Rita, Fondazione Maugeri e tutte quelle altre cose lì. Nemmeno una. Per dire.

Schermata 2013-02-07 alle 16.35.30