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agenda digitale

#agendadigitale le cazzatine intorno

La terza cosa che penso – da circa 15 anni a dir la verità – è che quello dell’adozione tecnologica sia un tema quasi esclusivamente culturale. 20% infrastruttura, 80% illuminazione. Che il divario digitale non si risolve con un corso obbligatorio di “spingi qui, ora clicca lì” ma che servano, infrastrutture certo ma anche scuola, università, televisioni, salotti di casa e vita quotidiana mediati dalla tecnologia. Con un distinguo bolscevico importante: non ogni tecnologia è utile alla causa della crescita della società, non tutto quello che è Internet e digitale è automaticamente adatto. La responsabilità politica oggi come ieri è tutta nell’esercitare questa azione di indirizzo e scelta volando alti sopra le proposte del mercato: avvicinare i cittadini alle tecnologie “buone” e rimanere neutrali rispetto a tutte le cazzatine intorno. Non facile.

Massimo Mantellini sul suo blog con tre idee sulla chimera di una seria agenda digitale.

Una grande opera

E sicuramente non nasceranno movimenti “NO FIBRA OTTICA”. Ne parlano tutti. Da un’eternità ormai.

Punti di Pil perduti, risparmi e posti di lavoro mancati. La fibra ottica o banda ultralarga (che viaggia a 100 megabit per secondo – Mbps, velocità superiore rispetto alla banda larga, definita tra i 2 e i 20 Mbps) non significa soltanto connessione a Internet ma prospettive di ricavi e di occupazione, specie in tempi di crisi. La sua diffusione, secondo la Commissaria europea per l’Agenda digitale Neelie Kroes, potrebbe valere un aumento dall’1 all’1,5% del Pil. Ancora più significative le stime elaborate dall’osservatorio “I costi del non fare” di Andrea Gilardoni della Bocconi di Milano, secondo cui la fibra ottica vale ogni anno fino al 2030 il 3% del Pil. Eppure per l’Italia rischia di essere un’occasione persa. Analfabetismo digitale e scarsa conoscenza delle potenzialità di Internet, da parte di aziende e utenti privati, generano il circolo vizioso per cui la banda ultralarga in Italia non decolla. Il costo è assimilabile a quello di una ‘grande opera’. Se la Tav Torino-Lione costa all’Italia tra i 15 e e i 20 miliardi di euro ne servono altrettanti (15) secondo l’Agenda digitale del Ministero dello Sviluppo per collegare il 100% dei cittadini a 30 Mbps e il 50% a 100 Mbps, come prevede l’Agenda digitale Europea.

L’articolo è qui.

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Perché non ci fermiamo

La preparazione è stata lunga e faticosa (e devo ringraziare tutti quelli che stanno lavorando) e la decisione non è stata facile ma ormai ci siamo: domani alle 14.30 al Teatro della Cooperativa in via Hermada 8 a Milano, Non Mi Fermo smette di essere un’idea e diventa l’etica che vogliamo nelle nostre città: ‘politica’ si direbbe se non fosse che la parola oggi suona così poco luminosa. Perché rispetto all’anti politica preferiamo l’altra politica, lo scrive bene Stefano RodotàE i partiti? Silenziosi o diffidenti, timorosi della loro ombra. Si pensi a quel che è avvenuto a Milano, dove una meritoria iniziativa del sindaco riguardante le coppie di persone dello stesso sesso ha provocato sconcertanti reazioni di rigetto all´interno dello stesso Pd, dove evidentemente si ignora che una sentenza della Corte costituzionale ha affermato che queste persone hanno un diritto fondamentale a veder riconosciuta la loro condizione. La questione non può essere considerata minore o locale, poiché rivela come all´interno di quel partito non vi sia una elaborazione programmatica riconoscibile, si è paralizzati dall´irrisolto rapporto tra le diverse forze che hanno dato origine al Pd e che troppe volte fanno emergere tentazioni integraliste e incapacità di altri settori del partito di definire una posizione netta proprio sui diritti fondamentali delle persone. Non diversa è la condizione del Pdl, prigioniero di fondamentalismi figli soprattutto d´una stagione d´un collateralismo strumentale, quando il partito si presentava come il portavoce della gerarchia vaticana.  Stanno così nascendo due circuiti: quello, talora discutibile ma dinamico, dellaltra politica e quello congelato del sistema dei partiti. Questultimo si chiude sempre più in se stesso, rifiuta il dialogo, e ne paga i prezzi. Quando le condizioni istituzionali rendono inevitabile il contatto tra i due circuiti, infatti, è quasi sempre quello dell´altra politica a prevalere. Lo dimostra, per il Pd, l´esperienza negativa di primarie e elezioni, da Milano a Cagliari, da Napoli all’ultimo episodio di Genova. 

Non ci fermiamo perché abbiamo il dovere di rivendicare il Paese migliore che abbiamo in mente e vogliamo costruirne la direzione senza esclusioni, vogliamo essere dentro al cambiamento ‘amando le differenze’ e perché vogliamo essere adeguati al nostro tempo e soprattutto che il nostro tempo sia adeguato ai nostri diritti (e renda ineludibili i doveri). Domani parleranno gli amici e i compagni con cui abbiamo già fatto tanta strada insieme (penso a Sonia, a Luigi) insieme agli incroci di questo ultimo anno (Chiara e il nostro lavorare insieme in Regione, Daniele e il suo profumatissimo PGT a Desio) e con quelli che verranno. E’ solo l’inizio, domani, di qualcosa che non ci facciamo scappare.

Il programma degli interventi:

  1. Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi
  2. Sonia Alfano – la commissione antimafia europea
  3. Luigi De Magistris – intervento video: beni comuni
  4. Alessio Baù – politica e internet
  5. Chiara Pracchi – le contraddizioni della Lega
  6. Giovanni Giovannetti – territorio
  7. Daniele Cassanmagnago – territorio e pgt
  8. Patrizia Quartieri – psichiatria e competenze del Comune
  9. Federico Cimini – cantautore
  10. Loris Mazzetti– informazioni Co.re.com.
  11. Claudio Messora – opena data, agenda digitale
  12. Vladimiro Boselli – antimafia
  13. Diego Parassole – acqua pubblica
  14. Iolanda Nanni – pendolari, trasporti, class action
  15. Corrado Del Bo’ – reddito di cittadinanza
  16. Edda Pando – immigrazione e diritto cittadinanza
  17. Nicoletta Riboldi – scaffale della legalità nelle biblioteche lombarde
  18. Rodolfo Serianni – G.A.S.
  19. Jole Garuti – legalità costituzione scuole
  20. Piero Ricca – diritto audizione
  21. Daniele Biacchessi – resistenza e antifascismo
  22. Renato Sarti – cultura
  23. Marco Fraceti – osservatorio antimafia Monza e Brianza
  24. Federico Cimini – cantautore
  25. conclusioni
Gli interventi saranno declinati in ordini del giorno, mozioni, proposte di legge che saranno disponibili (con i video degli interventi) sul sito www.nonmifermo.it
Diretta twitter #nonmifermo

Open data: una casa di vetro per lo Stato

Per darvi una idea: un sistema informativo di un grande Comune – spiega Davide Lipodio, direttore consulenza per la Pa di Engineering – oggi può arrivare a superare le 200 applicazioni e, poiché le competenze sono sostanzialmente le medesime, anche nei Comuni di medie dimensioni si può arrivare a superare con facilità le 100 applicazioni». Su Bologna, per esempio, sono state analizzati 179 programmi. «In queste settimane è in corso l’analisi dei risultati che permetterà di decidere a quali dati dare priorità e quali interventi effettuare per la generazione degli open data. Le prime indicazioni sono confortanti – sottolinea -. Le applicazioni che non gestiscono dati di una qualche utilità per cittadini, imprese e istituzioni si sono rivelate una minoranza». L’esperienza di Engineering con il Comune di Bologna ma anche quelle di soggetti come Spaghetti OpenData stanno dimostrando come estrarre un metallo prezioso ma instabile. «Le pubbliche amministrazioni – osserva Lipodio – rappresentano immensi giacimenti e le applicazioni informatiche che raccolgono, elaborano e trattano i dati pubblici possono essere considerate alla stregua di vere e proprie miniere». La tecnologia c’è, servono solo i minatori. Se ne parla oggi su Il Sole 24 Ore. Servono i minatori e noi (l’avevamo già scritto qui in tempi non sospetti) stiamo provando ad accendere la miccia.

Per una seria Agenda Digitale

Ricevo e inoltro.

In pochissimi mesi siamo stati in grado di ottenere vittorie prima impensabili:

  1. La vittoria contro il regolamento censura dell’Agcom sul diritto d’autore, che siamo riusciti a bloccare nonostante le pressioni dei monopolisti dell’informazione (Mediaset, Rai) e le grandi multinazionali dell’intrattenimento. Siamo riusciti ad organizzare una storica “Notte della Rete” (qui i videoqui la pagina) che ha fatto fare un passo indietro all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Grazie alla mobilitazione di artisti, premi nobel, giornalisti e politici di ogni schieramento.
  2. Abbiamo vinto una storica class action (una denuncia collettiva) che per la prima volta ha sancito che i cittadini hanno dei diritti digitali che le pubbliche amministrazioni devono rispettare. Storica per l’innovazione che impone al paese e perchè è la seconda class action di sempre vinta in Italia, grazie al nostro formidabile team di legali (qui per maggiori info)
  3. La vittoria contro il comma ammazza blog e ammazza Wikipedia, eliminato dalla legge sulle intercettazioni, prima che l’intero testo implodesse sotto la caduta del Governo Berlusconi (alcuni video e articoli).

Non male per pochi mesi di lavoro e pochissime risorse a disposizione. Vogliamo fare sempre di più. Ma abbiamo bisogno di un tuo impegno in prima persona al link www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Con il tuo sostegno renderai possibili le iniziative che abbiamo in cantiere per i prossimi mesi, tra cui le piu’ importanti

  • Innanzitutto dobbiamo scongiurare le prossime minacce all’internet libera. A partire dal trattato ACTA , negoziato segretamente, e che rischia di impedire l’accesso ai farmaci e alle sementi dei paesi in via di sviluppo e di mettere un nuovo bavaglio ad Internet. Entro l’estate arriverà al parlamento europeo. E dalla probabile riproposizione di un regolamento da parte dell’Agcom. Dobbiamo fermare entrambi.
  • Vogliamo ottenere una vera Agenda Digitale che possa non solo costruire le infrastutture digitali di cui abbiamo bisogno, ma anche liberare l’innovazione in Italia. Nei prossimi mesi, con la collaborazione di associazioni, imprenditori, consumatori ed esperti vogliamo sottoporre a parlamentari e governo proposte per fare dell’Internet Aperta un volano di sviluppo e innovazione.
  • Saremo in prima linea per fare della trasparenza e dei dati aperti due elementi rivoluzionari per l’Italia. Abbiamo lanciato la prima Scuola di Open Data Journalism, per aiutare il giornalismo italiano a supportare questa svolta, ma grazie al vostro apporto possiamo continuare a rendere piu’ aperto il funzionamento di istituzioni e pubblica amministrazione.

L’Italia che vorreste assomiglia a questa? Non c’e’ nessuna magia per ottenerla. Solo il vostro supporto puo’ far si’ che cio’ si avveri: www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Perchè darci un contributo? Agorà Digitale non riceve alcun 8×1000 nè finanziamento pubblico ai partiti, nè contributo all’editoria. Ne’ alcuna multinazionale o grossa industria ci finanzia. Tutti i soldi dell’associazione vengono solo ed esclusivamente dal supporto che fino ad ora avete voluto darci. E’ dal tuo sostegno che dipende la nostra possibilità di continuare ad essere un soggetto forte ed indipendente:www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Ci contiamo davvero. Per il tuo diritto all’informazione. Per una innovazione libera. Per cambiare l’Italia anche attraverso la Rete.

Luca Nicotra
Segretario di Agorà Digitale

Una legge per l’open data in Lombardia

L’agenda digitale è entrata ufficialmente nell’agenda del Governo. Ne scrive La Stampa sottolineando quanto quel piccolo paragrafo possa essere forse poco ma sicuramente ha l’aria di essere un inizio per risolversi sui punti principali:

1)  BANDA LARGA E ULTRA-LARGA: la realizzazione della banda larga e ultra-larga. Quasi 5,6 milioni di italiani si trovano in condizione di «divario digitale» e più di 3000 centri abitati soffrono un «deficit infrastrutturale» che rende più complessa la vita dei cittadini. Le nuove misure intendono abbattere questi limiti e allineare il Paese agli standard europei.

2) OPENDATA: i dati in possesso delle istituzioni pubbliche, le università ad esempio, vengono condivisi attraverso la rete, per garantire la piena trasparenza nei confronti dei cittadini.

3) CLOUD: i dati in possesso delle pubbliche amministrazioni, de-materializzati, sono condivisi tra le pubbliche amministrazioni.

4) SMART COMMUNITIES: si avvia la creazione di spazi virtuali sul web in cui i cittadini possono scambiare opinioni, discutere dei problemi e stimolare soluzioni condivise con le pubbliche amministrazioni.

“Con il decreto semplificazione, lo sviluppo dell’economia digitale  è finalmente entrato anche in Italia a far parte delle priorità dell’agenda di governo” è il commento del presidente di Confindustria Digitale, Stefano Parisi.  “L’istituzione di una cabina di regia per l’attuazione dell’agenda digitale posta in capo ai massimi responsabili della politica nazionale di sviluppo e modernizzazione del Paese, lo snellimento burocratico, l’obbligo di switch-off verso il digitale di una serie di  transazioni  – continua Parisi –  aprono concretamente la strada a una stagione di cambiamenti per l’Italia imperniata sulla valorizzazione delle tecnologie digitali e del web come chiave strategica  per affrontare i problemi di crescita, competitività e produttività ”.

Anche il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, ha espresso “vivo apprezzamento” per l’inclusione dell’agenda digitale nel decreto semplificazioni: “Abbiamo segnalato al Governo l’importanza di dotarsi di un’agenda digitale – ha dichiarato Corrado Calabrò  -. E’ con estrema soddisfazione che registro che i nostri suggerimenti sono stati accolti. L’Agcom, se consultata – ha concluso Calabrò – è pronta a collaborare per il successo dell’Agenda digitale italiana”.

Un po’ più preoccupato Alfonso Fuggetta, professore del Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano, tra i principali promotori dell’Agenda Digitale, che ha commentato: «Va apprezzato l’obiettivo del governo di parlare di agenda digitale» e «l’istituzione di una cabina di regia è un riferimento importante ma non basta» perchè «va definita una leadership forte, altrimenti il progetto rischia di slabbrarsi» ha commentato . «Sull’agenda digitale -spiega Fuggetta- c’è tanto da fare, la cabina di regia è sicuramente un passo importante ma, ripeto, serve una mission forte. Auspicherei anche una delega direttamente in capo alla Presidenza del Consiglio, perchè è un tema così trasversale da necessitareuna mission mirata».

«Se la cabina di regia diventa solo un ’luogo di concertazione’, – continua ancora il direttore del Cefriel – allora si rischia lo stallo». «L’agenda digitale attraversa tutti i maggiori settori della vita pubblica, dalle tlc alla ricerca alla funzione pubblica, riguarda cioè le competenze dei ministri Passera, che ha già tante deleghe, Patroni Griffi, Profumo. Riguarda anche il turismo, la cultura. Insomma, serve una leadership forte per gestirla».

Come scrive Luca é un libro tutto da scrivere, certo. Ma la prima pagina di questo libro è stata scritta oggi. Secondo me, questa è una buona giornata.

Questa settimana, in Regione Lombardia, cominciamo a depositare la nostra proposta di legge sull’open data partendo dall’esperienza della Regione Piemonte. E proviamo a scrivere una piccola pagina due.

Per battere quello di gogol

Infrastrutture tecnologiche : per massimizzare l’inclusione, restare allineati alle principali economie ed assicurare la continuità operativa dei servizi essenziali. Servizi: sia servizi finali che infrastrutturali, includendo i necessari standard per l’e-business e per i beni digitali (o “neobeni puri”, secondo la definizione del CNEL). Alfabetizzazione: per far conoscere e sperimentare a cittadini, imprenditori, funzionari e classe dirigente i vantaggi della digitalizzazione. Regolamentazione: le norme giuridiche e regolamentari da adottare riguardanti la cittadinanza digitale nonchè in materia di transazioni tra privati e con la PA, con una rilettura delle filiere in termini di ri-organizzazione  di rapporti tra le imprese e tra queste e i fornitori di servizi di supporto. Quattro punti quattro per un’agenda digitale che sia il programma della prossima coalizione. Mentre B. cerca google su gogol.