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Aldo Giannulli al M5S: «Scusate, io scendo»

Ad Aldo Giannuli non si può certo dire di non avere il dono della schiettezza. Che si sia d’accordo o meno con lui il post che ha scritto oggi sul suo blog in cui annuncia di “scendere dal carro del vincitore” pone dei temi sui cui forse varrebbe la pena discutere. Ecco alcuni punti:

«Non sono io che mi sono man mano allontanato dal M5s: io sono rimasto fermo, è il M5s che ha preso altre strade.

Il M5s al quale mi ero avvicinato era quello dell’ “Uno vale uno” che, pur non senza contraddizioni anche evidenti, rifiutava l’idea di un capo politico che decidesse tutto.

Oggi, nel movimento vige un regolamento che nessuno ha mai approvato e che dà pieni poteri al capo politico, sino al punto di dargli la possibilità di nominare i capigruppo parlamentari non più eletti (cosa che non ha precedenti nella storia del parlamento repubblicano).

Il M5s al quale mi ero avvicinato parlava di democrazia diretta, anche con un’enfasi eccessiva che si traduceva in un discutibile rifiuto della democrazia rappresentativa, oggi di democrazia diretta non si parla più ed è restato solo un antiparlamentarismo ancora più inquietante di ieri.

Il M5s cui mi ero accostato miscelava temi di destra (come l’ostilità verso gli immigrati) con temi di sinistra (come la difesa dell’art. 18) ma aveva una decisa avversione ai poteri finanziari (ricordiamoci le partecipazioni di Grillo alle assemblee degli azionisti Telecom), oggi il “Capo politico” del movimento dice che i governi devono tener conto dell’orientamento dei mercati finanziari.

Il M5s con il quale iniziai a collaborare si schierò decisamente per la legge elettorale proporzionale e contro la riforma renziana della Costituzione in difesa della Costituzione repubblicana del 1948. L’edizione più recente del M5s ha fatto non poche concessioni nel dibattito sulla legge elettorale (in particolare quando si parlò di metodo tedesco) e, con ogni evidenza, si appresta a sostenere il ritorno ad una qualche forma di maggioritario.

Quanto alla Costituzione, la pretesa di avere la Presidenza del Consiglio sulla base della maggioranza relativa ottenuta nel voto per l’elezione della Camera è solo la premessa logica di una riforma di indirizzo presidenziale. Ma allora, perché ci si è opposti alla riforma di Renzi? Io ho combattuto Renzi in quel Referendum perché ero contrario alla sua riforma, mi viene il dubbio che qualche altro ha combattuto quella riforma solo perché voleva togliere di mezzo Renzi. Sono cose molto diverse.

Il M5s di cinque anni fa entrò nelle stanze del potere per ribaltarle, quello di oggi non si sottrae all’abbraccio mortale del potere consolidato: non hanno cambiato il potere ma il potere ha cambiato loro.

Il M5s con cui ho collaborato fece un’epica battaglia parlamentare contro la “riforma” della Banca d’Italia che ne faceva dono alle principali banche nazionali. La legge prevedeva tre anni di tempo per mettere sul mercato le azioni possedute in eccesso dai pochi oligopolisti, il limite è scaduto nel 2017 senza che sia avvenuto niente ed il M5s non dice niente, preferendo posare occhi vogliosi sulla Cassa Depositi e Prestiti, in perfetto stile spoil system. Certo, sin qui è stata gestita malissimo, ma quale è il rimedio? Piazzare qualche amico? Non so.

Il M5s di Roberto Casaleggio era contrario all’Euro senza se e senza ma (anche troppo e, semmai, ero io a moderare le cose dicendo che non si può uscire da un ordine monetario dalla sera alla mattina e senza sapere bene con cosa sostituirlo) oggi non solo non si parla proprio più di uscita dall’Euro, ma si fa dell’oltranzismo filo Ue, e si prospetta l’adesione al gruppo più eurista del parlamento europeo, En Marche.

Il M5s delle origini si diceva “Né di destra né di sinistra”, ma in realtà ospitava nel suo seno sia destra che sinistra, oggi quella ambiguità è sciolta e, pur continuando a dirsi né di destra né di sinistra, il Movimento sta imboccando una strada decisamente di destra.

Io ero e sono sempre rimasto di sinistra, potevo convivere con l’ambiguità iniziale, ma non con una cosa esplicitamente di destra.

Per cui, sapete che sono anticonformista ed, in un paese in cui (quasi) tutti salgono sul carro del vincitore, io scelgo di scendere dal carro del vincitore.»

Il post completo è qui.

Primarie come rimescolamento

l43-gianni-cuperlo-matteo-131128160902_bigE, dunque, quello che succede nel Pd non ci può essere indifferente: abbiamo bisogno che si apra un ripensamento profondo, una spaccatura reale nel gruppo dirigente che apra la strada ad un radicale rimescolamento di carte. Da questo punto di vista l’emergere di Renzi è stato potitivo perché ha iniziato a spaccare il gruppo dirigente dando il via ad una competizione reale, ma, nel merito, non è certo Renzi quello che può fare del Pd un partito di sinistra, anzi..

Più che altro una sua segreteria può avviare una decantazione fra le diverse anime del Pd. E non è nemmeno Cuperlo quello da cui sperare un corso positivo: da sempre uomo di D’Alema, in perfetta continuità con quella tradizione tardo piccista che è sfociata nel corso Pds.Ds-Pd.

Al contrario, mi pare che si possa fare una cauta (ho detto cauta) apertura di credito a Civati che si presenta come il sostenitore di una maggiore radicalità del Pd che parla esplicitamente di soggetto di sinistra. Dobbiamo dargli atto che sin qui è quello che ha mostrato un atteggiamento molto critico verso il governo ed anche in tema di difesa della Costituzione è quello che ha manifestato le posizioni più decenti del suo partito. Questo non vuol dire che io condivida tutto quello che dice (ad esempio non mi è parsa felicissima una sua uscita sulla questione dell’Imu), ma non c’è dubbio che sin qui ha svolto bene il suo ruolo di “guastafeste” della finta competizione Renzi-Cuperlo.

Considerato che, a differenza di altri, mi pare che non abbia né padri “nobili” né lauti finanziatori, credo che il suo quasi 10% di due settimane fa, sia un risultato interessante che segnala come ci sia una parte della base che vuole un Pd più di sinistra.

E per questo spero che l’8 dicembre abbia un risultato ancora più significativo per il quale invito chi mi legge a sostenerlo. Vedremo più avanti che uso farà di questa apertura di credito, ma per ora credo sia il meglio che ci viene offerto.

Aldo Giannuli apre una bella riflessione da leggere sul PD, sul significato di sinistra e sullo scenario futuro. Si trova qui.