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clan contini

Una bella domanda

La pone Arnaldo partendo dall’enorme patrimonio accumulato dal clan Contini:

Ciò che appare normale, quotidiano, a volte non lo è. Occorre guardare dentro. Mettere le mani su ospedali, gestire supermercati, bar, ristoranti, pizzerie, locali notturni, negozi di alimentari, distributori di benzina è un canovaccio studiato analiticamente dal clan. Avere direttori di banche e finanziarie a disposizione è possedere le leve del potere. I Contini hanno puntato alla normalità: infiltrarsi, contaminare, vivere la vita di tutti i giorni diventando un pezzo, uno strato, un collante della società intesa come luogo proprio della vita e degli interessi della gente.

La domanda è puntuale: i Contini come hanno potuto fare tutto questo da soli? Mi chiedo: l’enorme potere di mobilitazione, aggregazione, chiamata alle armi della cosca è stato mai sfruttato da qualche politico? Le varie Commissioni parlamentari antimafia hanno mai percepito l’esistenza di questo sistema? E se no, non occorre urgentemente rivederne i meccanismi della stessa Commissione ? E poi, se Eduardo Contini e Patrizio Bosti hanno avuto tutto il tempo di intarsiare il loro potere enorme non è forse giunto il momento di legiferare norme antimafia più stringenti e serie? Perché le istituzioni e in particolare il Parlamento continuano a ignorare questi temi e non inseriscono la lotta alle mafie economiche ai primi posti dell’agenda del fare?

Non solo pizze: la camorra gioca a calcio con il “principe” Giannini

Giuseppe-GianniniL’ex calciatore della Roma e della nazionale italiana Giuseppe Giannini è tra gli indagati per il reato di frode sportiva con l’aggravante della finalità mafiosa in relazione alla partita Gallipoli-Real Marcianise, disputata nel 2009 e valevole per l’ultima giornata del campionato di Lega Pro Prima divisione, girone B. La circostanza è emersa dalle indagini sulle attività del clan Contini, che hanno portato questa mattina all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 90 persone. Dalle indagini svolte dai carabinieri di Roma è emersa l’attività illecita che sarebbe stata realizzata nel maggio 2009 da Salvatore Righi e dal figlio Ivano, finalizzata a truccare il risultato della partita a favore del Gallipoli, che con la vittoria guadagnò la promozione diretta in serie B.

La pizza della camorra

ciro-slide-31Maxi operazione questa mattina all’alba della Direzione Investigativa Antimafia contro il clan camorristico dei Contini.

In Campania, Lazio e Toscana sono in corso di esecuzione ordini di arresto per 90 persone e il sequestro di beni per un valore di 250 milioni. Sono tutte accusate di far parte della famiglia camorristica considerata fra le più influenti e potenti a Napoli.

Si tratta della più importante indagine mai realizzata con riguardo alle complessive attività criminali del clan camorristico Contini ed alle operazioni di reinvestimento economico di gruppi camorristici in attività d`impresa, non solo a Napoli ed in Campania, ma anche a Roma ed in Toscana.

Roma si è svegliata con una maxi operazione in corso: coinvolte numerose attività commerciali legate alla malavita, molto frequentate, anche da turisti, perché si trovano in zone molto strategiche. Solo nel centro della capitale sono stati messi i sigilli a 25 attività, tra bar e ristoranti.

Nel mirino sono finiti la gran parte della catena “Pizza Ciro” e “Ciro pizza”, collegati al riciclaggio delle famiglie camorriste.

Uno dei 90 destinatari della misura cautelare emessa nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione nazionale antimafia sul reimpiego di capitali illeciti da parte del clan Contini si è suicidato. L’uomo, un
43enne che abitava in via Banfi a Roma, ha detto alle forze dell’ordine che gli notificavano il provvedimento di sentirsi male e di voler prendere un bicchiere d’acqua, ma ha aperto la finestra e si è lanciato nel vuoto.

L’operazione è coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dalle Direzioni distrettuali di Napoli, Roma e Firenze. A eseguire gli ordini della Dia sono stati impiegati personale della squadra mobile della Questura e del Gico della Gdf di Napoli, dei Carabinieri di Roma, della polizia e della Gdf di Pisa.

Il clan Contini aveva trovato un modo molto singolare per riciclare i soldi del traffico di droga e della contraffazione. Oltre agli investimenti nei ristoranti e nei negozi di lusso, la cosca di Eduardo Romano e Patrizio Bosti aveva acquistato aree di servizio. Nella notte ne sono state sequestrate trenta in tutta Italia, molte delle quali sono a Napoli. Cento dei 250 milioni di euro sono stati trovati nella disponibilità degli affiliati arrestati nella notte, così come auto di lusso e soprattutto orologi preziosi.