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consiglio regionale lombardia

Dimissioni

“Raccogliamo la proposta del Partito Democratico e rassegnamo le nostre dimissioni nelle mani del suo capogruppo in Regione Lombardia col mandato di verificare la possibilità di effettive dimissioni della maggioranza dei consiglieri regionali.” Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli affidano a una nota la propria adesione all’iniziativa proposta oggi da Maurizio Martina.

Il nostro comunicato di ieri. Per dire.

Attenzione attraversamento Minetti

Nicole Minetti è l’effetto di una causa che non si vuole analizzare. Non so se si dimetterà o meno il giorno prima di maturare il suo vitalizio come più volte ha ribadito e smentito, ma se le decisioni politiche dipendono dagli umori (e lo dico nell’accezione anche oscena del termine) del suo padrone, si facciano le debite valutazioni. Qui siamo passati dalla privatizzazione delle società pubbliche alla privatizzazione dei vezzi dei padroni.

Oggi Panorama ha raccolto le impressioni sul mancato accesso dei giornalisti nel Consiglio Regionale della Lombardia secondo il nuovo regolamento. Io ho risposto così ma vale la pena leggere tutto il pezzo.

Minetti(ti)

Ma cosa vuol dire questa improvvisa perentoria insistenza di Alfano e Berlusconi sulle dimissioni di Nicole Minetti? Non è una domanda retorica, mi chiedo davvero quale argomento venga presentato pubblicamente a sostegno di questa richiesta: è chiaro che di argomenti concreti ce ne potrebbero essere molti, ma nessuno può essere coerentemente sostenuto dalla leadership del PdL. Dire che Minetti è inadeguata significherebbe ammettere che fu candidata per ragioni diverse dalle sue qualità politiche, visto che queste non sono diminuite da allora. Dire che le controversie giudiziarie che la riguardano e le accuse contro di lei rendono inopportuno il mantenimento della sua carica equivarrebbe a dire che si deve dimettere anche Silvio Berlusconi da parlamentare, vista la stretta correlazione delle accuse.

Ha ragione Luca Sofri. Anche se la Minetti non è stata eletta democraticamente e non partecipa alle sedute (forse Luca è poco informato). Ma il punto è non fermarsi al dito.

I saldi alla carlona

Le agenzie di stampa sono molte. Prendiamone una:

Partono male le vendite promozionali, o pre-saldi decisi dalla Regione Lombardia. Nella prima giornata di sconti il Codacons ha registrato, nella città diMilano un calo medio delle vendite del 70% rispetto alla prima giornata di saldi estivi dello scorso anno ed un afflusso di cittadini nei negozi inferiore del 75%. Il dato fortemente negativo è influenzato dal fatto che la maggioranza dei negozianti non ha aderito all’iniziativa, o perché non ha voluto o perché i tempi stretti dell’approvazione della legge non hanno consentito loro di prepararsi in tempo. Poche le vetrine con offerte di sconti.

Anche la maggioranza dei consumatori non è stata adeguatamente informata della partenza delle vendite promozionali. Insomma, conclude il Codacons, l’iniziativa si presenta come un autentico flop. I commercianti, infatti, avevano l’opportunità di guadagnare, ma non l’hanno sfruttata. Al di la del fallimento della prima giornata, restano valide le previsioni dell’associazione sull’andamento complessivo dei saldi. Rispetto a quelli estivi dello scorso anno il Codacons prevede, per la città di Milano un calo delle vendite del 10%, con una spesa a famiglia che non supererà i 200 euro, contro i 220 dello scorso anno. Infine, solo il 40% dei milanesi si avvarrà degli sconti di fine stagione.

Presentare una mozione per la liberalizzazione dei saldi (con maggioranza e un pezzo di minoranza insieme) nella stessa seduta della mozione di sfiducia a Formigoni era già un atto poco illuminato. Votarla (tutti, escluso noi, tanto per chiarire) senza riflettere sul commercio di vicinato e sui pareri dei commercianti è stato incauto. Se le ricette contro la crisi sono la liberalizzazione dei saldi alla carlona forse dobbiamo interrogarci. Ma sul serio. E magari partendo dal lavoro.

Liveblogging seduta consiglio: la via crucis e i crocifissi

Mentre si consuma lo stillicidio di un Governo blasfemo si riunisce il Consiglio Regionale (tutti con l’orecchio su Roma). In giorni di disastro ideologico, lutti, crisi politica e di lavoro all’ordine del giorno abbiamo la proposta della Lega di rendere obbligatorio il crocifisso. Questo per dire quanto essere ‘casta’ significhi spesso essere semplicemente scollegati dal mondo. Qui o su twitter #openlombardia seguiamo la cronaca di una giornata che già nelle premesse è un po’ così.


In Consiglio chi ha fatto cosa

Perché siamo qui per sottolineare le criticità della maggioranza ma per sottolineare anche le positività. E il nuovo sito del Consiglio Regionale della Lombardia finalmente diventa trasparente (ma lo è sempre stato) e soprattutto accessibile. E basta poco per vedere chi sta facendo cosa. Qui c’è la mia scheda (con un foto degna dei fotoromanzi anni ’80 nella parte del gangster). Guardatevi in giro, scoprirete eventuali sottovalutati e sopravvalutati. Poi, per qualsiasi curiosità io sono qui.

Ah, ecco dov’erano tutti

Ce lo dice Repubblica: la responsabile dello Sport al Pirellone, Monica Rizzi, del Carroccio, ha praticamente rubato il posto alle tradizionali madrine al giro della Padania. L’assessore regionale alla Case, Domenico Zambetti, invece, ha passato gran parte delle sue ferie a organizzare un vero e proprio botto. Sabato pomeriggio farà saltare in aria con la dinamite due torri ormai fatiscenti del quartiere delle Rose a Pieve Emanuele da anni abbandonate e ricettacolo di sporcizia, rifiuti e degrado. Un campione della categoria può essere considerato senz’altro il Massimo Zanello (Lega). L’ex assessore lombardo alla Cultura, oggi sottosegretario di Formigoni al Cinema (carica istituita apposta per lui, visto che alle ultime elezioni del 2010 non era riuscito a farsi rieleggere), si è trasferito armi e bagagli in Laguna «per rappresentare la Lombardia» alla 68° mostra d’Arte cinematografica di Venezia. Tra divi e star internazionali Zanello si è distinto, fra l’altro, per aver partecipato a un convegno sul cinema digitale. A un incontro su «Cinema: la sfida dei mercati esteri». Alla conferenza stampa di presentazione dell’ottava edizione del concorso per giovani videomakers Movie&Co. A un convegno su cinema e territorio allo spazio conferenze dell’Excelsior al Lido. Non prima di essere stato il protagonista di un talk show in occasione della manifestazione Varese Cinema. Ogni volta con tanto di nota ufficiale diffusa da Lombardia notizie, l’agenzia ufficiale della Regione. Del resto, i lavori della giunta possono attendere visto che non sarà convocata prima della prossima settimana. Noi martedì siamo al nostro posto. A costo di essere sul marciapiede del Consiglio.

Cavalli: “Lo sciopero con indennità dei leghisti”

Consiglio paralizzato e cittadini doppiamente beffati.

Formigoni, se ci sei batti un colpo

Uno sciopero con indennità davvero non si era mai visto. E invece lo sta facendo in Consiglio regionale nientedimeno che la Lega Nord, la stessa del famoso slogan “Roma ladrona”. I suoi eletti si presentano nelle Commissioni, firmano in modo da assicurarsi la diaria e poi se ne vanno, paralizzando l’attività consiliare e bloccando tutti i provvedimenti sull’assestamento di bilancio. Che si sa, di un qualsiasi governo, è  il punto politico fondamentale, la traduzione in atti delle linee programmatiche, il termometro dell’alleanza.

Questa vicenda compone dunque due aspetti.

Innanzitutto, la totale mancanza di rispetto dei consiglieri leghisti per i cittadini e i lavoratori, doppiamente beffati. Perché in tanto parlare di riduzione dei costi della politica, qui manca addirittura il prerequisito dell’assunzione di responsabilità nei confronti del ruolo e degli impegni istituzionali.

E poi la tenuta di questo centrodestra. Che, dietro la nota pittoresca dei reciproci dispetti e affossamenti, proprio non c’è più.

Forse è ora che il Presidente Formigoni esca dal centocinquantacinquesimo piano del suo palazzo e ci illumini su quanto sta accadendo alla sua maggioranza.

Milano, 6 luglio 2011

 

GIULIO CAVALLI LASCIA IL GRUPPO ITALIA DEI VALORI: “SI DIVIDONO LE STRADE, NON I VALORI COMUNI”

Milano, 1 luglio 2011 – “Abbiamo fatto un percorso insieme all’interno del Consiglio Regionale in un anno lungo, faticoso e ricco di soddisfazioni. Oggi le diverse sensibilità ci spingono ad un gesto di chiarezza, dividendo le nostre strade ma non i valori che ancora ci accomunano”. Con queste parole Giulio Cavalli annuncia di lasciare il Gruppo Italia dei Valori del Consiglio regionale lombardo.

“Rispettiamo la scelta di Giulio Cavalli di indirizzare il suo impegno all’interno di un altro partito, consapevoli che continueremo a ritrovarci dalla stessa parte nelle future battaglie”, è il commento del Capogruppo regionale dell’Italia dei Valori, Stefano Zamponi.

“La stima e il rispetto reciproci – sottolinea il consigliere IdV Francesco Patitucci non vengono e non verranno meno anche nel prosieguo del lavoro”.

“Giulio Cavalli ha rappresentato e rappresenterà una risorsa, a prescindere dalla collocazione all’interno dell’aula consiliare – aggiunge il consigliere IdV Gabriele Sola -. La sua generosità nel combattere battaglie vitali per la legalità e contro tutte le mafie ne fa un alleato di riferimento, oggi come ieri”.

 

Gruppo Italia dei Valori

Consiglio regionale della Lombardia