Tag: Difesa dei lupi contro le pecore

  • Sbranati volete essere. Voi non lo mutate il mondo.

    Deve mangiar viole del pensiero, l’avvoltoio?
    Dallo sciacallo, che cosa pretendete?
    Che muti pelo? E dal lupo? Deve
    da sé cavarsi i denti?
    Che cosa non vi garba
    nei commissari politici e nei pontefici?
    Che cosa idioti vi incanta, perdendo biancheria
    sullo schermo bugiardo?

    Chi cuce al generale
    la striscia di sangue sui pantaloni? Chi
    trancia il cappone all’usuraio? Chi
    fieramente si appende la croce di latta
    sull’ombelico brontolante? Chi intasca
    la mancia, la moneta d’argento, l’obolo
    del silenzio? Son molti
    i derubati, pochi i ladri; chi
    li applaude allora, chi
    li decora e distingue, chi è avido
    di menzogna?

    Nello specchio guardatevi: vigliacchi
    che scansate la pena della verità,
    avversi ad imparare e che il pensiero
    ai lupi rimettete,
    l’anello al naso è il vostro gioiello più caro,
    nessun inganno è abbastanza cretino, nessuna
    consolazione abbastanza a buon prezzo, ogni ricatto
    troppo blando è per voi.
    Pecore, a voi sorelle
    son le cornacchie, se a voi le confronto.
    Voi vi accecate a vicenda.
    Regna invece tra i lupi
    fraternità. Vanno essi
    in branchi.

    Siano lodati i banditi. Alla violenza
    voi li invitate, vi buttate sopra
    il pigro letto
    dell’ubbidienza. Tra i guaiti ancora
    mentite. Sbranati
    volete essere. Voi
    non lo mutate il mondo.

    (Hans Magnus Enzensberger, Kaufbeuren 1929, Difesa dei lupi contro le pecore. Traduzione dal tedesco di Franco Fortini)

     

    Verteidigung der Wölfe gegen die Lämmer

    Soll der Geier Vergißmeinnicht fressen?
    Was verlangt ihr vom Schakal,
    daß er sich häute, vom Wolf? Soll
    er sich selber ziehen die Zähne?
    Was gefällt euch nicht
    an Politruks und an Päpsten,
    was guckt ihr blöd aus der Wäsche
    auf den verlogenen Bildschirm?

    Wer näht denn dem General
    den Blutstreif an seine Hose? Wer
    zerlegt vor dem Wucherer den Kapaun?
    Wer hängt sich stolz das Blechkreuz
    vor den knurrenden Nabel? Wer
    nimmt das Trinkgeld, den Silberling,
    den Schweigepfennig? Es gibt
    viel Bestohlene, wenig Diebe; wer
    applaudiert ihnen denn, wer
    steckt die Abzeichen an, wer
    lechzt nach der Lüge?

    Seht in den Spiegel: feig,
    scheuend die Mühsal der Wahrheit,
    dem Lernen abgeneigt, das Denken
    überantwortend den Wölfen,
    der Nasenring euer teuerster Schmuck,
    keine Täuschung zu dumm, kein Trost
    zu billig, jede Erpressung
    ist für euch noch zu milde.

    Ihr Lämmer, Schwestern sind,
    mit euch verglichen, die Krähen:
    ihr blendet einer den andern.
    Brüderlichkeit herrscht
    unter den Wölfen:
    sie gehn in Rudeln.
    Gelobt sein die Räuber: ihr,
    einladend zur Vergewaltigung,
    werft euch aufs faule Bett
    des Gehorsams. Winselnd noch
    lügt ihr. Zerrissen
    wollt ihr werden. Ihr
    ändert die Welt nicht.

  • Siano lodati i banditi

    Deve mangiar viole del pensiero, l’avvoltoio?
    Dallo sciacallo, che cosa pretendete?
    Che muti pelo? E dal lupo? Deve
    da sé cavarsi i denti?
    Che cosa non vi garba
    nei commissari politici e nei pontefici?
    Che cosa idioti vi incanta, perdendo biancheria
    sullo schermo bugiardo?

    Chi cuce al generale
    la striscia di sangue sui pantaloni? Chi
    trancia il cappone all’usuraio? Chi
    fieramente si appende la croce di latta
    sull’ombelico brontolante? Chi intasca
    la mancia, la moneta d’argento, l’obolo
    del silenzio? Son molti
    i derubati, pochi i ladri; chi
    li applaude allora, chi
    li decora e distingue, chi è avido
    di menzogna?

    Nello specchio guardatevi: vigliacchi
    che scansate la pena della verità,
    avversi ad imparare e che il pensiero
    ai lupi rimettete,
    l’anello al naso è il vostro gioiello più caro,
    nessun inganno è abbastanza cretino, nessuna
    consolazione abbastanza a buon prezzo, ogni ricatto
    troppo blando è per voi.
    Pecore, a voi sorelle
    son le cornacchie, se a voi le confronto.
    Voi vi accecate a vicenda.
    Regna invece tra i lupi
    fraternità. Vanno essi
    in branchi.

    Siano lodati i banditi. Alla violenza
    voi li invitate, vi buttate sopra
    il pigro letto
    dell’ubbidienza. Tra i guaiti ancora
    mentite. Sbranati
    volete essere. Voi
    non lo mutate il mondo.

    Hans Magnus Enzensberger (Difesa dei lupi contro le pecore, Verteidigung der Wölfe gegen die Lämmer, 1957)

    Traduzione dal tedesco di Franco Fortini

  • Il momento dei lupi e delle pecore

    (Attenzione: post politico) Oggi mi viene da pensare così. Di questo tempo e di questa poesia dello scrittore e poeta tedesco Hans Magnus Enzensberger intitolata Difesa dei lupi contro le pecore:

    Deve mangiar viole del pensiero, l’avvoltoio?
    Dallo sciacallo, che cosa pretendete?
    Che muti pelo? E dal lupo? Deve
    da sé cavarsi i denti?
    Che cosa non vi garba
    nei commissari politici e nei pontefici?
    Che cosa idioti vi incanta, perdendo biancheria
    sullo schermo bugiardo?

    Chi cuce al generale
    la striscia di sangue sui pantaloni? Chi
    trancia il cappone all’usuraio? Chi
    fieramente si appende la croce di latta
    sull’ombelico brontolante? Chi intasca
    la mancia, la moneta d’argento, l’obolo
    del silenzio? Son molti
    i derubati, pochi i ladri; chi
    li applaude allora, chi
    li decora e distingue, chi è avido
    di menzogna?

    Nello specchio guardatevi: vigliacchi
    che scansate la pena della verità,
    avversi ad imparare e che il pensiero
    ai lupi rimettete,
    l’anello al naso è il vostro gioiello più caro,
    nessun inganno è abbastanza cretino, nessuna
    consolazione abbastanza a buon prezzo, ogni ricatto
    troppo blando è per voi.
    Pecore, a voi sorelle
    son le cornacchie, se a voi le confronto.
    Voi vi accecate a vicenda.
    Regna invece tra i lupi
    fraternità. Vanno essi
    in branchi.

    Siano lodati i banditi. Alla violenza
    voi li invitate, vi buttate sopra
    il pigro letto
    dell’ubbidienza. Tra i guaiti ancora
    mentite. Sbranati
    volete essere. Voi
    non lo mutate il mondo.

    Traduzione dal tedesco di Franco Fortini