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discarica

Interrogazione: discarica a Rezzato (BS)

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA IN COMMISSIONE EX ART. 116 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Al Signor Presidente del Consiglio regionale

Oggetto: progetto di una discarica di rifiuti speciali a Rezzato (BS) 

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

nella zona di San Polo (BS), in cui è presente una discarica di amianto di ottantamila metri cubi, il livello di mortalità per cancro, secondo le analisi dell’ASL di Brescia, è allarmante e decisamente superiore alla media nazionale;

PREMESSO INOLTRE CHE

l’apertura di una nuova discarica di rifiuti speciali all’interno della cava Castella a 3 Km dal centro di Rezzato (BS) conterrà due milioni di metri cubi di rifiuti speciali come scarti alimentari, carcasse animali, derivati del petrolio e del carbone, rifiuti dell’industria chimica, inchiostri, pitture e vernici, fanghi di fognatura e terreno contaminato;

CONSIDERATO CHE

il conferimento della discarica continuerà per almeno otto anni secondo il progetto approvato a fine agosto 2011 da Comune, Provincia e Regione Lombardia;

ATTESO CHE

nella zona sud- est di Brescia in cui sorgeranno due discariche la salute pubblica dei cittadini, già ampiamente contaminata dalla discarica di amianto, subirà un netto peggioramento

INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE, ENERGIA E RETI, MARCELLO RAIMONDI, NONCHE’ L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUCIANO BRESCIANI PER CONOSCERE:

  1. Se Regione Lombardia sia a conoscenza delle indagini effettuate dall’Asl di Brescia sul livello di mortalità per cancro in prossimità della discarica di San Polo;
  2. Se Regione Lombardia abbia effettuato le dovute indagini sul possibile peggioramento della salute pubblica dei cittadini nella zona sud- est di Brescia; se sì, per quale motivo non si sia provveduto a diffondere le informazioni ottenute; se no, per quale ragione le indagini siano state ritenute superflue;
  3. Se Regione Lombardia abbia considerato altre zone in cui collocare la discarica di rifiuti speciali.

 

Milano, 5 settembre 2011

 Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

Discarica di Bollate: il nostro ordine del giorno

Sulla cava di Bollate sto tenendo gli occhi da tempo. Ne abbiamo già parlato senza mezzi termini dopo averci messo anche il naso per toccare con mano. La Regione Lombardia ci aveva dato una risposta che ci aveva lasciato più che insoddisfatti e per questo oggi abbiamo preparato l’ordine del giorno che presenteremo durante la prossima seduta. Perché le ombre alimentano la criminalità e hanno concimato questa regione già abbastanza. E perché, anche all’opposizione, possiamo pretendere che sia fatta luce.

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

PREMESSO CHE

il 26 luglio 2010 in Regione Lombardia è stata depositata l’interrogazione n.3010, che riferendosi agli arresti della maxi- operazione contro la ‘ndrangheta del 13 luglio 2010 e ad un’intercettazione del boss Vincenzo Mandalari, che indicava l’ex cava Bossi di Bollate come un luogo di scarico di rifiuti tossici, chiedeva di effettuarvi controlli ispettivi;

PRESO ATTO CHE

gli assessori Marcello Raimondi e Romano La Russa avevano sì risposto all’interrogazione ma trascurando la richiesta di conoscere se vi fossero state eventuali indagini sull’impatto inquinante e contaminante della cava;

CONSIDERATO CHE

secondo quanto dichiarato dall’assessore Raimondi l’ex cava Bossi è ancora soggetta ad attività di discarica e deposito;

PRESO ATTO CHE

fino dal 27 luglio 2010 la Polizia provinciale aveva effettuato un sopralluogo, unitamente alla Polizia locale di Bollate, e che dal verbale risulterebbero violazioni in merito alla qualità del materiale stoccato, alla pavimentazione dell’area, alla separazione dei rifiuti e all’accettazione di rifiuti senza il prescritto formulario;

IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE

  • a realizzare un protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e le Province e in base al quale  Arpa, Asl e Provincia, in qualità di ente responsabile delle autorizzazioni, d’intesa con  i comuni man mano interessati, si impegnano ad effettuare controlli preventivi – e certamente in  caso di denuncia o segnalazione comunque pervenuta alle autorità pubbliche – dei luoghi che si prestano a sversamenti, depositi, scarico di materiali;
  • ad attivarsi perché, durante i suddetti controlli, si verifichino anche le condizioni giuridiche e materiali delle condizioni di lavoro degli addetti;
  • a verificare con il Ministero degli Interni e le Prefetture le modalità con le quali recepire i risultati di questi controlli nell’ambito della costituzione delle cosiddette white/black lists.

 

Milano, 14 luglio 2011

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)