Altri due (bestemmie al Papa)
L’Italia ordina altri due F35. Circa 100 milioni di euro ciascuno. Non si tratta di pacifismo: rispetto alle parole di papa Francesco sono due bestemmie, per noi laici l’ennesima scena della farsa dei pupi paninari.
L’Italia ordina altri due F35. Circa 100 milioni di euro ciascuno. Non si tratta di pacifismo: rispetto alle parole di papa Francesco sono due bestemmie, per noi laici l’ennesima scena della farsa dei pupi paninari.
Mettiamo che un giorno io decida di comprare un cacciabombardiere. Non ne ho assoluto bisogno, per carità, ma semplicemente dopo avere fatto il tagliando e pagato l’assicurazione alla monovolume che serve alla famiglia e dopo essere riuscito anche quest’anno a stare alla pari con i pagamenti del mio fondo pensionistico ho deciso di comprarmi un caccia perché mi rassicura poi alla sera al bar con gli amici. Oggi, qui giù al paesello, comprare i nuovi f35 dà un lustro che nemmeno avere in tasca il prototipo esclusivo del nuovo iphone, per dire. Anzi: da quando ho ordinato il mio nuovo cacciabombardiere i bulli del bar mi lanciano addirittura qualche sguardo d’intesa. Non è stato facile, eh: ho dovuto convincere mia moglie che avrei rinunciato agli interni in radica (poi le ho raccontato che erano in omaggio nell’allestimento previsto, tanto è semplice convincerla che sia stata un’occasione) e ho dovuto promettere ai miei figli che avrei assicurato comunque buoni zaini, moderne consolle e lunghe vacanze; preso dalla foga ho provato anche a convincerli che un buon cacciabombardiere fosse indispensabile per una famiglia del giorno d’oggi ma poi ci ho rinunciato perché non riuscivo comunque a stare serio mentre lo ripetevo a tutti. Così mi è stata passata come una battuta infelice e ripetitiva.
Mettiamo che poi il lavoro di mia moglie abbia avuto dei problemi non preventivati e ci ritroviamo con metà del suo stipendio: lei mi chiede almeno di rinunciare ad un’ala, al carrello e di dimostrare che ho la responsabilità del buon padre di famiglia. Ho fatto l’offeso per qualche giorno e poi l’ho rassicurata dicendo che avrei fatto qualche ora di straordinario in più. Ora è tutto a posto. Cioè, quasi tutto. Il concessionario che mi ha venduto il mio cacciabombardiere metallizzato mi ha detto che hanno allungato i tempi delle consegne perché qualcuno non vola. Niente di grave, eh: semplicemente il motore ha qualche annetto di progettazione e si svita qualche bullone. È il normale rischio da pagare per comprarsi un mito, no?
Mia moglie ha letto la notizia sul giornale, anche i miei figli a dire la verità, e mi ha chiesto delucidazioni. Io sono stato prontissimo: le ho risposto che gli equilibri della stima giù al bar sono roba che non può rientrare nelle chiacchierate dopo cena. È la politica, bellezza. E il mio figlio più piccolo mi ha chiesto: ‘e il buonsenso, papà?’. Io gli ho risposto che se vuoi diventare qualcuno nella vita non puoi preoccuparti sempre solo del buonsenso, vuoi mettere la soddisfazione di andare giù al bar a prendere un aperitivo con un cacciabombardiere. O no?
(ANSA) ROMA, 18 MAR – “Sì al taglio degli F35 ma non in virtù del principio alla John Lennon, ‘tagliamo le armi per fare gli asili'”. Questa la posizione espressa a Radio Anch’io dal vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli che si dice completamente d’accordo con il ministro della Difesa Roberta Pinotti. “Si tratta di mettere le questioni nell’ordine giusto: prima fare un libro bianco della difesa, poi una mappatura dei rischi, quindi capire quali sono le dotazioni militari che ci servono”, ha aggiunto Pistelli.
Insomma sembra proprio che sugli F35 non riescano a dirne due buone di seguito.
Alzare la voce contro le spese militari chiedendo altre priorità.
Beccarsi come dice Alessandro, degli utopisti miglioristi e alla fine vedere che le cose cambiano.
E insomma alla fine il taglio dei caccia F35 rimane nei cassetti delle leggende metropolitane. Se ne è parlato tanto, tantissimo con numeri e condizioni contrattuali che ogni volta fluttuavano nel mare delle chicchere ma Renzi non è riuscito a risparmiare denari che sarebbero molto più utili in altri capitoli di spesa. Un giorno forse riusciremo a parlare del “blocco organizzato” che sono le Forze Armate ben più “casta” dei gruppi parlamentari che le fiancheggiano. Ne parlano anche su Eddyburg:
È evidente che queste notizie non sono state inventate e non sono il frutto di una «leggenda metropolitana»: se sono circolate il tema era evidentemente all’ordine del giorno. Più che una resistenza del Dipartimento di Stato americano, sembra che il vero ostacolo sia stato posto dai vertici delle forze armate, dalla ministra della Difesa e dal presidente della Repubblica. Non sembra certo casuale che nel momento in cui si discuteva di tagliare le spese militari per finanziare il taglio dell’Irpef, proprio nello stesso giorno, il presidente Napolitano convocava il Consiglio Supremo di Difesa (per il prossimo 19 marzo) con all’ordine del giorno, tra gli altri punti, la «criticità relative all’attuazione della legge 244 di riforma ed impatto sulla difesa del processo di revisione della spesa pubblica in corso».
La legge 244 (una legge delega approvata alla fine della scorsa legislatura con i decreti di attuazione da poco emessi) è la riforma dello strumento militare in cui, tra l’altro, si prevede un parziale controllo periodico del parlamento sulle scelte relative ai sistemi d’arma, anche gli F35. E tra l’altro la Commissione Difesa ha utilizzato il dispositivo della legge 244 per valutare l’efficacia e la validità di questo sistema d’arma: tra pochi giorni la Commissione concluderà i suoi lavoratori e ci farà sapere a quali conclusioni è giunta. Il messaggio della convocazione — allarmata — del Consiglio Supremo di Difesa è chiaro: uno stop a ogni ipotesi di riduzione delle spese militari (e a Renzi) e la richiesta di superare le «criticità della legge 244» che impone risparmi alle Forze Armate.
Quindi, i cacciabombardieri rimangono quelli — 90 — e sempre 14 miliardi dovremo spendere nei prossimi anni per acquistarli e produrli. In più, ieri il Parlamento ha votato la proroga delle missioni militari all’estero: 600 milioni di costi, altro che riduzione delle spese militari.
Come ha più volte ricordato la campagna Sbilanciamoci arriviamo a circa 20 miliardi con i quali finanziare — oltre che il taglio delle tasse sul lavoro — anche un vero piano del lavoro o misure di reddito di cittadinanza. Tutto questo avrebbe un significato sostanziale veramente importante: per la prima volta si taglierebbero in modo sostanziale le spese militari e non la sanità e le pensioni. Sarebbe stata la «svolta buona», ma sarà per un’altra volta.
Sull’incauto (e irrispettoso, visti i tempi) acquisto degli F35 (di cui abbiamo parlato spesso qui) sembra muoversi qualcosa. Come scrive Sofia Basso:
Il tempo degli indugi sugli F35 è finito. Con la conclusione dell’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma, avviata alla Camera in luglio, i democratici non hanno più alibi: devono passare dalle parole ai fatti. A cominciare da Matteo Renzi, che nel 2012 definì i 12 miliardi per i cacciabombardieri della Lockheed Martin «soldi buttati» ma poi, a differenza del suo competitor alle primarie Pippo Civati, non ha mai detto pubblicamente quali decisioni prenderebbe sul capitolo F35. L’occasione per ridurre drasticamente la partecipazione tricolore al programma americano è la risoluzione alla quale sta lavorando Gian Piero Scanu, deputato Pd in commissione Difesa. La sua proposta, ancora in attesa dell’ok del partito, è dimezzare il numero di F35, che scenderebbero dai 90 previsti dal governo Monti a non più di 45. Risparmio: almeno un miliardo e 200mila euro l’anno. La bozza dei deputati Pd boccia anche Forza Nec, il costosissimo programma per la digitalizzazione della Difesa (22 miliardi di euro).
Ora teniamo gli occhi puntati. Gli occhi.
Siamo convinti che anche l’impegno sottoscritto dalla mozione approvata ieri in parlamento di limitarsi alla realizzazione dei tre F35 già acquistati è una decisione errata perché sottrae risorse necessarie ai settori di primaria importanza per la nostra società come educazione, sanità, welfare, ambiente, cultura e occupazione.
Crediamo inoltre che il conseguimento della pace non si raggiunge attraverso l’impiego di nuovi e sofisticati sistemi d’arma, al contrario esige un processo di disarmo e di riduzione delle spese militari, la promozione della giustizia e lo sviluppo sociale, l’impiego di metodi di non violenza attiva e il dialogo. Tutto ciò è suggerito anche dall’insegnamento della dottrina sociale della chiesa cattolica ripetutamente sottolineato anche dai pontefici in questi ultimi cinquant’anni. “La guerra è avventura senza ritorno” – ammoniva Papa Giovanni Paolo II – parole a cui fanno eco quelle di Papa Francesco “La guerra è il suicidio dell’umanità”.
Le risorse impiegate per il riarmo non solo hanno un enorme e ingiustificato costo sociale, sono un ostacolo per la sicurezza e la pace tra le nazioni che mai si possono realizzare con l’uso della forza e la violenza.
Poche parole, chiare da quelli di Nigrizia.
Sembra che sulla questione della questione degli F35 il PD stia convergendo su un accordo per rinviare la decisione dopo un’indagine conoscitiva (devono scoprire se hanno pale, eliche o reattori, probabilmente).
Mi dice qualche amico che è una vittoria, il rinvio degli F35. Che dobbiamo esserne contenti. E’ una buona mediazione mi dicono. Cioè vogliono convincermi che tenersi il governissimo PD-PDL obbligatorio per le urgenze che decide di rinviare le decisioni faccia bene al paese.
Vi prego: se da anziano comincio a festeggiare anche i rinvii datemi delle gocce per dormire.
Capite in che mani siamo? Capite cosa è il PD in alcuni pezzi della sua classe dirigente che non sa nemmeno do cosa sta parlando? Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, crede che gli F35 siano elicotteri, per dire. Leggere per disgustarsi:
Il resoconto della piccolezza è sul blog di Cristina.