Vai al contenuto

frediano manzi

Milano, i giovani e le “ronde di responsabilità”

Frediano Manzi, presidente dell’associazione SOS RACKET E USURA, qualche settimana fa aveva parlato chiaro: la mobilitazione che molti cittadini milanesi si aspettavano per denunciare ancora con più forza ed alta voce lo scandalo del racket degli alloggi popolari in città non si stava accendendo. Insomma, come spesso succede, semplicemente un’associazione (o forse sarebbe meglio dire una “battaglia”) aveva bisogno di gente. Mani, teste, cuori per dispiegare un esercito buono. I ragazzi di IDV Lombardia (e “ragazzi dentro” di Milano città) in poche settimane hanno organizzato un’invasione pacifica che ieri ha invaso 10 diverse zone “calde” della città: ronde di ascolto senza ridicole posture militare che, armate di banchetti e questionari, hanno chiesto agli abitanti della zona quali sono i nomi, quali i cognomi e possibilmente chi sono gli infami. Come un abbraccio che garantisca presenza, tutela ma soprattutto persone. Presenti, in prima linea che ci mettono la facci di fianco a Frediano e, senza nessun timore, anche il simbolo del proprio partito. Partito che ieri più che mai è stato un gruppo di persone organizzate con lo stesso obbiettivo. Per questo ieri Milano profumava di responsabilità e IDV tornava a fare quello che vogliamo e sappiamo fare meglio: metterci la faccia.

http://www.youtube.com/watch?v=E6FQE8fG6Es

Chi minaccia Frediano Manzi?

Frediano Manzi è uno di quei tipi umani che difficilmente riesce a farsi voler bene dalla politica: parla troppo, scrive nomi e cognomi e spesso finisce per mettere il dito nelle piaghe di una Milano che preferirebbe non sapere. I nemici di Frediano non funzionano per scrivere di epopee mafiose: stanno nell’arroganza di periferia dei Tatone a Quartoggiaro o nelle ciabatte unte dei Pesco-Cardinale e nei polsini bianchi del “cartello” delle pompe funebri milanese che riesce ad avere lo stomaco per pasteggiare anche sui morti. Boss mica buoni per farci una copertina, piuttosto quattro guappi sgarruppati che sembrano non interessare a nessuno. Nonostante loro siano molto interessati a Manzi. Aggiungiamoci anche Frediano non ha imparato in fretta e bene la postura elegante, sempre spettinato e di corsa nel cuore dei quartieri di Milano.
Frediano Manzi (e la sua associazione) non è stato minacciato ieri. Frediano Manzi è stato lasciato solo da un pezzo, supportato solo da qualche volontario e circondato dai politici nel tempo di una telecamera. Ha chiesto una sede e ha ottenuto qualche straccio di comunicato stampa, ha chiesto una mano per distribuire i propri questionari e si è sentito rispondere che bisognava capire quanti voti portassero, ha provocato ed urlato e si è meritato al massimo qualche querela. Frediano Manzi non lamenta minacce dalla mafia, Frediano Manzi è stato lasciato solo dalle istituzioni. Quando l’ho conosciuto qualche anno fa mi sono sempre chiesto chi glielo facesse fare, cosa avesse da guadagnarci. Nulla.
Sai, Frediano, ce lo siamo detti spesso che quello che conta a Milano è essere chic e non rompere alle persone sbagliate. E so benissimo che ormai la lezione non la impari più. Ma non preoccuparti, vedrai che alla fine l’odore di elezioni su Milano trasformerà tutti (da una parte e dall’altra) in paladini in tua difesa almeno fino al ballottaggio. Così almeno riusciremo a non lasciare in pace queste quattro fecce sparse per la città. Almeno fino alla prossima inevitabile parentesi di minacce e solitudine.

La politica del fare? mettere il naso nella discarica di Bollate

http://www.youtube.com/watch?v=zNI77l8R8Ck


Bollate, periferia di Milano, oggi è una di quella città che scottano. Dopo l’ultima operazione contro la ‘ndrangheta (che ha portato in dono 160 arresti solo in Lombardia) intere zone si sono scoperte impudicamente nude di fronte alla potenza e prepotenza delle famiglie criminali che ormai da anni infestano il territorio. A Bollate comanda(va?) Vincenzo Mandalari, originario di Guardavalle (CZ). residente a Bollate e oggi latitante. Mandalari, come gli altri “guappi” ‘ndranghetisti, si dilettava nel campo dell’edilizia, in quel giochino facile facile che è la movimentazione terra; ovvero spostare, nascondere, caricare e scaricare macerie e merda per riciclare denaro. A Bollate (ce lo dimostra oggi un’inchiesta dell’Associazione SOS RACKET USURA completata da un video girato con una telecamera nascosta) c’è una discarica in cui sicuramente si vede qualcosa di curioso: rifiuti scaricati con estrema facilità, formulari non compilati e qualche dubbio sul personale incaricato.

Oggi presenterò un’interrogazione urgente al presidente della Regione Lombardia per chiedere che vengano effettuati quanto prima dalla politica e dalle autorità preposte tutti i controlli necessari per chiarire la gestione dei rifiuti e delle macerie della “ex cava Bossi” a Cascina del Sole in Viale Friuli a Bollate. Con più di un dubbio e una mezza idea sulla “funzione” della discarica nell’economia criminale della zona. Qualche mio collega in Consiglio Regionale propaganda spesso la “politica del fare”, “metterci la faccia” dicono: su quella discarica oggi ci metto la mia.

La denuncia di SOS RACKET E USURA

Siamo entrati nella cava-discarica di Bollate a bordo di un furgone e, senza compilare il formulario, abbiamo scaricato rifiuti di ogni tipo, tutto rigorosamente in nero, ed abbiamo visto una decina di lavoratori boliviani ed albanesi che vi lavorano per sei euro l’ora, senza contratto di lavoro.

Questa è la storia di una cava in odore di N’drangheta.

È una mattina di giugno del 2010 e riusciamo, insieme al giornalista del Fatto, Davide Milosa, a convincere un imprenditore di Garbagnate Milanese a portarci – a bordo del suo furgone – in un luogo dove scaricare rifiuti di ogni tipo, i cosidetti rifiuti ‘sporchi’. Arriviamo così nella cava discarica di Bollate, a Cascina del Sole in viale Friuli ed esattamente nell’ex cava Bossi.

Con una microtelecamera nascosta, cominciamo a filmare il carico del nostro camion e, arrivati all’ingresso della cava, ci viene chiesto subito se vogliamo dare il formulario o pagare in nero. “Non c’e problema ci dice l’omino all’ingresso della cava andate più avanti che i ragazzi vi dicono dove dovete scaricare”.

Percorse alcune centinaia di metri ci troviamo di fronte ad una decina di ragazzi boliviani ed allbanesi che, senza chiederci il contenuto del camion, ci fanno scaricare il furgone con la ribalta in un piazzale dove sono ammassati cumuli di rifiuti di ogni tipo alti una decina di metri.

È un inferno Dantesco quello che si presenta con questi lavoratori che sotto il solo cocente mettono le mani nei rifiuiti smistando ogni cosa: eternit, bidoni e liquidi; legno, carta, plastica, polistirolo, macerie sporche provenienti da chissà quali lavori senza nessuno che controlla cosa stiamo scaricando.

Ci dicono che prendono sei euro l’ora e lavorano senza contratto, praticamente sono lavoratori in nero e dicono anche che quelle rare volte che vengono “i controlli”, i proprietari della cava vengono avvisati e noi scappiamo’.

Pochi minuti dopo, finito lo scarico, andiamo a pesare il camion e paghiamo 90 euro per il nostro scarico. Se avessimo presentato il formulario ci sarebbe costato 15 euro… L’omino della discarica si premunisce anche di darci un numero da segnare per le prossime volte che saremmo tornati a scaricare, numero da segnare sul formulario. Mi raccomando, ci dice, non mettete la data, così se vi ferma la Polizia voi dite che l’avete dimenticata altrimenti per voi sono grossi problemi.

Ci rilascia una ricevuta fasulla e noi andiamo via.

Bollate, terra di quella ‘ndrangheta decimata da una colossale operazione delle DDA di Milano e Reggio Calabria, dove a capo della Locale vi è Vincenzo Mandalari, padrino sfuggito all’arresto, tuttora latitante.

È lui che comanda su tutto il territorio, ed è sempre lui che cosrtuisce, asfalta, fa il movimento terra a Bollate e circondario.

Alcuni mesi fa, in un bar di Bollate, una microspia ambientale intercetta Vincenzo Mandalari ed un imprenditore edile, tale Rocco Ascone, anche lui arrestato in questa operazione, che parlano dell’arrivo di un carico di rifiuti tossici provenienti da Brescia, che devono essere smaltiti in una cava di Bollate.

Nella cava-discarica di Bollate abbiamo visto frantoi e numerosi escavatori, che risultano essere di propietà di tale Nicola Grillo, grande amico di Vincenzo Mandalari e proprietario dell’impresa SDS Srl che lavora per Mandalari.

Nicola Grillo e suo fratello Stefano vengono chiamati vent’anni fa da un paesino della provincia di Catanzaro, Davoli, proprio da Vincenzo Mandalari che gli dice “venite su che qui di lavoro al nord ce nè tanto”.

Stefano e Nicola Grillo sono amici di altri boss, i fratelli Pietro e Santo Maviglia di Nova Milanese che, guarda caso. hanno un magazzino di fronte ad un’altra cava, sempre a Nova in via delle cave.

I proprietari della cava di Bollate tentano alcuni mesi fa anche di costruire decine di palazzi sull’area della cava stessa, offrendo in cambio alla passata Giunta guidata dal sindaco Stelluti la donazione di metà area, ma il progetto non passa. Nell’ ufficio di Vincenzo Mandalari ci sono decine di targhe che la passata giunta bollatese si è premurata di consegnare, per riconoscenza dei lavori eseguiti dall’imprenditore Mandalari. Da Rho, Pero, Cesate, Garbagnate Milanese, Novate, Senago, Cesano Maderno, Bresso, Cormano, ed altre decine di comuni dell’hinterland, è cosa nota che chiunque voglia scaricare rifiuti di ogni tipo, tossici o “sporchi”, può andare alla cava dei veleni di Bollate.

Tutti gli imprenditori edili, piccoli o grandi, scaricano veleni in quella cava; la cosa è nota a tutti, e noi quel giorno abbiamo visto decine di camion che scaricavano ogni cosa.

L’Associazione SOS Racket e Usura chiede al Sindaco del comune di Bollate, Stefania Lorusso, di intervenire tempestivamente su questo scandalo da noi denunciato.

Alla Polizia Provinciale Ambientale, che propio a Bollate Ha un grosso distaccamento, chiediamo di eseguire immediati controlli sul terreno all’interno della cava.

All’Ispettorato del Lavoro di verificare che i lavoratori siano in regola con contratto di lavoro e sopratutto chiediamo – per i reati che abbiamo documentato – la chiusura immediata della cava.

L’associazione chiede che venga aperta un’inchiesta da parte dell’Autorità giudiziaria al fine di verificare i gravi fatti da noi denunciati, Al Consigliere regionale dell Idv Giulio Cavalli chiediamo una presa di posizione politica con una interrogazione in Consiglio Regionale da presentare sui gravi fatti da noi denunciati al fine di far cessare questo gravissimo scandalo.

Milano 22 luglio 2010

Frediano Manzi

Presidente Associazione SOS Racket e Usura

Ronde lombarde per la pubblica responsabilità

  • Milano è una carcassa egocentrica che sfila da metropoli. Mentre s’incipria il quadrilatero delle vetrine e della piazza ha lasciato da anni i quartieri periferici a cuocere a fuoco lento. Il problema delle occupazioni abusive degli alloggi popolari (dietro cui molto spesso esiste un vero e proprio racket organizzato) è una consuetudine storica e quasi sclerotizzata. Una città che marcisce tanto più si allontana dalla piazza è il simbolo di un’integrazione realizzata dal reddito piuttosto che dalle opportunità. Associazioni come SOS RACKET E USURA di Frediano Manzi raccontano di centinaia di segnalazione (firmate ) che arrivano dalle periferie e dipingono scenari di criminalità e solitudine dove la prepotenza, l’intimidazione e la ghettizzazione sono le vere e uniche armi del “controllo”. Esistono sacche di inciviltà dove il sistema “stato” è vinto rispetto all’alternativa criminale più o meno organizzata che garantisce velocità, efficienza e organizzazione a basso costo convertendo i diritti in privilegi da restituire un poco al mese. Vicende come quella delle famiglie Pesco, Priolo e Cardinale in via Padre Luigi Monti 23 disegnano periferie che non devono essere compromessi accettabili.

Da domani i volontari dell’associazione SOS RACKET e USURA distribuiranno dei questionari nelle zone più difficili di Milano, in una tourné curiosa e attiva che vuole provare ad infilare il dito tra le croste dei quartieri, da Giambellino a viale Sarca, da via Ciriè a piazzetta Capuana: un tentativo di “misurare” l’influenza della città. Un caravanserraglio di portatori sani di domande in una Lombardia che ha sempre temuto le risposte. In una Milano che, come le donne che non accettano di invecchiare, ha risolto coprendo tutti gli specchi.

L’iniziativa di Frediano e i suoi volontari è una discesa in campo di cittadinanza attiva, comunque la si possa pensare. Domani sarò con lui in piazzetta Capuna per distribuire i questionari sullo stato dell’arte dell’usura e del racket nella zona, partendo dal bar Quinto alle portinerie della zona, ma la sua battaglia è una battaglia di tutti. Ancora di più per i professionisti delle “ronde” e della sicurezza in gran cassa.

Quei quartieri non sono vigne pre elettorali ma vivono, cucinano, stendono, sorridono, chiudono e scendono con i ritmi della quotidianità. Senza nessun divisionismo partitico, senza “federalismi” e  rozze recriminazioni territoriali, sarebbe il caso di scendere tutti a rinfoltire il battaglione delle domande.

Ronde lombarde per la pubblica responsabilità come antidoto alla malattia della “sicurezza” permeabile e indifferente padana.

Questionario sull’usura (formato DOC)
Questionario sulla sicurezza (formato DOC)
Modulo di adesione (formato DOC)
Il programma (formato DOC)

A Quarto Oggiaro al fianco di Frediano Manzi

Domani (ma da tempo e ancora per molto tempo) sarò al fianco di Frediano Manzi per “l’inaugurazione” della sede promessa mai arrivata all’Associazione SOS Racket e Usura.

COMUNICATO STAMPA

Domani, 22 aprile 2010 l’Associazione sos racket e usura riprenderà la propria attività interrotta lo scorso 7 febbraio 2010, presentando la nuova sede dell’Associazione a Milano in piazzetta Capuana a Quarto Oggiaro,dopo chè centinaia di cittadini attraverso lettere,e mail e appelli, ci hanno chiesto di non abbandonarli.

I volontari dell’Associazione inizieranno la distribuzione di duecentomila questionari ai cittadini ed ai commercianti, dalle ore 10,00 alle ore 19,00

Il primo questionario servirà a monitorare i fenomeni del racket,dell’usura e della infiltrazione della criminalità organizzata nella nostra città,mentre il secondo sarà rivolto a tutti gli abitanti dei quartieri popolari,affinché ci descrivano la presenza di organizzazioni criminali che “vendono” alloggi di proprietà del Comune di Milano e cioè il cosiddetto racket degli alloggi.

Saranno presenti alla inaugurazione della sede: Giulio Cavalli Consigliere Regionale Idv, Mario Furlan Presidente City Angel’s, Paolo Bocedi Presidente Associazione Sos Italia Libera, Enrico Marcora Consigliere Regionale Udc, Massimo Brugnone Responsabile per la Lombardia del movimento antimafia Ammazzateci Tutti, Beatrice Uguccioni Presidente del Consiglio zona 9, Massimo Gatti Capogruppo lista civica Un’Altra Provincia, Paolo Uguccioni Presidente Comitato di via Venezia Buenos Aires e tanti altri.

Si comunica inoltre che molti Comuni hanno aderito alla nostra iniziativa distribuendo sul loro territorio già da domani il questionario sull’infiltrazione della criminalità organizzata del racket e dell’usura.

I Comuni che hanno aderito e che domani saranno presenti con dei rappresentanti sono: Comune di Motta Visconti, Canegrate, Cornaredo, Nerviano, Senago, Trebbia, Ossona, Cesate, Lavena Ponte Tresa ed altri se ne stanno aggiungendo in queste ore.

Domani alle ore 15,00 l’Associazione sos racket e usura terrà una conferenza stampa a Milano in piazzetta Capuana durante la quale verrà presentata a tutti gli organi di informazione che saranno presenti la nuova sede ed i questionari che andremo a distribuire.

Frediano Manzi

Presidente Associazione sos racket e usura

Milano,li 21 aprile 2010

www.sos-racket-usura.org tel. 338.75.00.104 – 347.90.34.353 fax 02.990.26.691

e-mail : f.manzi@sos-racket-usura.org – – comunicazioni@sos-racket-usura.org