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governo letta

Un Governo che mente

Oggi il Governo Letta ha presentato un comunicato sull’indegna esplusione della moglie e della figlia 6enne del dissidente kazaco Mukhtar Ablyazov nel quale a un certo punto chiaramente dice:

Risulta inequivocabilmente che l’esistenza e l’andamento delle procedure di espulsione non erano state comunicate ai vertici del governo: né al Presidente del Consiglio, né al Ministro dell’interno e neanche al Ministro degli affari esteri o al Ministro della giustizia.



Altrettanto inequivocabilmente, come segnala Andrea Iannuzzi sulla suapagina FB, il 5 giugno scorso il Messaggero ha pubblicato questo articolo(e molte agenzie di stampa davano la medesima notizia) secondo la quale il Ministro della Giustizia Cancellieri ed il Ministro dell’Interno Alfano erano perfettamente a conoscenza delle procedure di espulsione.

«Mi sono informata subito della questione, e tutto si è svolto secondo le regole», rimarca il Guardasigilli. La vicenda era già finita sul tavolo del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e dei vertici del Viminale

 

Come è possibile?

(se lo chiede giustamente Mante qui)

Okkupiamo!

Sulla sospensione dei lavori d’aula per 24 ore proclamata da Silvio Berlusconi e eseguita  dai suoi sodali mi viene un pensiero quasi simpatico di quando, eravamo ragazzi, abbiamo okkupato (si pronuncia con la kappa perché così fa la sua porca figura) il Liceo Classico Pietro Verri di Lodi. Mi ricordo che in fondo pensavamo di intervenire in modo straordinariamente vitale (e illegale) sul nostro diritto di decidere e di chiedere il rispetto dei nostri diritti, avevamo organizzato i giorni dell’okkupazione in modo ancora più intenso delle giornate di lezioni regolari. Era la prima autogestione nella secolare storia del borghesotto liceo di provincia.

Poi l’anno successivo tutto era stato molto più blando. Le giornate di occupazione scorrevano con ritmi quasi anarchici e le motivazioni cominciavano a invecchiare insieme alla nostro ottimismo inevitabilmente più consapevole.

Il terzo anno, è stato il mio ultimo, abbiamo okkupato e quando ci si chiedeva perché l’unica risposta era “come tutti gli anni”. Avevo così toccato con mano, per la prima volta, la protesta di maniera senza sostanza.

Oggi, mercoledì 10 luglio 2013, scopro che peggio dei licei succede in Parlamento: si occupa per dovere di servitù e per gli interessi di un singolo. Nemmeno tre o più persone (come almeno l’articolo 416 del codice penale) ma addirittura per una persona soltanto: un servilismo a delinquere. Costosissimo, gravissimo e pericoloso.

Chi ha messo in piedi questa maggioranza oggi dovrebbe pagare i danni.

Francesco

Se quel Papa che oggi è sbarcato a Lampedusa senza fronzoli e vestali e ha parlato all’Italia e all’Europa dicendo che “Dio ci giudica da come trattiamo i migranti” è il rappresentante “istituzionale” (credenti o no) più coraggioso nel campo della solidarietà e dei diritti significa che che abbiamo una notizia buona e una notizia cattiva.

La notizia buona è che la Chiesa in queste parole assomiglia molto alla Chiesa che in molti vorrebbero (credenti o no) e finalmente parla ai cuori senza perdersi in mediazioni.

La notizia cattiva è che il messaggio politico più forte di questi ultimi mesi (e, forse più di sinistra) non arrivi dal centrosinistra (nessuno con un po’ di sale in zucca se lo aspetterebbe, figurarsi, dal Governo Pd – PDL) ma da una figura esterna (potremmo chiamarlo “tecnico” della solidarietà, eh) mentre la sinistra si accartoccia su se stessa e il Partito Democratico si spende per regole congressuali e regole d’ingaggio con gli amici berluscones.

Fa venire le vertigini in questa epoca di nani, Francesco.

Ambientalismo attenuato

“Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre all’eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione conformi alle finalità generali e agli obiettivi di tutela, conservazione e risparmio delle risorse idriche stabiliti dalla parte terza”.

Sono le parole del Decreto Fare del Governo Letta che stanno allarmando le associazioni ambientaliste e non solo. Basta leggerlo con attenzione per cogliere come il fattore economico diventi la componente principale per valutare una bonifica. Spaventa anche ‘l’attenuazione’ come soluzione accettabile. Io non so cosa ne pensino gli EcoDem o le persone per bene che da dentro il PD in tutti questi anni si sono spesi per una seria legge contro il consumo di suolo e una nuova responsabilità ambientale in politica ma certo le associazioni sono sul piede di guerra. La delusione invece, quella, ormai è già sdraiata al sole.

Ne scrivono diffusamente gli amici di A Sud qui.

Santanchè e l’inverno democratico della democrazia

Quello che avrei voluto scrivere l’ha già scritto Monica per Resistenza Internazionale:

Prima di parlare dello svuotamento di dignità, immagine e contenuti delle cariche dello Stato ad opera di una Santanchè che non ha cause pendenti con la Giustizia ed è già stata sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, mica poco, dovremmo ricordare tutti, -noi, il PD e gli schizzinosi della democrazia in genere-, che in un contesto simile (PD e PDL uniti a sostenere il Governo Monti, non nella notte dei tempi) nessuno ha mai fatto una piega su Rosy Mauro, vicepresidente di un Senato retto da Schifani. Peculato e odor di mafia allegramente insieme, e tutti contenti . Che non ci scompone Alfano alla Giustizia nel Governo Letta, né Gasparri e Calderoli vicepresidenti del Senato con la Mussolini tra i segretari.

Non è Daniela a voler dinamitare, per capriccio personale, un equilibrio politico di per sé inconcepibile ad ogni sensibilità davvero democratica, e pretendere di aprire così una crisi di Governo; la vera crisi perpetua è quella di coscienza del PD, uno squarcio -geneticamente restio alla sutura- che sotto la garza della cosiddetta responsabilità suppura da novembre del 2011, dalla cacciata di Berlusconi. L’arte del procastinare ogni soluzione di autunno in autunno non è stata inventata adesso. L’inverno della democrazia non ce lo togliamo di dosso da anni e loro, all’improvviso, danno la colpa a quella che va in giro in luglio col piumone addosso.

Dal proclama al rinvio

Mi servirebbe sapere qual è la differenza tra lo scorso governo Berlusconi-Berlusconi e l’attuale governo Berlusconi-Letta sugli annunci. Mi servirebbe sapere se i critici della ‘politica degli annunci’ di B. trovano più etica, più responsabile, più democratica la ‘politica dei rinvii’.
Mi piacerebbe anche sapere se la coalizione che ha partorito questo governissimo è quella stessa urgente e ineludibile che era obbligatoria per affrontare le emergenze: le emergenze che sono state tute rinviate a dopo l’estate per non disturbare la missione della crisi.
Siamo passati del proclama al rinvio e ci dovrebbe bastare. Contenti così.

Enrico Letta e il decreto lavoro: io sono leggenda.

Tito Boeri per Lavoce.info sul decreto del Governo Letta e le bugie:

l pacchetto di misure per il lavoro varato martedì dal governo prevede una riduzione del 33 per cento del costo del lavoro per le assunzioni di persone con meno di 30 anni fino all’esaurimento delle risorse disponibili. Gli sgravi possono avere una durata massima di 18 mesi (nel caso di nuove assunzioni) oppure 12 mesi (nel caso di trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato). L’esperienza passata è eloquente circa l’inefficacia di incentivi temporanei alle assunzioni. Analisi ospitate a più riprese su questo sito dimostrano che i posti aggiuntivi sono pochissimi e che gli sgravi vanno per lo più a imprese che avrebbero comunque fatto le assunzioni. Il rischio è ancora più alto se i fondi finiscono e bisogna introdurre lotterie (i cosiddetti rubinetti) per razionare i potenziali beneficiari. (1) Difficile, infatti, che un datore di lavoro decida di creare posti di lavoro a tempo indeterminato davvero aggiuntivi in virtù di un contributo pubblico che poi, alla prova dei fatti, potrebbe non essere erogato.
Ma anche ipotizzando che tutti i fondi disponibili andassero alla creazione di posti aggiuntivi, si è ben lontani dalla cifra di 200 mila nuovi posti di lavoro cui ha fatto riferimento il presidente del Consiglio Letta (che per la verità si riferiva all’impatto complessivo del provvedimento, compresa la “manutenzione” della legge 92) o anche dai 100 mila attribuiti dal ministro Giovannini a questo specifico provvedimento. Gli stanziamenti sin qui previsti sono, infatti, di circa 100 milioni nel 2013, 150 nel 2014 e 2015 e 100 nel 2016 per le regioni del Mezzogiorno. A questi fondi dovrebbero aggiungersi altri 300 milioni per le regioni del Nord (il condizionale è d’obbligo perché in attesa di avere il testo licenziato dal Consiglio dei ministri non è chiaro quali siano le coperture), da spalmare su quattro anni, quindi -poniamo- 75 milioni all’anno all’anno per i prossimi quattro anni. Ogni anno sarebbero cosi disponibili al massimo 225 milioni di euro. I salari medi lordi di giovani con meno di 30 anni sono di 19.768 euro. In termini di costo del lavoro per il datore del lavoro, questo significa 24 mila euro. Il 33 per cento di tale importo è pari a 8 mila euro (oppure a 674 euro per 12 mensilità). La legge prevede però che lo sgravio non possa essere più di 650 euro mensili. Quindi il vincolo è stringente. Dunque, dividendo i 225 milioni per 7.800 (650 x 12) si ottengono 28.846 posti di lavoro. Siamo ben lontani dai 100 mila e ancor più dai 200 mila.

(1) Si veda AnastasiaBoeri e Cipollone

Già, che fine ha fatto Emma?

Se lo domanda Marina Terragni sulla questione #Gezypark ma in generale è un’assenza che pesa anche su altre questioni (non per forza estere o femminili) di questo governo. LA sensazione è che questa alleanza così ampia abbia bisogno di annacquare per sopravvivere, mi diceva oggi qualcuno. Ma in realtà non è una sensazione ma la fredda e cinica legge dei numeri in Parlamento e di questa democrazia che possiamo discutere se sia la migliore possibile ma sicuramente ha bisogno di maggioranze e possibilmente molto coincise sulle convergenze di obbiettivi: caratteristiche assenti in questo momento.

Per questo alla fine anche la nomina a Ministro di Emma Bonino diventa semplicemente uno specchietto per allodole piuttosto miopi e le etichette non riescono a nascondere l’odore di rancido della merce.

Il Governo Letta ha fatto Bingo

Sono riusciti a fare incazzare anche i “normalmente calmi” amici di Libera:

Il Governo Letta ha fatto bingo: Alberto Giorgetti, sottosegretario all’Economia, ha avuto la delega al gioco d’azzardo.

“Mentre nel paese si susseguono i casi di cronaca in cui il gioco d’azzardo è causa o concausa di eventi drammatici,” afferma don Armando Zappolini a nome della campagna nazionale Mettiamoci in gioco “si alzano da più parti inviti a limitare e regolamentare il fenomeno e vengono resi noti rapporti o notizie che rilevano la vicinanza tra la politica e i concessionari dei giochi, il Governo ha pensato bene di affidare una delega così delicata a un uomo da anni vicino ai concessionari. È inaccettabile che le tante voci che arrivano dalla società civile, dalla Chiesa cattolica, dai media, dai cittadini e dallo stesso Parlamento siano state misconosciute in modo così clamoroso. Dobbiamo perciò concludere, con rammarico, che per questo Governo la lobby dell’azzardo conta più di ogni altra cosa.”

Chi è Alberto Giorgetti.
Matteo Iori, presidente del Conagga (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo) ed esponente della campagna, in una nota pubblicata prima della nomina evidenzia come Giorgetti non sia nuovo alla delega ai giochi, la tenne per anni sotto il governo Berlusconi, con grande piacere dell’industria del gioco. Fu con l’ultimo governo Berlusconi che videro la luce molte delle nuove proposte d’azzardo: dalle videolottery al win for life, dal bingo on line ai nuovi gratta e vinci, dalla proposta di sale per il poker dal vivo ad altre ancora; e Giorgetti fu colui che seguì sempre molto da vicino questo mercato in costante crescita. E di certo sull’importanza di questo settore non ha cambiato idea… A metà marzo 2013, partecipando all’Enada, fiera internazionale sugli apparecchi da gioco tenutasi a Rimini, ha rassicurato le industrie del gioco d’azzardo dichiarando: “trovo sconcertante che questo settore sia stato negli ultimi mesi sostanzialmente abbandonato a sé stesso”, e ancora: “non è immaginabile che un settore sostanzialmente in regime di monopolio debba affrontare una campagna complessiva di denigrazione senza precedenti”, e questo anche a causa di “numeri della ludopatia palesemente sovradimensionati rispetto all’impatto reale”. In pratica Giorgetti ritiene che il gioco d’azzardo vada ulteriormente sviluppato perché porta occupazione e denaro per le casse erariali, infatti: “una demonizzazione oltre che un’ eventuale iniziativa maldestra sulle awp (slot machine) porterebbe a un calo delle entrate per lo Stato”, mentre lui auspica che il Governo decida di “confermare una visione strategica in questa materia, che ha determinato crescita in questi anni, che ha determinato occupazione, ha determinato aspetti di interesse anche da parte di altri Stati”.

Ma non dobbiamo temere, tutto questo è fatto per il nostro benessere. Giorgetti, preoccupato per la nostra libertà, dice che quello del gioco d’azzardo “è un settore di tutela nei confronti dei cittadini e dei consumatori che possono, nella loro libera facoltà e scelta, decidere di avere un intrattenimento attraverso il gioco lecito”.