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indagini

Se EXPO assomiglia alla Salerno – Reggio Calabria

La notizia è questa e la scrive Il Fatto Quotidiano:

Expo, la Prefettura blocca un’altra impresa e stavolta il collegamento con la criminalità organizzata è la base della decisione. Un fulmine, il secondo in pochi mesi, nel cielo di Milano e sotto l’arcobaleno di Giuliano Pisapia. Nella serata di mercoledì la Prefettura ha siglato un provvedimento di interdizione nei confronti di un’azienda che opera sui lavori di interconnessione stradale che portano al cantiere dell’Expo 2015. Si tratta della Fondazioni Speciali spa, società parmense di geoingegneria del gruppoItalterra con commesse in tutta Italia che sta ristrutturando la viabilità per congiungere la fermata metropolitana di Molino Dorino con l’autostrada delLaghi A8/A9.

Forse adesso risulta più chiaro perché ci avevamo tenuto tanto a pubblicare su questo piccolo blog un articolo che ci stava a cuore e che ci interessava fosse letto (oh, viene voglia di fare la commissione antimafia 2.0, per dire):

A fare le spese più pesanti del racket dei Nasone, però, è stata la Fondazioni Speciali S.p.A., che ha ottenuto un subappalto per eseguire dei lavori di consolidamento per 850 mila euro sulla A3 all’altezza di Scilla. Hanno aperto i cantieri a luglio del 2011 e in meno di due mesi hanno subito tre danneggiamenti. Il 28 agosto a un impiegato della ditta viene danneggiata l’auto privata. Il capocantiere, che ha capito bene cosa sta succedendo, gli consiglia di «non parlare troppo», di non dire in giro che lavora per la Fondazioni Speciali. «Tu devi fare una cosa Salvo, quell’adesivo che gli hai messo cosi bello carino che si vede lì glielo devi togliere». Spiega, il capocantiere, che prima, quando non serviva, di fronte al recinto c’era una postazione dell’esercito, e che ora che servirebbe come protezione l’hanno rimossa.Poi, per diversi mesi, le acque sembrano essersi calmate. Non per merito, però, delle denunce contro ignoti ai carabinieri: pochi giorni dopo quelle intimidazioni, la Fondazioni Speciali ha accettato di rifornirsi dal bar dei Nasone in paese per la colazione degli operai. Fino a dicembre.Il 3 marzo scorso, allora, il giorno dopo avere messo in piedi un’intimidazione a un’altra ditta che lavorava su altri cantieri dell’autostrada, la cosca si riunisce al solito bar per progettare un nuovo attentato alla Fondazioni Speciali. Gli uomini del clan hanno già fatto dei sopralluoghi, hanno studiato i mezzi per scegliere quale danneggiare. Alla fine decidono di togliere i freni a un compressore e lasciarlo cadere giù per un dirupo. «Là ci sono le ruote, ci sono due pietre. Togli quelle pietre; di qua davanti ha una levetta (incomprensibile) freno a mano (incomprensibile) precipitano di sotto nella strada. Che cazzo ce ne fottiamo!».

Poi pianificano una via di fuga coi motorini, semmai qualcuno capitasse nei paraggi. E una scusa nel caso dovessero essere colti in flagrante. E se i carabinieri non dovessero credere loro, nessun problema: «Che mi interessa? Gli faccio scoppiare in aria!». L’obiettivo della missione è costringere l’azienda a trattare. L’intimidazione deve essere abbastanza grande da spingere gli uomini della Fondazioni Speciali a farsi vivi con i boss. «Io voglio almeno che andiamo al fine di farli venire. Non che io vado e loro dicono: sono stati ragazzini di due anni. Dev’essere un lavoro bello, in maniera da scendere», da farli venire a negoziare. «E se non vengono?». «E se non vengono glieli bruciamo».

Quella notte, il compressore liberato dai freni si schianta contro uno spartitraffico in cemento. La mattina dopo, gli operai della ditta lo trovano semidistrutto. Sopra c’è una bottiglia di plastica piena di una sostanza liquida, tutta avvolta da un nastro da imballaggio marrone. Sembra un ordigno pronto a esplodere, ma la miccia è finta. Serve solo a spaventare.Gli uomini della ‘ndrina però non sono soddisfatti. Quel macchinario non doveva finire sul guard rail: secondo i piani sarebbe dovuto cadere di sotto, nella scarpata. «Non valiamo nulla. Anzi, soprattutto tu non vali niente, perché io – ride, spaccone – io sarei andato. Che cazzo me ne sarebbe fottuto? Io non ho problemi con l’altezza. Io se mi devo buttare da una montagna, mi butto, non ho paura di buttarmi. Posso rompermi le gambe qualche volta. Lì sai cos’è stato? Non è caduto di sotto! Se fosse caduto lì sotto mi sarei divertito di più io!».
Quell’intimidazione non basta a ridurre la ditta a farsi viva. Bisogna tornare sul cantiere. La notte tra l’8 e il 9 marzo alla Fondazioni Speciali viene danneggiato un altro macchinario. Un semaforo finisce sotto la scarpata.Da un po’ di giorni, però, una microspia, che la Procura di Reggio Calabria aveva fatto installare nel bar, stava registrando tutti i colloqui dei boss. Gli inquirenti avevano potuto assistere in diretta al lavoro quotidiano di soprusi ed estorsioni della ‘ndrangheta. Potrebbero continuare a registrare per raccogliere altre prove. Ma c’è un imprevisto. Una talpa tra le forze dell’ordine ha avvertito i Nasone delle indagini in corso. A dire il vero, che ci fossero indagini in corso su di loro e che i magistrati fossero intenzionati a farli arrestare, i Nasone lo sapevano già da novembre. Lo era venuto a sapere Domenico Nasone e lo aveva raccontato a sua cugina Annunziatina che aveva avvertito suo fratello, Giuseppe Fulco, in carcere, dov’era andata a fargli visita accompagnata dalla madre.Nel verbale di questo colloquio, finora inedito, avvenuto nel carcere di Benevento l’11 novembre scorso e filmato a loro insaputa, la madre dice al figlio detenuto che «è tutto registrato». «Pure in cella», aggiunge la sorella. «Non devi aprire né bocca né niente», lo avvertono.Nelle indagini l’atteggiamento della ditta Fondazioni Speciali SPA risulta molto controverso, del resto. Leggere le carte, studiare, analizzare: ecco il protocollo che funziona.

Ma c’è dell’altro. Operazione “Alba di Scilla” a carico della cosca Nasone-Gaietti. Negli atti si legge:

Dalle intercettazioni telefoniche attivate in conseguenza delle denunce presentate (R.I.T. n°1718/11 – proc. pen. 6612/11 RGNR mod. 44), ed in particolare dalle conversazioni di seguito riportate, emerge il clima di timore ed omertà sorto tra i dipendenti della Fondazioni speciali spa in conseguenza di tali indimidazioni:

  • in data 25.08.2011, MUSUMECI Concetto
  • , responsabile del cantiere di Scilla per conto della Fondazioni speciali spa, riferisce ad un collaboratore quello che è successo la notte precedente in merito all’asportazione di un semaforo. Il collaboratore gli chiede se stanno continuando a lavorare. MUSUMECI gli riferisce di sì, che ci sono alcuni problemi con la direzione dei lavori e che ha saputo che la zona su cui stanno lavorando è una zona calda.

MUSUMECI C.:- Si, ci sei adesso?———————————————————————–//

CILLO:- Si, con i Carabinieri cos’era successo?————————————————-//

MUSUMECI C.:- Che questa notte hanno trafugato un semaforo, quello di monte!—————–//

CILLO:- Hanno?————————————————————————————-//

MUSUMECI C.:- Trafugato! Trafugato, che poi si è scoperto che non era stato trafugato ma solo rimosso e buttato giù per la scarpata.  E quindi niente abbiamo denunciato questo atto vandalico e sono arrivati, anche perché sembra che quella sia una zona calda e quindi particolarmente “attenzionata”. -//

(Conversazione del 25.08.2011 alle ore 16:36, registrata sull’utenza nr. 3939324493 in uso a MUSUMECI Concetto al progressivo n°9, R.I.T. n°1718/11)

  • in data 28.08.2011 MUSUMECI Concetto parla con ZAPPIA Salvatore, il quale gli racconta dell’anomalo danneggiamento del lunotto posteriore della propria autovettura. MUSUMECI Concetto gli consiglia di non far sapere in giro che lavora per conto della “Fondazioni Speciali” e pertanto di rimuovere dall’autovettura l’adesivo della ditta, ritenendo implicitamente che il danneggiamento sia stato effettuato proprio in quanto dipendente della predetta società.

ZAPPIA S.:- Pronto

MUSUMECI C.:-Ciao Totò

ZAPPIA S.:- Buon giorno!

MUSUMECI C.:-Ciao, mi hai chiamato?

ZAPPIA S.:- Ti disturbo?

MUSUMECI C.:-Eh?

ZAPPIA S.:- Ti disturbo?

MUSUMECI C.:-No, no dimmi … dimmi?

ZAPPIA S.:- Allora ieri sera mi hanno, non so se mi hanno rotto un vetro oppure è scoppiato in macchina.

MUSUMECI C.:-Cosa ti hanno scoppiato in macchina?

ZAPPIA S.:- Il vetro di dietro del porta bagagli!

MUSUMECI C.:-Ah!

ZAPPIA S.:- Non so se me l’hanno rotto o se è scoppiato, questo non lo so. Dentro non c’era nulla, fuori …incomprensibile….

MUSUMECI C.:-Ed è scoppiato da solo, ma dove?

ZAPPIA S.:- Sotto casa mia!

MUSUMECI C.:-Minchia! Ma tu non sei il Sindaco, il figlio del ….. o no?

ZAPPIA S.:- E che vuoi che ti faccio?

MUSUMECI C.:-Eh! Vedi quando ti dico di non parlare troppo perché,

quando … quando la situazione.. che … tu devi fare una cosa Salvo, quell’adesivo che gli hai messo cosi bello carino che si vede lì glielo devi togliere.

ZAPPIA S.:- Si lo so!

MUSUMECI C.:-Eh!

ZAPPIA S.:- Allora oggi vado dai Carabinieri 

MUSUMECI C.:-Fai denuncia contro ignoti. Non lo so scoppiare, che scoppia un vetro così?

ZAPPIA S.:- No, può anche .. può succedere  ..in teoria.

MUSUMECI C.:-Si va bene, però!

ZAPPIA S.:- Dentro non c’era nulla Concetto!

MUSUMECI C.:-Come?

ZAPPIA S.:- Dentro non c’era nulla.

MUSUMECI C.:-L’ho capito, ma non è detto che l’hanno spaccato per farti .. 

per rubarti qualcosa. Può essere che l’hanno spaccato così per sfregio, per dispetto, per farti danno insomma.

ZAPPIA S.:- Si va bene ma io non ho problemi, non ho mai avuto problemi con nessuno. Di questo ieri parlavo con mio padre.

MUSUMECI C.:-No, tu non hai mai avuto problemi con nessuno ma la macchina è Fondazioni Speciali

ZAPPIA S.:- Si lo so

MUSUMECI C.:-Nemmeno io ho mai avuto problemi con nessuno se no quelli che sappiamo però! 

(Conversazione del 28.08.2011 alle ore 13:05, registrata sull’utenza nr. 3939324493 in uso a MUSUMECI Concetto al progressivo n°116, R.I.T. n°1718/11)

  • in data 23.09.2011 MUSUMECI Concetto conversa con un soggetto non meglio identificato sulle difficoltà incontrate sul lavoro. L’interlocutore riferisce che “la cosa più brutta è l’aria che si respira”. MUSUMECI risponde a tale commento asserendo che da questo punto di vista “si sono calmati”, perchè egli è andato dai Carabinieri. L’interlocutore dice che, prima, quando non serviva, di fronte al cantiere c’era una postazione dell’Esercito, ora che potrebbe servire come protezione allo stesso quella postazione è stata rimossa.

UOMO:- La cosa più brutta è l’aria che si respira, veramente!

MUSUMECI C.:- Ma diciamo che da questo punto di vista si sono anche abbastanza calmati. Anche perché io me ne sono andato dove dovevo andare … dai Carabinieri ed ho detto senti o mi fanno lavorare oppure cioè non me ne fotte un cazzo!

(Conversazione del 23.09.2011 alle ore 09:57, registrata sull’utenza nr. 3939324493 in uso a MUSUMECI Concetto al progressivo n°2116, R.I.T. n°1718/11)

Per diversi mesi la ditta in questione non ha denunciato altre azioni intimidatorie, ciò fino ai primi giorni del mese di marzo 2012 allorquando sono state compiute e regolarmente denunciate dalla Fondazioni speciali spa le seguenti azioni delittuose:

  • la notte tra il 3 ed il 4 marzo 2012, presso il cantiere “PARATIA SCILLA” in cui la ditta Fondazioni speciali spa è impegnata in lavori di perforazione adiacenti alla strada Provinciale per Melia (comune di Scilla), viene liberato dai freni e dai fermi un compressore marca “INGERSOL”; il mezzo, collocato in un tratto di strada in discesa, va ad urtare contro uno spartitraffico in cemento, riportando danni rilevanti. Su tale compressore inoltre, viene rinvenuta posizionata una bottiglia di plastica contenente una sostanza liquida, avvolta da nastro da imballaggio di color marrone e con una finta miccia incendiaria realizzata con della carta arrotolata. 

Sul medesimo cantiere viene inoltre danneggiata una sonda marca “COMACCHIO” modello MC 1200 attraverso la distruzione del quadro di comando. Anche su tale mezzo viene posizionata una bottiglia di plastica avente le medesime caratteristiche di quella sopra indicata.

  • la notte tra l’8 ed il 9 marzo 2012, nel cantiere sopra indicato, viene ulteriormente danneggiato, mediante un corpo contundente, il quadro comando ed i tubi idraulici della sonda di cui sopra. Inoltre, il semaforo mobile presente sul cantiere, utilizzato per la regolazione della circolazione stradale, come già in occasione dell’atto intimidatorio compiuto il 25.08.2011, viene gettato nell’adiacente scarpata.

Ma c’è un punto che è interessante:

BURZOMATO e PUNTORIERI continuano a discutere sul come comportarsi all’interno del cantiere ed ipotizzano il rischio che il mezzo che vogliono danneggiare possa fermarsi sulla discesa a causa degli spartitraffico che sono stati posizionati in prossimità del cantiere (situazione che, come vedremo, si verificherà concretamente). Pertanto, BURZOMATO chiede a PUNTORIERI se non sia il caso di evitare di danneggiare i mezzi e limitarsi a posizionare solo delle bottiglie (“Per forza danni gli devi fare? E se gli mettiamo solo le bottiglie e basta?”). PUNTORIERI teme però che l’intimidazione non risulti  abbastanza chiara ed efficace (“E se non vengono? E se non vengono?”), in tal modo provocando la reazione di BURZOMATO, il quale lo rassicura affermando che in quel caso tornerebbero sul posto a bruciare i mezzi (“E se non vengono glieli bruciamo”). 

Il suddetto contesto dialogico conferma – se ve ne fosse bisogno – che i suddetti interlocutori stanno organizzando un’azione intimidatoria di tipo estorsivo ai danni di una ditta impegnata nei lavori di ammodernamento dell’autostrada SA-RC (nella specie la Fondazioni Speciali spa); l’espressione “se non vengono” non si presta infatti ad altra interpretazione, se non quella riferita al contatto che i rappresentanti della ditta danneggiata cercheranno al fine di regolare i conti con la cosca mafiosa operante a Scilla. 

(Per i curiosi l’ordinanza è qui in pdf)

Insomma basterebbe essere curiosi, scassaminchia, leggere e fare. Perché se le stranezze si notano nei blog non si capisce dove si perdano tra le decine di protocolli, comissioni, convegni sulla legalità e presentazioni di libri. Se ci è arrivato il Prefetto di Milano a intervenire significa che assistiamo al primato della Prefettura e quindi ha perso il primato della politica. Appunto.

Questa non è la Lombardia: tutti gli indagati

Non è l’immagine della regione che dovrebbe rappresentare:

Daniele Belotti (Lega Nord) è indagato per una vicenda di tifo violento verificatasi a Bergamo l’8 febbraio 2011. E’ ritenuto l’anello di congiunzione tra le istituzioni e la tifoseria; deve rispondere di concorso in associazione per delinquere.

Monca Rizzi (Lega Nord), indagata a Brescia per presunti dossieraggi nei confronti di avversariall’interno del Carroccio, si è dimesso il 16 aprile 2012.

Davide Boni (Lega Nord) il 6 marzo 2012 il presidente del consiglio regionale lombardo viene indagato per corruzione per un totale di circa un milione di euro, soldi che potrebbero essere finiti nelle casse del partito di Umberto Bossi. L’indagine si concentra su presunte tangenti in campo urbanistico.

Renzo Bossi (Lega Nord) indagato a Milano per truffa ai danni dello Stato nell’inchiesta sui fondi della Lega, con il padre Umberto e il fratello Riccardo il 16 maggio 2012. 

Nicole Minetti (Pdl) il consigliere regionale è indagata insieme a Lele Mora ed Emilio Fede per induzione e favoreggiamento della prostituzione nella vicenda di Ruby. L’iscrizione nel registro avviene il 15 gennaio 2010.

Gianluca Rinaldin (Pdl) il 16 aprile 201o viene iscritto nel registro degli indagati per corruzione, truffa aggravata, finanziamento illecito ai partiti e falso. L’inchiesta riguarda presunte tangenti nel settore turistico del lago di Como. L’indagine era stata ribattezza la “Tangentopoli lariana”.

Massimo Ponzoni (Pdl) il 19 settembre 2011 l’ex assessore regionale all’Ambiente é indagato per bancarotta e poi per corruzione, nonché coinvolto nella maxi-operazione Infinito contro la ‘ndrangheta. Arrestato.

Franco Nicoli Cristiani (Pdl), ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per una presunta tangente da 100 mila euro. Le indagini hanno portato anche al sequestro di alcuni cantieri della Brebemi in territorio di Milano e Bergamo. Le manette scattano il 30 novembre 2011.

Angelo Giammario (Pdl) il 14 marzo 2012 riceve la visita dei carabinieri che indagano il consigliere per l’ipotesi di corruzione e finanziamento illecito dei partiti. La vicenda in questione è legata agli appalti per il verde pubblico, soprattutto tra Milano e la Brianza.

 Romano La Russa (Pdl)l’assessore alla sicurezza della regione Lombardia e fratello dell’ex ministro alla Difesa viene indagato il 19 marzo 2012 per finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dell’inchiesta sul caso Aler.

Roberto Formigoni (Pdl) presidente della Regione Lombardia è stato iscritto nel registro degli indagati il 23 giugno 2012, nell’inchiesta della Procura di Milano sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri ha pagato negli anni al consulente-mediatore Pierangelo Daccò.

Filippo Penati (Pd) è indagato dal 20 luglio 2011, per presunte tangenti per gli appalti dell’area Falck, si è dimesso dalla sua carica nel Consiglio regionale della Lombardia, dove era vicepresidente, mai da consigliere.

Alessandra Massei ex dirigente alla Programmazione sanitaria è indagata il 7 giugno 2012 per la vicenda giudiziaria che ruota intorno alla fondazione Maugeri.

Carlo Lucchina il direttore generale dell’assessorato alla Sanità compare il 14 giugno 2012 come indagato, perché accusato di turbativa d’asta su finanziamenti regionali, stanziati e in alcuni casi già erogati dalla Regione Lombardia, nell’ambito degli accordi stipulati tra aziende private.

L’analisi interrotta

Oggi studiavo l’avviso di conclusione delle indagini notificato a Nichi Vendola (senza bisogno di troppi opinionisti il documento integrale è qui). Avrei voluto scrivere delle accuse di Lady Asl, Lea Cosentino, e di come le parole virgolettate apparse sui quotidiani in realtà siano semplicemente riportate “de relato” dall’accusatrice. Che forse un po’ di ira da smaltire ne ha, se è vero che  “la dottoressa Cosentino era terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti’ (lo dichiara Tarantini interrogato), che era stata estromessa dal ruolo proprio dal Governatore dopo il suo coinvolgimento in vicende giudiziarie e che è stata sentita da un giornalista di Repubblica mentre in un ristorante cercava di rivendere iperbolici dossier contro Nichi per qualche spiccio. Poi avrei voluto discutere con voi dell’intervista al primario Sardelli  che sta al centro delle accuse per la nomina ricevuta in cui si legge “Sono arrivato al policlinico di Foggia il primo febbraio 2004, quando c’era il governo Fitto. La situazione al policlinico però era disastrosa: non esisteva un reparto, c’erano solo due posti a chirurgia plastica e quattro a chirurgia d’urgenza. Andai dal direttore generale della Asl per chiedere di fare qualcosa ma non si mosse niente. Così il giorno dell’inaugurazione della Fiera, visto che Fitto era in città, chiesi di incontrarlo. Gli raccontai la situazione e il giorno dopo iniziarono i lavori. In due anni ho creato un reparto d’eccellenza. Venivano a Foggia da Napoli, da Avellino, da Lecce. È qui che nel 2007 ho fatto il primo trapianto da cadavere di vaso sanguigno con la collaborazione del primario di Barcellona e della banca dei tessuti spagnola. Fu la prima volta che sentii il presidente Nichi Vendola. Mi chiamò per farmi i complimenti”. Lo aveva mai conosciuto? “No. Era la prima volta in assoluto. E poi, se devo dirle la verità ed è comunque cosa nota, io politicamente sono vicino alle posizioni della destra”.

Poi certo dovremmo interrogarci se l’abuso d’ufficio (che è il reato contestato, tanto per mettere le cose in ordine e dare il giusto peso) sia tollerabile per portare alla meritocrazia. E forse avrei risposto di no. E che l’impegno è di scrivere regole che siano meritocratiche per davvero, una volta per tutte. Insomma, avevo in bozza il post in cui c’era da analizzare e dibattere con chiarezza su un episodio che (ovviamente) qualcuno ha sparato alla stregua di puttanieri, ladri di soldi pubblici, cerchi magici e soldi in tanzania passando per ‘ndranghetisti secondo l’antico gioco che se si riesce a dimostrare che tutti sono ladri alla fine nessuno è ladro. L’avrei scritto con tutta la vicinanza a Nichi e a SEL che sta diventando grande e ha già bisogno di spalle larghe.

Poi qualche minuto fa è arrivato il secondo avviso di garanzia (in 24 ore) a Vendola per un altro reato su tutt’altro episodio. Dai contorni molto più ampi. E mi sono scoperto disposto a gridare al complotto (come Bossi e altri di questi giorni che non riesco proprio a condividere). E allora ho pensato che forse è meglio fermarsi. Perché la reazione a una sequenza di indagini come questa in fondo è politica. E i cori da stadio e le condanne strepitate non aggiungono nulla. E so che la superficialità non mi sarebbe perdonata (e non me la perdonerei). Quindi aspettiamo che cali la polvere e che galleggino i fatti. Con un abbraccio a Nichi e ai militanti e alla buona politica. Che ne abbiamo tutti bisogno.

Quello che penso sulle indagini

L’ho raccontato oggi agli amici di Radio Onda D’Urto. Almeno per non correre il rischio di fare un favore a Formigoni incastrandosi sull’indagato di turno perdendo la visione complessiva. Qui il video dell’intervista.