Vai al contenuto

italiani

“Voi italiani rubate lavoro a noi inglesi”

Ogni tanto rimango impressionato da come le notizie più drammatiche risultino diversamente feroci in base alla distanza: un bimbo investito a Milano colpisce i milanesi, inquieta gli italiani e interessa poco agli europei. Difficilmente arriva agli altri. Non che non sia normale, eh, però è ingiusto in fondo che almeno le menti più illuminate (sarebbe bello che lo fossero anche i politici e i giornalisti) non sappiano uscire dal dolore federale per provare almeno ad allargare la visione di tutti.

Così quando muore un italiano nel Kent perché “ruba il lavoro agli inglesi” si capisce subito come la xenofobia sia distruttiva a tutte le latitudini e il dolore sia universale: la stupidità, il razzismo e il dolore.

Joele Leotta era andato in Inghilterra per imparare l’inglese. Per mantenersi aveva trovato impiego con l’amico Alex Galbiati, anch’egli di Nibionno, in un ristorante della zona. E’ qui che i giovani inglesi hanno cominciato a importunare i due amici, accusandoli di rubare lavoro agli inglesi. Quando i due ragazzi lecchesi erano nel loro alloggio, gli otto hanno fatto irruzione e li hanno massacrati, Uno di loro avrebbe anche usato un coltello contro Leotta. L’amico ha avuto lesioni al collo, alla testa e alla schiena: è ancora in ospedale, ma sarebbe fuori pericolo.

Chissà i commenti in Inghilterra, eh: mandiamo gli italiani a casa loro.

Dove sono i voti degli italiani

Come saranno le campagne elettorali del futuro, nel lavoro di Dino Amenduni:

In questa analisi proviamo a fare un passo ulteriore e a provare a immaginare le campagne elettorali del futuro prossimo alla luce di alcuni dati che emergono dalla ricerca e che ridefiniscono alcune regole della comunicazione politica.

In particolare:

– i quotidiani hanno perso due milioni di copie vendute a livello nazionale negli ultimi 12 anni (-34.3%);
– Facebook è usato dal 41.3% della popolazione italiana, Twitter dal 5.4%;
– il 70% degli italiani pensa che “gli apparati dell’informazione” manipolino le notizie;
– quasi un italiano su due sceglie di votare non sulla base di ciò che ha appreso dai media (vecchi e nuovi), ma da ciò che ha ascoltato da amici, parenti e conoscenti (il 43.9% degli elettori, +25% in soli quattro anni);
–  il 35.3% degli italiani pensa che le tecnologie digitali abbiano peggiorato (e non migliorato) l’organizzazione dei movimenti politici.

In questa presentazione proviamo ad analizzare questi dati e a immaginare cinque idee operative per “aggiornare i partiti”, in modo che rispondano efficacemente a questo profondissimo cambiamento delle dinamiche di orientamento al voto degli italiani.

Già un’ora di ferragosto

L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: «contaminazioni» tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di «raptus»: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.
(Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane)