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Mafia e rifiuti: "Italia 90" in Lombardia questa volta ha preso il palo

matassa

I carabinieri del Noe, Nucleo Operativo Ecologico, di Milano hanno smascherato i presunti componenti di un’associazione a delinquere finalizzata all’aggiudicazione e all’acquisizione di appalti pubblici aventi per oggetto la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di alcune cittadine lombarde. I militari, in collaborazione con il personale dei Gruppi Tutela Ambiente di Treviso e Napoli nonche’ dei Comandi provinciali dei carabinieri di Lodi, Piacenza, Palermo e Trapani, hanno eseguito nove ordinanze di custodia cautelare: due in carcere e sette agli arresti domiciliari. Le ipotesi di reato contestate agli indagati sono di turbativa d’asta aggravata; traffico illecito di rifiuti; falso ideologico; e associazione a delinquere finalizzata ai reati di falso e truffa.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip presso il Tribunale di Lodi. Al centro delle indagini e’ finita la societa’ “Italia 90 srl”, con sede legale in via dello Spasimo a Palermo e sede operativa in via Fermi, ad Ospedaletto Lodigiano (LO). Cinque delle ordinanze sono state eseguite a Palermo. Agli arresti domiciliari sono finiti Mario Madonia, titolare della concessionaria autocarri Renault Mavi srl, Maria Abbate, dipendente della societa’ Italia 90 srl e sorella dei boss del quartiere kalsa di Palermo, Tiziana Gatti, impiegata amministrativa della stessa societa’ e Susanna Ingargiola, amministratore unico sempre della Italia 90 srl. Mentre in carcere e’ stato condotto Claudio Demma, socio ma di fatto – secondo gli investigatori – gestore sempre della societa’ Italia 90 srl, con sede a Palermo. Nel corso delle indagini e’ stato accertato che alcune gare d’asta sarebbero state vinte aggirando le procedure relative al possesso delle qualita’ soggettive degli amministratori delle societa’ concorrenti.
L’attenzione investigativa e’ ricaduta anche su una gara pubblica bandita nel mese di ottobre 2008 dal comune di Zelo Buon Persico per l’affidamento del servizio di igiene urbana dell’importo a base d’asta di 255.000 euro l’anno per cinque anni, servizio di appalto gia’ condotto da “Italia 90 srl” nel corso di altri anni.
Dopo l’aggiudicazione provvisoria a favore della societa’, unica partecipante alla gara, il comune aveva richiesto la prevista certificazione antimafia alla Questura di Palermo. Ma L’esito della richiesta ha evidenziato “infiltrazioni mafiose”, cosi’ il comune di Zelo Buon Persico ha avviato immediatamente il procedimento di annullamento dell’affidamento provvisorio della gara.
I carabinieri avrebbero individuato anche un traffico illecito di ingenti quantita’ di rifiuti prodotti presso il cimitero di Sant’Angelo Lodigiano e illecitamente smaltiti con falso codice Cer presso un impianto di trattamento rifiuti di Montanaso Lombardo. Inoltre, sarebbero state evidenziate una serie di truffe consumate dalla societa’ “Italia 90 srl” nei confronti di alcuni comuni del lodigiano, consistenti nell’indebita attribuzione del costo di smaltimento di alcune tipologie di rifiuto – che avrebbe dovuto sopportare la stessa societa’ per via del contratto d’appalto – a ignare amministrazioni comunali.

Radio Mafiopoli 18 – Cani boss e boss cani

Tanto va il mafiuso al lardo che ci lascia lo zampino. A Mafiopoli ti giri un secondo e casca il mondo, casca la terra e tutti giù per terra. Settimana di boss che sparano ai cani, di onorevoli pizzi squartariati e soprattutto di boss cani. Ma andiamo con ordine:

A Partinico-Borgetto, provincia di Mafiopoli, zampettava e saltellava felice il Salto Nicolò con Antonio e Alessandro. I Salto a Mafiopoli sono famiglia ballerina, come si evince dal cognome. Nicolò Salto è l’Higlander della provincia, come se fosse il Cristopher Lambert di Cosa Nostra, come se fosse l’uomo tutto buchi, come se fosse Antani: colpito in pieno centro da quattro spari appena uscito dalla villeggiatura carceraria non morì morto sparato come gli umani ma resuscitò senza nemmeno aspettare il terzo giorno.

– Come avrà fatto? (chiedono i benigni) Avrà usato preghiere particolari? Avrà comprato medicinali speciali?
Eh sì, insieme ai Salto saltano i fratelli Bacarella ( dal nome del baco in testa e la strizza nelle mutande), La Puma e Musso, che di nome fa pure Santo, Francesco e Giuseppe D’Amico (degli amici), e poi Nania, Brugnano il boss Giambrone e per finire in bellezza Salvatore Corrao; che almeno, dicono i Mafiopoli, almeno per finirci con la rima a Pietro Rao. Evviva, evviva, bum bum. Mafiopolitani doc che per esercitare la pistola e il neurone giocavano a guardie e ladri con i loro simili e tutti contenti sparavano ai cani. Cani che sparano ai cani, come nei cartoni giapponesi ma alla mafiopolitana. E tutti intorno all’inchino per rispetto e amore per i boss cani che sparano ai cani boss. Con la rima pure qui.
Pizzo felice anche dalle zone di Caltanissetta, dove spadroneggiano i madonnari dei Madonìa felici e contenti come cani non sparati. Qualcuno sussurra che il presidente della Provincia che di nome e di cognome mica per niente fa’ Giuseppe e Federico tanto per mischiare le carte. A fare il tramite Gaetano  che di cognome è Palermo anche se sta dalle parti di Caltanisetta, tanto per mischiare le carte. A Gaetano è apparsa a parlare di politica la Madonìa, precisamente la Madonia Maria Stella e Cometa di soprannome. E così giù a Mafiopoli spopolano le epifanie, al sud e al nord, per i voti di scambio e per gli altri Palermo più lontani che anche lombardi e in trasferta giocano alle apparizioni. Tutto il gioco giocato dal grande capo “Piddu” che il 41 bis gli fa’ un baffo.
E poi la chiusa della settimana con Maria Concetta Riina figlia di Totò che chiude in posa di annunciatrice dell’annunciazione televisiva. Ci dice che Totò e buono, che Totò è generoso, che Totò è alto, che Totò è bello, che Totò è azzurro e che non trova lavoro. E le brillano gli occhi a saperlo rinchiuso.
– Almeno lui da vivo e non dentro il legno. Dicono i maligni…
Ma Concetta non ascolta, Concetta si esibisce, parla fiera di suo padre che non parla.
– Almeno lui da vivo e non dentro il legno. Dicono i maligni…
Ma Concetta non ascolta, Concetta si esibisce, parla fiera di com’è difficile vivere scappando.
E la dignità fa’ un inchino, tira la corda e se ne va. Alla televisiva.

Radio Mafiopoli 10 – 41 letterine (bis) per Babbo Natale

Che settimana con le bollicine giù a Mafiopoli: la settimana dell’avvento, dell’avvento brulicante di ingabbiati sotto le palle di albero e di letterine, letterine a Babbo Natale dei figli dei boss. Una settimana da tiggì mafiopolitano.
Si comincia da Catania, arrocco cittadino degno di capologuità, la Catania leonessa del racket istituzionale con 140 milioni di eurozzi scuciti dal Macchiavellico senza neanche un avvertimento sulla saracinesca. 140 milioni di aiuto dallo stato! Dicono i benigni, per tutelare e garantire la città! Come le risposte dei migliori modelli di commercianti sotto racket. Un tripudio. Un trionfo. Hip hip urrà. E mentre i Santapaola, della cosca di Santo Pirla (protettore degli usurai), festeggiano l’assegno postdatato in arrivo dal pirlamento, a guardie e ladri ci rimettono ventiquattro picciotti caricati sul cellulare dei carabinieri e insardinati a calcinculo. E i 24 a partire per il gabbio facendo ciao ciao con la manina, anzi 23 +1, 1 l’assessore ai servizi sociali di Paternò (e spirito San) Carmelo Frisenna. Che da servizi servizievole com’era per il sociale s’è confuso per sbaglio e un po’ mafioposcurato. Come nella migliore tradizione della zona del partito partitico di Sgozza Italia.
A Palermo arrestano arrestati Sasso, Marchese, Pecora, Perrone e Fiumefreddo non solo per i cognomi da Re Magi ma anche per aver lavato in lavatrice i soldini del rotolante Antonino Rotolo per gli amici Rotolino. E ciao ciao con la manina, saluti e baci e le faremo sapere. Buon Natale, anche ai suoi.
Intanto l’aria natalizia e soprattutto sacrale del periodo dell’avvento riaccende il cero della comunicazione della famiglia Madonia, che come si evince dal cognome è di alte parentele, che per festeggiare le feste come si deve in un paese garantista smistava le letterine per gli aiutanti di Babbo Natale con la Maria Angela di Trapani che smistava e faceva la postina, nonostante la durezza durevole e duratura del carcere duro. Dalle prime trascrizioni sembra che abbiano chiesto regali per una quindicina di milioni di regali alla faccia della povertà imposta dal sacro cognome. Stavo solo facendo le faccende di casa! Si giustifica la Di Trapani mentre fa ciao ciao con la manina e buon natale. Anzi caro Babbo Natale, quest’anno non fare il Babbo di Minchia e se passi da Mafiopoli portaci un nuovo 41 bis, che questo non ci crede più nessuno e non è nemmeno in garanzia. Grazie, prego, tornerò.
Il figlio di ‘U Curtu ha trovato lavoro. Regalo di Natale dell’agenzia di lavoro interinale delle renne in paradiso. Lavorerà a Cernusco sul Naviglio, impiegato di livello a livellare la Longobardia secondo i mandamenti e comandamenti di papà Totò. A Cernusco festeggiano in massa e ricordano gli assenti a messa. Il comitato di benvenuto prepara occhiali nuovi da tronista e un paio di scarpette firmate come nelle fiction di Cenerentola. Le colpe dei padri non cadano sui figli! urla il principe macchivellico mentre si prepara all’inaugurazione del nuovo ponte da Cernusco a Corleone. I figli di chi? Chiedono i famigliari delle vittime di mafia. Ma Mafia Salvuccio non la vuole sentire, lui solo Prada e DolceeGabbana, perchè Mafia (ha raccontato giù al bar) fa jeans da poveretti. E cosa doveva fare? Dicono i benigni. Ha scritto a Babbo Natale che desiderava un lavoro onesto in un paese che finisse in –usco. E sia fatta la sua volontà.
Per non essere da meno Angelo, il figlio di Binnu Provenzano con tanto di nome natalizio, convoca una conferenza conferenziata con tanto di congiuntivi per raccontare che Binnu suo padre è vittima anch’essa di uno stato mafiopilotato statalista e vittimista del vittimevole esser figlio incolpevole garantista della colpevole giustizia giustizilista. Vittima di chi? Chiedono i famigliari delle vittime di mafia. E l’Angelo si avvale della facoltosa facoltà di non spiegare che è concessa giù a Mafiopoli. Buon Babbo Natale, tanto che ci sei fagli scendere dal camino all’Angelo Provenzano quella vecchia e disabituata dissociazione. E una cartolina di Felicetta e di Peppino, forse che gli Impastato gli si impastino in faccia con la stessa forza del lutto e del dolore. Saluti e baci e tanti auguri anche a te. E una cicoria con il fiocchetto per Natale anche a zio Binnu.
Intanto tra le letterine qualche eroe ci mette anche un pizzino d’avvertimento sul furgone parcheggiato. Buon Natale anche a te. Certo. Un buon natale medievale, educato e regale. Un buon Natale alla Radio Mafiopoli.