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‘Ndrangheta in Val d’Aosta: occhi puntati sui Nirta

La Direzione distrettuale antimafia di Torino sta indagando su infiltrazioni della ’ndrangheta in Valle d’Aosta. Indagini che sono concentrate sulla famiglia Nirta, già in passato oggetto di provvedimenti giudiziari. La notizia – citata nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del pm Pasquale Longarini e del commerciante Gerardo Cuomo – è stata confermata da fonti investigative ed è coperta dal più stretto riserbo.

Tra i personaggi controllati dalla Dda c’era lo stesso Cuomo, titolare del Caseificio valdostano e definito «soggetto di interesse investigativo»nell’ordinanza, il quale «in occasione di plurimi servizi di osservazione era stato visto incontrare presso la sua azienda Giuseppe Nirta, pluripregiudicato, tra l’altro per reati in materia di stupefacenti, “dominus” effettivo della ditta spagnola Flos Florum sl, con la quale il caseificio valdostano aveva intrapreso rapporti commerciali».

(fonte)

Sestito latitava in spiaggia. Ma ora trema qualcuno anche a Roma.

PALINURO (SALERNO) - LATITANTE MASSIMILIANO SESTITO ARRESTATO IN SPIAGGIAArrestato mentre si godeva l’ultimo scorcio di estate sulla spiaggia di Palinuro, nel Salernitano. È finita così la latitanza di Massimiliano Sestito, 42 anni, esponente della ‘ndrangheta calabrese e latitante da agosto, dopo la fuga dal regime di semilibertà. La squadra mobile di Roma lo ha rintracciato e arrestato sulla spiaggia di via Saline a Centola, frazione di Palinuro. Sestito, pluripregiudicato per omicidio, associazione a delinquere e traffico di sostanze stupefacenti, fa parte della cosca Iozzo-Chiefari-Procopio, attiva nella provincia di Soverato, in Calabria. Il 20 agosto 1991, poco più che ventenne, ha ucciso a colpi di pistola un appuntato dei carabinieri nel tentativo di forzare un posto di blocco a Satriano, in provincia di Catanzaro. Per quell’episodio fu condannato all’ergastolo, pena poi ridotta in appello a 30 anni di reclusione.

AMBIENTI ROMANI – In spiaggia Sestito, che era con un amico, è stato subito riconosciuto dai poliziotti, nonostante avesse fornito documenti falsi. Durante la perquisizione in casa dell’amico, i poliziotti hanno trovato vestiti, effetti personali e documenti riconducibili a Sestito. Per questo l’uomo è stato arrestato insieme alla madre per il reato di procurata inosservanza di pena. Sestito è stato portato nel carcere di Vallo della Lucania, nel Salernitano. Le indagini della polizia capitolina portano a ritenere che il latitante sia un elemento di spicco della ‘ndrangheta calabrese che gravita in ambienti criminali di Roma, dove a gennaio è stato ucciso con metodi mafiosi il pregiudicato calabrese Vincenzo Femia, ritenuto il referente sul territorio romano della cosca reggina Nirta di San Luca.