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Morire a 12 anni per una frattura al femore: ecco il vero orrore dell’Italia di oggi


Zaraj Tatiana Coratella Gadaleta aveva dodici anni ed è morta per alcune complicazioni durante una semplice operazione per un frattura al femore. Il processo sta raccontando di strumenti mancanti, di farmaci scaduti e di tutta una serie di preoccupanti problemi nella sanità pubblica. Eppure l’argomento sembra non essere mai all’ordine del giorno.
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Abituarsi all’orrore

Che la Sea Watch galleggi con 40 disperati ormai è una notizia che si perde tra le piccole notizie di cronaca nelle colonne laterali lì dove ci stanno i gattini e le donne seminude. È una notizia che è scivolata tra le notizie poco importanti, quelle quasi inutili, che non hanno nulla da dire e che non hanno nessun effetto sulle persone ormai a abituate a qualche disperato preso come feticcio da sventolare per un pugno di voti.

Pensateci bene. Qualche mese fa ci sarebbe stata la rivoluzione per una nave lasciata in mezzo al mare, sul limite delle acque territoriali. Avremmo avuto gente in piazza, indignazione un po’ dappertutto, urla in ogni via, persone disperate, voci alzate con sdegno. E invece oggi niente. Niente.

Le persone per sopravvivere ai loro piccoli dolori cercano di abituarsi a tutto. La chiamano resilienza ma in fondo è un’abitudine che salva per non soffrire troppo. Ci siamo abituati a disperati spersi in mezzo al mare perché ne abbiamo visti decine e oggi ci sembra che sia tutto normale, tutto nelle cose che devono succedere, tutto nelle possibilità che avvengono.

Ci abituiamo alle peggio cose. Facciamo di tutto per fingere che vada tutto bene. Riusciamo a rendere normali le cose già mostruose. Ci indignavamo fino a qualche settimana fa per le stesse cose che oggi accadono quotidianamente.

Così una quarantina di persone galleggiano nel Mediterraneo e noi diamo per scontato che sia una cosa normale, come se la bestialità del ministro dell’inferno Salvini possa produrre veramente l’abitudine alla ferocia, alla disumanizzazione e alla guerra contro gli ultimi.

Ed è una cosa da mettersi le mani nei capelli.

Buon mercoledì.

L’articolo Abituarsi all’orrore proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/06/26/abituarsi-allorrore/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Gli stregoni sul cadavere di Pamela

Avete letto dei terribili riti tribali che avrebbero straziato il corpo della giovane Pamela Mastropietro, uccisa a Macerata (sono tre le persone in carcere al momento)? Avete letto i “deliri” di Meluzzi e compagnia cantante (con il candidato di Fratelli d’Italia Guido Corsetto a dargli manforte) sul cuore asportato e il sangue bevuto perché “così fanno i nigeriani”? Vi siete gustati gli speciali di qualche giornalaccio sul “cannibalismo nigeriano”?

Bene. Tutto falso. Tutto. Come scrive l’Agi:

“Da giorni si rincorrono voci secondo cui alla ragazza sarebbe stato asportato il cuore o altro, e fatto sparire, come in un rito tribale o di affiliazione. Invece, a quanto pare, ciò non è avvenuto, come pure non è stato trovato nulla che rimandi a riti nella casa di cui è affittuario Innocent Oseghale in via Spalato, dove Pamela è morta e dove c’è stato il vilipendio del cadavere”.

Eppure per qualcuno è stato bellissimo calpestare il cadavere smembrato di Pamela (smembrandolo se possibile ancora un po’ di più) per aggiungere allo schifo anche un po’ di pittoresca paura per le fantasiose abitudini omicide di un’etnia. Descrivere i nigeriani come un’orda di stregoni è stato perfetto per alimentare ancora di più la xenofobia strisciante e rimpinzare i voti di qualche partituncolo impegnato a concimare il terrore con l’ignoranza.

E invece gli stregoni sono loro: gli italianissimi avvoltoi che hanno aggiunto orrore all’orrore.

Ah, tanto per chiarire: gli autori dell’omicidio (che saranno processati e giudicati) meritano tutta la giusta pena che gli verrà assegnata ma purtroppo non hanno inventato niente: ad agosto dell’anno scorso il sessantaduenne Maurizio Diotallevi a Roma ha strangolato la sorella prima di farla a pezzi e gettarla in diversi cassonetti. L’orrore omicida evidentemente ha tutti i colori e tutte le lingue del mondo.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2018/02/15/gli-stregoni-sul-cadavere-di-pamela/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui.