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regionale della lombardia

Per rispettare la legge 286. Anche in Lombardia.

Mi scrive il GrIS Lombardia ed è inevitabile garantire il mio impegno:

simm_societa_italiana_medicina_migrazioniIn dissonanza con il Decreto Legislativo 286/1998, la Regione Lombardia non ha organizzato in modo sistematico l’accesso alla medicina di base per gli stranieri senza permesso di soggiorno. Nel dicembre 2012 tuttavia è stato sottoscritto dalla conferenza Stato-Regioni un documento fondamentale, intitolato “Indicazione per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle regioni e delle province autonome italiane” con il quale si promuove l’omogeneità di applicazione su tutto il territorio nazionale delle disposizioni contenute nel Decreto legislativo 286/1998. In questo contesto, la invitiamo a impegnarsi pubblicamente: a garantire il suo impegno perché la legge 286 venga applicata anche in regione Lombardia, e perché la salute per gli immigrati non regolari venga effettivamente garantita tramite una capillare organizzazione dei servizi. ad assicurarsi che in particolare i minori figli di immigrati irregolari ricevano un appropriato accesso alla salute di base, con particolare riguardo alla pediatria di base a promuovere un’effettiva uguaglianza di tutti gli immigrati privi di assistenza sanitaria, siano essi non comunitari (cosiddetti STP, stranieri temporaneamente presenti) o comunitari (cosiddetti ENI, europeo non iscritto). a offrire la propria disponibilità di essere interlocutore, all’interno del consiglio regionale della Lombardia, per i temi relativi alla salute degli immigrati.

La Regione è l’istituzione cui è affidato il compito di garantire la salute pubblica. È per questa ragione che il GrIS si rivolge a chi ha deciso di impegnarsi nel compito di amministrare la Lombardia, con la convinzione che una volta in carica, gli eletti potranno promuovere una maggiore salute sia dei singoli sia della collettività, anche attraverso politiche sanitarie capaci di garantire e/o migliorare l’accessibilità e la fruibilità dei servizi sanitari del territorio anche per tutte le persone immigrate presenti in Lombardia.

La portavoce del GrIS Lombardia

Mariachiara Boninsegna

Discarica di Bollate: il nostro ordine del giorno

Sulla cava di Bollate sto tenendo gli occhi da tempo. Ne abbiamo già parlato senza mezzi termini dopo averci messo anche il naso per toccare con mano. La Regione Lombardia ci aveva dato una risposta che ci aveva lasciato più che insoddisfatti e per questo oggi abbiamo preparato l’ordine del giorno che presenteremo durante la prossima seduta. Perché le ombre alimentano la criminalità e hanno concimato questa regione già abbastanza. E perché, anche all’opposizione, possiamo pretendere che sia fatta luce.

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

PREMESSO CHE

il 26 luglio 2010 in Regione Lombardia è stata depositata l’interrogazione n.3010, che riferendosi agli arresti della maxi- operazione contro la ‘ndrangheta del 13 luglio 2010 e ad un’intercettazione del boss Vincenzo Mandalari, che indicava l’ex cava Bossi di Bollate come un luogo di scarico di rifiuti tossici, chiedeva di effettuarvi controlli ispettivi;

PRESO ATTO CHE

gli assessori Marcello Raimondi e Romano La Russa avevano sì risposto all’interrogazione ma trascurando la richiesta di conoscere se vi fossero state eventuali indagini sull’impatto inquinante e contaminante della cava;

CONSIDERATO CHE

secondo quanto dichiarato dall’assessore Raimondi l’ex cava Bossi è ancora soggetta ad attività di discarica e deposito;

PRESO ATTO CHE

fino dal 27 luglio 2010 la Polizia provinciale aveva effettuato un sopralluogo, unitamente alla Polizia locale di Bollate, e che dal verbale risulterebbero violazioni in merito alla qualità del materiale stoccato, alla pavimentazione dell’area, alla separazione dei rifiuti e all’accettazione di rifiuti senza il prescritto formulario;

IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE

  • a realizzare un protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e le Province e in base al quale  Arpa, Asl e Provincia, in qualità di ente responsabile delle autorizzazioni, d’intesa con  i comuni man mano interessati, si impegnano ad effettuare controlli preventivi – e certamente in  caso di denuncia o segnalazione comunque pervenuta alle autorità pubbliche – dei luoghi che si prestano a sversamenti, depositi, scarico di materiali;
  • ad attivarsi perché, durante i suddetti controlli, si verifichino anche le condizioni giuridiche e materiali delle condizioni di lavoro degli addetti;
  • a verificare con il Ministero degli Interni e le Prefetture le modalità con le quali recepire i risultati di questi controlli nell’ambito della costituzione delle cosiddette white/black lists.

 

Milano, 14 luglio 2011

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)