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La sindaca della Lega arrestata perché negava aiuti alimentari ad anziani soli e stranieri

Se vi serve la rappresentazione plastica del leghismo nella sua forma già truce, quello che in nome dello slogan “prima gli italiani” in realtà mette per primi gli interessi personali egoriferiti di chi sdogana l’egoismo come rivendicazione politica, allora basta fare un giro a San Germano Vercellese, dov’è sindaca Michela Rosetta.

La sindaca Rosetta è una che era finita sulle pagine di cronaca per le solite crociate razziste che serpeggiano tra i salviniani, una che aveva deciso di vietare i giochi del parco della città ai figli degli extracomunitari (badate bene: solo gli extracomunitari) che non pagavano la retta della mensa.

Rosetta è agli arresti domiciliari, col suo vice e due addetti comunali, con l’accusa di falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale.

In sostanza le forze dell’ordine hanno scoperto che i soldi che avrebbero dovuto essere a disposizione per le derrate alimentari acquistate al Comune per lenire l’emergenza finivano a persone che non ne avevano bisogno (c’è da scommetterci, amichetti della suddetta sindaca), lasciando fuori invece alcuni anziani non autosufficienti e ovviamente gli stranieri.

Non solo: con quei soldi la sindaca e la sua cricca si compravano mazzancolle e capesante da portare a casa e consumare in famiglia. Perché, si sa, per loro “la famiglia” è tutto, soprattutto la loro famiglia.

A fare scattare le indagini è stata proprio una cittadina straniera in forte difficoltà economica che aveva denunciato il fatto di essere stata arbitrariamente cancellata dal registro degli aiuti (chissà perché anche questo non stupisce).

Tra le altre cose si è scoperto anche che la sindaca Rosetta avrebbe provocato un crollo di una porzione della facciata della chiesa (a proposito della religione che loro sventolano con presepi e crocifissi) per poterne giustificare poi la conseguente demolizione che tornava comoda per i piani della prima cittadina.

C’è dentro tutto: c’è la gestione egoistica della cosa pubblica per solleticare con un po’ di razzismo i proprio elettori e per riempire le pance della propria cerchia, c’è l’incapacità di rispettare le regole (proprio loro che gridano “ordine e disciplina”) per mungere soldi e occasioni, c’è la stortura di ritenere il proprio ruolo politico una possibilità di “pieni poteri” per fare ciò che gli pare.

E questi sono gli stessi che vorrebbero rivendersi come salvatori in questo periodo nero. Dai, anche no, grazie.

Leggi anche: L’assessore di FdI in Veneto canta “Faccetta nera” alla radio. C’è una destra ormai oltre la vergogna (di G. Cavalli)

L’articolo proviene da TPI.it qui

Non riuscire a salvare i salvatori

Sono morti 41 medici. 41. 6205 operatori sanitari contagiati. Più il personale che lavora in ospedale o in case di cura (su cui diventa difficilissimo trovare dati poiché fa molto meno notizia). Stanno morendo i salvatori. Siamo un Paese che non riesce a salvare i salvatori.

C’è questa lettera, dolorosa e importante, del segretario generale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Silvestro Scotti:

«Questo dovrebbe far riflettere le istituzioni sanitarie: gli operatori sanitari vanno protetti e nessuno può sentirsi in pace con la coscienza se continua ad esporre il personale sanitario senza protezioni. È ormai evidente che per la medicina di famiglia il tempo sta finendo. Vogliamo sperare che la dematerializzazione delle ricette, il triage telefonico prima di ogni visita ambulatoriale o domiciliare, per noi e per i colleghi medici dei distretti specialisti, come tutte le soluzioni che stanno partendo compreso il consulto a distanza, il video consulto, le consulenze specialistiche telefoniche, possano servire a fermare questa strage. Purtroppo però ogni giorno mi chiedo se ho dimenticato qualcosa, se potevo pensare o agire, fare qualcosa di più. Sento forte questa domanda dentro di me e altrettanto forte il desiderio di continuare a cercare delle soluzioni. Voglio sperare dal profondo del mio cuore che questa stessa condizione riguardi tutti quelli che hanno più di me responsabilità direzionali e di governance a tutti i livelli e che soprattutto valutino se ognuno di loro ha fatto tutto quello che poteva per tutti gli attori della nostra sanità perché, se non fosse così, saremmo di fronte ad una strage di Stato».

Vale per i medici di base ma se ci pensate vale per tutti quelli che sono in prima linea. Veramente si vuole sconfiggere un virus non riuscendo a preservare coloro che sono in prima linea a combatterlo? Davvero ci dobbiamo accontentare degli striscioni? Davvero, per sapere.

Buon venerdì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.