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stefano fassina

E intanto Sinistra Italiana si aggroviglia ancora sul PD

Bastava raccogliere i segnali giunti d Roma in occasione dell’allarme (poi rientrato) per l’esclusione delle liste elettorali di Fassina per sapere che lo scontro interno sarebbe stato solo rimandato e infatti oggi, a urne chiuse, le due anime di Sinistra Italiana interrompono la tregua e si scontrano in vista dei ballottaggi. Da una parte chi continua ad essere attratto dall’irrefrenabile voglia di apparentarsi con il PD al secondo turno (con chi,  vedi Milano, aveva già deciso di “rompere” scegliendo fin dall’inizio Giuseppe Sala) e dall’altra la linea di Fassina D’Atorre e Fratoianni che continua a ripetere “mai con il PD”.

(il mio editoriale per Fanpage continua qui)

La sinistra che “gioca vecchio”

sinistraitaliana

L’analisi di Ilaria Bonaccorsi:

«Sui grandi giochi si scriverà. Scriveranno tutti. Su chi ha vinto pure. Sul fenomeno M5s che costringe al ballottaggio un Pd brutto leggeremo i pezzi migliori. Io mi fermo solo per scrivere un pensiero veloce sulla Sinistra a cui avrei tenuto. L’ho osservata in silenzio, da febbraio. Dal congresso fondativo di Sì, alla candidatura “sciolta” di Fassina, ai veleni, ai doppi giochi di Sel, a nessun gioco in generale.
Ho un amico che quando perdo, o mi incastro in situazioni ferme, mi sfotte dicendomi «Hai giocato vecchio». È l’unica cosa che riesco a dire oggi di quella che dovrebbe essere la mia parte. «Avete giocato vecchio». E in quel vecchio c’è tutto. C’è non vedere, non riconoscere, non cercare, non andare al di là di quello che avete già visto, cercato, riconosciuto. Siete rimasti là.

Facciamo l’esempio di Roma, uno per tutti: Fassina scarta e si presenta contro tutto e tutti. Contro una Sel che gioca a briscola col Pd, pochi fuoriusciti malmentati da Renzi, un Possibile che non riesce ad essere alternativo, a unire, a forzare, ad allargare. Niente. Che si mette in scia silenzioso e forse consapevole del futuro massacro. La Sinistra non c’è. Non nella politica, non siamo “pochi ma belli”, siamo pochi e malmessi (neanche il 5%).

Sarebbe bastato poco, che è molto moltissimo. Sarebbe bastato non ripetersi. Non riproporre sacrosante tematiche sociali senza mai far volare. Senza mai far capire cosa avrebbe fatto stare bene le persone se ci avessero votato. Perché la Sinistra è lì. Deve capire e dire cosa fa stare bene le persone. In piena trasparenza, con grande coerenza. Senza fare appelli a papi o ad antenati senza più carne né ossa. Al contrario dovrebbe trasmette un hic et nunc forte come una casa. Imperdibile. Un “qui ed ora” senza macchie. Perché poi bastava poco che è tantissimo, mi ripeto.»

(continua qui)

Su Fassina e Sinistra Italiana

fassina

«La vicenda romana impone un chiarimento definitivo sulla prospettiva. Io non vedo complotti, vedo due impianti di cultura politica. Da una parte chi, come me, considera chiusa la fase del centrosinistra. Dall’altra, chi pensa che il nostro destino sia l’alleanza subalterna con il Pd.»: sono le parole di Fassina in una durissima intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera. L’estromissione delle liste dalla corsa elettorale per Roma (per un errore formale che rasenta l’autodafé) spinge finalmente l’ex candidato sindaco a dire quello che tutti sapevano ma che nessuno pronunciava: in queste elezioni amministrative (mica solo a Roma) Sinistra Italiana ha mostrato le due anime che la compongono, dilaniata tra chi non riesce a smettere di corteggiare il PD e chi (come Fassina) dal PD ci è uscito per costruire qualcosa.

(il mio buongiorno per Left continua qui)

Cosa succede a sinistra. A Roma. Da quello che vedo.

Se si dovesse appoggiare l’orecchio sul muro della stanza delle trattativa a sinistra di Giachetti (Giachetti incluso) per le prossime elezioni amministrative romane si avrebbe l’onore di assistere ad uno dei più avvincenti radiodrammi degli ultimi anni. L’unica differenza è che qui pare che si complotti a come perdere e peggiorare la situazione ad ogni passo.

Ne ho scritto qui oppure cliccando sul caos qui sotto.

caos
El Caos de Nick Blinko