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wu ming

A proposito della retorica su Salvini e di questo feticismo sui “grandi comunicatori”

“Dobbiamo imparare e insegnare a leggere all’istante la comunicazione non-verbale dei potenti, dei politici, degli additatori di capri espiatori. Spendono milioni in marketing politico, social media management, costruzione del personaggio, ma su quella non possono mentire”: un grande lavoro di Wu Ming su twitter, utile per tutti quelli che hanno bisogno della scusa del grande comunicatore quando vengono sconfitti dall’avversario politico e soprattutto sulla cosiddetta bravura di Salvini di cui scrivono orgogliosi scanzonati mentori del grillismo che era di sinistra e ora gli tocca Salvini (e che si sono innervositi per un mio piccolo pezzo su Linkiesta). Non c’è altro da aggiungere. Eccolo qui:


#TifiamoScaRamouche e i Wu Ming che “regalano” libri

terracantaNon ne ho mai scritto ma li seguo da sempre. Qui in rete dove tira tantissimo fingere di avere davvero un blog con dietro una comunità i Wu Ming (per chi non sapesse di cosa sto parlando basta andare qui) sono una comunità con solo dopo dietro un sito. E in mezzo a tanta spazzatura letteraria gratuita i Wu Ming curano pubblicazioni che sono professionali. Nel senso quello bello: professare i propri valori nel proprio mestiere. Per questo credo che valga la pena leggere i quattro volumi che hanno rilasciato proprio oggi.

Sono belli, prima che gratis. E così poi magari comprate anche i libri quelli veri.

Trovate tutto qui.

#Tifiamoasteroide l’opposizione culturale (a gratis)

Immagine-43A metà mattina ho sentito il telefonino vibrare: era qualcuno che mi menzionava su Twitter. Ero impegnato e non ci ho badato. Sono andato a controllare pochi minuti dopo ed erano i Wu Ming.
Due anni fa li avevo conosciuti di persona, così: «Ma sei a Bologna? Allora stiamo facendo un chiasmo perché noi invece siamo a Pavia».
Un chiasmo. Miracolo che ricordassi dal liceo, per giunta scientifico, che diamine fosse un chiasmo.
Avevo proposto un caffè per l’indomani a Pavia, loro in partenza per tornare a Bologna e io appena rientrato nella mia città. In effetti mi avevano poi chiamato per far colazione: «Ciao, siamo i Wu Ming».
Questo è per dire che sono dei tipi che a volte saltano dei passaggi.

Su Twitter avevano scritto che nominavano «ufficialmente e a sua insaputa» me curatore di una raccolta di racconti che era stata appena immaginata. Ero perplesso ma lusingato. L’hashtag che stavano utilizzando era #TifiamoAsteroide. L’idea, che veniva fuori dal cazzeggio antigovernativo sui social network di Alberto Biraghi, era abbastanza essenziale: un ebook, scaricabile gratuitamente dal celebre sito dei Wu Ming, Giap, fatto di un gran numero di racconti tutti con lo stesso finale. Il finale era semplice ed efficace: un grande meteorite, forse addirittura un asteroide, colpisce e annienta il governo Letta.

La nota/prefazione scritta da Mauro Vanetti per Tifiamo asteroide, l’antologia di racconti che annichilisce il governo Letta e le sue basse intese, e lo fa non una volta, ma cento volte, cento volte cento, cento volte cento volte cento!
A cura di Mauro Vanetti.
Da un’idea di Alberto Biraghi.
Postilla di Wu Ming.
Editing e revisione a cura di Simona ArditoRoberto GastaldoNatale aka VecioBaeordoMauro Vanetti e Alessandro Villari.
Copertina di Luigi Farrauto.
Progetto grafico e impaginazione di Simona Ardito

Il libro si scarica gratuitamente qui.

in PDF e in ePub

Un anno e mezzo dalla “pecorella” di quel NO TAV

E appena si posa la polvere ci si accorge che le cose non sono sempre come vengono urlate. E ci si accorge che la rabbia e l’indignazione sono quasi più belle quando sono semplici e alla luce del sole qui dove agire nell’oscurità è sinonimo (chissà perché) di intelligenza.

“Una volta un sacchetto di plastica otturò uno scarico della fossa biologica che abbiamo nel retro di casa. Dovetti trattenere il fiato, infilarci il braccio e rimestare bene. Qui è lo stesso”.

L’intervista a Marco Bruno firmata Wu Ming è su Internazionale, qui.

Marco che chiamava un carabiniere “pecorella” veniva equiparato alla fame in Somalia e al bombardamento del mercato di Sarajevo. Così La7 apriva il suo Tg la sera del 29 febbraio 2012. Ed era solo l’inizio. Un decano del giornalismo d’inchiesta come Carlo Bonini definiva il discorso di Marco “birignao squadrista”. Al Tg1 Pier Luigi Bersani dichiarava: “Ci sono formazioni anarco-insurrezionaliste che cercano acqua su cui navigare”. Gli faceva eco Mario Sechi sul Tempo del giorno dopo: “In val di Susa stiamo assistendo ad una prova tecnica di squadrismo vecchio e nuovo, ferraglia e hi-tech, all’eruzione di un magma anarco-fascio-comunista che si sta organizzando per fare il salto di qualità”. Da questo magma era affiorato Marco.

Ma chi era Marco? Presto detto: era “un personaggio non bello, l’inatteso volto disumano e strafottente del movimento”. Così Paolo Griseri su Repubblica del 1 marzo. Griseri proseguiva: “Da anni, da molti anni, la val di Susa è anche questo. Una schizofrenia collettiva che trasforma la brava gente in truci eversori, gli impiegati in bombaroli come cantava De Andrè”. Marco, questo truce eversore, era “uno di quelli che non trovi in prima linea durante gli scontri, ma arriva, colpisce, sparisce. Non fa parte del movimento organizzato”. Lo assicurava Libero del 2 marzo.

E se il movimento non era d’accordo, se faceva notare che Marco non era mai “sparito”, anzi, era sempre stato in valle dove lo conoscevano tutti, be’, non aveva importanza. Marco era ormai quello che dicevano i media, cioè uno squadrista, anzi, un anarco-insurrezionalista fascio-comunista. Marco era disumano e truce. Soprattutto, era privo di onore, come si legge in questo lancio Ansa: “ROMA, 29 feb – I vertici del gruppo Pd in Senato, Anna Finocchiaro, Luigi Zanda e Nicola Latorre, hanno chiesto al comando generale dell’arma dei carabinieri di ‘poter stringere la mano in segno di solidarietà e di ringraziamento al carabiniere che ieri in val di Susa è stato vigliaccamente insultato da un dimostrante privo di onore’”.

Il commento te lo strappavano praticamente dalle labbra: in Italia è talmente normale che le forze dell’ordine agiscano in modo violento e scomposto, che se un poliziotto o carabinierenon spacca la testa a qualcuno diventa un eroe, una figura a metà tra Gandhi e Salvo d’Acquisto, uno da encomiare.

Wu Ming 1 su internet e Movimento 5 Stelle

internet_009Ecco l’audio della puntata di «Tutta la città ne parla» dedicata all’uso di Internet da parte del Movimento 5 Stelle. E’ andata in onda su Radio 3 la mattina del 6 marzo 2013. Conduce Giorgio Zanchini, le voci sono quelle di Luca SofriWu Ming 1Matteo Mangiacavallo (deputato M5S), Lella Mazzoli e Juan Carlos de Martin. Dura 43 minuti. L’ascolto è interessante perché la rete è libera ma terribilmente seria, soprattutto quando si parla di democrazia.

Vale la pena ascoltarlo. E per me vale la pena sapere cosa ne pensate. Qui il parere dei Wu Ming sul loro sito:

E’ doveroso incalzarli sulle loro contraddizioni, facendo esempi esempi esempi, chiudendo loro le scappatoie e prevenendo l’uso di formulette standardizzate. E’ necessario farlo, per incrinare la facciata del “feticismo digitale” grillino e rivelare il “doppio” verticistico e autoritario di quella che chiamano “democrazia diretta”, che in realtà sarebbe tutt’altra cosa.
Solo così, scegliendo non l’accondiscendenza ma la schiettezza, faremo un favore alle tante persone che hanno scelto il M5S credendo in un cambiamento democratico etc. Bisogna far notare che tra quel che Grillo dicee quel che Grillo fa c’è di mezzo un mare, e non è attraversabile a nuoto.

Una riflessione sulla colletta alimentare

Su La pentola d’oroNiente scava più distanza tra la ricchezza e la povertà della beneficenza, ma la beneficenza fatta per interposta persona, mica quella dei cinque euro messi in mano al Senegalese che vende i libri per strada: quello ti viene tanto vicino che puoi vedere le sue labbra spaccate, i suoi occhi stanchi, i suoi denti rosi dalla carie. E ti vengono i brividi, perché lo sai di avere un dente cariato pure tu, ma per andare dal dentista hai deciso di aspettare tempi migliori. Prende il tuo stesso treno, il Senegalese, perché come te abita fuori città, dove l’affitto costa meno. Nei giorni feriali avete più o meno lo stesso odore. Certe mattine daresti una mano per non incontrarlo mai più. Daresti un pacco di biscotti al giorno, per tutta la vita, per non incontrarlo mai più. Dedicato a tutti coloro che oggi, giornata nazionale della colletta alimentare, se la sono presa con iWu Ming pur di non ammettere che l’evento sia organizzato da CL e che non sia, quindi, pura emanazione della bontà sociale, cui affidare ciecamente la propria offerta apotropaica. Immagino facciate parte dell’85% di italiani che si dicono spaventati dal futuro. Ne faccio parte anch’io, in pieno. Ho anche paura dell’aereo, degli incendi, dei botti di capodanno, dell’autostrada e se sono da sola a casa anche il buio mi inquieta un po’. Ma la paura dei poveri è troppo vigliacca persino per me.