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Luglio 2011

A Israele si sequestra la dignità

Israele sequestra Dignitè. E in giro si sente un silenzio di borotalco e servitù che urla sospeso. Dove riesce a permettersi di essere a negazione permanente della democrazia con la pistola alla tempia. Il silenzio complice di governi importanti e di governi deboli, e la benevolenza di mass media che utilizzano aggettivazioni improprie per ridurre la portata delittuosa dei suoi reati, purtroppo consente a Israele di fare ogni cosa. Alcune agenzie pro-assedio hanno addirittura diramato la notizia che la nave Dignite’ è stata “pacificamente fermata” . Pacificamente? non più di quanto possa essere pacifico sfilare un portafoglio con destrezza o “persuadere “ qualcuno con l’ostentazione di sovrabbondanti equipaggiamenti militari a seguire una diversa rotta.

Parole chiare. Grazie Pisapia.

Giuliano Pisapia: “Dieci anni fa moriva Carlo Giuliani, un ragazzo di 23 anni, con le speranze e le paure di tanti suoi coetanei. Era un ragazzo che sognava un futuro migliore per il nostro Paese e per il mondo, cui sentiva di appartenere e che desiderava più giusto, più libero, più democratico. Nel decimo anniversario dell’uccisione sono vicino ai suoi genitori, Heidi e Giuliano. A loro è stato sempre negato il diritto a un pubblico dibattimento, l’unico che avrebbe potuto fare piena luce sulla dinamica di quei tragici avvenimenti che resteranno per sempre dolorosamente impressi nella nostra memoria e nella storia d’Italia”.

Genova, nome per nome

In occasione del decennale della contestazione al G8, Carlo Gubitosa (direttore della rivista Mamma!) e le edizioni Altreconomia vogliono contribuire alla memoria storica di quei giorni diffondendo su internet “Genova, nome per nome”, un libro/inchiesta di 600 pagine, frutto di un lavoro di ricerca e documentazione durato due anni. Il libro è qui.

Penati

Credo che sia presto per dire e (soprattutto) aspetto di sentire cos’ha da dire e le sue posizioni politiche. Ma bisogna ricordarsi un paio di cose: Walter Mapelli e la Procura di Monza sono gli stessi che da un anno a questa parte stiamo ringraziando per l’impegno a ristabilire il profumo di legalità sulle maxi operazioni antimafia, non c’è niente di peggio che cadere nell’errore dell’eccesso di difesa che ho (e abbiamo, in tanti) contestato agli altri e nella veste di vicepresidente rappresenta l’intero consiglio regionale (la minoranza, cioè anche me). Seguiamo gli sviluppi.

Don Verzè, si spari

“Alla fine mi dissero: non si faccia intimorire dal cardinale Montini. Deve solo temere che la sua opera faccia fallimento”. Io dissi: “E se fallisco?” Uno dei due mi disse: “Se fallisce, un giorno prima si butti dalla finestra del quarto piano”.”
E l’altro?
“L’altro disse: “Meglio che si compri subito una pistola e prima di fallire si spari”. Santa Madre Chiesa! Sacro Dicastero!”
Non ci credo. Le hanno consigliato di suicidarsi?
“E’ la verità. Come si fa a non dire la verità?”

Don Verzè intervistato da Claudio Sabelli Fioretti qui.

Senza Concita tira proprio un bel vento

È più comodo sparare alla cieca sulla casta che riflettere sugli effetti perversi del potere personale di un capo d’azienda. L’isteria anticasta celebrata a testate unificate intende ostacolare proprio la costruzione di una nuova razionalità della politica dopo che la pretesa funzione di controllo affidata al mercato o alle agenzie di valutazione si è rivelata una tragedia e un imprenditore al comando una sciagura.  Eh sì: senza Concita all’Unità tira proprio un’aria nuova.

Tutti ladri, nessun ladro

Era il vecchio giochetto craxiano per autoassolversi. Eppure, come scrive bene Vittorio Zucconi, l’Italia è il paese dei reati al Governo, oltre i privilegi. E ricordarselo oggi è importante perché la casta (oltre ai parcheggi gratis) è rinviata a giudizio e condannata in appello. Mica briciole al bar di Montecitorio.