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Dritti ai diritti (civili). Martedì in Regione.

Milano alla fine ha approvato il registro delle Unioni Civili. Ha ragione Giuliano Pisapia a dire che la decisione del Consiglio Comunale riduce lo spread dei diritti. Oggi qualcuno mi scriveva che comunque la mediazione è stata trovata al ribasso, certo, ma il passaggio è importante e significativo. Tra l’altro era scritto nel programma elettorale, e quando la politica si assume la responsabilità di onorare gli impegni porta sempre un buon vento. Difficilmente a Milano sarebbe stato immaginabile nelle scorse legislature ascoltare le parole di un sindaco che difende l’autonomia della politica in risposta alle osservazioni della Curia.

Ora i voti e le parole pronunciate in aula sono verbalizzate. Scritte. Restano. Sarebbe bello che a tutti venisse un po’ di appetito e si trovasse il tempo di andare a rileggerle con calma sul sito del Comune di Milano.

Il dibattito quindi è aperto. Anche se qualcuno insiste goffamente nel dire che riguarda una minoranza dimenticandosi che i diritti civili sono sostanzialmente i diritti degli altri, come diceva già Pasolini.

Noi martedì li portiamo all’attenzione della Regione Lombardia. Perché siamo qui anche per questo. E ovviamente il risultato sarà scontato. Ma il dibattito credo riserverà delle sorprese.

MOZIONE

Il Consiglio regionale,

Premesso che:

  • L’articolo 2 dello Statuto della Regione Lombardia cita: “la Regione opera per il superamento delle discriminazioni e delle disuguaglianze civili, economiche e sociali”;
  • La creazione di nuovi status personali è di competenza legislativa esclusiva dello Stato;
  • Numerosi comuni, tra i quali anche grandi città, hanno adottato il registro delle unioni civili come strumento per rimuovere condizioni di svantaggio rivolte a diverse forme di convivenza;
  • Il registro delle unioni civili è un atto amministrativo che riconosce di fatto una realtà plurale e in continua trasformazione;

Evidenziato inoltre che:

  • La composizione socio-anagrafica della società evidenzia il crescere di forme di legami affettivi e di convivenze stabili che non si possono o non si vogliono concretizzare nel matrimonio;
  • Promuovere le pari opportunità, favorire l’accesso a percorsi di integrazione sociale, agevolare l’eliminazione di condizioni di fragilità o disagio, indipendentemente dalle forme di convivenza o dai legami affettivi, rappresenta un obiettivo importante.

Considerato che:

  • Diverse Regioni italiane hanno previsto norme che tutelano altre forme di convivenza oltre il matrimonio;
  • Il riconoscimento delle unioni civili, attraverso la costituzione di registri, nulla toglie all’istituzione del matrimonio e non crea nessuna condizione di favore nei confronti delle persone conviventi;
  • L’allargamento di alcuni diritti a forme di convivenza diverse, ma importanti dal punto di vista affettivo, relazionale, assistenziale, introduce un elemento di uguaglianza rispetto ad un fenomeno già in atto;

Impegna/invita il Presidente e la Giunta regionale:

  • A promuovere e sostenere la costituzione di registri delle unioni civili nei comuni della Lombardia, affinché vi sia una diffusione omogenea  di tale opportunità sul territorio lombardo;
  • A prevedere negli atti di competenza di Regione Lombardia condizioni di riconoscimento e di tutela delle  forme di convivenza;
  • Ad estendere la partecipazione alle opportunità, ai servizi e alle agevolazioni previste da Regione Lombardia anche a coloro che risultino iscritti ai registri delle unioni civili.

 

Milano, 25 luglio 2012

Giulio Cavalli, Chiara Cremonesi