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Andrea Tornago

Chernobyl, provincia di Brescia: il ritorno

La trasmissione Presa Diretta dell’ottimo Riccardo Iacona ha alzato il velo sulla situazione bresciana. La stessa situazione che sul blog (e in Aula) avevamo più volte sollevato anche grazie all’aiuto del sempre puntuale Andrea Tornago. Basta farsi un giro sul blog qui per trovare gli indizi (forse sarebbe meglio dire le prove, forse) di un lavoro faticoso di politica e di informazione che per molti mesi i comitati, i cittadini e le associazione bresciane hanno sostenuto completamente inascoltati dalle istituzioni.

Oggi qualcuno mi diceva che “è vergognoso che queste cose vengano scoperte dalla televisione e nessuno ne parli”. Chi me ne parlava è una persona mediamente informata e politicamente responsabile: una persona sopra la media, verrebbe da dire, dal punto di vista dell’attivismo di cittadinanza.

Ecco, mi è venuto da pensare che forse abbiamo sbagliato anche noi, se non siamo riusciti a raccontare che quegli argomenti li abbiamo portati in commissione, in aula, negli uffici di Regione Lombardia con la costanza che abbiamo provato a mettere in campo. E forse è tempo di aprire una riflessione politica (ma seria) sulla rivalutazione del lavoro che in Aula e in Commissione i partiti (o i movimenti, fate voi) e i politici (che non sono tutti uguali, ahivoi) svolgono con piglio e professionalità. E allora smetteremo di giocare ai salvatori della patria, alle streghe, agli eroi e ai portatori di sogni e torneremmo a parlare di serietà dell’ impegno. E sarebbe una boccata di ossigeno per tutti.

Bonifica Caffaro a un’impresa indagata per i fondi neri a Nicoli Cristiani

Un’impresa coinvolta nell’inchiesta sui fondi neri a Nicoli Cristiani si occuperà della bonifica di un’area Caffaro. Per la bonifica dei giardini di via Nullo, contaminati da diossine e Pcb, lo scorso 29 novembre il Comune di Brescia ha incaricato la ditta “Vezzola” di Lonato, il cui consigliere delegato, Stefano Vezzola, è indagato dai magistrati di Brescia per aver versato illecitamente 20mila euro all’ex vicepresidente del Consiglio Regionale del Pdl Franco Nicoli Cristiani. La “Vezzola” è una delle imprese impegnate nella costruzione dell’autostrada “Brebemi”, per cui starebbe effettuando lavori per un appalto superiore ai 50 milioni di euro. Ora si dovrà occupare di asportare terreno contaminato da Pcb fino a 140 volte oltre i limiti su un’area di 7mila mq accanto all’industria chimica “Caffaro”. La bonifica dei giardini di via Nullo era già stata fermata dalla magistratura nel 2009, perché la ditta “Moviter”, incaricata dal Comune, falsificava le bolle di trasporto per smaltire illegalmente il terreno in una cava nella bassa bresciana. L’amministratore della “Moviter” è stato poi condannato per smaltimento illecito di rifiuti, e del caso si è occupata nel maggio scorso anche la Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dall’onorevole Gaetano Pecorella. Dopo il caso “Moviter” era stato chiesto al Comune di non affidare i lavori a chi offre il massimo ribasso sull’importo dell’asta pubblica: ma il nuovo appalto è stato vinto dalla “Vezzola” grazie a un’offerta al ribasso del 28%, addirittura superiore al 25% offerto a suo tempo dalla “Moviter”.

Andrea Tornago

Radio Popolare, Notizie da Milano e dalla Lombardia, 10-12-12

Guardie arrestatelo! Scene di ordinaria follia (leghista) a Brescia

di Andrea Tornago
«Adesso viene qui Novelli e lo dice davanti a lui quello che ha detto! Bisogna stare attenti quando si viene qui a parlare». Il discorso, testuale, è del capogruppo della Lega Nord nel Consiglio Comunale di Brescia, Nicola Gallizioli (audio a fondo pagina). Roberto Novelli, «invocato» dalla Lega, è il comandante della Polizia Locale. Siamo nell’aula consiliare di Palazzo Loggia, nel corso di una seduta della commissione ambiente.
Il destinatario di tali «promesse» è Guido Menapace, un cittadino invitato a parlare alla seduta di giovedì 5 luglio 2012, in nome della Consulta per l’Ambiente, dei problemi di chi abita nel Sito inquinato di interesse nazionale Caffaro. Ma ha potuto a malapena terminare il suo discorso (audio), tra grida e minacce, poi la maggioranza di centrodestra ha fatto mancare il numero legale.
Con il caso Caffaro si è entrati nel cuore del problema sanitario e ambientale della città di Brescia. La «lesa maestà» del cittadino è stato ricordare a un centrodestra che ancora sogna parcheggi sotto al colle del Castello e grattacieli in Piazza Tebaldo Brusato, la sua inerzia rispetto a uno dei disastri ambientali più gravi d’Europa.
25mila abitanti costretti a vivere, ormai da dieci anni, in una zona in cui è vietato toccare il terreno. Niente orti, niente animali, solo platee di cemento per non contaminarsi con le diossine e i Pcb. Aziende agricole distrutte, bestie soppresse dall’Asl. I bambini non possono giocare nei parchi pubblici e nei giardini delle scuole. Anche se in realtà lo fanno.
È emerso dalla testimonianza di Guido Menapace, ma era già stato ampiamente documentato dalla stampa: nei parchi mancano i cartelli di divieto e i bambini giocano indisturbati con la terra, le pecore pascolano nei campi alla diossina, i vigili non fanno rispettare l’ordinanza. Una rimozione gravissima, sui cui l’UE ha aperto un’istruttoria per decidere un’eventuale procedura d’infrazione.
Ma se alcuni grandi giornali (audio assessore Mario Labolani) ne possono parlare, pare che non sia concesso invece ai cittadini bresciani. I quali non hanno diritto, ad esempio, di chiedere dove finiscano il latte e le uova degli animali del sito inquinato; o la sospensione, in attesa della bonifica, della tassa sui rifiuti, e di poter viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici, per portare i bambini a giocare nelle zone non contaminate.
E di vedere i parchi chiusi, transennati, segnalati; i campi abbandonati presidiati dalla polizia locale, come dovrebbe accadere in una città in cui i livelli di diossina superano quelli registrati a Seveso nel 1976. Allora intervenne l’esercito, furono abbattute le case e le piante, scorticato il terreno. A Brescia invece si vive tranquillamente a contatto con una delle sostanze più pericolose create dall’uomo.
In una città come Brescia, che spende per la polizia locale il 43% in più dello standard nazionale (seconda solo a Cosenza) si potrebbe, in attesa della bonifica, almeno proteggere la popolazione dalla diossina, e impedire che i ragazzini giochino nelle cave contaminate dal Cesio 137. Ma forse il vero pericolo pubblico è proprio chi chiede alla giunta di «affrontare il problema o dimettersi, per consentire ad altri di occuparsene».
In casi come questi, a chi non verrebbe in mente di chiamare il comandante dei vigili.

Audio: Toffoli (Pdl), Gallizioli (Lega), Labolani (Pdl): (nell’ordine) http://bracebracebrace.files.wordpress.com/2012/07/toffoli-gallizioli-labolani.mp3