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Se una legge elettorale decide le alleanze

Non ci sta bene la mancata possibilità di scegliere i propri rappresentanti. L’abbiamo detto, lo dicono in tanti, l’abbiamo ripetuto in assemblea nazionale e l’abbiamo scritto di continuo. Anche qui, su questo blog. Forse perché detestiamo il servilismo che oggi è la qualità che naturalmente garantisce le posizioni politiche all’interno del proprio partito e, soprattutto, perché non esiste meritocrazia senza avere prima disarticolato la ricattabilità (anche sociale, senza bisogno di stare sul penale) che sta tra i dirigenti che compilano le liste e i candidati. Con Non Mi Fermo ne abbiamo fatto una battaglia culturale, prima che politica.

L’ipotesi di legge elettorale di cui si parla da giorni è immonda ma è anche vincolante dal punto di vista politico: l’ammucchiata è l’unica via percorribile per governare. Lo dice oggi anche uno studio di IPR MarketingDopo la grande coalizione, ancora grande coalizione. Sarebbe questa l’unica formula in grado di garantire oltre 400 deputati a sostegno di un nuovo governo. Lo sostiene Ipr Marketing, che ha simulato lo scenario post-voto se andremo a votare con la legge elettorale su cui sembra ci sia un accordo tra i maggiori partiti. Una maggioranza più debole, invece, sarebbe quella ottenuta da un’alleanza di centro sinistra con Pd, Sel e Udc: circa 360 deputati.

E alla fine diranno che sì, ci sono incompatibilità politiche, ma conta la governabilità. Che fa rima con austerità e responsabilità. Che l’Europa e la crisi non permettono un governo sul filo dei numeri e che il momento storico ci chiede di stare tutti insieme.

Dopo il governo tecnico una legge elettorale che sospenda le differenze, la dialettica e la risoluzione in aula dei conflitti sociali: una legge elettorale che sospende la politica. Ancora.

Un tranquillo pomeriggio di paura

Sarà il caldo o sarà la voglia di polemizzare solo per meritarsi un ritaglio in penultima pagina. O forse perché un giorno qualcuno mi rimproverava che non si può mica fare politica con la poesia, solo Vendola ci riesce e anche male, ma questo pomeriggio mette i brividi di freddo. Perché la discussione su Tabacci e il doppio incarico (che trovo anche giusta di fondo) viene rimarcata da chi ha mantenuto il doppio incarico per vedere come finivano i ricorsi (parlo anche di colleghi bresciani in Regione) e oggi sale sull’altare degli inquisitori. Intanto Penati si dimette (con qualche anno di ritardo) dalla Provincia per un senso di realtà improvvisa. Pensavo fosse finita, poi alle 15 è uscito il pezzo che ci dice che IDV svolta e dice sì all’alleanza con Casini.