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Cultura

Aboliamo l’assessorato alla Cultura in Regione Lombardia

REGIONE LOMBARDIA SPEGNE LA CULTURA

Dichiarazione di Giulio Cavalli, consigliere regionale Sinistra Ecologia Libertà

“Il sistematico impoverimento della cultura da parte di Regione Lombardia non può passare inosservato e ha bisogno di una sollevazione chiara e forte di tutti i soggetti in campo: dai teatri, agli operatori, alle compagnie, ai cittadini.

Il bilancio del 2012 accelera nel percorso di prosciugamento delle già scarse risorse degli ultimi anni e contribuisce a mortificare e delegittimare un settore che viene chirurgicamente tenuto ai margini perché autonomo nelle idee e capace di accendere la conoscenza.

Con il capitolo della cultura che tracolla da 50 a soli 8 milioni per il prossimo anno, mi chiedo come l’assessore Buscemi possa accettare di essere snaturato nel proprio ruolo politico, ridotto a tenere in atto le convenzioni e i progetti in corso senza nessuno spazio di scelta e innovazione. E mi chiedo se non sarebbe il caso, piuttosto, di essere fedeli alla linea e smantellare sia l’assessorato, che a questi livelli potrebbe essere benissimo gestito da un funzionario, sia la commissione consiliare, che non ha margine finanziario alcuno per legiferare e incidere nelle politiche culturali.

Non ci bastano e non ci interessano le solite litanie dei tagli centrali e delle priorità: da mesi Formigoni e soci declamano ripetutamente un Expo di culture, mentre nella realtà tutto ciò che non è cemento e infrastrutture sembra essere dimenticato.

La Lombardia ha un orgoglio e una storia culturale che non può essere mortificata per gli interessi lobbistici di affaristi troppo materiali per potervisi dedicare.

E forse è arrivato il momento che sia la cultura a diventare lobby e premere per il diritto di non continuare a galleggiare al limite della dignità. Altrimenti per Expo sarà il caso che vadano in scena spettacoli muti, vuoti e immobili a raccontare lo stato terminale lombardo nel campo”.

Milano, 28 novembre 2011

La sparizione degli intellettuali di destra

Per tutti quelli che (come me) hanno creduto che troppo spesso intellettuali, opinionisti o professori seguaci del berlusconismo fossero troppo spesso semplici cameriere dei vincitori Tafanus propone una carrellata che sembra una galleria degli orrori. O forse una carrellata di incompresi opportunisti. Anche perché l’intellettuale, come diceva Kant: “non ha da portare lo strascico del re, ma la lanterna avanti al re”. E qui invece sembravano tutti preoccupati di trovare un posto caldo sotto la sottana. E in un momento di passaggio che di liberatorio ha solo le assenze sarebbe pericoloso decidere di abdicare dalla memoria sui protagonisti ‘culturali’ di questi ultimi vent’anni. Uomini tutti di un pezzo come Marcello Pera che dopo avere incarnato il radicalismo della questione morale durante Mani Pulite ha pensato bene di recarsi nel 2004 sulla tomba di Bettino Craxi parlandone come di un ‘monumento nazionale’ e (sempre in quell’anno) dichiarò “Berlusconi è a metà strada tra un cabarettista azzimato e un venditore televisivo di stoviglie, una roba che avrebbe ispirato e angosciato il povero Fellini“. Nel 1994 (e fino al 2008) divenne senatore di Forza Italia, poi Popolo della Libertà. Poi ha ispirato la legge sul ‘giusto processo’ (perché nella Berlusconeide televisiva gli intellettuali tornavano utili come titolisti per nascondere meglio la polvere sotto il tappeto) e oggi si è disintegrato come molti dei suoi. E ricordarcelo è fondamentale.

Il bandito Christian e la Casa della Legalità di Genova

Firmo, contribuisco, giro e vi invito a fare lo stesso.

CONTRO MAFIE E IPOCRISIE, SOSTENERE LA CASA DELLA LEGALITA’ E’ UN DOVERE CIVILE

Ci sono nuove e concrete evidenze che il presidente della Casa della Legalità – Onlus (www.casadellalegalita.org), Christian Abbondanza, sia ritenuto in concreto ed effettivo pericolo di vita per possibili attacchi da parte di cosche mafiose operanti sul territorio. Le Prefetture di Savona e Genova hanno conseguentemente disposto misure di protezione per tutelarne l’incolumità, dando così conferma del fatto che nel 2011 in LIGURIA un uomo rischia la vita se denuncia le pesanti presenze ed attività mafiose nel territorio e le infiltrazioni nell’economia e nella politica.

Questa notizia dovrebbe imporre a tutta la comunità ligure una profonda riflessione e smuoverne la coscienza.

La Casa della Legalità, tramite i suoi Osservatori su mafie, reati ambientali e pubbliche amministrazioni, ha promosso inchieste ed effettuato denunce che hanno anticipato anche di diversi anni sviluppi giudiziari ed investigativi che hanno poi confermato la Liguria come “colonizzata” in tutte le sue province dalle mafie. A riconferma di ciò, la recente riunione della Commissione Parlamentare Antimafia a Genova, con le audizioni di Prefetti, Reparti e Magistratura, ha evidenziato, dopo anni, che quanto denunciato dalla Casa della Legalità era fondato! Con un lavoro costante la Casa ha raccolto segnalazioni e promosso approfondimenti che sono stati poi raccolti dai reparti dello Stato, Prefetture e da diverse Procure. Questo lavoro ha permesso anche al mondo dell’informazione di aprire gli occhi su questa drammatica realtà, contribuendo fortemente a rompere il muro di silenzi, negazionismi e omertà che per anni ha avvolto ed avvolge tutt’ora mafiosi noti e meno noti, così come anche i rapporti di affari che questi avevano (ed hanno) con imprese, cooperative, società pubbliche e pubbliche amministrazioni. Con determinazione non hanno lasciato soli coloro che hanno trovato il coraggio di denunciare, così come sono stati stati capaci di mettere in imbarazzo e difficoltà la politica che, da una parte e dall’altra, vede propri esponenti affiancarsi ai boss e diversi Comuni soccombere ad infiltrazioni e condizionamenti, spesso in cambio di una manciata di voti. Certamente qualcuno potrà dire: “se la sono cercata”. E’ vero, si sa a cosa si va incontro quando si denunciano certe collusioni e complicità, quando si punta l’indice sul mafioso e sulle attività di riciclaggio che vedono, ad esempio, la Liguria in prima fila con le speculazioni edilizie. Ma non è così che una società civile può e deve rispondere! Una “società civile” deve prendere esempio da quanto fatto dalla Casa della Legalità. Ognuno deve farsi carico di un pezzetto di responsabilità in questa lotta all’illegalità ed alle mafie. Ognuno deve sostenere questa battaglia. La Casa della Legalità è una struttura che non riceve alcun contributo pubblico e che non ha sponsor: non li ha proprio perché ha voluto mantenersi assolutamente indipendente e libera d’azione; l’unica fonte di sostentamento della struttura sono le sottoscrizioni e le donazioni dei singoli cittadini. Purtroppo alle spese ordinarie (cancelleria, telefono, benzina per gli spostamenti solo per fare alcuni esempi) si aggiungono sempre più sovente (e più a fondo si colpisce) da un lato le spese legali per difendersi dalle querele dei Boss mafiosi e dall’altro magari le spese di “manutenzione” per le casuali manomissioni all’auto usata per gli spostamenti o per gli attacchi informatici… Ed allora ecco che ci sentiamo in dovere, oltre all’esprimere solidarietà al Presidente della Casa della Legalità ed agli altri ragazzi che lo affiancano nelle inchieste, nelle denunce e nelle incursioni sul territorio, di invitare ad un sostegno anche economico della Casa della Legalità, così che possano continuare ad andare avanti nel loro lavoro che si è dimostrato così efficace ed incisivo, sia per l’impatto civile e culturale, sia per il contributo portato anche ad inchieste e provvedimenti giudiziari che hanno condotto ad un’aggressione vera e propria alle cosche ed ai loro capitali illeciti. Se ognuno di noi si impegnasse a sostenere questa realtà libera, con un piccolo contributo mensile, tutti saremo più liberi. Questo sostegno, alla luce dei nuovi atti intimidatori che in queste ore stanno colpendo i membri della Casa della Legalità e le persone ad essa vicine, stringendo sempre di più il cerchio attorno al Presidente dell’associazione, è una sorta di “impegno e dovere civile”, a testimonianza del fatto che cedere di un solo passo sarebbe una sconfitta ed una svendita del nostro territorio e patrimonio alla criminalità organizzata.

Nel mirino, ora, ci sono loro.

https://www.facebook.com/pages/Le-Vostre-Minacce-Non-Ci-Fermeranno/186180774798849

In Regione Lombardia sparisce la cultura

NEL 2012 APPENA 8 MILIONI PER LA CULTURA. UN IMPOVERIMENTO, CHE NON È SOLO DI RISORSE, BEN RAPPRESENTATO DAL DITO MEDIO DI FORMIGONI.

“In Aula abbiamo chiesto quali siano gli orientamenti della Giunta sul Fondo unico regionale per lo spettacolo, visto che alle parole altisonanti in materia non sono mai corrisposte scelte coerenti sul piano degli atti concreti.

Per tutta risposta, l’assessore Buscemi ci ha comunicato che il capitolo della cultura nel bilancio 2012 passerà da 50 a soli 8 milioni di euro.

E in queste condizioni ci domandiamo davvero che senso abbia un assessorato: basterebbe un assetto dirigenziale per gestire questa cifra ridicola, sufficiente appena a coprire le spese ordinarie.

Non c’è direzione politica già ora né spazio alcuno per ottenerla nel prossimo futuro. Resta soltanto l’enorme sproporzione degli 8,7 milioni sborsati dalla Regione per la ristrutturazione dell’ex Manifattura Tabacchi ora ‘Cittadella del Cinema’, tanto voluta dal sottosegretario Massimo Zanello, oltre agli 800 mila euro all’anno dal 2010 al 2012 per il Centro sperimentale di cinematografia presieduto da Francesco Alberoni. Con evidenti problemi in ordine alla consistenza dei benefici ricavati e delle iniziative realizzate.

Tutto ciò è offensivo per la Commissione consiliare, ma soprattutto per gli operatori della cultura in Lombardia e racconta quali siano le priorità del centrodestra che qui governa da oltre vent’anni.

Del resto, abbiamo assistito a un progressivo impoverimento culturale. Che oggi, simbolicamente, sta tutto in quel dito medio alzato dal Presidente Formigoni contro i cittadini, all’uscita da palazzo Grazioli”.

Milano, 15 novembre 2011

Finché siamo in scena siamo vivi

Nella loro città, a Minsk, erano costretti a fare i loro spettacoli in segreto. Per sapere delle rappresentazioni, lo spettatore doveva trovare il numero di casa del manager del loro teatro, lasciare il prorpio nome e numero di telefono. Dunque aspettare di ricevere la telefonata con il nome del luogo d’incontro e da lì avviarsi tutti assieme verso la performance. “Una procedura complicata ma necessaria sotto una dittatura come quella di Lukashenko. Essere identificati come oppositori vuol dire essere perseguitati, controllati, arrestati. Quasi tutti i nostri attori, il nostro manager hanno perso il lavoro e nonostante in Bielorussia ci siano 27 teatri statali, tutti sotto il ministro della Cultura, nessuno di loro ha mai trovato un nuovo posto. Mio marito è stato nascosto a lungo in un paesino fuori Minsk per non essere arrestato. Questo è il mio paese”. Belarus Theatre, la più famosa compagnia teatrale della Bielorussia“Secondo me ogni persona vuole vivere una vita piena di goia, senza problemi. Nel caso mio e di mio marito è ancora più semplice: se i tuoi amici vengono ammazzati, torturati, non c’è scelta. Devi continuare a fare ogni cosa per salvar loro la vita”.

Teatro Valle, magia in corso

Magie in corso a Roma nella pancia del Teatro Valle: dal 14 giugno il teatro è occupato da elfi, clown, ballerini, registi. Proprio mentre la politica decide di dismettere un centenario gioiello della storia del Teatro Italiano, come nelle drammaturgie più fiabesche (ma adulte) la scure si trasforma in una bacchetta e oggi il silenzio del legno e dei muri è un laboratorio di intelligenza ed azione.

Perché a profumare di ottimismo non sono solo i laboratori (sempre esauriti, un’altra fiaba) o gli eventi e gli spettacoli che accarezzano un palco mai orfano, ma sono l’intelligenza e la bellezza che hanno imbevuto le maglie che la vorrebbero soffocare. Perché la cultura può essere sfiancata, osteggiata o impoverita ma rimane indomabile. Ed è per questo che il Valle occupato è un teatro che decide di occuparsi di teatro e di arte ma senza delegare: standoci, piantandosi con le radici forti della professionalità di ognuno (che sia un ballerino, un regista, un attrezzista o un Otello non ancora struccato) perché ogni teatro è l’album fotografico di un pezzo d’Italia, è l’esercizio ostinato (e spesso contrario) di una memoria che non può fare a meno di essere collettiva e partecipata.

Il premio Gibellina Randone quest’anno è andato “al Teatro Valle occupato” per il suo essere “luogo di confronto, di dibattito e di riflessione su natura e destino del valore del teatro come bene culturale collettivo“: un teatro ‘istituzionalmente’ chiuso che viene premiato è il trofeo all’inettitudine culturale di Stato.

Occupiamoci del Valle occupato, perché gli incapaci e i presuntuosi davanti alla cultura e alla bellezza sono sempre con le spalle al muro.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/19/teatro-valle-magia-in-corso/152380/

I centesimi della Cultura. Di resto.

Lo Stato italiano nel 2010 spende in cultura l’0,21 % del bilancio statale (cioè ventuno centesimi ogni cento euro spesi) che equivale a una spesa pro capite di 25 euro l’anno contro i 46 euro l’anno  della Francia. In Germania lo Stato federale investe 1500 milioni di euro in cultura, pari all’1 per cento della spesa statale cui si aggiungono 11mila euro dei Lander e dei Comuni(1,9 per cento dei loro bilanci).
In Francia il Beaubourg riceve risorse pubbliche per 75 milioni di euro,il doppio di quanto ricevono tutti i 26 musei pubblici di arte contemporanea italiani. Per quanto riceve il cinema, lo Stato francese investe 750 milioni di euro,a fronte dei circa 48 milioni destinati alle attività cinematografiche dallo Stato Italiano per il 2011. L’articolo di Nicola Tranfaglia qui.

Artisti per caso. A gratis. In tempi d’Expo

Arriva a grandi passi (ma per davvero?) EXPO 2015 e, come ci dicono in molti, dovremmo esultare per le “enormi occasioni occupazionali” (parole di Letizia Moratti). La prima, tutta artistica come piace alla Milano cultural-chic tutta da bere, è un bando che parla di lavoro, di opportunità ma si è dimenticato i soldi. I soldi mica per arricchirsi, proprio i soldi per camminare su quel bordo che sta tra l’essere occupati e l’essere usati.

Per questo è stata aperta una raccolta firme che vi invito a promuovere con i vostri blog e i vostri siti. Intanto aspettiamo una risposta ad una nostra interrogazione.
L’Expo 2015 parte col piede sbagliato, e propone un bando rivolto al mondo dello spettacolo (teatro, danza, cabaret, ecc.) i cui vincitori avranno la possibilità di esibirsi gratis e, non solo, dovendosi pure pagare i contributi previdenziali Enpals.

Come sempre il problema non è la mancanza di fondi, perchè quelli, a maggior ragione nell’impresa Expo (a cui sono destinati circa 1.5 miliardi di fondi pubblici), ci sarebbero, quanto un atteggiamento della politica locale assolutamente ostile ed arrogante nei confronti dello spettacolo dal vivo. Sono anni ormai che le amministrazioni pubbliche in Lombardia chiedono agli operatori dello spettacolo dal vivo di lavorare gratis, o al massimo con un insignificante rimborso, facendosi belli di organizzare eventi culturali nella città. Le politiche culturali devono avere come scopo primario la crescita del proprio territorio, non il suo sfruttamento.

Questo bando è un’offesa all’intelligenza di chi lavora nel settore dello spettacolo, e chiediamo che sia ritirato o che sia previsto un compenso per gli artisti che saranno selezionati. Gli investimenti destinati a Expo 2015 sono una grande sfida per migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini di Milano e Lombardia, compresi gli operatori della cultura.

Alcune highlights del bando:

– nel bando si legge di una “formula partecipativa”, che si esplica qualche parola dopo con il “lavoro a gratis”;

– si legge che la scadenza è il 31 gennaio e la data della performance il 5 febbraio e che gli artisti selezionati beneficeranno della promozione (come si fa a promuovere un’artista e uno spettacolo con meno di 5 giorni a disposizione?);

– si legge che gli artisti selezionati, oltre a non ricevere alcun compenso, dovranno produrre la loro agibilità, su cui dovranno pagare le ritenute sociali (Enpals). Così facendo non solo lavoreranno gratis, ma pagheranno per lavorare!

I firmatari di questo comunicato si impegnano quindi a costituire un gruppo di osservazione del rapporto tra politiche culturali e Expo 2015, affinché Expo sia davvero un momento di crescita per tutti, per i cittadini che amano la cultura, e per gli operatori per cui la cultura è il pane di cui vivere.

Firma anche tu per sostenere questa protesta.

http://www.firmiamo.it/expocultura

Anomalie di bilancio: il funerale della cultura

A rileggere il Piano di Rinascita Democratica del Venerabile Licio Gelli ad uso e consumo degli uomini della loggia massonica P2 c’è un punto che (per deformazione professionale) mi ha sempre lasciato un brivido. Dice: abbattimento delle aliquote per donazioni e contributi a fondazioni scientifiche e culturali riconosciute, allo scopo di sollecitare l’autofinanziamento premiando il reinvestimento del profitto.

Sembrerebbe il delirio di onnipotenza di un macchiavellico e arrogante progetto di monocrazia. Una macchia ad ammutolire la visione “responsabilizzante” di George Steiner che scrive: una cultura autentica è caratterizzata dall’incoraggiamento di una formazione di base focalizzata sulla comprensione, sull’apprezzamento e sulla trasmissione delle opere migliori prodotte ieri e oggi dalla ragione e dalla fantasia. Una cultura autentica fa di quel tipo di risposta percettiva una funzione morale e politica fondamentale. Trasforma quella «risposta» in «responsabilità», costringe quella risonanza a «essere responsabile» davanti alle occorrenze mentali eccelse.

Nel bilancio regionale lombardi la cultura (o meglio il Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo (FURS) nel quale confluiscono le risorse di  parte corrente destinate al finanziamento di progetti, iniziative ed attività realizzati nell’ambito dello spettacolo) marcisce per prepararsi a sparire: nel bilancio di previsione del prossimo triennio 2011- 2012 – 2013  sono stati drasticamente ridotti gli stanziamenti destinati al fondo unico regionale per lo spettacolo mentre al fondo unico regionale d’investimento per lo spettacolo non viene destinata alcuna previsione di destinazione di risorse.

Si uccide la cultura per ammaestrare meglio un paese. Noi proviamo a riportarla in Consiglio.

ORDINE DEL GIORNO AL PDL 61

BILANCIO DI PREVISIONE PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2011 E BILANCIO PLURIENNALE 2011/2013 A LEGISLAZIONE VIGENTE E PROGRAMMATICO

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

CONSTATATO CHE

Lo Spettacolo ha rappresentato nel corso della storia un elemento importante e fondante dell’identità culturale dei popoli costituendo una delle prime forme di espressione artistica attraverso la quale uomini e donne hanno potuto esprimere e condividere con gli altri esperienze, sentimenti e fantasie;

CONSTATATO INOLTRE CHE

Nel corso degli anni lo Spettacolo si è rivelato essere una sorta di specchio della storia della società, svolgendo un ruolo importante per la collettività;

PREMESSO CHE

Con la legge regionale quadro sullo spettacolo del 2008, il Consiglio regionale, riconoscendo nello Spettacolo una componente essenziale della cultura, nonché un fattore di sviluppo sociale ed economico, oltre ad assicurare l’autonomia e la libertà della produzione, della programmazione e dell’iniziativa imprenditoriale si è impegnata, nel rispetto delle leggi nazionali e delle convenzioni internazionali, nelle forme e nei modi da esse consentiti, a promuovere iniziative atte a sostenere la tutela dell’opera dell’ingegno musicale, teatrale, cinematografico, coreografico, in quanto presupposto fondamentale per la continuità e lo sviluppo delle attività di spettacolo;

PREMESSO INOLTRE CHE

La deliberazione-quadro triennale, quale strumento di programmazione degli interventi nel settore dello spettacolo, su proposta della Giunta è approvata dal Consiglio regionale e in attuazione della stessa, la Giunta regionale approva annualmente un programma d’interventi con il quale definisce, in particolare, le tipologie di interventi articolati per ambito, i tempi di realizzazione, la ripartizione delle risorse finanziarie tra i diversi settori;

ATTESO CHE

In base a tale legge è istituito il Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo (FURS) nel quale confluiscono le risorse di  parte corrente destinate al finanziamento di progetti, iniziative ed attività realizzati nell’ambito dello spettacolo;

ATTESO INOLTRE CHE

Il FURS raccoglie tutte le risorse a disposizione del settore – compresi i trasferimenti dal FUS nazionale, sui quali si autorizza la Regione a effettuare anticipazioni di cassa agli enti destinatari – e le ripartisce tra i soggetti attraverso un meccanismo che coinvolge sia le autonomie territoriali sia gli operatori culturali;

RILEVATO CHE

Nello stesso convergono anche i contributi annuali che la Regione eroga agli enti di maggiore rilevanza al fine di consentire una gestione unitaria e trasparente delle risorse che, in un momento di grave crisi del circuito teatrale, assume un ruolo fondamentale per la creazione di nuovi progetti culturali;

RILEVATO INOLTRE CHE

L’ammontare del suddetto fondo è stabilito ogni anno con legge regionale di bilancio;

VERIFICATO CHE

Nel bilancio di previsione del prossimo triennio 2011- 2012 – 2013  sono stati drasticamente ridotti gli stanziamenti destinati al fondo unico regionale per lo spettacolo mentre al fondo unico regionale d’investimento per lo spettacolo non viene destinata alcuna previsione di destinazione di risorse;

IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE

Ad attuare gli strumenti più idonei affinché nel bilancio di previsione del prossimo triennio 2011 – 2012 – 2013 vengano stanziate maggiori risorse nei confronti del settore concernente lo spettacolo evitando in tal modo che la cultura in Lombardia non si veda sottratto un’importante aiuto economico necessario a poter proseguire e mantenersi a livelli qualitativi almeno accettabili, rispetto a quelle di altre realtà italiane ed europee.

Milano, 16 dicembre 2010

Giulio Cavalli (IDV)

Francesco Patitucci (IDV)

Gabriele Sola (IDV)

Stefano Zamponi (IDV)